Kurghan's Story III 15) Kurghan e l'amore.

Aperto da TermYnator, 30 Novembre 2024, 01:07:42

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TermYnator

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Kurghan non era un uomo qualsiasi. Egli aveva vissuto e superato i confini del sentire. Aveva indagato oltre il confine che i comuni mortali non osano superare: aveva cercato di capire perchè gli umani sentono la propria vita, sacrificano la propria carriera o rompono una unione che sembrava perfetta sotto tutti i punti di vista. Kurghan cercò di capire quali fossero le radici del sentimento che più ha stravolto l'intera umanità fin dalla notte dei tempi: L'amore.
Fin da piccolo Kurghan aveva avuto tante paure. Ma una sola di esse era in grado di terrorizzarlo: il cercare di concepire il non essere. IL riuscire a concepire il non di esistere, non era alla portata dell'intelligenza di Kurghan. E Kurghan era tremendamente intelligente. Questo senso di impotenza nel concepire l'assenza di coscienza lo faceva terrorizzare ogni volta che percepiva l'emozione che i Grandi avevano scritto nei libri di storia o nei pentagrammi. Un waltzer di Chopin o un Chiaro di Luna di Beethoven lo ponevano di fronte allo stesso patema del ratto di Proserpina di Bernini: cosa sentivano queste persone morte quando esprimevano il loro estro? A chi pensavano quando modellavano le note o la materia? Kurghan pensò che in quei momenti di illuminazione questi geni pensavano ad una persona che in qualche modo aveva influenzato la loro esistenza. E pensò che quelle persone, così diverse fra loro, non potevano essere descritte come un algoritmo di perfezione leonardesco. Non c'era nessun legame matematico fra queste persone. Non c'era una sezione aurea che le descrivesse. Quelle persone erano frutto del caso. Quelle persone erano uniche per coloro che le avevano incontrate. La bella di Lionardo, non era più bella della Lupa di Kurghan: erano solo immagini ritrovate di un passato morto che rivedi nella vita che ti è concesso di vivere. E questa eccezionalità giustifica il dare tutto te stesso per la persona che hai ritrovato, perchè fra miliardi di possibili combinazioni, ha reincontrato qualcuno che hai gia conosciuto e con il quale hai gia scambiato. E scambiare di nuovo ti porterà a capire di più della vita, che di nuovo, ti è stata concessa dal Divino o chi per Lui.
Moriamo e rinasciamo, nell'ottica di perfezionare l'anima. E questo, indagando in compagnia di persone che già conosciamo. Non ha molta importanza quanto sia durata la frequentazione. Ci saranno comunque persone che in qualche modo hanno segnato la tua esistenza, anche se non le hai mai viste di persona.
Ed ogni volta che ne conosci una diversa, ti attacchi ad essa aspirando ad un presente. Che sarà a sua volta superato da un nuovo incontro . Nessuna è inferiore all'altra. La loro successione e solo dipendente dal caos. Così si succedono le donne che hanno animato la nostra vita. Nessuna è superiore alle precedenti: semplicemente il Caos ti ha riunito ad una persona che hai gia conosciuto. Ed il caos, in tal modo, ti da modo di andare a fondo della conoscenza per raggiungere l'assoluto, ovvero quello che taluni definiscono "Illuminazione".
L'asceta non è quindi solo colui che si estranea dai bisogni terreni, ma anche, e soprattutto, colui che tali bisogni persegue ed approfondisce seducendo e lasciandosi sedurre, in quell'opera d'emozioni che comunemente definiamo "vivere".
Ed è così, che completamente ubriaco e perso nel rimembrare le sensazioni che la Lupa destò in me, che mi congedo da voi in uno dei Waltzer di Chopin. Chi è in grado di capire crescerà e saprà cosa fare. Chi invece non comprenderà, mi giudicherà. Ma son certo, che tutti prima o poi comprenderanno. Ed in quel momento, forse l'ultimo, mi sentiranno fratello o anche Padre: il padre che non ho mai avuto e che ho sempre desiderato.
Vi amo tutti, come nessuno ha mai amato me.

Kurghan


Ultima modifica: 10 Dicembre 2024, 23:21:05 di TermYnator Motivo: a
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RuggY

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Mannaggia, mi è entrato qualcosa in un occhio, anzi in tutti e due  <3
"A volte il guerriero della luce ha l'impressione di vivere due vite nello stesso tempo. 'C'è un ponte che collega quello che faccio con ciò che mi piacerebbe fare', pensa. A poco a poco, i suoi sogni cominciano a impadronirsi della vita di tutti i giorni, finché egli avverte di essere pronto per ciò che ha sempre desiderato. Allora basta un pizzico di audacia, e le due vite si trasformano in una."

TermYnator

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El mudo

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Citazione di: TermYnator il 30 Novembre 2024, 01:07:42MUsica consigliata per la lettura

Kurghan non era un uomo qualsiasi. Egli aveva vissuto e superato i confini del sentire. Aveva indagato oltre il confine che i comuni mortali non osano superare. Kurghan era andato oltre: aveva cercato di capire perchè gli umani sentono la propria vita, sacrificano la propria carriera o rompono una unione che sembrava perfetta sotto tutti i punti di vista. Kurghan cercò di capire quali fossero le radici del sentimento che più ha stravolto l'intera umanità fin dalla notte dei tempi: L'amore.
Fin da piccolo Kurghan aveva avuto tante paure. Ma una sola di esse era in grado di terrorizzarlo: il cercare di concepire il non essere. IL riuscire a concepire il non di esistere, non era alla portata dell'intelligenza di Kurghan. E Kurghan era tremendamente intelligente. Questo senso di impotenza nel concepire l'assenza di coscienza lo faceva terrorizzare ogni volta che percepiva l'emozione che i Grandi avevano scritto nei libri di storia o nei pentagrammi. Un waltzer di Chopin o un Chiaro di Luna di Beethoven lo ponevano di fronte allo stesso patema del ratto di Proserpina di Bernini: cosa sentivano queste persone morte quando esprimevano il loro estro? A chi pensavano quando modellavano le note o la materia? Kurghan pensò che in quei momenti di illuminazione questi geni pensavano ad una persona che in qualche modo aveva influenzato la loro esistenza. E pensò che quelle persone, così diverse fra loro, non potevano essere descritte come un algoritmo di perfezione leonardesco. Non c'era nessun legame matematico fra queste persone. Non c'era una sezione aurea che le descrivesse. Quelle persone erano frutto del caso. Quelle persone erano uniche per coloro che le avevano incontrate. La bella di Lionardo, non era più bella della Lupa di Kurghan: erano solo immagini ritrovate di un passato morto che rivedi nella vita che ti è concesso di vivere. E questa eccezionalità giustifica il dare tutto te stesso per la persona che hai ritrovato, perchè fra miliardi di possibili combinazioni, ha reincontrato qualcuno che hai gia conosciuto e con il quale hai gia scambiato. E scambiare di nuovo ti porterà a capire di più della vita, che di nuovo, ti è stata concessa dal Divino o chi per Lui.
Moriamo e rinasciamo, nell'ottica di perfezionare l'anima. E questo, indagando in compagnia di persone che già conosciamo. Non ha molta importanza quanto sia durata la frequentazione. Ci saranno comunque persone che in qualche modo hanno segnato la tua esistenza, anche se non le hai mai viste di persona.
Ed ogni volta che ne conosci una diversa, ti attacchi ad essa aspirando ad un presente. Che sarà a sua volta superato da un nuovo incontro . Nessuna è inferiore all'altra. La loro successione e solo dipendente dal caos. Così si succedono le donne che hanno animato la nostra vita. Nessuna è superiore alle precedenti: semplicemente il Caos ti ha riunito ad una persona che hai gia conosciuto. Ed il caos, in tal modo, ti da modo di andare a fondo della conoscenza per raggiungere l'assoluto, ovvero quello che taluni definiscono "Illuminazione".
L'asceta non è quindi solo colui che si estranea dai bisogni terreni, ma anche, e soprattutto, colui che tali bisogni persegue ed approfondisce seducendo e lasciandosi sedurre, in quell'opera d'emozioni che comunemente definiamo "vivere".
Ed è così, che completamente ubriaco e perso nel rimembrare le sensazioni che la Lupa destò in me, che mi congedo da voi in uno dei Waltzer di Chopin. Chi è in grado di capire crescerà e saprà cosa fare. Chi invece non comprenderà, mi giudicherà. Ma son certo, che tutti prima o poi comprenderanno. Ed in quel momento, forse l'ultimo, mi sentiranno fratello o anche Padre: il padre che non ho mai avuto e che ho sempre desiderato.
Vi amo tutti, come nessuno ha mai amato me.

Kurghan



E' talmente bello che ogni parola sarebbe superflua.
Non è solo per l'intensità con cui ti sei raccontato, non è solo perché hai, in due righe, riassunto ciò che forse affligge tutti noi.
Ma è perché, se un giorno qualcuno dovesse pensare a un "Manifesto" della seduzione, lo troverebbe facilmente in queste righe.

Grazie

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