Kurghan's Story III 10) Il sogno di Kurghan

Aperto da TermYnator, 17 Giugno 2024, 00:40:25

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TermYnator

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Kurghan si svegliò agitato. Il sole si stava pigramente alzando in tutto il suo splendore, costruendo ombre lunghe che dipingevano strane forme sul suolo. Kurghan si affacciò alla sua finestra, bypassando le sue 5 tastiere e tutto l'ambaradam elettronico che teneva in camera da letto. Lo teneva li perchè nel caso gli fosse venuta l'ispirazione per qualcosa di bello, non avrebbe dovuto fare altre azioni che potessero diluire la sua ispirazioneper prima di andare a suonare. Fuori era freddino, ma il sole avrebbe scaldato il mondo. Kurghan non sentiva quel tepore ed ebbe una strana sensazione: si sentiva come un bastoncino findus che osserva l'esterno della cucina da dentro il congelatore. Sentiva un freddo interiore che non poteva essere cambiato da fuori. Mano a mano che analizzava le sue sensazioni, veniva pervaso da un senso di solitudine che cresceva con l'alzarsi del sole. Perchè quella sensazione?
Quella notte aveva sognato che la Principessa Shupini aveva una casa nuova. Aveva anche sognato che si erano incontrati e che lei non gli aveva voluto dare l'indirizzo. In una successiva fase del sogno, lui era in una strada sulla quale dava la facciata di un grande palazzo giallo pieno di finestre. Dalla finestra più centrale, la Principessa Shupini apriva le persiane e sorrideva al sole che nasce. Lei aveva visto Kurghan che la guardava dalla strada, ma lo ignorava continuando a sorridere al sole come se lui non esistesse. Il palazzo era un banale palazzo come quelli fatti nel ventennio per le case popolari, ma con una particolarità: non aveva l'ingresso. Kurghan era li, senza poter far nulla, impotente.
La sensazione di impotenza era una cosa che Kurghan non conosceva bene. Poche volte aveva fatto da spettatore ad un fenomeno senza interagire con esso. Ma in quel caso aveva le mani legate. Non poteva interagire e non voleva farlo. Aveva promesso alla Principessa Shupini che se mai si fossero lasciati, per un qualsiasi motivo anche se non dichiarato, lui l'avrebbe lasciata andare. E così stava facendo.
Ma tutto ciò aveva un prezzo altissimo. L'essenza stessa di Kurghan, che era la sua più grande passione, era svanita. Kurghan non riusciva più ad amare le donne. Quando ne vedeva una vedeva un individuo avverso, estraneo. Un individuo con il quale gli risultava difficile relazionarsi su qualsiasi piano. Per quante donne avesse conosciuto dal momento dell'infausta rottura con la Principessa Shupini, in ognuna di esse aveva trovato difetti insormontabili. O erano brutte fisicamente o appartenevano ad un pianeta nel quale Kurghan non avrebbe mai messo piede. Per questo, Kurghan non aveva più relazioni con femmine. Anzi, iniziò a provare una marcata repulsione per l'intero genere feminile. Non riusciva più a capire neanche se stesso: quale effimero desiderio lo aveva portato a dedicare la parte migliore della sua esistenza alla caccia di femine? Per poi ottenere cosa?
"Nulla è eterno tranne Kurghan e Dio", si disse fra se e se. Però non era possibile che tutto il resto fosse così effimero. Non era possibile che in tre vite di esseri umani standard, non avesse trovato che piccoli attimi di felicità. Kurghan iniziò ad avere pensieri circolari. La sua mente scientifica non poteva accettare un fenomeno che lo faceva soffrire senza capirne le cause. E sebbene si era reso perfettamente conto della natura volubile e pavida delle donne, non riusciva a capire perchè la donna alla quale aveva tenuto di più, non gli avesse mai fornito una spiegazione coerente del perchè se ne era andata.
Kurghan a questo punto si chiese se non fosse in errore pretendendo qualcosa che non è pretendibile o se lui stesso non avesse qualcosa che pur seducendo le donne, non poteva tenerle ferme per l'eternità. Ma se così fosse stato, perchè la Principessa Shupini non aveva fatto cenno a tale problematica? La serie di domande iniziali portò alkla formulazione di ipotesi che generavano nuove domande che portavano a nuove ipotesi. Ma puntualmente alla fine del ciclo si riproponevano i quesiti iniziali: Kurghan stava girando in tondo come un pesce chiuso in un barile pieno d'acqua. 
Non appena l'attenzione di Kurghan era libera da obiettivi, i suoi pensieri ripartivano a correre  pensando che avrebbe trovato una spiegazione.  Kurghan non poteva accorgersi che in realtà era sempre nello stesso posto. Non riusciva a vedere che intorno a lui il mondo continuava a cambiare e non riusciva ad accettare che solo lui si trovava in quella situazione. Questo perchè Kurghan cercava di spiegare ciò che non gli era stato voluto spiegare. Tali constatazioni portarono Kurghan a formulare una teoria nuova sulle donne, basata sul presupposto "La femina è incompatibile con il maschio se costui è sincero".
Prammaticamente, Kurghan decise di verificare il suo pensiero ed andò a cercare se chi lo aveva preceduto avesse avuto pensieri simili. Trovò molte cose. Scoprì ad esempio che molti anni prima della Grande Guerra, c'erano dei maschi che avevano capito che non fosse possibile andare d'accordo con delle donne. Essi si trincerarono in una comunità chiusa come una setta, fondarono delle colonie vietate alle donne e si dettero un nome. Tale nome in realtà era un acronimo derivato dalla fusione delle parole Involuntary celibataires, ovvero scapoli non per loro volontà: gli InCel.
Kurghan riusciva ad empatizzare con le sensazioni che lesse: quei ragazzi avevano sofferto ed avevano cercato di allontanare la causa della loro sofferenza secondo la strategia dello struzzo: far finta che il problema non esiste nascondendo la testa sotto la sabbia. Tuttavia Kurghan non condivideva le loro motivazioni pseudo evoluzionistiche: erano l'esatto contrario della realtà. Si rese però conto che il maschio è l'essere più fragile del creato dopo la farfalla. Kurghan si sentiva meno solo ora: aveva scoperto che nella storia qualcuno aveva gia provato quel senso di distacco dal genere femminile. Purtroppo non esistevano più incels con cui poter parlare o fare una partita a scacchi di fronte a tre pinte di birra. Kurghan si sentì di nuovo molto solo. Chiamò Henry Lacoste per scambiare due chiacchiere, ma costui non rispose.
TuthanBoste andava a letto come le galline, quindi inutile tentare. Non rimaneva come compagnia che la ricerca di informazioni. E Kurghan riprese a cercare.
L'intero panorama artistico era costellato da opere fatte da maschi abbandonati da una femina. Kurghan capì che l'originalità e la creatività sono legate a doppio filo con la sofferenza amorosa. E capì pure che se la stragrande maggioranza degli artisti sono di sesso maschile, è perchè esiste una netta disparità numerica, oltre che sostanziale, fra la sofferenza che infliggono le femine e quella che infliggono i maschi.
Le femine si innamorano spesso di maschi insulsi e bugiardi, che fanno soffrire enormi numeri di femine. Ciò mentre molti maschi validi e sinceri si invaghiscono tutti della stessa femina, che è preda del maschio insulso e mentitore.
Il risultato è che per milioni di maschi validi e sinceri innamorati, c'è uno sparuto gruppo di maschi che barano che si diverte. Kurghan capì che all'origine dell'innegabile poligamia della specie umana, c'è una sostanziale disparità nel percepire il mondo da parte dei due sessi. Kurghan pensò che alla base della fluidità di genere potesse esserci quindi una esperienza di paura dell'altro sesso, debitamente sfruttata dal sistema. E Kurghan per la prima volta in vita sua provò un sentimento avverso per il genere feminile. La stupidità che le femine dimostravano nell'eleggere il loro partner era talmente evidente da far si che l'intero genere ne risultasse vilipeso. Kurghan sapeva che la solitudine che provava non poteva essere mitigata da nessun'altra donna che non fosse la principessa Shupini. E sapeva anche che l'unico modo che aveva per uscire dalla sua solitudine era che la Principessa tornasse sui suoi passi quantomeno per dirgli cosa l'aveva realmente fatta allontanare. UN avvenimento che per la conoscenza che Kurghan aveva del genere feminile, non si sarebbe mai verificato. Kurghan, quindi, per la prima volta in vita sua iniziò a disprezzare le donne e a non voler più avere rapporti con loro.
"Se mi sento solo, prenderò una gatta. Anzi due: non voglio che la gatta della quale gestisco l'esistenza, possa mai sentirsi sila come mi sento io". Pensò.
Da quel giorno, molte cose cambiarono nella vita di Kurghan.
La prima è che adottò due gatte: una la chiamò Principessa e l'altra Shupini.
La seconda è che smise di predicare l'amore per le donne.
La terza è che fondò la più grande associazione di protezione del gatto.
La quarta e più importante, è che al pari del samurai Otoshiro Miyamoto in cerca dell'illuminazione, Kurghan decise di intraprendere un percorso ascetico. In tale percorso, la castità non era una privazione, ma semplicemente l'evitare di trovarsi al cospetto di esseri che lo avrebbero inevitabilmente irritato con il loro comportamento irrazionale. Kurghan decise quindi di smettere di trasmettere l'arte della seduzione considerandola un sistema che corrompeva l'integrità del maschio assoggettandone la realizzazione al consenso della femina, ed iniziò un compito che egli ritenne più meritevole e liberatorio: emancipare il maschio dalla schiavitù di genere, così come le feministe avevano cercato di emancipare la donna dalla schiavitù del reddito. Kurghan divenne così il primo rivoluzionario della sfera sessuale maschile.

Segue...
 
Ultima modifica: 17 Giugno 2024, 11:33:00 di TermYnator
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RuggY

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Anche io ero arrivato alle medesime conclusioni circa soprattutto la musica. Tantissime canzoni (valide) sono di maschi che parlano con grande dolcezza e nostalgia della donna amata, mentre la controparte femminile spesso se la prendeva con lo st*onzo di turno, che poi è magari l'autore di testi in cui la femmina è trattata da pezzo di carne. D'altronde non mi risulta la divina commedia l'abbia scritta Beatrice. Trovare una belluta sarà ancora possibile?
"A volte il guerriero della luce ha l'impressione di vivere due vite nello stesso tempo. 'C'è un ponte che collega quello che faccio con ciò che mi piacerebbe fare', pensa. A poco a poco, i suoi sogni cominciano a impadronirsi della vita di tutti i giorni, finché egli avverte di essere pronto per ciò che ha sempre desiderato. Allora basta un pizzico di audacia, e le due vite si trasformano in una."

The DJ

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Citazione di: RuggY il 19 Giugno 2024, 16:33:43Anche io ero arrivato alle medesime conclusioni circa soprattutto la musica. Tantissime canzoni (valide) sono di maschi che parlano con grande dolcezza e nostalgia della donna amata, mentre la controparte femminile spesso se la prendeva con lo st*onzo di turno, che poi è magari l'autore di testi in cui la femmina è trattata da pezzo di carne. D'altronde non mi risulta la divina commedia l'abbia scritta Beatrice. Trovare una belluta sarà ancora possibile?

la prima parte sulla musica è un'attenta osservazione.

su Dante, a onor del vero, per secoli le donne erano esimate (per non dire gli era proibito) da qualsiasi pratica che non fosse prendersi cura di casa e figli
Il mondo ti chiederà chi sei, e se non lo saprai, il mondo te lo dirà. (Carl Jung)