Kurghan's Story III: 1) The next generation

Aperto da TermYnator, 04 Marzo 2024, 00:26:39

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TermYnator

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Molti anni passarono nell'ombra delle tenebre senza che nulla avvenisse di notevole. I tempi trascorsero e diventarono sempre più oscuri. La libertà fu persa, i giovani smarrirono la facoltà di parola, ed alla fine per un tiro di coca di troppo, qualcuno premette il bottone rosso. Il cielo si cosparse di scie bianche ed un frastuono di sirene riempì il mondo dei suoni. Le genti si nascosero sottoterra, mentre sulla superficie il fuoco cancellava l'opera dell'uomo in un fragore che nessuno di quelli che lo ascoltarono fu in grado di raccontare. Guntamino fu vaporizzato mentre beveva un gin Lemon. Artham fu micronizzato da un'atomica mentre era in coda per entrare in un rifugio. I vivi divennero morti, i morti restarono morti e nessuno risorse. E tutti capirono che l'armageddon non era come era scritto nella Bibbia.
In pratica, nelle cose umane non era cambiato un caxxo, ma era finita l'era della tecnologia e le genti furono costrette a reimparare a comunicare nel modo degli antichi. Quel periodo fu chiamato Terza Grande Guerra e pochi furono i sopravvissuti. Kurghan rimase di nuovo senza eredi.

L'immortalità di Kurghan
Kurghan sapeva di essere superdotato, ma fino alla Terza Grande Guerra non sapeva di essere immortale.
Se ne accorse quando fu irradiato da un fascio di radiazioni da 50 sievert mentre era fermo al semaforo. A pochi kilometri esplose una strategica nucleare al'idrogeno. L'onda di luce abbagliante sverniciò le macchine ed uccise tutti all'istante. Quando Kurgan riprese a vedere dopo l'accecamento, aprì lo sportello ed uscì dalla macchina, tutti erano riversi nelle loro auto, morti. La batteria della sua auto era esplosa ed i cavi fumavano, ma Lui non aveva un solo graffio. Così si rese conto che la sua superdotazione intellettuale non era frutto del caso: il suo intero DNA era diverso da quello degli altri umani.
Quando iniziò la Terza Grande Guerra, Kurghan aveva 177 anni. Ma a guardarlo, ne dimostrava a malapena 35.

La solitudine di Kurghan
Alla sua età, Kurghan aveva visto morire molte generazioni dei suoi amici e dei suoi discepoli.
Alcuni erano morti per la crudeltà dell'ordinaria amministrazione dell'esistenza. Altri se li era portati via la Grande Guerra, altri ancora erano morti per La Grande Incuria durante il periodo del virus. Qualcuno dei loro nomi era ancora nei ricordi di Kurghan come i nomi delle donne che aveva amato. Poche, rispetto a tutti quegli anni passati nel vivere la propria vita e quella dei suoi discepoli. Ma l'ultima aveva lasciato un solco più profondo delle altre: per la prima volta nella sua esistenza aveva pensato di aver trovato la donna perfetta, la congiunzione cosmica dei millemila vettori che aveva sempre considerato incompatibili: la donna della sua vita. La perse  prima della guerra per colpa dei Colorati, una tribù infame che confondeva le menti promettendo eguaglianza, mentre cancellava la disparità. Quando lei se ne andò, Kurghan perse interesse verso le donne e tornò nella caverna del Maestro, che nel frattempo si era mummificato da seduto. Kurghan si rese conto che nella sua vita una sola compagna lo avrebbe accompagnato per sempre: la sua ombra.
Ma Kurghan si rese anche conto che la vita andava vissuta. Per questo, dopo un lungo periodo nel quale pensò che non avrebbe piú dovuto insegnare ai maschi come amare le donne, riprese ad avere degli allievi.
Kurghan era un combattente ed era un eroe: non avrebbe mai smesso di lottare.

Tuthanbòste
Tuthanboste venne da Kurghan mandato da un altro suo allievo: Phil Condy. Kurghan si interrogò lungamente sul come i genitori di Tut lo avessero chiamato così. Poi pensò che come in ogni epoca della storia, a seconda dei personaggi del gossip, si chiamavano i figli. Così c'è il periodo dei Carli, quello delle Camille, quello dei Ferdinandi e quello dei Tut. Kurghan lo vide e gli fece la prima domanda che faceva sempre a tutti:
 "Quali sono i tuoi interessi?"
 "La palestra, Maestro".
Tut era un normale ragazzo della sua epoca. Zero interessi, zero particolarità, usava il telefono per comunicare ed aveva paura della sua ombra. Phil lo trattava malissimo nonostante gli volesse bene. Probabilmente pensava che bullizzandolo egli si sarebbe temprato. Di fatto, Tut era terreno vergine per qualsiasi esperimento e perfettamente in grado di diventare qualsiasi cosa Kurghan avesse deciso di creare. Aveva infatti tre particolarità:
- Non aveva mai sviluppato nessun interesse in particolare, ma era molto curioso.
- Aveva ricevuto una educazione diversa dalla stragrande maggioranza degli umani superstiti: aveva infatti il senso del dovere. Se gli si impartiva un ordine, lo eseguiva senza porsi troppe domande sul momento.
- Aveva sete di diventare migliore, senza però sapere esattamente come fare.
Kurghan lo guardò e pensò: "Sarà dura, sarà come far crescere una rosa da una goccia d'acqua nella sabbia vetrificata dalle atomiche. Ma io sono Kurghan, l'ultimo erede del Gran Maestro, e ci riuscirò: perchè quella goccia d'acqua io l'ho vista e credo in lei."
E così, iniziò l'ascesi di Tuthanbòste.

Segue...
Ultima modifica: 04 Marzo 2024, 02:37:17 di TermYnator
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JBGrenouille

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Citazione"Molti anni passarono nell'ombra delle tenebre senza che nulla avvenisse di notevole. I tempi trascorsero e diventarono sempre più oscuri. La libertà fu persa, i giovani smarrirono la facoltà di parola, ed alla fine per un tiro di coca di troppo, qualcuno premette il bottone rosso. Il cielo si cosparse di scie bianche ed un frastuono di sirene riempì il mondo dei suoni."

Cominciamo la settimana alla grande  :buck:

Vabeh, bentornato Kurghan.

RuggY

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Ahah, che bello, mi sono emozionato, un giorno mi dirai chi è il gran maestro. La storia di Kurghan dovrebbe essere una serie mondiale
"A volte il guerriero della luce ha l'impressione di vivere due vite nello stesso tempo. 'C'è un ponte che collega quello che faccio con ciò che mi piacerebbe fare', pensa. A poco a poco, i suoi sogni cominciano a impadronirsi della vita di tutti i giorni, finché egli avverte di essere pronto per ciò che ha sempre desiderato. Allora basta un pizzico di audacia, e le due vite si trasformano in una."

El mudo

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