TermYeditoriale: ogni scarrafone è bello a mamma sua.

Aperto da TermYnator, 23 Novembre 2011, 18:24:06

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Emiliano

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Citazione di: Poncho il 06 Dicembre 2011, 02:10:23
più che altro è come se uno facesse un programma, funzionante seppur con qualche inevitabile bug o possibile ottimizzazione, mentre l'altro continua a girarsi tra le mani la scatola (chiusa) dell'ambiente di sviluppo chiedendosi se è possibile fare un programma perfetto.

:)
questa è una delle due grandi differenze fra ingegneria e filosofia

Millenni di filosofia buttati nel cesso.
Kant era una scimmia che non capiva come si aprissero le scatole.  :'(

Poncho

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Citazione di: Emiliano il 06 Dicembre 2011, 19:49:09
Millenni di filosofia buttati nel cesso.
Kant era una scimmia che non capiva come si aprissero le scatole.  :'(

buon per lui che ancora non le avevano inventate :D

Diciamo che la carenza nella rappresentazione della realtà è un limite intrinseco alla folosofia stessa, nel senso che la filosofia parte creando una "realtà virtuale" nel quale è possibile fare ragionamenti rigorosi, visto che l'abiente è modellato a priori.
Dall'altra parte l'ingegneria parte dalla conoscenza parziale dell'ambiente reale e cerca di interagire con l'ambiente, conoscendo solo una piccola parte delle leggi che lo regolano.
L'ingegneria potrà dare al MASSIMO risposte suboptimali, ma che comunque possono essere "abbastanza" corrette per l'ambiente  reali.

La filosofia potrà dare risposte PERFETTE, ma quasi sempre NON APPLICABILI ad un caso reale, visto che la  "realtà virtuale" creata dal filosofo non rispecchierà il caso reale.

Alla fine sono entrambi approcci meritori di esistere... però è ovvio che se voglio una soluzione a un problema nel mondo fisico, chiedo a Leonardo da Vinci, non a Kant..

P.

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#17
Citazione di: Emiliano il 06 Dicembre 2011, 19:49:09
Millenni di filosofia buttati nel cesso.
Kant era una scimmia che non capiva come si aprissero le scatole.  :'(
Emi, non si sta dissertando sulla validità della critica della ragion pura o sull'importanza storica dell'approccio filosofico, ma su un problema reale: ovvero una categoria di persone inefficienti con le donne.
La diatriba verte sulla causa del problema e sulla sua soluzione. Il nostro Kant sostiene di avere un approccio speculativo, che come tale non è dimostrabile, e  non fornisce soluzioni prammatiche.
In questo approccio ascientifico non supportato da dati (se non considerazioni soggettive), Kant sostiene  che chi agisce, non pensa. Questo pensiero viene ulteriormente definito con l'affermazione (ancora una volta del tutto soggettiva) che le persone trombanti che lui ha conosciuto non brillavano per intelletto, e che spesso erano anche rozze. A questo punto del discorso, tu scrivi:
Citazione di: Emiliano il 01 Dicembre 2011, 17:54:11
Mi ritengo brillante. Con un Q.I. enormemente superiore alla media. Mi faccio accompagnare spesso da ragazze di ottimo valore sociale. Scopo quasi tutte quelle che mi porto in giro. Scrivo ottimamente. Parlo meglio di come scrivo. Mi sto laureando in giurisprudenza senza ritardo e con una buona media.
Eppure spesso agli occhi di chi non mi conosce passo sempre per uno volgare, con scarso acume nella conversazione, maleducato e coatto.
Nel mio modo di vedere, che è lineare e mosso da dati, non c'è nulla di strano nel tuo post.
Ma se avessi un approccio dogmatico e fideistico come quello esposto più su, dovrei interpretare il tuo post come una menzogna, e viste le premesse al tipo di approccio non dovrei neanche stare a spiegarti il perchè: è una menzogna e basta.
Va da se, che non è con quel metro che si risolvono i problemi: è certo però, che è un ottimo sistema per crearsene di nuovi rimanendo con il culo su una sedia a dare colpe al mondo (Ed ai coatti come te  :lol: ).

Concludo con un'affermazione pesante: più vado avanti in questo complicato settore, più mi rendo conto che la propensione allo studio della filosofia, è direttamente proporzionale al non battere un chiodo con le donne...
Ultima modifica: 07 Dicembre 2011, 13:43:52 di TermYnator
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Citazione di: TermYnator il 07 Dicembre 2011, 13:41:12
Concludo con un'affermazione pesante: più vado avanti in questo complicato settore, più mi rendo conto che la propensione allo studio della filosofia, è direttamente proporzionale al non battere un chiodo con le donne...

Ovvio.
Ottima dimostrazione di come l'azione predomini sul pensiero.
Chi ha una mente speculativa pensa.
Chi ha una mente matematica è più pragmatico e agisce.

Nella pratica vince la seconda.
Ottimo Termy, stai imparando  ;)


Però almeno evitiamo le cagate del tipo meglio l'una dell'altra....
Se solo fosse vostra un minima base di storia della gnoseologia sapreste almeno che la speculazione filosofica ha sempre anticipato la dimostrazione scientifica. Come è ovvio che sia: l'intuizione viene prima della dimostrazione.

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Citazione di: TermYnator il 05 Dicembre 2011, 19:06:11
Kant, qua le seghe mentali sull'ineluttabilità dell'irrazionale lasciano il tempo che trovano:
Con le tue speciulazioni filosofiche trombi? Hai ragione tu.
Non trombi? Ho ragione io.
Punto.


Ottima dimostrazione (pratica) di ciò che dico.
Ciò che hai scritto chiarisce subito come per te o è A o è B.
O di qua o di là.
O si parte o si sta fermi.

Il tuo periodo è concreto, positivo (nell'accezione filosofica del termine):

" ..Un pragmatista, in altre parole, sarà interessato a questioni di metodo o di fine nella misura in cui la loro risoluzione porta ad agire con profitto ed efficacia, attraverso un continuo rimando a premesse e circostanze concrete, tralasciando le sottigliezze meramente verbali. Al concetto tradizionale di verità teoretica come criterio di scelta tra diverse dottrine si sostituisce dunque la pratica utilità, intesa in senso ampio .." Da wiki.


Azione Vs pensiero


Poncho

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Citazione di: kant il 09 Dicembre 2011, 21:28:16
Se solo fosse vostra un minima base di storia della gnoseologia sapreste almeno che la speculazione filosofica

c'ho un master in segologia, vale? :D

P.

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Citazione di: kant il 09 Dicembre 2011, 21:28:16
Ovvio.
Ottima dimostrazione di come l'azione predomini sul pensiero.
Chi ha una mente speculativa pensa.
Chi ha una mente matematica è più pragmatico e agisce.
Quindi Kant (che era un matematico, prima ancora che un filosofo) non pensava, Cartesio non esiste, e Einstein è un supereroe della marvel...  :lol:
Ma ancora:
Citazione di: kant il 09 Dicembre 2011, 21:35:56
Ciò che hai scritto chiarisce subito come per te o è A o è B.
O di qua o di là.
Ti faccio notare che sei tu e solo tu quello che sostiene essendo A=azione, B=pensiero, non possano esserci vie di mezzo ne punti di contatto. Io sostengo invece che c'è chi usa il cervello in modo coerente, e chi lo usa per farsi seghe mentali per tutelare il proprio ego.
Citazione
Però almeno evitiamo le cagate del tipo meglio l'una dell'altra....
...
Se solo fosse vostra un minima base di storia della gnoseologia sapreste almeno che la speculazione filosofica ha sempre anticipato la dimostrazione scientifica. Come è ovvio che sia: l'intuizione viene prima della dimostrazione.
Vabbeh... Cosa è l'intuizione? L'intuizione è una teoria non dimostrabile prammaticamente (mancanza di elementi che la smentiscono o la accreditano) che spiega un fenomeno reale. L'assenza di elementi atti a dimostrare l'intuizione, legittima la teoria speculativa fino a prova contraria, nel senso che non si può dire se la teoria sia vera o falsa. Non a caso, qualcuno scrisse che dove finisce la scienza, inizia il campo della filosofia, campo che è squisitamente pieno di assiomi dimostrativi, ed esercizi di critica e di logica.
Se così non fosse, non ci sarebbe differenza fra un filosofo ed un cazzaro qualsiasi  : basterebbe sparare una qualsiasi ipotesi senza minimamente preoccuparsi di dimostrarla, per definirsi padre di una corrente filosofica basata su una intuizione.
L'intuizione deve quindi essere dimostrabile a livello logico (tanto per farti un esempio preso dalla mia scolastica conoscenza dell'argomento, prendi la dimostrazione razionale dell'esestenza di Dio fatta da Cartesio).
Se il credo nella teoria speculativa sopravvive nel "pensatore" oltre la prova contraria, non possiamo più parlare di teoria speculativa ma di dogma di stampo religioso. Ovvero, la negazione del pensiero.
L'intuizione diventa scienza nel momento in cui viene dimostrata con metodi pratici. Ma la tua "intuizione", "chi non pensa agisce", è falsa in partenza (basta citare un solo personaggio che risponda ad entrambe i requisiti che nella tua speculazione indichi come caratteristiche opposte. Come scritto più su, l'esistenza di insigni scienziati/filosofi, stronca la tua teoria). Rifiutare questa interpretazione, è un atto fideistico ed irrazionale. Ovvero, la negazione del pensiero.
Detto ciò, dovresti rassegnarti al pensare che la tua presunta speculazione, non parte da una esigenza cognitiva tesa a spiegare il meccanismo delle relazioni. Non è il "cogito ergo sum" che fa nascere la tua "speculazione", quanto un "sum ergo cogito" che fa nascere l'esigenza di una giustificazione al tuo non fare.
 
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sofficemaremoto

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Citazione di: Poncho il 06 Dicembre 2011, 02:10:23
più che altro è come se uno facesse un programma, funzionante seppur con qualche inevitabile bug o possibile ottimizzazione, mentre l'altro continua a girarsi tra le mani la scatola (chiusa) dell'ambiente di sviluppo chiedendosi se è possibile fare un programma perfetto.

:)
questa è una delle due grandi differenze fra ingegneria e filosofia

Ti sei fermato alla filosofia del settecento mi sa.....
Attualmente ci sono schiere di filosofi, come filosofi analitici e della scienza, che ad un ingegnere se lo mettono nella tasca destra in quanto a quello che dici tu.

Sono parzialmente d'accordo con quello che dice Termynator.
Da un lato è vero che la speculazione del pensiero inevitabilmente porta ad una eccessiva relativizzazione d'azione (quando c'è).
Dall'altro sto leggendo da qualche tempo Umberto Galimberti, tanto per dirne uno, e a mio parere uno di quell'acume intellettivo e di quella presa di coscienza non idealizzata puo' sedurre anche la Canalis impegnata.
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Poncho

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Citazione di: sofficemaremoto il 11 Dicembre 2011, 14:00:40
Ti sei fermato alla filosofia del settecento mi sa.....
Attualmente ci sono schiere di filosofi, come filosofi analitici e della scienza, che ad un ingegnere se lo mettono nella tasca destra in quanto a quello che dici tu.

E' indubbio che ci siano (o possano essere) "filosofi analitici e della scienza" che cerchino di riportare la speculazione in contatto col mondo reale, ma questo non è il caso di cui stiamo discutendo.
io ne so meno di filosfia che di botanica, se è per questo. La questione è partita da qui..

Citazione di: kant il 03 Dicembre 2011, 15:26:03
E' inutile discorrerne, siamo su dei livelli logici diversi.
Io sono uno speculatore filosofico e tu un calcolatore scientifico.
Del resto tutto è relativo, e anche ciò che si scrive ha valenze diverse a seconda di come si legge: perfino la legge non è univoca, ma interpretabile.
Ed allora questa disputa non porterà a nulla, perchè è come se un maestro Zen ed un ingegnere nuclerare parlassero di atomi. Uno l'atomo lo indica, e gli basta. L'altro inizia a registrarne il moto, la rotazione, l'energia, poi mette tutto in una tabella e inizia dei calcoli.
Qual'è il modo giusto di parlare di atomi? (dove con giusto = più funzionale). La risposta è dipende. Alle volte basterà indicarlo per capirlo nella sua essenza, alle volte bisognerà analizzarlo per capire che direzione prende.[..]

speculazione filosofica vs applicazione scientifica.

Per me possiamo parlare di atomi quanto vuoi, sia come atomo dei filosofi greci, sia come insieme di elettroni, protoni e neutroni (e quindi "atomos" una sega!) che ci insegna la fisica.
La differenza fondamentale è che finché se ne ragiona pari sono, se ci vogliamo fare qualcosa, con l'atomo della fisica si può fare tutto (ci possiamo costruire materiali con caratteristiche particolari, ci possiamo trasmettere, immagazzinare e processare informazione, ecc..), con l'atomo filosofico... beh ne possiamo parlare quanto vuoi ma non ci porta a nulla, poiché è pura speculazione.

Alla stessa maniera, qui con lo studio filosdofico si fa solo sesso orale.. se vuoi trombare ci vuole la passerologia applicata. 

P.

sofficemaremoto

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Qualche precisazione.

E' certo che l'ingegneria, la falegnameria, la pesca ecc ecc abbiano una funzionalita' pratica che la filosofia non ha.
Funzionalita' pratica che pero' anche le arti non hanno, musica inclusa.
Non mi sognerei mai di dire pero' che l'ingegneria è superiore all'arte, visto che l'intenzione artistica di dare una connotazione simbolica alla vita è presente da quanto è presente l'uomo.

Ecco perche' bisogna un attimo uscire dalle graduatorie, perche' ci sara' sempre un punto di vista che riuscira' a dare valore a questo piuttosto che a quest'altro.

La filosofia è una disciplina, che vista in un'ottica non idealizzata e non di nicchia puo' dare parziali risposte che possono riversarsi su atteggiamenti e cultura, quindi pratica.

Tra leggere Heidegger e leggere i termieditoriali, se io voglio approcciare al meglio una ragazza conviene rimandare la prima lettura ad altri tempi.
Ma se io ho letto Heidegger e leggo i termieditoriali e poi esco per approcciare non posso dire che leggere Heidegger sia controproducente. Perlomeno non ho nessun criterio fondato per dirlo.
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Citazione di: Poncho il 11 Dicembre 2011, 22:01:52
La differenza fondamentale è che finché se ne ragiona pari sono, se ci vogliamo fare qualcosa, con l'atomo della fisica si può fare tutto (ci possiamo costruire materiali con caratteristiche particolari, ci possiamo trasmettere, immagazzinare e processare informazione, ecc..), con l'atomo filosofico... beh ne possiamo parlare quanto vuoi ma non ci porta a nulla, poiché è pura speculazione.

+1  :up:

Tutti sti pipponi mentali polverizzati con una semplice constatazione  :lol:

Faccio notare che, più le scienze esatte vanno perfezionandosi, più lo spazio per la filosofia cala drammaticamente (vedere cosa ha prodotto l'approccio "filosofico" nell'ultimo secolo rispetto all'approccio "scientifico"). Ovvio che i due approcci non sempre sono nettamente separabili.

Quindi ben venga la speculazione filosofica, accompagnata però da una adeguata conoscenza scientifica. Parlarmi di atomo come "entità impalpabile" e da un punto di vista "speculativo" lo accetto da un fisico - o quantomeno uno che si è preso la briga di capire realmente cosa sia un atomo (vi prego, risparmiatemi l'analisi sul significato di "realmente") , mentre per come la vedo io, uno che non sa manco cos'è un integrale e mi parla di "meccanica quantistica con un approccio filosofico" è un pigrone che del famoso amore per la sapienza (che un filosofo vero dovrebbe avere), non ha nulla.

PS Ma non si parlava di scarrafoni?  :)


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Citazione di: jamesp il 12 Dicembre 2011, 14:35:12
PS Ma non si parlava di scarrafoni?  :)
Infatti.

@Sofficemaremoto: non sono io quello che lancia il dogma "O pensi o trombi".
Sono perfettamente d'accordo sul fatto che una mente equilibrata (libera da seghe mentali), possa leggere qualsiasi cosa e poi uscire ed essere felice e trombante.
Infatti distinguo fra pensiero correttamente utilizzato, e pensiero generatore di seghe mentali.
Chi legge Heidegger per poi uscire e farsi dei gran segoni mentali, dovrebbe mettersi a pensare seriamente...
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Citazione di: TermYnator il 12 Dicembre 2011, 15:24:12
Infatti.

@Sofficemaremoto: non sono io quello che lancia il dogma "O pensi o trombi".
Sono perfettamente d'accordo sul fatto che una mente equilibrata (libera da seghe mentali), possa leggere qualsiasi cosa e poi uscire ed essere felice e trombante.
Infatti distinguo fra pensiero correttamente utilizzato, e pensiero generatore di seghe mentali.
Chi legge Heidegger per poi uscire e farsi dei gran segoni mentali, dovrebbe mettersi a pensare seriamente...

Mi perdonerai, ma la linea di demarcazione tra pensiero correttamente utilizzato e pensiero generatore di seghe mentale a volte non è chiarissima.
Ci sono matematici che hanno passato la vita a cercare solo risoluzioni di problemi matematici appunto.
Stessa cosa per fisici e altri.
Se magari è plausibile definire un filosofo dell'estetica uno che si fa pippe mentali, piu' difficilmente posso dare la stessa definzione ai primi citati.
Inoltre converrai che quando si entra in maniera profonda in un campo complesso, quale la scienza, a volte si esce piu' o meno volontariamente dalla comune realta' sociorelazionale.
Altra cosa che piu' volte ho cercato di esporre è che mentre per me, per te, per tutti quelli iscritti qui, il fattore sessuale è molto piu' importante rispetto a tutto il resto, non è corretto generalizzare questa preminenza a tutti gli altri.
Ci sono persone che trovano un equilibrio in altri modi, e a volte anche la massima loro realizzazione.
Il sesso per questi rappresenta un fattore di contorno.
Io qualcuno cosi' l'ho conosciuto e non era, come sostieni tu, un recondito tentativo di idealizzare un qualcos'altro per fuggire dal confronto intersessuale. Semplicemente il mondo è vario.
Ieri sfogliando un libro di neurologia divulgativa ho appreso che esiste un disturbo di tipo psiconeurologico chiamato BIID. Persone perfettamente sane non riconoscono un loro arto e fanno di tutto per amputarselo. Una volta amputato/i trovano la serenita' che cercavano.
Alcuni fanno di tutto per diventare sordi o ciechi perche' hanno un rifiuto verso questi sensi.
Sono casi estremi ma esplicativi di come la realta' sia veramente troppo ampia per essere schematizzata con un solo credo o pensiero, anche se il tuo di certo non è surreale.
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Citazione di: sofficemaremoto il 12 Dicembre 2011, 20:45:49
Mi perdonerai, ma la linea di demarcazione tra pensiero correttamente utilizzato e pensiero generatore di seghe mentale a volte non è chiarissima.
Ci sono matematici che hanno passato la vita a cercare solo risoluzioni di problemi matematici appunto.
Stessa cosa per fisici e altri.
Un problema matematico non mi sembra una sega mentale...
Comunque sia, non stiamo parlando per grandi linee, ma di un problema concreto:
c'è chi pensa e tromba, e chi pensa e si fa seghe mentali per non trombare.
Citazione di: sofficemaremoto il 12 Dicembre 2011, 20:45:49
Io qualcuno cosi' l'ho conosciuto e non era, come sostieni tu, un recondito tentativo di idealizzare un qualcos'altro per fuggire dal confronto intersessuale. Semplicemente il mondo è vario.
Ieri sfogliando un libro di neurologia divulgativa ho appreso che esiste un disturbo di tipo psiconeurologico chiamato BIID. Persone perfettamente sane non riconoscono un loro arto e fanno di tutto per amputarselo. Una volta amputato/i trovano la serenita' che cercavano.
Uno spaccato di normalità...
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sofficemaremoto

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Citazione di: TermYnator il 12 Dicembre 2011, 22:48:40
Uno spaccato di normalità...

Ho detto subito dopo che sono casi estremi, precisando qual'era il succo del discorso.
Se tu vuoi concentrarti sulla tua preopinione va bene cosi'.
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