Sull' importanza di saper perdere

Aperto da Shark72, 23 Novembre 2023, 17:59:39

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Shark72

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Cari amici,
torno a scrivere su queste colonne dopo molto tempo, e scopro con piacere che diversi di voi che conosco (anche solo virtualmente) ci sono ancora. Più avanti scriverò anche qualcosa su cosa faccio e cosa farò, da quanto sono ormai ritirato dai campi di gioco (almeno per ora, perchè provvisoria è la vita stessa, figuriamoci una relazione o addirittura una famiglia, chi mi conosce sa che già una volta ho rovesciato il tavolo). Ma ora, visti anche i tragici fatti di cronaca nera cui abbiamo assistito nei giorni scorsi, voglio cogliere l' occasione per portare alla vostra attenzione, in particolare dei più giovani, una tematica a mio avviso di grande, anzi, enorme importanza .

Si dice, si legge, si sente ai telegiornali, nei talkshow, ecc., che quando un uomo non accetta la fine di una relazione con una donna, fino alle estreme conseguenze (drammatiche o anche tragiche) che agiscono in tal modo perchè imbevuti di una ignobile cultura patriarcale, perchè non educati al rispetto (da parte di famiglia, scuola e società,), perchè ritengono le donne alla stregua di oggetti di proprietà, ecc. Tutto può starci, singolarmente o in combinazione. Ma a mio avviso si trascura una componente fondamentale che destabilizza la mente (già in certi casi labile, occorre precisarlo) di molti soggetti : l' incapacità di accettare la sconfitta. Viviamo, questo va detto, in una società che, specialmente in questi ultimi decenni, è diventata terribilmente ipercompetitiva, e nella quale chi "perde" (in senso lato, può essere sportivo, finanziario o anche in ambito socio/relazionale) viene messo alla berlina, scansato come un cane rognoso. Cantava Lucio Dalla "Bisogna saper perdere, non sempre si può vincere" : come dagli torto. Ma qualche anno dopo (inizi anni 90) i suoi fidi Stadio (per i più giovani, erano la sua band di supporto, peraltro forte, poi messasi in proprio) rispondevano con "Questo mondo non ha posto per chi perde, per chi tira un risultato sotto zero, per chi è al verde". Quindi già era chiaro lo scenario che si andava profilando, e sono passati più di 30 anni, pertanto tale paradigma sociale si è ulteriormente esasperato. In un certo senso, di tale contesto siamo un pò tutti colpevoli, con la rincorsa allo smartphone più costoso, alla macchina più potente, alla barca più grossa, ecc . Ciò determina una frustrazione in chi non ha sufficiente spirito critico.
Ma il fattore ancora più decisivo, ai fini dell' incapacità di accettare le sconfitte che inevitabilmente si subiscono o subiranno nella vita, è che in molti aspetti abbiamo completamente perso l'attitudine alla lotta e al sacrificio. A titolo di esempio si possono citare le seguenti circostanze :
- La scuola superiore è diventata a tutti gli effetti un "diplomificio" in cui praticamente non viene più bocciato nessuno, per cui spremersi sui libri (ripeto, per i soggetti dotati di scarso spirito critico...) è diventato inutile;
- La tecnologia viene in soccorso in molti ambiti, al punto che per le esigenze base della vita, non è del tutto fuori luogo affermare che l' intelligenza e la cultura stanno diventando doti superflue ai fini della sopravvivenza (da cui il detto "a mandare avanti il mondo sono gli intelligenti, a viverci bene sono gli stupidi"), altro motivo per cui il farsi il mazzo sopra i libri è diventato inutile ;
- Manca la fame di riscatto dei nostri genitori e nonni, i quali hanno spesso patrimoni consistenti alle spalle, case di proprietà, ecc., al che mancano gli stimoli per battersi e sbattersi, ovvero, il troppo benessere ci ha rammolliti.
Sommando questi e altri fattori, il risultato è che non siamo abituati a subire dei "NO", con la conseguenza che se il soggetto cui capita è labile, possono verificarsi dei disastri.
A peggiorare la situazione poi ci si mette proprio chi dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio : di recente, si vedono politici che quando perdono le elezioni lanciano offese all' elettorato, "reo" di non aver compreso il loro programma, e se lo scarto è poco, gridano al broglio. Oppure, si vedono famosi e plurimilionari calciatori, e anche allenatori, che dopo aver perso una finale di Champions o di un Europeo o Mondiale, sbattono per terra in malo modo la medaglia d' argento. Davanti a miliardi di spettatori. Magari mi prenderete per il tipico vecchio brontolone, ma devo rimarcare che robe simili 30 o 40 anni fa non si vedevano.

In un simile contesto, non sorprende che un ragazzo, specialmente se è di quelli che hanno ricevuto un' educazione eccessivamente lassista e permissiva (quali ad esempio quelli che se i prof gli danno un brutto voto, i genitori se la prendono con i prof o vanno al TAR), nel momento in cui subisce una sconfitta di quelle che fanno un pò male, quale una relazione sentimentale finita per volontà altrui, si destabilizza. E non solo ragazzi, anche soggetti teoricamente "maturi". Fino alle estreme conseguenze, per quelli più deboli, o portatori di patologie borderline (non riconosciute ma latenti).

Pertanto, per chiudere il ragionamento, il primo passo da fare, sia sul piano individuale che collettivo, è interiorizzare la "cultura della sconfitta", nel senso meramente letterale di imparare a perdere. Chi come me è più attempato, dovrà educare in tal senso i propri figli, chi viceversa è più giovane, capire che la sconfitta non costituisce un fallimento, ma un' occasione di miglioramento e ripartenza : perchè sovente, se si "perde", vuol dire che non si è "giocato" bene. Facile a dirsi, assai più difficile a farsi, in quanto richiederebbe una vera e propria rivoluzione culturale, tesa in primis a scardinare quel "mondo che non ha posto per chi perde". In tal direzione vanno provvedimenti come il reinserimento dell' educazione civica tra le materie studiate alle medie. E' un piccolo passo, ma qualcosa è. E comunque i tempi saranno lunghi. Assai più utile e proficuo, pertanto, è attuare questo cambio di paradigma sul piano individuale.
Perchè chi impara a perdere oggi, stia certo che sarà in grado di vincere domani.

S.
"Il tuo è un gioco molto politico" - Athos
"Non hai letto il MM? Allora devi essere espulso dal gioco !" - Neo1987
"L' assaporatore ufficiale dell' AdM - TermYnator
"Non è il massimo?E che ti frega, se ti attizza vacci uguale! Piuttosto che niente, meglio piuttosto" - Athos
"Quando fai l' espressione giusta, sei quasi fico" - TermYnator
"Ty delaesh bisnes" - HB insegnante di russo
"Meglio una russa bona, che un' italiana cessa"  - TermYnator
"Sergente Hartman della Fregna" - Azimut, già Expeausition

Ulisse

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#1
Citazionecon la rincorsa allo smartphone più costoso, alla macchina più potente, alla barca più grossa, ecc . Ciò determina una frustrazione in chi non ha sufficiente spirito critico.

Pensa che non me n'è mai fregata una beata cippa.

"  Ma a mio avviso si trascura una componente fondamentale che destabilizza la mente (già in certi casi labile, occorre precisarlo) di molti soggetti : l' incapacità di accettare la sconfitta. "

Da ragazzino ero talmente innamorato di una ragazza che, per orgoglio, non riuscivo a provarci per paura di essere rifiutato e di perderla,  Pensa che anni dopo le raccontai la storia e mi disse:" col senno di poi"...
Ultima modifica: 25 Novembre 2023, 18:48:34 di Ulisse

TermYnator

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Ho scritto praticamente la stessa cosa in un post su facebook. E la colpa è dei genitori oltre che del sistema.
Adesso c'è una guerra al maschio, mascherata da guerra al patriarcato (che non mi sembra proprio esista).
Il punto grave, è che mi sembra che questa guerra è strumentalizzata da due gruppi ben definiti di persone, con l'unico scopo di distruggere l'immagine del maschio. Fin dalle scuole.
Vanno combattuti con ogni mezzo esattamente come vanno isolati e combattuti gli stupratori: sono due le facce della stessa medaglia.
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Snake

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Condivido pienamente. Il paradosso è che in molte culture, l'eroe è quello che vince si, ma dopo aver perso, esser caduto, aver toccato il fondo ed essersi rialzata.
All'epoca ero coetaneo di Filippo Turetta, presi una sbandata grande come il Burj Khalifa, per una donna più grande di me. Era una ragazza, ma nella fattispece una vera donna.
Davanti a lei mi resi conto di essere un bambinetto, e che dovevo svegliarmi; sebbene lei non mi abbia detto nulla, era chiaro che non ero abbastanza maturo.
Fu una sberla enorme all'epoca, però mi servì per crescere.
Mi sentivo uno straccio, ma allo stesso tempo, vidi la cosa come un'opportunità per crescere.
La pappa pronta è facile, ma non porta a nulla, se non ad insicurezza...
"Kept you waiting, huh?"

Snake

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Citazione di: TermYnator il 26 Novembre 2023, 18:24:15Ho scritto praticamente la stessa cosa in un post su facebook. E la colpa è dei genitori oltre che del sistema.
Adesso c'è una guerra al maschio, mascherata da guerra al patriarcato (che non mi sembra proprio esista).
Il punto grave, è che mi sembra che questa guerra è strumentalizzata da due gruppi ben definiti di persone, con l'unico scopo di distruggere l'immagine del maschio. Fin dalle scuole.
Vanno combattuti con ogni mezzo esattamente come vanno isolati e combattuti gli stupratori: sono due le facce della stessa medaglia.

Sono d'accordo con te, queste sentenze contro l'uomo, che hanno un sanno di "Sacra Inquisizione", sono pericolose, in quanto genereranno nuovo odio, e nuove divisioni. Vanno fermati.
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Shark72

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Citazione di: Ulisse il 25 Novembre 2023, 18:43:27Da ragazzino ero talmente innamorato di una ragazza che, per orgoglio, non riuscivo a provarci per paura di essere rifiutato e di perderla,  Pensa che anni dopo le raccontai la storia e mi disse:" col senno di poi"...


Se ci ripensi oggi, ti rendi conto di quanto il tuo pensiero fosse un ossimoro, dal momento che se da parte sua nulla avevi, se non una inutile zona amicizia, nulla potevi perdere...
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Shark72

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Citazione di: TermYnator il 26 Novembre 2023, 18:24:15Ho scritto praticamente la stessa cosa in un post su facebook. E la colpa è dei genitori oltre che del sistema.
Adesso c'è una guerra al maschio, mascherata da guerra al patriarcato (che non mi sembra proprio esista).
Il punto grave, è che mi sembra che questa guerra è strumentalizzata da due gruppi ben definiti di persone, con l'unico scopo di distruggere l'immagine del maschio. Fin dalle scuole.
Vanno combattuti con ogni mezzo esattamente come vanno isolati e combattuti gli stupratori: sono due le facce della stessa medaglia.

Sì, esattamente. La colpa specifica dei genitori sta proprio in quel "non capisco, gli abbiamo dato sempre tutto".
Sul resto non c'è cosa più odiosa dello strumentalizzare certe tragedie anche per finalità totalmente estranee alla salvaguardia delle persone. Ben sapendo di gettare ulteriore benzina sul fuoco, basta leggere certe pagine social di femministe radicali per trovare roba delirante.

Citazione di: Snake il 26 Novembre 2023, 23:27:39Condivido pienamente. Il paradosso è che in molte culture, l'eroe è quello che vince si, ma dopo aver perso, esser caduto, aver toccato il fondo ed essersi rialzata.
All'epoca ero coetaneo di Filippo Turetta, presi una sbandata grande come il Burj Khalifa, per una donna più grande di me. Era una ragazza, ma nella fattispece una vera donna.
Davanti a lei mi resi conto di essere un bambinetto, e che dovevo svegliarmi; sebbene lei non mi abbia detto nulla, era chiaro che non ero abbastanza maturo.
Fu una sberla enorme all'epoca, però mi servì per crescere.
Mi sentivo uno straccio, ma allo stesso tempo, vidi la cosa come un'opportunità per crescere.
La pappa pronta è facile, ma non porta a nulla, se non ad insicurezza...

Un paio di tranvate o più le abbiam prese tutti in gioventù, tutto fa esperienza e aiuta a maturare. Cosa che oggi molti ragazzi sembrano non riuscire a fare.

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AlterEgo

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Una cosa che potremmo fare tutti è quella di non far sentire in colpa chi subisce delle sconfitte. Un po' come quando chi vince una gara sportiva da la mano all'avversario, come a dirgli "sei stato bravo anche tu".


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docs20

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Vero, è importante culturalmente inserire una maggior tolleranza ai no (che magari andavano detti di più dai genitori) e creare un senso collettivo del "l'importante è partecipare, non importa se si esce sconfitti". Ci vorranno anni, ma sarebbe un cambiamento importante

El mudo

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Citazione di: Shark72 il 23 Novembre 2023, 17:59:39Cari amici,
torno a scrivere su queste colonne dopo molto tempo, e scopro con piacere che diversi di voi che conosco (anche solo virtualmente) ci sono ancora. Più avanti scriverò anche qualcosa su cosa faccio e cosa farò, da quanto sono ormai ritirato dai campi di gioco (almeno per ora, perchè provvisoria è la vita stessa, figuriamoci una relazione o addirittura una famiglia, chi mi conosce sa che già una volta ho rovesciato il tavolo). Ma ora, visti anche i tragici fatti di cronaca nera cui abbiamo assistito nei giorni scorsi, voglio cogliere l' occasione per portare alla vostra attenzione, in particolare dei più giovani, una tematica a mio avviso di grande, anzi, enorme importanza .

Si dice, si legge, si sente ai telegiornali, nei talkshow, ecc., che quando un uomo non accetta la fine di una relazione con una donna, fino alle estreme conseguenze (drammatiche o anche tragiche) che agiscono in tal modo perchè imbevuti di una ignobile cultura patriarcale, perchè non educati al rispetto (da parte di famiglia, scuola e società,), perchè ritengono le donne alla stregua di oggetti di proprietà, ecc. Tutto può starci, singolarmente o in combinazione. Ma a mio avviso si trascura una componente fondamentale che destabilizza la mente (già in certi casi labile, occorre precisarlo) di molti soggetti : l' incapacità di accettare la sconfitta. Viviamo, questo va detto, in una società che, specialmente in questi ultimi decenni, è diventata terribilmente ipercompetitiva, e nella quale chi "perde" (in senso lato, può essere sportivo, finanziario o anche in ambito socio/relazionale) viene messo alla berlina, scansato come un cane rognoso. Cantava Lucio Dalla "Bisogna saper perdere, non sempre si può vincere" : come dagli torto. Ma qualche anno dopo (inizi anni 90) i suoi fidi Stadio (per i più giovani, erano la sua band di supporto, peraltro forte, poi messasi in proprio) rispondevano con "Questo mondo non ha posto per chi perde, per chi tira un risultato sotto zero, per chi è al verde". Quindi già era chiaro lo scenario che si andava profilando, e sono passati più di 30 anni, pertanto tale paradigma sociale si è ulteriormente esasperato. In un certo senso, di tale contesto siamo un pò tutti colpevoli, con la rincorsa allo smartphone più costoso, alla macchina più potente, alla barca più grossa, ecc . Ciò determina una frustrazione in chi non ha sufficiente spirito critico.
Ma il fattore ancora più decisivo, ai fini dell' incapacità di accettare le sconfitte che inevitabilmente si subiscono o subiranno nella vita, è che in molti aspetti abbiamo completamente perso l'attitudine alla lotta e al sacrificio. A titolo di esempio si possono citare le seguenti circostanze :
- La scuola superiore è diventata a tutti gli effetti un "diplomificio" in cui praticamente non viene più bocciato nessuno, per cui spremersi sui libri (ripeto, per i soggetti dotati di scarso spirito critico...) è diventato inutile;
- La tecnologia viene in soccorso in molti ambiti, al punto che per le esigenze base della vita, non è del tutto fuori luogo affermare che l' intelligenza e la cultura stanno diventando doti superflue ai fini della sopravvivenza (da cui il detto "a mandare avanti il mondo sono gli intelligenti, a viverci bene sono gli stupidi"), altro motivo per cui il farsi il mazzo sopra i libri è diventato inutile ;
- Manca la fame di riscatto dei nostri genitori e nonni, i quali hanno spesso patrimoni consistenti alle spalle, case di proprietà, ecc., al che mancano gli stimoli per battersi e sbattersi, ovvero, il troppo benessere ci ha rammolliti.
Sommando questi e altri fattori, il risultato è che non siamo abituati a subire dei "NO", con la conseguenza che se il soggetto cui capita è labile, possono verificarsi dei disastri.
A peggiorare la situazione poi ci si mette proprio chi dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio : di recente, si vedono politici che quando perdono le elezioni lanciano offese all' elettorato, "reo" di non aver compreso il loro programma, e se lo scarto è poco, gridano al broglio. Oppure, si vedono famosi e plurimilionari calciatori, e anche allenatori, che dopo aver perso una finale di Champions o di un Europeo o Mondiale, sbattono per terra in malo modo la medaglia d' argento. Davanti a miliardi di spettatori. Magari mi prenderete per il tipico vecchio brontolone, ma devo rimarcare che robe simili 30 o 40 anni fa non si vedevano.

In un simile contesto, non sorprende che un ragazzo, specialmente se è di quelli che hanno ricevuto un' educazione eccessivamente lassista e permissiva (quali ad esempio quelli che se i prof gli danno un brutto voto, i genitori se la prendono con i prof o vanno al TAR), nel momento in cui subisce una sconfitta di quelle che fanno un pò male, quale una relazione sentimentale finita per volontà altrui, si destabilizza. E non solo ragazzi, anche soggetti teoricamente "maturi". Fino alle estreme conseguenze, per quelli più deboli, o portatori di patologie borderline (non riconosciute ma latenti).

Pertanto, per chiudere il ragionamento, il primo passo da fare, sia sul piano individuale che collettivo, è interiorizzare la "cultura della sconfitta", nel senso meramente letterale di imparare a perdere. Chi come me è più attempato, dovrà educare in tal senso i propri figli, chi viceversa è più giovane, capire che la sconfitta non costituisce un fallimento, ma un' occasione di miglioramento e ripartenza : perchè sovente, se si "perde", vuol dire che non si è "giocato" bene. Facile a dirsi, assai più difficile a farsi, in quanto richiederebbe una vera e propria rivoluzione culturale, tesa in primis a scardinare quel "mondo che non ha posto per chi perde". In tal direzione vanno provvedimenti come il reinserimento dell' educazione civica tra le materie studiate alle medie. E' un piccolo passo, ma qualcosa è. E comunque i tempi saranno lunghi. Assai più utile e proficuo, pertanto, è attuare questo cambio di paradigma sul piano individuale.
Perchè chi impara a perdere oggi, stia certo che sarà in grado di vincere domani.

S.


 :up:  :up:

Snake

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Citazione di: Shark72 il 27 Novembre 2023, 11:46:42Sì, esattamente. La colpa specifica dei genitori sta proprio in quel "non capisco, gli abbiamo dato sempre tutto".
Sul resto non c'è cosa più odiosa dello strumentalizzare certe tragedie anche per finalità totalmente estranee alla salvaguardia delle persone. Ben sapendo di gettare ulteriore benzina sul fuoco, basta leggere certe pagine social di femministe radicali per trovare roba delirante.

Sono assolutamente d'accordo con te!

Citazione di: Shark72 il 27 Novembre 2023, 11:46:42Un paio di tranvate o più le abbiam prese tutti in gioventù, tutto fa esperienza e aiuta a maturare. Cosa che oggi molti ragazzi sembrano non riuscire a fare.



Esatto! e la cosa più simpatica, è quando ci ripensi, a distanza di anni; li capisci quanto ti hanno aiutato e com'eri al tempo, finendo per riderci sopra questo aspetto  :) .
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Citazione di: AlterEgo il 01 Dicembre 2023, 16:42:18Una cosa che potremmo fare tutti è quella di non far sentire in colpa chi subisce delle sconfitte. Un po' come quando chi vince una gara sportiva da la mano all'avversario, come a dirgli "sei stato bravo anche tu".

Concordo. E si che il mondo è assurdo; siamo abituati a storie di successo, che nascono da fallimenti (libri/film/personalità mitizzate), e pure, in molti ancora fanno fatica ad accettare una sconfitta. Evidentemente, il messaggio che passa, è ben diverso...
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Citazioneal momento che se da parte sua nulla avevi, se non una inutile zona amicizia, nulla potevi perdere...

l'unica cosa che ho perso sono stati i suoi occhioni quando mi guardava e mi diceva:" ti voglio bene."

JBGrenouille

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Citazione di: Shark72 il 27 Novembre 2023, 11:46:42Sì, esattamente. La colpa specifica dei genitori sta proprio in quel "non capisco, gli abbiamo dato sempre tutto".
Sul resto non c'è cosa più odiosa dello strumentalizzare certe tragedie anche per finalità totalmente estranee alla salvaguardia delle persone. Ben sapendo di gettare ulteriore benzina sul fuoco, basta leggere certe pagine social di femministe radicali per trovare roba delirante.

Quoto. Ma appunto, e' una strumentalizzazione ben precisa.

Sul resto hai abbastanza ragione. Specie riguardo il valore educativo delle tranvate :)