Tradimento: una riflessione personale

Aperto da SoS, 22 Giugno 2017, 21:55:14

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SoS

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Per questa settimana mi sento di metter da parte la scientificità dei miei post e proporvi una mia rilfessione sul tema del tradimento ispirato dal post sulla gelosia scritto da TermYnator.

Sono convinta, che ogni tradimento sia un mondo a parte. Ciascuno se lo giustifica e se lo motiva come vuole; se dovessimo stare a fare la tassonomia delle razionalizzazioni del tradimento perderemmo del tempo a fare qualcosa di inutile.
Sono convinta che, seppur siamo animaletti che rispondono a urgenze biologiche, abbiamo una mente che ci permette di ragionare e che può farci soffrire e credo che il genere umano condivida una grande e unica paura, la paura della morte, di non vivere e non aver vissuto. Ovviamente questa se ne sta ben nascosta e razionalizzata, difficilmente qualcuno verrà a dirvi che teme la morte.
La sensazione di un vuoto da riempire credo ci accomuni tutti, e questo vuoto si riempie nelle maniere più varie: l'illusione della storia d'amore perfetta, l'illusione di essere diversi dagli altri e quella di essere quasi intoccabili dalle disgrazie di cui ogni giorno sentiamo, ecc..
Se uniamo la nostra condizione biologica di animaletti e quella di esseri umani con un vuoto da riempire, il modo più facile e comune di comportarsi è quello di usare il sesso come riempimento, ovviamente ciò può portare al tradimento che si accompagna all'illusione di trovare qualcosa di migliore, di riempire il vuoto della nostra vita con un'emozione.

Addentrandoci più nel personale, per quanto io sappia che evoluzionisticamente parlando il "tradimento maschile" non esista e sia solo una strategia adattiva, non posso far a meno di pensare alle implicazioni emotive sulla mia mente di essere umano, più che sulla mia capacità di lasciare nel mondo i miei geni.
Posso razionalmente accettare che la biologia ci muova come marionette, come semplici veicoli di geni (cit. Dawkins), ma credo che abbiamo bisogno, io per prima, di spiegarci ciò che ci accade in una maniera diversa che ci permetta di accettare anche emotivamente che la nostra vita non ha altra spiegazione che quella biologica. Per questo non è semplice accettare il tradimento, anche nella piena consapevolezza delle motivazioni biologiche e adattive che hanno spinto a farlo.

Spero di aver detto qualcosa di utile, ma è comunque un argomento su cui devo ancora sviluppare una visione stabile in quanto continuo ad assumere varie prospettive di lettura
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Shark72

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Citazione di: SoS il 22 Giugno 2017, 21:55:14

Addentrandoci più nel personale, per quanto io sappia che evoluzionisticamente parlando il "tradimento maschile" non esista e sia solo una strategia adattiva, non posso far a meno di pensare alle implicazioni emotive sulla mia mente di essere umano, più che sulla mia capacità di lasciare nel mondo i miei geni.


Scusa, ma come interpretare questo pensiero? Che il maschio se tradisce non ha colpe in quanto per natura dev' essere portato a spargere il suo seme ovunque, e quindi il tradimento sia legittimato perché "non esiste"?  :-?
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Whiteout

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È interessante. Mi sembra che ci siano due grandi e profondi filoni, in questa riflessione.
Dovrei forse dire che si tratta in senso lato dei punti di vista del traditore e del tradito, ma per come hai impostato il discorso con i riferimenti evolutivi alla disseminazione del patrimonio genetico direi che non è così sbagliato dire invece che il primo riguarda più il punto di vista maschile e il secondo quello femminile.

Credo che la paura del nostro essere transitorii, una specie di horror vacui che magari ha più presa su certi caratteri e meno su altri, spieghi soprattutto quel modo quasi compulsivo di tradire di chi magari ha pure una relazione di cui si dice contento (/a?), ma non riesce a rinunciare a qualche sortita più o meno significativa. E poi si chiede scrollando la testa 'Ma perché lo faccio? Sto davvero bene con lei, il sesso va alla grande,ma che vo cercando?'.

Sul secondo punto, mi sembra che tu ti stia ponendo il problema di come si possano affrontare le ricadute personali e affettive di un tradimento del compagno, anche quando razionalmente potremmo essere in grado di ascriverlo alla soddisfazione di una pulsione biologica che non necessariamente ci 'squalifica' o ci priva di qualcosa come partner.
Ma secondo me, adesso dirò magari qualcosa di 'fuori moda'..., nel parlare di relazioni amorose non si può prescindere dal parlare anche di etica. Un grande amore ha bisogno di etica, di valori desueti come la lealtà. È il tradimento di questi valori, ciò che davvero ferisce. Questo non ha nulla a che fare con la 'morale', ma più con l'adagio patti chiari amicizia lunga (quindi con le premesse sulle quali la relazione è nata, e che secondo me è salutare rendere esplicite).

Immagino che forse ti stai ponendo queste domande in veste professionale, il che spiegherebbe la reazione perplessa di Shark (che è stata anche la mia iniziale)  ::) Ma ciascuno nel suo campo professionale, rischia di aspettarsi troppo da se stesso soprattutto quando si ha a che fare con la vita, la medicina e le emozioni.
La Signorina RottermaYer

SoS

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Grazie Whiteout, la tua riflessione mi piace molto e mi aiuta a chiarire e ampliare il mio punto di vista.

Shark ha ragione, ho posto male la questione e sembra quasi che legittimi il tradimento maschile.
Ciò che volevo dire, magari goffamente, è che se prendiamo il lato prettamente biologico, evoluzionistico della nostra esistenza gli uomini sono spinti a inseminare quante più donne possibile ma che nonostante questa consapevolezza mi risulta difficile leggere il tradimento unicamente in questa ottica (biologico-evoluzionistica)
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Snake

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Citazione di: SoS il 22 Giugno 2017, 21:55:14

Addentrandoci più nel personale, per quanto io sappia che evoluzionisticamente parlando il "tradimento maschile" non esista e sia solo una strategia adattiva, non posso far a meno di pensare alle implicazioni emotive sulla mia mente di essere umano, più che sulla mia capacità di lasciare nel mondo i miei geni.
Posso razionalmente accettare che la biologia ci muova come marionette, come semplici veicoli di geni (cit. Dawkins), ma credo che abbiamo bisogno, io per prima, di spiegarci ciò che ci accade in una maniera diversa che ci permetta di accettare anche emotivamente che la nostra vita non ha altra spiegazione che quella biologica. Per questo non è semplice accettare il tradimento, anche nella piena consapevolezza delle motivazioni biologiche e adattive che hanno spinto a farlo.


Mi piace il tutto! evidenzio questa parte, perché pensavo a molte persone, me compreso in un determinato momento della mia vita, in cui c'è chi l'ha fatto e chi era spinto dalle intenzioni (come nel mio caso) di tradire. Ma non era un tradire per necessità biologiche (perdonami la definizione), bensì si era spinti da un voler scappare da una relazione opprimente o comunque che non ci faceva stare bene. Cioè prendo il mio caso: Mi trovavo in un relazione tortuosa, ma mi sentivo innamorato della mia (ex) ragazza; a letto c'era un'ottima intesa e mi trovavo benissimo; eppure c'è stato un periodo, prima di concludere, che mi son trovato sul filo del rasoio, ad un passo dal tradimento (proprio nel vero senso della parola, perché una delle ragazze mi era distante "un passo"); alla fine, per stare a posto con me stesso non ho fatto nulla e, per le varie occasioni, non mi sono pentito di aver declinato.
Però un'idea mi è rimasta in testa, ossia il fatto che quel determinato comportamento, a me estraneo fino al momento, si fosse mosso in me non per ricercare un determinato piacere, bensì per una mia insicurezza/paura  legata al non avere il coraggio di chiudere la relazione (cosa che ho riscontrato in molte persone).
Concludendo chiedo questo, quanto conta il fattore "insicurezza" in alcune dinamiche del tradimento? O più che altro, nella totalità dei casi (se mai ci fosse una possibilità di percentuali dei casi) quanti ampi potrebbero essere i tradimenti causati da insicurezza invece di altre motivazioni?
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Snake

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Citazione di: Whiteout il 23 Giugno 2017, 15:30:27

Ma secondo me, adesso dirò magari qualcosa di 'fuori moda'..., nel parlare di relazioni amorose non si può prescindere dal parlare anche di etica. Un grande amore ha bisogno di etica, di valori desueti come la lealtà. È il tradimento di questi valori, ciò che davvero ferisce. Questo non ha nulla a che fare con la 'morale', ma più con l'adagio patti chiari amicizia lunga (quindi con le premesse sulle quali la relazione è nata, e che secondo me è salutare rendere esplicite).


Concordo sulla questione dell'etica. Ritengo sia una cosa fondamentale, altrimenti non si sta parlando di relazione, bensì ci si prende in giro (a meno che non si cerchi qualcosa di temporaneo e volatile)...
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Voltarecchie

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Citazione di: Snake il 05 Luglio 2017, 08:21:58
quanto conta il fattore "insicurezza" in alcune dinamiche del tradimento?
IMHO Considera che la risposta sta qui:
Citazione di: SoS il 22 Giugno 2017, 21:55:14
credo che il genere umano condivida una grande e unica paura, la paura della morte, di non vivere e non aver vissuto.
Ovvero, che l'insicurezza e la paura (della morte) siano strettamente imparentate... ;)
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Citazione di: Voltarecchie il 05 Luglio 2017, 13:24:51
IMHO Considera che la risposta sta qui:Ovvero, che l'insicurezza e la paura (della morte) siano strettamente imparentate... ;)

Grazie! Quindi in questo caso hanno dei fattori comuni, però allo stesso tempo mi verrebbe da dire che la questione non è legata alla "paura della morte" intesa come "vivo più esperienze possibili per domani non ci sarò più..".
Sono dell'idea che sia più un voler andare contro qualcosa, che ci chiude e opprime; come un rigetto alla situazione...
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Citazione di: Snake il 05 Luglio 2017, 13:35:26
mi verrebbe da dire che la questione non è legata alla "paura della morte" intesa come "vivo più esperienze possibili per domani non ci sarò più..".

In effetti, da quello che ho capito del post di SoS la paura della morte è intesa in maniera leggermente diversa da come la descrivi tu, ossia qualcosa che sta all'origine di ogni altro tipo di paura umana (a proposito, questo pensiero lo condivido pienamente):
Citazione di: SoS il 22 Giugno 2017, 21:55:14
credo che il genere umano condivida una grande e unica paura, la paura della morte, di non vivere e non aver vissuto. Ovviamente questa se ne sta ben nascosta e razionalizzata, difficilmente qualcuno verrà a dirvi che teme la morte.
La sensazione di un vuoto da riempire credo ci accomuni tutti, e questo vuoto si riempie nelle maniere più varie: l'illusione della storia d'amore perfetta, l'illusione di essere diversi dagli altri e quella di essere quasi intoccabili dalle disgrazie di cui ogni giorno sentiamo, ecc..

E, sempre se ho ben interpretato, il tuo "voler andare contro qualcosa" è un atteggiamento parimenti compreso e riconducibile alla stessa radice:
Citazione di: Snake il 05 Luglio 2017, 13:35:26
Sono dell'idea che sia più un voler andare contro qualcosa, che ci chiude e opprime; come un rigetto alla situazione...


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L'insicurezza è un fattore che pesa molto sul bilancio delle decisioni, soprattutto all'interno delle relazioni. Non trovo letteratura che abbia indagato il ruolo di questa come causa di un tradimento ma, con la lettura che ha suggerito Voltarecchie di riconsiderare quella che tu chiami insicurezza come qualcosa che scaturisce da questa atavica paura della fine che potrebbe portare a pensare: "vivo più esperienze possibili per domani non ci sarò più..", anche se magari non è questo il caso.
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Snake

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Effettivamente si, la cosa quadra, nel senso che molto probabilmente mi ero fermato a vedere la situazione in una sola prospettiva ;) Grazie per le risposte
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