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Essere VERAMENTE se stessi

Aperto da tuono, 23 Aprile 2011, 04:59:32

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TermYnator

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Citazione di: Sawyer il 03 Maggio 2011, 19:43:07
Una riflessione fresca fresca, ancora grezza: e se il punto non fosse l'essenza, bensì l'espressione?

Ogni persona secondo me non è un essere mono-dimensionale: ognuno di noi ha tanti lati nella propria personalità, tante sfaccettature che si rendono evidenti in situazioni diverse e interagendo con persone diverse. Tralasciando i diversi modelli sviluppati dalla psicologia, in genere possiamo pensare ad una personalità come ad un insieme di certi attributi e tendenze che, insieme all'esperienza, concorrono a definire una individualità. Un pò come con l'alfabeto: ci sono 21 (o 26) lettere, con le quali scriviamo libri da centinaia di pagine.

L'idea è questa: e se il nocciolo della questione non fosse il "cambiare", ma l'imparare a "modulare" l'alfabeto di ogni singola personalità per produrre il miglior romanzo possibile? In altre parole, si tratterebbe di padroneggiare l'espressione della propria essenza, la quale ha molteplici possibilità di manifestarsi in molte forme: alcune ottime in relazione ad una determinata situazione, tante altre controproducenti.

Tra le tante che ho scritto sull'argomento:
http://seduzioneitaliana.com/forum/generale/termydelirio-3-voglio-essere-me-stesso-ma-chi-sono/
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Sawyer

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Citazione di: TermYnator il 03 Maggio 2011, 21:00:51
Tra le tante che ho scritto sull'argomento:
http://seduzioneitaliana.com/forum/generale/termydelirio-3-voglio-essere-me-stesso-ma-chi-sono/

Non ero ancora arrivato al termYdelirio. Pezzo molto interessante, ed a quanto ho capito sulla stessa falsariga dei miei pensieri attuali.

Questo discorso delle molteplici personalità penso di averlo sperimentato. Da un anno a questa parte, è diventato il mio migliore amico un tipo decisamente diverso da come pensavo di essere. E un poco alla volta... sono diventato in parte come lui. Nel senso che ho imparato a lasciar uscire quella parte di me che non pensavo esistesse. E se ho potuto farlo una volta, quanti altri "me" restano ancora da scoprire? :P
"Non avendo la mia dignità un prezzo, se una donna lede la mia dignità, molto cavallerescamente la mando affaculo. Con fermezza." -TermYnator

"I ragazzi di oggi sono rincoglioniti: non ci provano! Tu devi essere una MIETITREBBIA, e le donne sono il tuo campo di grano." (mio mentore)

"Le donne sono delicate, talmente delicate da aver imparato a far male senza muovere un dito." -Acqua

"una persona intelligente cerca sempre di prendere il meglio da ogni cosa" -TheMadHatter (senza lasciarsi intrappolare in un determinato schema di pensiero...e soprattutto cerca di pensare con la sua testa senza rigurgitare continuamente pensieri altrui, per quanto saggi siano...).

"viaggiare apre la mente ,ma fa' girare le palle" -Jason N. Dohring

TermYnator

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Citazione di: Sawyer il 04 Maggio 2011, 00:03:45
Non ero ancora arrivato al termYdelirio. Pezzo molto interessante, ed a quanto ho capito sulla stessa falsariga dei miei pensieri attuali.

Questo discorso delle molteplici personalità penso di averlo sperimentato. Da un anno a questa parte, è diventato il mio migliore amico un tipo decisamente diverso da come pensavo di essere. E un poco alla volta... sono diventato in parte come lui. Nel senso che ho imparato a lasciar uscire quella parte di me che non pensavo esistesse. E se ho potuto farlo una volta, quanti altri "me" restano ancora da scoprire? :P

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Emiliano

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Citazione di: Sawyer il 04 Maggio 2011, 00:03:45
Non ero ancora arrivato al termYdelirio. Pezzo molto interessante, ed a quanto ho capito sulla stessa falsariga dei miei pensieri attuali.

Questo discorso delle molteplici personalità penso di averlo sperimentato. Da un anno a questa parte, è diventato il mio migliore amico un tipo decisamente diverso da come pensavo di essere. E un poco alla volta... sono diventato in parte come lui. Nel senso che ho imparato a lasciar uscire quella parte di me che non pensavo esistesse. E se ho potuto farlo una volta, quanti altri "me" restano ancora da scoprire? :P
Pirandello??

Sawyer

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--Alchelion--

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#50
Vorrei dare il mio contributo a questa interessante discussione. Se la Filosofia non può facilmente toglierci d'impaccio da questo problema, può forse farlo la moderna Psicologia Cognitiva, che affonda le sue basi nella Neuroscienza.
Di un fatto la Neuroscienza moderna e' piuttosto sicura: l'idea di un "io" stabile ed unico e' profondamente sbagliata. Molteplici prove, sia fisiologiche che basate su studi del comportamento umano, mostrano che ogni essere umano possiede vari "io" che vengo messi in atto a seconda degli stimoli ambientali. Il cervello e' in sostanza una complessa rete neurale che risponde agli stimoli esterni, in base a regole apprese in passato.
Questo spiega perché ad esempio, un serial killer può benissimo essere un padre di famiglia premuroso, ed in generale persone con un carattere formato possano assumere comportamenti del tutto opposti. Semplicemente il cervello reagisce a stimoli provenienti da ambienti differenti con comportamenti differenti.
Questa molteplicità dell'io in realtà permette all'uomo di sopravvivere ed adattarsi in situazioni diverse, dove un unico schema comportamentale ed un unico sistema di valori sarebbero fortemente limitanti. Mettiamola cosi: gli uomini con una personalità costante ed unica si sono estinti, a causa dell'incapacità a variare il proprio schema comportamentale per sopravvivere all'ambiente, e siamo rimasti noi. Forse si sono estinti per selezione sessuale, ossia trombando meno :D .
Comunque, il fatto che l'impressione di un "unico" io sia attraente per molti e' del tutto sensata. Infatti, nonostante l'evidente presenza di molteplici personalità in una stessa persona, internamente il cervello lavora senza sosta per ricondurre tutti i ricordi che testimoniano la nostra molteplicità' sotto un sistema più o meno coerente che chiamiamo io.
Questa spinta a omogeneizzare i ricordi e' fortissima, al punto che molti ricordi vengo deliberatamente, seppur inconsciamente, trasformati, per poter essere accettati come parte del nostro unico io. In casi estremi, i ricordi possono essere completamente rimossi, mentre nel caso più frequente vengono sensibilmente trasformati.

Noto spesso che si scrive di questi argomenti con una certa disinvoltura, quando invece e' necessario fare molto attenzione a come si usano le parole. Ad esempio nella discussione ho notato l'uso intercambiabile dei termini "se" ed "io" ( o ego ). Questi termini in realtà non significano la stessa cosa, anche se si riferiscono a concetti simili. L' "io" comprende l'insieme dei ricordi passati che ci dicono chi siamo, ossia l'immagine che abbiamo di noi stessi. Il "se" invece racchiude tutt'altro concetto: il "se" e' la percezione di esistere perché provo molteplici sensazioni in questo momento. Insomma mentre l' "io" ci dice che esistiamo sulla base dei ricordi, il "se" lo fa sulla base delle sensazioni, qui ed ora.
Questa distinzione e' di fondamentale importanza. Questo infatti e' proprio il punto da cui nasce l'incomprensione sulla frase "essere se stessi". Questa frase che ricorre in molti testi, si riferisce al "se" e non all' "io". Ossia si intende essere profondamente connessi con le proprie sensazioni, qui ed ora. Se ad esempio metto in atto un comportamento finto e costruito non sono me stesso, ma non perché questo non coincida con le mie personalità passate ( l' "io"), piuttosto perché non ho veramente quelle sensazioni profonde che distinguono l'essere da il fare, ossia il "se".

Se osservate bene, in molti dei testi Zen citati, si parla di "se" e non di "io". Inoltre, lo Zen ripudia qualsiasi limitazione della personalità, cosi come l'idea che esista un unico modo di comportarsi. Molti Maestri Zen sono tutt'altro che catalogabili un un unica personalita', e spingono costantemente i propri allievi a non "prendere forma".  Analogamente, ho notato che Termy usa spesso il termine "se" per denotare questa profonda connessione con le proprie sensazioni, senza peraltro negare l'esistenza di molteplici "io".

Quindi, in sostanza, si può essere chiunque, a patto di viverlo profondamente con tutto se stessi.

Alchelion



Ultima modifica: 05 Maggio 2011, 00:42:39 di --Alchelion--
In bilico fra sacro e profano

Sawyer

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Citazione di: --Alchelion-- il 05 Maggio 2011, 00:31:26
Vorrei dare il mio contributo a questa interessante discussione. Se la Filosofia non può facilmente toglierci d'impaccio da questo problema, può forse farlo la moderna Psicologia Cognitiva, che affonda le sue basi nella Neuroscienza.
Di un fatto la Neuroscienza moderna e' piuttosto sicura: l'idea di un "io" stabile ed unico e' profondamente sbagliata.
[...]
Comunque, il fatto che l'impressione di un "unico" io sia attraente per molti e' del tutto sensata. Infatti, nonostante l'evidente presenza di molteplici personalità in una stessa persona, internamente il cervello lavora senza sosta per ricondurre tutti i ricordi che testimoniano la nostra molteplicità' sotto un sistema più o meno coerente che chiamiamo io.
[...]
Noto spesso che si scrive di questi argomenti con una certa disinvoltura, quando invece e' necessario fare molto attenzione a come si usano le parole. Ad esempio nella discussione ho notato l'uso intercambiabile dei termini "se" ed "io" ( o ego ). Questi termini in realtà non significano la stessa cosa, anche se si riferiscono a concetti simili. L' "io" comprende l'insieme dei ricordi passati che ci dicono chi siamo, ossia l'immagine che abbiamo di noi stessi. Il "se" invece racchiude tutt'altro concetto: il "se" e' la percezione di esistere perché provo molteplici sensazioni in questo momento. Insomma mentre l' "io" ci dice che esistiamo sulla base dei ricordi, il "se" lo fa sulla base delle sensazioni, qui ed ora.
Questa distinzione e' di fondamentale importanza. Questo infatti e' proprio il punto da cui nasce l'incomprensione sulla frase "essere se stessi". Questa frase che ricorre in molti testi, si riferisce al "se" e non all' "io". Ossia si intende essere profondamente connessi con le proprie sensazioni, qui ed ora. Se ad esempio metto in atto un comportamento finto e costruito non sono me stesso, ma non perché questo non coincida con le mie personalità passate ( l' "io"), piuttosto perché non ho veramente quelle sensazioni profonde che distinguono l'essere da il fare, ossia il "se". (ndC: neretto mio)
[...]
Quindi, in sostanza, si può essere chiunque, a patto di viverlo profondamente con tutto se stessi.

Alchelion

+ :up:

In parole povere, senza porci limiti artificiosi e senza tante seghe mentali, abbracciamo la nostra innata schizofrenia! :D

Però ho un dubbio sulla parte in cui porti l'esempio del mettere in atto un comportamento finto. Cosa intendi esattamente per finto, alla luce delle definizioni di sè ed ego che hai dato? Ovvero, finto rispetto all'ego o al sè?
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Citazione di: Sawyer il 05 Maggio 2011, 19:35:10
Però ho un dubbio sulla parte in cui porti l'esempio del mettere in atto un comportamento finto. Cosa intendi esattamente per finto, alla luce delle definizioni di sè ed ego che hai dato? Ovvero, finto rispetto all'ego o al sè?

In pratica quando fingi ossia assumi un comportamento forzato senza sentirlo profondamente, e' finto rispetto al "se", ossia all'insieme delle tue sensazioni in quel momento. Questo e' cio' che ti rende finto.
In bilico fra sacro e profano