Aperture che permettono la transizione

Aperto da Micione, 23 Giugno 2009, 09:16:16

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Acqua

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Citazione di: TermYnator il 24 Giugno 2009, 21:35:25
Post che contiene molte rispost alle tue domande, e che ti consiglio (umilmente) di leggere.
I Marpioni Autodidatti che citi erano sicuri perchè SAPEVANO di potersi districare dialetticamente di fronte ad una sconosciuta. Questo li rendeva sicuri e li faceva partire anche se non sapevano come.

Ma questa sicurezza puoi averla per meriti legati alla crescita, o perchè l'hai acquisita.
E qui sopraggiunge la tecnica e l'apprendimento derivante dai metodi.
Credo sia proprio quello che intendeva lui... ;)
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Citazione di: TermYnator il 24 Giugno 2009, 21:35:25

I Marpioni Autodidatti che citi erano sicuri perchè SAPEVANO di potersi districare dialetticamente di fronte ad una sconosciuta. Questo li rendeva sicuri e li faceva partire anche se non sapevano come.



"...Essere certi che il proprio sguardo scioglie le femine, da sicurezza, così come il sapere di poter
rendere interessante e coinvolgente una discussione da sicurezza. C'è chi basa
la propria sicurezza sul fatto di piacere fisicamente, o di risultare tenebroso ed intrigante.
Ma in ogni caso, la sicurezza viene dall'aver testato con successo le doti acquisite sul campo..."  E/O l'idea di avere armi dialettiche tali da potersi districare sono alcune di quelle doti che tali natural sanno di avere, poichè sono stati validati dalla vita e dagli altri in generale e magari anche in alcuni degli specifici settori che dici tu.

La cosa singolare, e un pò OT, è che consideri la dialettica come condizione sine qua non. Mentre invece è solo una delle tanti qualità che può fare la differenza ma rivestirà sempre un ruolo di contingenza. Può tranquillamente essere sostituita da altre qualità vincenti le quali nel loro insieme portano al risultato.
(Ovviamente se uno non mette in riga tre parole è chiaro che ha una lacuna pazzesca, ma non è quello di cui stiamo parlando).

Comunque nei natural, ancora più a fondo, oltre la sicurezza nei propri mezzi, che è vero che c'è,  c'è anche il minor timore del giudizio degli altri, a causa del fatto che, abituati a vincere, di questo se ne sono occupati ben poco. Il loro focus mentale non è su quello.
Mentre chi è abituato a perdere punta il proprio focus proprio su quello.


E infine ti dico che, quei natural che ho citato, non è tanto perchè erano consci di avere delle armi dialettiche potenti con le quali imbastire un discorso interessante, o ribaltare gli shit-test, che si lanciavano sulle ragazze, ma in realtà era perchè se ne fregavano delle conseguenze, delle variabili negative. non ci pensavano e non gliene fregava proprio un caxxo...



Acqua

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Citazione di: kant il 24 Giugno 2009, 19:47:30
Siamo stati divisi dalla vita in 2 categorie:

Chi nel fare le sue prime esperienze da queste e dagli altri è stato gratificato, cioè è riuscito nell'obbiettivo, ha fatto centro, ha vinto e dunque si è abituato a vincere, dunque quando VA è convinto di farcela, e lo trasmette,

e chi nel fare le sue prime esperienze è stato segato, è stato guardato storto, insomma ha pisciato fuori dal vaso e dunque si è abituato a pensarci due volte prima di buttarsi nel fare qualcosa, autosuggestionato dalla paura di ricadere nel fallimento.

Da qui il pensare troppo. (dove pensare è intenso come preoccuparsi). Si pensa troppo e ci si preoccupa troppo quando si cerca di prevenirsi dal rifare uno sbaglio, poichè siamo convinti di poter sbagliare molto facilmente, e ciò perchè è questo l'imprinting che la vita ci ha dato (in quel determinato frangente)
Quindi il pensare eccessivamente è sinonimo di PREOCCUPAZIONE. Si pensa per eviscerare le possibili variabili fallimentari, onde proteggersi da un ulteriore paventato fallimento.
Ma questo troppo pensare è simbolico del problema che ci sta dietro. Ovvero la paura di non essere all'altezza.
E dunque paradossalmente più si pensa, più ci si preoccupa e più si rinforza l'idea di non essere all'altezza.
E' un circolo ed è vizioso.
Quoto.
La conferma del discorso "troppi pensieri fanno male" sta nelle neuroscienze.
Il lobo frontale (ossia la parte anteriore del cervello) è considerata la sede delle funzioni "esecutive", ossia attività mentali quali la pianificazione e controllo. L'aspetto importante è che il lobo frontale funziona per INIBIZIONE, ossia blocca le risposte cerebrali che sottoporrebbero l'organismo a rischio. In sostanza, è un filtro comportamentale.

Riporto da:
http://seduzioneitaliana.com/forum/miglioramento-personale-a-360/istinto-controllo/msg37942/#msg37942

Citazione di: Acqua il 30 Gennaio 2009, 00:18:45
La parte del nostro cervello destinata al "controllo" è la corteccia cerebrale, soprattutto il lobo frontale. Quest'ultimo esercita il controllo sul comportamento tramite INIBIZIONE. Che vuol dire? Che il tronco dell'encefalo e il giro del cingolo (in sostanza quello che c'è sotto la corteccia) propongono dei comportamenti (istintivi) che poi vengono filtrati dalla corteccia frontale, dopodichè effettuati tramite il movimento.

A conferma di questo, ricordo che nella corteccia frontale si trova anche l'area motoria primaria, che è la zona di corteccia da dove partono gli impulsi nervosi per il movimento muscolare. Ricapitolando: la parte più antica e "rozza" del cervello, che abbiamo in comune con le bestie più immonde, elabora i dati sensoriali per prima. Questi dati vengono fatti passare attraverso la corteccia (parte del cervello evolutivamente recente), e vengono SELEZIONATI per INIBIZIONE. Il comportamento altro non è se non la risultante di un pandemonio di possibili reazioni, filtrate per far sì che non ce la rischiamo troppo.

Questo vuol dire che se vedete una bella figa per strada, ad evitare che vi cacciate il pisello e cominciate ad inseguirla è la corteccia frontale; quest'ultima blocca tutto quello che sarebbe deleterio per l'attuazione di un comportamento adattivo. Ovviamente non è tutto così roseo.
Molti comportamenti che sarebbero adattivi, vengono bloccati per via di un'esame della realtà sbagliato (dicesi convinzioni limitanti o altrimenti pippe mentali).
Altri comportamenti che sono deleteri vengono fatti passare per sbaglio (comportamenti socialmente inadeguati).

Il problema dell'AA sta proprio nel conflitto tra il voler andare dalla tipa (spinta istintiva) e la valutazione eccessiva del rischio dovuto a tale azione (vincolo ambientale). Nel natural questo conflitto non avviene.

Il risultato del conflitto è il reiterarsi di mille pensieri che non portano da nessuna parte, e il mantenimento dello stato d'ansia. Quindi da una parte l'osservazione può essere utile per canalizzare i pensieri nella direzione giusta, dall'altra prima o poi bisogna muovere il culo e dare retta alla "bestia", rompendo di forza l'inibizione.

Acqua
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Citazione di: Acqua il 24 Giugno 2009, 22:20:42


Il problema dell'AA sta proprio nel conflitto tra il voler andare dalla tipa (spinta istintiva) e la valutazione eccessiva del rischio dovuto a tale azione (vincolo ambientale). Nel natural questo conflitto non avviene.


Esatto, per il resto.. molto interessante

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Citazione di: kant il 24 Giugno 2009, 19:47:30
quello che fa la differenza è lo stato con cui vengono dette quelle cose semplici.

verissimo!

Citazione di: kant il 24 Giugno 2009, 19:47:30
Siamo stati divisi dalla vita in 2 categorie:

Chi nel fare le sue prime esperienze da queste e dagli altri è stato gratificato, cioè è riuscito nell'obbiettivo, ha fatto centro, ha vinto e dunque si è abituato a vincere, dunque quando VA è convinto di farcela, e lo trasmette,

e chi nel fare le sue prime esperienze è stato segato, è stato guardato storto, insomma ha pisciato fuori dal vaso e dunque si è abituato a pensarci due volte prima di buttarsi nel fare qualcosa, autosuggestionato dalla paura di ricadere nel fallimento.

+1 perchè hai centrato il problema


.\ /.
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TermYnator

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Citazione di: kant il 24 Giugno 2009, 22:07:34
La cosa singolare, e un pò OT, è che consideri la dialettica come condizione sine qua non. Mentre invece è solo una delle tanti qualità che può fare la differenza ma rivestirà sempre un ruolo di contingenza. Può tranquillamente essere sostituita da altre qualità vincenti le quali nel loro insieme portano al risultato.
(Ovviamente se uno non mette in riga tre parole è chiaro che ha una lacuna pazzesca, ma non è quello di cui stiamo parlando).

Kant, io scrivo i miei post in base a questa filosofia e questo obiettivo:
Cosa posso far fare ad una persona che non rimorchia per farla rimorchiare?
Ora, se sei uno bacchiato dal campo, è perchè sul campo non funzioni, e per questo sei insicuro.
Se sei carino e loquace, prima o poi ti rimorchiano loro.
Se sei carino e muto, devi imparare a parlare.
Se sei brutto e muto, l'unica cosa che puoi fare è imparare a parlare.
Va da se, che l'unica cosa che si possa suggerire a chi non rimorchia è perfezionare la dialettica.

Il fregarsene delle conseguenze, è sicuramente importante per renderti sciolto.
Il problema è come far si che uno che si paralizza di fronte ad una figa si sciolga.
Dirgli vai e apri" è utopia: non lo farà, come non l'ha fatto sin'ora.
Devi quindi dargli una sicurezza aggiunta, in modo che superi il gap che lo blocca.
E qui arriviamo al motivo delle mie "terapie": se si rende conto che il suo armamentario dialettico viene accettato,
avrà meno paura di lanciarsi, e piano piano, si lancerà senza timore.
E' un processo graduale, che porta a diventare sicuri.
E' metodo...
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Micione

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Condivido tutto il post, ma mi focalizzo su questo:

CitazioneIl risultato del conflitto è il reiterarsi di mille pensieri che non portano da nessuna parte, e il mantenimento dello stato d'ansia. Quindi da una parte l'osservazione può essere utile per canalizzare i pensieri nella direzione giusta, dall'altra prima o poi bisogna muovere il culo e dare retta alla "bestia", rompendo di forza l'inibizione.

in particolare, la riga sottolineata, si può tradurre con un semplice "vai dove ti porta il cuore", poetico, romantico, ma soprattutto vero!

Noi siamo il frutto di milioni di anni di evoluzione, che a livello di cervello rettiliano istintivo (se non ricordo male è insito nell'ipotalamo) ci porterebbero a fare la cosa più sensata per la sopravvivenza genetica della specie.
Ora, so bene che a qualcuno non piace mystery, ma io l'ho letto e posso dire che, a livello "istintivo" ho avuto spesso l'intenzione di fare ciò che egli proponeva nel libro, ritenendolo istintivamente corretto, ma ragionevolmente irrealizzabile.
In pratica se avessi seguito il mio istinto fin da sempre avrei inconsciamente applicato il 70% del MM, del resto, vi piaccia o no, poco prima di iscrivemi qui ho confidato ad esty questo pensiero, ed anche lui ha confermato di aver avuto la stessa identica reazione.

Ora, da niubbo pipparolo qual sono, ritengo che per cominciare, il MM + il TM al 20% vada bene, ma solo per cominciare, superato l'iniziale scoglio AA con dei canned che ti diano una sicurezza minima, si deve cominciare l'opera di miglioramento VERO.
Cioé sostituire l'approccio + transizione canned con l'approccio transitorio, impostato con le corrispondenze TM.
Ciò ci permette uno scioglimento iniziale più tarato sul soggetto, grazie alla confidenza in vitro TM, transitando poi in avanti in maniera più spontanea.
In pratica il canned va sostituito con il contestuale, man mano che l'AA cala, portandoci quindi inevitabilmente sempre più verso il TM, che vuole rappresentare la spontaneità contestualizzata come metodo, anche se a ben vedere, è un non metodo.
per la forza di volontà che ci metti nel superarti sempre©beeblebrox
Sono convinto che ce la farai©^X^
Bello come descrivi il sesso, dovrebbe essere sempre così©Acqua
Sei una splendida persona, dentro, fuori e ricoperto@Amica
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Citazione di: TermYnator il 25 Giugno 2009, 09:59:20
Kant, io scrivo i miei post in base a questa filosofia e questo obiettivo:
Cosa posso far fare ad una persona che non rimorchia per farla rimorchiare?
Ora, se sei uno bacchiato dal campo, è perchè sul campo non funzioni, e per questo sei insicuro.
Se sei carino e loquace, prima o poi ti rimorchiano loro.
Se sei carino e muto, devi imparare a parlare.
Se sei brutto e muto, l'unica cosa che puoi fare è imparare a parlare.
Va da se, che l'unica cosa che si possa suggerire a chi non rimorchia è perfezionare la dialettica.

Il fregarsene delle conseguenze, è sicuramente importante per renderti sciolto.
Il problema è come far si che uno che si paralizza di fronte ad una figa si sciolga.
Dirgli vai e apri" è utopia: non lo farà, come non l'ha fatto sin'ora.
Devi quindi dargli una sicurezza aggiunta, in modo che superi il gap che lo blocca.
E qui arriviamo al motivo delle mie "terapie": se si rende conto che il suo armamentario dialettico viene accettato,
avrà meno paura di lanciarsi, e piano piano, si lancerà senza timore.
E' un processo graduale, che porta a diventare sicuri.
E' metodo...

Difficile dire chi tra te e kant abbia più ragione, a mio avviso sono fondate le argomentazioni di entrambi.

Però in genere, personalmente, riconosco che quando non trovo il verso di aprire una tipa che mi interessa, prevale la preoccupazione del vuoto dialettico, su quella del non sentirmi adeguato : i pensieri che mi bloccano sono più del tipo "cosa faccio, cosa posso dire per rendere la conversazione interessante ?" , piuttosto che "oddio, se mi risponde male, o non mi caga di striscio, o comunque prendo il palo !" . Ma non è detto che per tutti gli altri sia così...quindi, la mia AA è di tipo "prevalentemente dialettico", e dovrebbe rispondere perfettamente alle terapie del TM ! :D

Va da se che in certe occasioni se uno è particolarmente in vena, apre a manetta, anche a caxxo di cane, e magari becca quella a cui piace a prescindere, e l' interazione va avanti in modo naturale, ma qui si rientra nel rimorchio statistico, per il quale ogni metodo è buono : per valutare quale metodo sia migliore occorre confrontare le statistiche relative a ciascun metodo . :)
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