L'AFIGAP: ovvero la antica scuola di seduzione all'italiana

Aperto da TermYnator, 20 Aprile 2015, 01:03:27

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TermYnator

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Post originale: 7-maggio 2010

Si parla spesso di vecchia scuola italiana, ma cos'era veramente questo insieme di conoscenze tramandato quasi segretamente attorno al tavolino di un bar o bisbigliato come un segreto di stato da vecchi seduttori che sapevano di muschio e tabacco?

L'AFIGAP, ovvero la vecchia scuola italiana.
Il sistema tradizionale dell'italico medio, seguiva uno schema piuttosto semplice:

Aprila->fai il Figo->prendila un po' in Giro->mettila a suo Agio-> Provaci
(AFGAP cacofonia ribattezzata da SunBeam e Guy Montag AFIGAP)

L'AFIGAP non era scritta nei libri: era tramandata di bocca in bocca, e spesso aggiornata copiando strategie viste nei films. I detentori dell'Arte, erano gli anziani presenti in ogni comitiva, il cugino marpione, o il paraculo del bar o della disco. Gli insegnamenti e le "tattiche", non venivano rivelate di buon grado, ma venivano fatte cadere dal cielo. Bisognava beccare il "Vate" in buona per sapere qualcosa, una di quelle tattiche segrete o qualcuno di quelli che definivamo "trucchi". Ma come si svolgeva lo schema AFIGAP?

Aprila
Il modello AFIGAP si basava su canned elementari per l'apertura. Talmente elementari che al giorno d'oggi nessuno li userebbe più per via della loro scontatezza: sono stati usati talmente tante volte, da essere ormai noti a tutti come sininimo di scusa per approcciare. Noi li chiamavamo "rompighiaccio". o "apripista" per quelli da discoteca. I più diffusi rompighiaccio indiretti erano "hai da accendere", "sai che ora è", "dovrei fare un regalo a mia sorella".
Quelli diretti, erano invece più basati sul complimento: "Quanto sei bella stasera", "Hai degli occhi stupendi", "non ti ho mai vista: è la prima volta che vieni qui?".
Molte aperture, si facevano ballando un lento: bastava invitare una tipa a ballare, per incominciare il solito terzo grado. La transizione era sostanzialmente costituita da ulteriori domande o battute umoristiche, spesso tramandate orizzontalmente, e quindi canned. Le domande che facevano all'epoca gli uomini, sono quelle che fanno ora le donne: "di che ti occupi?", "Fai sport?", "Quali sono i tuoi hobbies (termine nuovo in quel periodo che faceva figo)?"
Il BL era fisso: quello del maschio che non deve chiedere mai. Negli anni '70, poi, era in piena voga un certo machismo che accostava camicie ben aperte con colli particolarmente lunghi, a pantaloni scampanati ben aderenti sul pacco. Il petto di un uomo doveva essere ben in vista e piuttosto villoso. Per sottolinearlo, si usava portare ciondoli d'oro (crocefissi) o simboli politici. Oggi come oggi, queste cose fanno sorridere, ma all'epoca quelli "in" andavano in giro così.

Fai il figo
Fare il figo equivaleva ad atteggiarsi, narrando quello che si faceva, le cose fighe che si possedevano, e le attività svolte. I più, gonfiavano spudoratamente i fatti.
All'epoca faceva molto figo andare in moto, ed a seconda della tipologia d'appartenenza cambiava il linguaggio. Atteggiarsi e vantarsi, erano all'ordine del giorno, come del resto tirarsela.
Non era infrequente vedere tipi con il capello lungo che camminavano impettiti guardando in cagnesco ogni maschio che passasse per impressionare le donne. Anche questo faceva parte del "fare il figo".
Una rarissima percentuale di ragazzi andava in palestra. Ma all'epoca non ci si vantava troppo di questo: i culturisti erano visti come mezzi froci, e molti pensavano di fare culturismo come attività difensiva. Una domanda frequente, era infatti: "E' più forte un culturista (alludendo alle risse), o uno che fa lotta giapponese"? Dare e prendere schiaffi, era all'ordine del giorno, e veniva considerato molto maschile dare una pizza a chi rompeva le scatole: la legislazione era infatti molto meno rigida rispetto a quella attuale. Così come il ruolo uomo donna: si consideri che è di quegli anni (il giorno che compii 19 anni) l'abolizione del delitto d'onore.
In quell'epoca, cominciarono a girare i primi test psicologici: i primi erano veramente elementari, poi, con il tempo, si arrivò a cose più elaborate come il test del cubo, che a memoria fece la sua apparizione nei primissimi anni '80. Gestire i gruppi era (ed è tutt'oggi) considerato figo: quindi si lanciavano anche proposte per giochetti che coinvolgessero tutti.

Prendila un po' in giro
Per far si che le donne se la tirassero di meno, gli uomini attuavano delle leggere prese per il culo.
In genere sull'aspetto fisico, o sulla socialità o sull'intelligenza delle donne nel caso fossero belle e sceme. Prendere una donna in giro rispetto ai suoi amici e dopo una sua reazione stizzita rivolgendosi al gruppo dicendo "ma fa sempre così" dandole implicitamente della deficiente, era uno stratagemma piuttosto sfruttato dai più audaci. Altre prese in giro, riguardavano l'inettitudine delle donne nei compiti tecnici, o nel ballo o nella guida.
La presa in giro, poteva riguardare anche credenze conservative della donna, che venivano additate come vetuste e antiche. Le donne si sentivano così stuzzicate e provocate, e tendenzialmente reagivano sbottonandosi un po' di più. La schermaglia aveva termine non appena la femina cessava di tirarsela, e si mostrava più disponibile.

Mettila a suo agio
Finita la schermaglia, e ristabilita una certa disparità (io Tarzan tu Jane), il rituale di corteggiamento prevedeva un po' di confidenza e di romanticismo. Molti in questo frangente, simulavano emozioni fasulle.
Spesso, questa fase avveniva durante la seconda uscita, che spesso era costituita da un invito a cena o a prendere un gelato. C'è da dire, che molti maschi dell'epoca tendevano a selezionare le donne con un bacio dato subito: era piuttosto in voga il credo che se una ragazza baciasse subito, fosse una poco di buono sulla quale non valeva la pena di investire più di tanto. Le donne quindi, tendevano a resistere molto più a lungo.
(Questa formazione permane in molte italiane. Ragion per cui le nostre signorine sono considerate fra le più difficili del mondo ed in molti posti a vocazione turistica, i maschi indigeni a pasqua ancora hanno il rituale dell'inizio della caccia alla "stranger".)
C'erano delle strategie di base per far cedere le femine in questa fase: ad esempio "fare il dolce", ovvero avere movenze un po' cucciolesche, e dare accenni di sensibilità sotto la pesante scorza maschile. anche piccole attenzioni erano frequenti, come piccole offerte (regalini insignificanti, zucchero filato, pagare il gelato o la consumazione). Qualcuno, ancora usava portare fiori, ma erano gia pochissimi.

Provaci
Finito il rituale di "metterla a suo agio", il maschio cercava di creare una situazione romantica per creare l'atmosfera del bacio. Le modalità più comuni erano portarla davanti ad un bel panorama, in spiaggia di sera, in un angolo oscuro, ma simpatico per "vedere qualcosa", o in macchina.
C'era un certo pudore nel baciarsi in pubblico: farlo, spesso corrispondeva a cazziatoni da parte dei passanti. Si cercava quindi di appartarsi il più possibile, ed era abbastanza raro vedere baci in pista: a meno che non ci fosse il famoso lento. Nei lenti, infatti, si abbassavano le luci psichedeliche della disco al massimo, lasciando accesi solo i wood, che creavano un'atmosfera "marina" molto intima. Spesso, per provarci con una ragazza, si andava al cinema, e ci si provava durante lo spettacolo. La tecnica era abbastanza semplice: piano piano le si prendeva una mano, tenendola. Poi, magari in un momento topico, si tentava il bacio.

Il corteggiamento AFIGAP durava in media due giorni: conoscenza e primo appuntamento. Qualche volta, si arrivava anche a tre uscite. Provarci la prima sera, con una ragazza che si riteneva di valore, era considerato socialmente sconveniente per i motivi citati: quindi si rimandava il primo bacio ad una seduta successiva alla conoscenza. Non esistevano i cellulari, quindi ci si scambiava il telefono di casa, con terrificanti seghe mentali, nel timore che a rispondere fosse il padre, o un fratello.
In questi casi, la tipa poteva anche ricevere un terzo grado sconveniente, che rischiava di mandare a monte l'operazione. Insomma, erano tempi assai duri per i marpioni, ma erano anche tremendamente affascinanti nella loro difficoltà...
Baci
Ultima modifica: 20 Aprile 2015, 01:13:03 di TermYnator
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mana cerace

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Che tempi,a immaginarseli scappa un sorriso!
Chiamare alla figliola e trovarsi il padre a rispondere dove essere dura per i marpione Dell epoca!

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Citazione di: mana cerace il 20 Aprile 2015, 01:33:17
Che tempi,a immaginarseli scappa un sorriso!
Chiamare alla figliola e trovarsi il padre a rispondere dove essere dura per i marpione Dell epoca!
E pensa che con una veramente importante, mi rispondeva sempre la nonna sorda...
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nuovavita

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Per me che ho 18 anni mi fa un po di cultura leggere queste cose.. Ora capisco un paio di cose!

JeanCloud 2.0

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Ormai viviamo nel mondo delle milioni tecniche (sarà italiano?  :buck:) ma di pochi vati. Grande Termy, te ci sei +1 :up:

Micione

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Citazione di: TermYnator il 20 Aprile 2015, 01:35:50
E pensa che con una veramente importante, mi rispondeva sempre la nonna sorda...

Questo mi era sfuggito, M I T I C O ! :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
per la forza di volontà che ci metti nel superarti sempre©beeblebrox
Sono convinto che ce la farai©^X^
Bello come descrivi il sesso, dovrebbe essere sempre così©Acqua
Sei una splendida persona, dentro, fuori e ricoperto@Amica
Ottimo osservatore@Termynetor
Si vede che stai diventando forte. Continua così e tra poco ce l' avrai fatta@Shark
mi piaci, uno che dice le cose dirette come stanno, fanculo il politically correct @Kleos
Sfigatto è uno che ci prova incessamente a differenza di moltissimi altri @ SunBeam
Sei un porco @ amichette

elango

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Era un mistero come si facesse a trombare anche 20 anni fà, senza telefonini.... ;D ;D ;D
Dice il Budda, se hai una pentola piena di riso e acqua, puoi anche stare a pregare davanti a essa per tutto il giorno. Ma se non ti alzi e accendi il fuoco, non avrai mai il riso bollito...

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#7
Citazione di: elango il 20 Settembre 2016, 11:59:20
Era un mistero come si facesse a trombare anche 20 anni fà, senza telefonini.... ;D ;D ;D
E senza social...
Inevitabilmente c'è stata una deriva verso l'isolamento. I maschi della mia generazione cercavano di imparare cose per socializzare ed essere al centro dell'attenzione: in primis suonare uno strumento (la chitarra, per la sua portabilità, era il preferito), poi venivano le attività sociali (tra cui spiccava tristemente la politica).
Oggi invece fanno arti marziali, giocano ai videogames e si sfondano guardando selfie di ragazzine afasiche e prive di ratio, che per 1000 likes darebbero il culetto al primo che passa...
Noi eravamo invece tutti in movimento pronti a rubare parole e gesti per essere più fighi e competere con il bellone di turno, che veniva sempre visto come quello insuperabile perchè guardato da tutte.

Insomma, tempi diversi che IMHO fanno si che le donne di oggi, dopo averci lasciato massacrare dalle loro madri, se ne escano spesso e volentieri con frasi tipo "Non ci sono più gli uomini di una volta"...

Buon per noi maschi vintage...  :lol:

<3
Ultima modifica: 20 Settembre 2016, 13:49:44 di TermYnator
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Hank Moody

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Citazione di: TermYnator il 20 Aprile 2015, 01:03:27

Si parla spesso di vecchia scuola italiana, ma cos'era veramente questo insieme di conoscenze tramandato quasi segretamente attorno al tavolino di un bar o bisbigliato come un segreto di stato da vecchi seduttori che sapevano di muschio e tabacco?


E' così che ti sei entrato in questo mondo e hai fatto le tue prime esperienze?
L'imbarazzo di un risveglio è di gran lunga preferibile alla solitudine di una notte.
Hank

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#9
Citazione di: Hank Moody il 20 Settembre 2016, 13:56:18
E' così che ti sei entrato in questo mondo e hai fatto le tue prime esperienze?
Più o meno si. A 13 anni, ormai con più testosterone che globuli rossi nel sangue, osservavo tutto e tutti per cercare di capirci qualcosa. Va da se che transitavo tipo satellite attorno a quelli "fighi" per carpire una parola quando raccontavano. Il problema è che perlomeno io, pensavo all'epoca che fosse solo una questione di fisico. E per altri due/3 anni fu così, fino alla prima esperienza. Considerando che ero quasi nano, speravo ci fosse una via d'uscita a quella che consideravo una condizione irrisolvibile. alla fine poi, le cose che dicevano "i grandi" non erano cose utili: loro in realtà non si rendevano esattamente conto di quello che facevano sebbene tutti seguissero lo stesso modello comportamentale. Un modello più o meno istintivo che è quello che qui riporto come AFIGAP.

<3
Ultima modifica: 20 Settembre 2016, 14:08:52 di TermYnator
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A 13 anni sono complessi che si fanno tutti e chiedendo consiglio a papà o praticamente a chiunque altro di certo non ci arriverebbero dritte su osservazione e territorio virtuale...
Quello che conta è trovare la propria strada col tempo  <3
L'imbarazzo di un risveglio è di gran lunga preferibile alla solitudine di una notte.
Hank

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Citazione di: Hank Moody il 20 Settembre 2016, 14:35:57
A 13 anni sono complessi che si fanno tutti e chiedendo consiglio a papà o praticamente a chiunque altro di certo non ci arriverebbero dritte su osservazione e territorio virtuale...
Quello che conta è trovare la propria strada col tempo  <3

Aspetta che io procrei e che il piccolo abbia 13 anni, e leggerai che nella mia zona, oltre ad esserci una anormale presenza di sarti convertiti in fabbri, i padri impongono il burka alle figlie se vogliono uscir di casa...
:lol:

<3
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Hank Moody

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Citazione di: TermYnator il 20 Settembre 2016, 14:41:09
Aspetta che io procrei e che il piccolo abbia 13 anni, e leggerai che nella mia zona, oltre ad esserci una anormale presenza di sarti convertiti in fabbri, i padri impongono il burka alle figlie se vogliono uscir di casa...
:lol:

<3


AHAHAHAHAHAHAH Padri tenete a casa le figlie... e le mogli  :lol:
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#13
Citazione di: TermYnator il 20 Settembre 2016, 14:07:00
Più o meno si. A 13 anni, ormai con più testosterone che globuli rossi nel sangue, osservavo tutto e tutti per cercare di capirci qualcosa. Va da se che transitavo tipo satellite attorno a quelli "fighi" per carpire una parola quando raccontavano. Il problema è che perlomeno io, pensavo all'epoca che fosse solo una questione di fisico. E per altri due/3 anni fu così, fino alla prima esperienza. Considerando che ero quasi nano, speravo ci fosse una via d'uscita a quella che consideravo una condizione irrisolvibile. alla fine poi, le cose che dicevano "i grandi" non erano cose utili: loro in realtà non si rendevano esattamente conto di quello che facevano sebbene tutti seguissero lo stesso modello comportamentale. Un modello più o meno istintivo che è quello che qui riporto come AFIGAP.

<3

+  :up:

Assolutamente FONDAMENTALE soprattutto agli inizi imparare da chi ne sa di più : la differenza tra chi lo fa e chi non è fa è abissale.
Ricordo una mia storiella di inizio adolescenza : andando a pesca insieme a mio cugino sulle sponde del lago vicino casa mia, c'era un tizio che riempiva la nassa di boccaloni (oggi più comunemente noti come black bass, ma io non amo troppo gli anglismi) col galleggiante, quando la tecnica più comunemente usata è lo spinning con esca artificiale. Mio cugino, che a differenza di me era furbo, per un paio di giorni in pratica non pescò, ma si mise a osservare ogni dettaglio di quell' esperto pescatore di successo : le esche usate, grandezza di amo, sezione del filo, altezza del galleggiante/lunghezza della lenza, ecc.
Io invece, annoiato dal prendere poco o nulla, mi trastullavo con piccole alborelle e agoncini con la canna fissa a pochi metri.
Con enorme stupore, un paio di giorni dopo vidi mio cugino iniziare a tirar fuori i boccaloni col galleggiante! Al che mi convinsi, finalmente, a provarci anch'io : chiesi a mio cugino come si faceva, e lui mi ribattè con tono beffardo "Ora ti arrangi, io ci ho passato le giornate a capire come si faceva!" . E allora mi misi come fece lui ad osservare, sia lui che l' altro da cui aveva imparato. Capii così anch'io come fare, ma intanto avevo perso inutilmente una settimana.  :uglystupid:

E così mi è andata per... un altro tipo di pesca, a differenza di te.  ::)



Citazione di: TermYnator il 20 Aprile 2015, 01:03:27
Post originale: 7-maggio 2010

Non esistevano i cellulari, quindi ci si scambiava il telefono di casa, con terrificanti seghe mentali, nel timore che a rispondere fosse il padre, o un fratello.
In questi casi, la tipa poteva anche ricevere un terzo grado sconveniente, che rischiava di mandare a monte l'operazione. Insomma, erano tempi assai duri per i marpioni, ma erano anche tremendamente affascinanti nella loro difficoltà...
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Altrochè,maremma maiala...io me la facevo letteralmente addosso quando dovevo comporre il numero di casa!!
Ultima modifica: 21 Settembre 2016, 12:51:31 di Shark72
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elango

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Ancora ricordo una interazione dalla finestra di casa con la tipa nel palazzo di fronte. Non potevamo telefonarci perchè il padre le aveva probito l'uso del tel dopo una boletta astronomica (la tipa interagiva con diversi maschietti aimè) e allor ci scambiavamo segnali dalle finestre. Ma non potevamo sporgerci troppo, ed era un casino capire qualche cosa dalla penombra della camera...Ci siamo bidonati un paio di volte per imcomprensioni nei segnali... Che tempi. Adesso con un cazzarola di telefonino, pc, qualsiasi mezzo ti trovi in ogni luogo e in ogni dove....
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