Seduzione Italiana

Hobbies e cultura => Umorismo => Discussione aperta da: VenerabYle il 19 Aprile 2015, 16:55:58

Titolo: Vestiti, Usciamo
Inserito da: VenerabYle il 19 Aprile 2015, 16:55:58
Cari ragazzi, ieri, tra i tantissimi libri che riempiono la libreria di casa, ho avuto il piacere di trovarne questo, datato 1986, il quale con tono di uomo di mondo, a tratti ironico e a tratti serio, descrive ciò che rende un uomo elegante. Ovviamente il tutto è da contestualizzare in quel periodo dove non si conosceva crisi e il boom economico era nel pieno del suo splendore.
Avevo iniziato a leggerlo tempo fa, poi l'ho abbandonato per motivi di studio e adesso l'ho ripreso. Mi sono imbattuto in questo capitoletto, che integralmente riporto, proprio perché mi ha strappato qualche risata (e il pezzo non è tra i migliori).
Buona lettura.
Dal libro " Vestiti, usciamo, L'eleganza maschile e non solo"
di Chiara Boni e Luigi Settembrini

Compendio di gusto italiano
Ho to be Italian in the states: 14 regolette per aiutare i connazionali in visita negli USA


Dopo aver visitato alcune città italiane, quel che conviene è fare un giro ≪ sprovincializzante ≫ negli Usa. Un po' come fanno tutti insomma.
Oggi gli Stati Uniti sono il centro del mondo, sia per ciò che riguarda gli affari, sia in termini di moda: e per moda non intendiamo quelle di Ralph Lauren, ma bensì che è di moda andarci, conoscerli, magari viverci un pochino. Questo piccolo compendio di italianità è stato quindi realizzato a uso dei compatrioti maschi che si trovano in quel paese oppure vogliono andarci: quattordici regolette per aiutare l'immagine dei protagonisti del ≪Made in Italy≫

1)   Abiti: Devono essere fatti dal sarto, cosa che verrà molto apprezzata, in quanto in quel paese i sarti o non esistono, oppure sono micidiali e generalmente servono una clientela che non può permettersi di acquistare un abito confezionato. Oppure devono essere di un grande stilista italiano, tipo quelli che usa Richard Geere in American Gigolò. Potreste obiettare, a questo punto, che voi non somigliate che pochissimo a Richard Geere: risponderemo che nessuno è perfetto, e poi che complessi avete? Siete o non siete italiano?

2)   Camicie. Le vostre, fatte a mano, su misura. Gli americani, anche i banchieri di Wall Street, una camicia davvero su misura non sanno neppure cosa sia. Loro usano solo quelle confezionate, per di più in tessuti sintetici impossibili. Noi, invece, impeccabili in una camicia di seta, passeggeremo sotto i grattacieli di Manhattan ammantati di italico splendore. Una avvertenza: camicie di seta portatene almeno un centinaio (se volete fermarvi poniamo tre mesi) perché si possono usare una volta sola, nel senso che dopo averle consegnate al dry clining, alla cosiddetta ≪ tintoria≫ per farle lavare, si è generalmente costretti a gettarle via. Ma non importa: un'immagine italiana vera val bene qualche sacrificio.

3)   Cravatte. È il caso di ricordare che le sete italiane per cravatte sono le migliori al mondo? Abusarne. Evitare però disegni anglofili, ≪regimental≫, pallini, fiorellini, cerchiettini, che in Usa sono molto diffusi. Andare sui ≪cachemire≫, sui ≪pied de poule≫, sulle strisce diagonali a colori chiari. Privilegiare colori chiari, ≪ mediterranei≫ anche se in Patria li evitate accuratamente. In caso che desideriate proporre l'immagine di un italiano ≪culturalmente avanzato≫ potete orientarvi verso le cravatte Memphis. Ciò è tuttavia consigliabile solo in California, poiché nella East Coast si rischierebbe di venire scambiati per sovversivi e di essere buttati a languire in cella.

4)   Scarpe.  Esclusivamente italiane, fatte a mano, da un artigiano che, sosterrete impassibili, ha sempre e solo lavorato per vostro nonno, per vostro padre, e per voi. Gli americani sono capaci di crederci, abbiate fiducia.

5)   Colori. Non fatevi mai tentare, almeno all'inizio, dalla disinvoltura con cui vengono abbinati i colori negli Stati Uniti. Accostare pantaloni verde limone a una camicia rosa vi squalificherebbe come italiani e riuscirebbe a insospettire l'ufficio controllo sull'immigrazione. Riservate eventuali (e comunque deplorevoli) ≪imitazioni≫ allo stile di casa a dopo avere ottenuto almeno la Carta Verde.

6)   Mamma. L'italiano all'esterno ama la mamma, di cui sente nostalgia. Quindi almeno un maglioncino deve essere fatto dalle care mani. Se la dolce vecchietta si rifiuta, oppure già vi sorride dal cielo, comprate un golf di Benetton e togliete l'etichetta. Con buona pace di Luciano e i suoi fratelli (e della mamma), non se ne accorgerà nessuno.

7)   Stilisti italiani. Non deludere le aspettative dello straniero che darebbe un occhio per una giacca di Armani, un jeans di Fiorucci, una camicia di Ferrè, commettendo il passo falso di dire che nel vostro guardaroba non avete nulla di simile. Anzi sosterrete, con sguardo limpido, di essere stato compagno di banco di Armani alle medie e che siete cugino primo di Elio (Fiorucci).

8 )   Origini. A proposito di cugini primi, ricordarsi che Tutti gli italiani sono nobili e discendono da Carlo Magno. Alcuni sono anche Cavalieri del Santo Sepolcro. Gli italiani sono nati soltanto a Milano, Venezia, Firenze, Roma, e Napoli. Non si conoscono altre località dove siano presenti forme di vita.

9)   Conversazione. L'italiano parla dell'opera lirica, di cui canta ogni tanto qualche brano, di moda di cui è informatissimo (soprattutto delle condizioni di salute dei maggiori stilisti italiani), della Mamma, di cui sente tanta nostalgia, del Papà di cui condivide il verbo, dello zio Gianni (Agnelli) che vi preoccupa perché sempre troppo impegnato a produrre tutte quelle automobili a Torino. Anzi, Torino no perché non esiste: facciamo a Milano.

10)   Cibo. L'italiano mangia spaghetti, con salsa di pomodoro o alla carbonara. Può sostenere che gli spaghetti li ha inventati Giugiaro, mentre come tutti sanno, la carbonara è una ricetta di Krizia, che recentemente ha aperto un ristorante girevole nero in via Durini a Milano. Tra i fedelissimi del locale la scrittrice Martina Lombardi, che vi si reca portando al guinzaglio una tartaruga.

11)   Corteggiamento. Come corteggiano gli italiani nessuno ci riesce, lo sanno tutti. L'importante, per avere successo, è di parlare l'inglese il meno possibile in modo da non fare capire subito quanto siete noiosi. Abbiate fiducia, il gap della lingua ha sempre aiutato moltissimo.

12)   Gesticolare. L'americano si aspetta che l'italiano gesticoli per esprimersi meglio, per ≪colorire≫ quello che dice. So che per noi italiani, che gesticoliamo pochissimo, è un compito difficile, ma comunque sarà cortese cercare di assecondare questa pretesa. In caso contrario, per certo, l'americano resterà molto sorpreso e deluso.

13)   Lingua. Anche se parla un inglese impeccabile, l'italiano deve rispettare la pronuncia italiana. Se no che italiano è? Ricordatevi che uno straniero che parla perfettamente la lingua del paese che lo ospita è sempre guardato con sospetto. Cosa direste voi se in Italia incontraste un inglese che parla italiano senza l'accento inglese? Ne rimarreste sconvolti, lo sapevo.

14)   Cinema. L'ultimo film italiano che l'americano si ricorda deve essere Riso amaro. Prima di recarsi in Usa ripassare il Neo-realismo.


Titolo: Re: Vestiti, Usciamo
Inserito da: Dylan il 19 Aprile 2015, 17:10:13
chiedo che sia abolita questa sezione, per sempre.
Titolo: Re: Vestiti, Usciamo
Inserito da: Micione il 25 Maggio 2016, 12:54:47
Ma no perchè?
A me ha fatto ridere, mi ricorda un po i turisti Tedeschi a Rosolina Mare quando ero ragazzino. ;D ;D ;D