Kurghans Story III 7) La Principessa Shüpìni ed il cielo di Kurghan.

Aperto da TermYnator, 17 Maggio 2024, 03:18:15

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TermYnator

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Talvolta Kurghan era vittima dei suoi stessi pensieri. Il tempo che aveva trascorso sulla terra e le storie che aveva vissuto erano talmente tante che quando iniziava a seguirne una, si trovava annodato su se stesso. IL perdersi nei suoi ricordi lo portava in una dimensione dove il tempo era nullo e lo spazio infinito. Il nero che vedeva dopo aver chiuso lentamente gli occhi dopo l'ultimo sorso di gin lemon, presto si popolava di una pennellata d'arancio. Era sempre li, quella pennellata, in alto a sinistra. E Kurghan iniziava a pensare a quando era piccolo, a come il mondo gli sembrasse enorme. Kurghan pensava che non sarebbe mai cresciuto, che fosse destinato a rimanere nano.
E quando pensava a quei momenti gli tornava in mente quel nudo di marmo femminile che carezzò con passione approfittando dell'assenza del guardiano del museo, pensando che non avrebbe mai avuto occasione di fare la stessa cosa su una donna in carne ed ossa. Quella pennellata diventò un cielo blu.
Molti anni prima un giorno, mentre correva fra le spighe verdi, vide una ragazzina come lui. Correva anche lei, con una gonnellina scozzese. Kurghan se ne innamorò in 3 millesimi di secondo. E' buffo come un tempo così piccolo possa poi essere ricordato a distanza di milioni di volte la sua durata. Eppure Kurghan a 177 anni suonati ancora ricordava di quell'immagine e di quella sensazione. Non sentiva quel bruciore da 2 anni. IL cielo divenne viola, poi di nuovo nero. Kurghan era in quella parte del suo spirito che fin dalla sua primissima infanzia emerse e non lo abbandonò mai. Il solare mondo di Kurghan aveva infatti un buco oscuro. Capitava che un suono, una immagine o un colore, lo risucchiassero nel vortice di quel buco nero che aveva ripreso a tormentarlo da 2 anni.
Era un insieme di emozioni che non riusciva a dominare come faceva con le persone che gli stavano vicine.
Kurghan pensò lungamente alla cause di quel buco di cui non riusciva a vedere il fondo, piazzato nella parte più fragile della sua anima. E si. Anche Kurghan nonostante tutti lo considerassero forte, duro ed inossidabile, aveva una parte fragile. E quando i colori del cielo di Kurghan virarono tra il verde ed il blu con strisce oscure, Kurghan capì che quella caverna era il vuoto lasciato da quella fanciulla che correva in mezzo all'erba e che non era mai riuscito a conoscere.
Lei per prima gli aveva fatto sentire il petto che brucia senza spiegarli come chetare il dolore che avrebbe lasciato il non poterla vedere ancora. Kurghan mischiava visioni di donne ottocentesche vestite di abiti larghi e malattie incurabili a quell'immagine dolce. Il mistero di vita e morte e dell'oscuro più impenetrabile erano legati in quel bruciore che quella fanciulla aveva innescato per la prima volta. Kurghan non credeva che alla vita terrena, ma si rese conto che quel bruciore aveva origini mistiche. Quel sentimento era oltre il singolo. Quel sentire era la natura stessa dell'esser parte del perpetuare la propria specie. Kurghan lo chiamò amore. 

L'amore si manifestò tramite donne molto diverse dalla fanciulla che correva nella sua vita. Fu bionda, fu mora, qualche volta fu alta altre volte fu bassa. Ma fu sempre Lei ad entrare nella sua vita per svegliarlo dal torpore e dalla noia del sesso.
Il cielo di Kurghan divenne di nuovo azzurro. Vedeva lontano, oltre i suoi anni che smettevano di essere un peso. L'ultima volta che la fanciulla era apparsa nella sua vita si erano amati a lungo. Era arrivata sotto le spoglie di una principessa dai grandi occhi tristi ed i capelli neri e mossi che profumavano di mare.

Si faceva chiamare principessa Shüpìni.
A quel pensiero il cielo di Kurghan divenne bordeaux con strisce nere. Erano le strisce nere del rimmel dei grandi occhi di Shüpìni. Shüp'ni aveva tutte le caratteristiche che sino a quel momento avevano reso Kurghan debole. AI suoi occhi erano grandi ed espressivi ed una intelligenza fuori dal comune muoveva ogni suo gesto. Sapeva fare cose che le persone banali non hanno la minima idea di come si possano fare e le faceva come se fossero la cose più normali del mondo. Come quando la Principessa Shüpìni gli regalà la pila nucleare per la sua macchina di ripresa Nikon 3D. Quando Kurghan ricevette il regalo, rimase a bocca aperta. Come aveva fatto la principessa Shüpìni ad indovinare che tipo di macchina aveva Kurghan? Semplicemente leggendo il machine-stamp su una olografia che lui le aveva regalato con un programma apposito. Persino Kurghan conosceva l'esistenza di quel codice.
Dopo quel dono, Kurghan capì che a quasi 170 anni ne aveva piene le scatole di avventure. Kurghan voleva la donna definitiva, la donna perfetta. E da tutte le sue storie aveva dedotto che la donna perfetta era la donna in grado di stupirlo. E la principessa Shüpìni era la prima che riusciva a stupirlo. Tutto durò per sette anni, come era scritto nel libro rivestito di pelle di Amog(2). Poi, la Principessa Shüpìni un giorno se ne andò.
Kurghan non seppe mai perchè.

Dalla partenza della Principessa, non passò giorno in cui Kurghan non pensò a lei. Aveva sperato che lei lo chiamasse per fargli gli auguri per il suo 175° compleanno. Ma nulla. Così, quando lei compì 30 anni, Kurghan non la cercò. Kurghan non era una persona stupidamente orgogliosa. Kurghan era una persona che rispetta le scelte delle persone che ama ed era anche una persona che non si prostra per cercare la compagnia di chi non lo abbia scelto. IL cielo di Kurghan divenne di mille colori e fu attraversato da altrettante saette. Quante mattine era stato svegliato da quei fulmini mentre fuori sorgeva il sole nel cielo sereno. Quante notti il boato silenzioso di quei fulmini non lo aveva fatto dormire. Quante volte Kurghan aveva pensato di richiamarla, di mandarle segnali di fumo, disturbi in alfabeto morse (lei era talmente intelligente, che l'avrebbe studiato capendo che non erano disturbi casuali), o raggi laser da un'altura.
Ma non l'aveva mai fatto. Kurghan pensava infatti che se la Principessa Shüpìni avesse dovuto cambiare idea sulla loro relazione, doveva farlo in autonomia. Doveva farlo spontaneamente. E se non si fosse mossa per paura del rifiuto, Kurghan avrebbe interpretato questo fatto come una scarsa motivazione. Troppo poco per ricominciare dopo tutti quei giorni di sofferenza e di malessere.  Troppo poco per cancellare due anni di dolore, nei quali tutte le mattine ti sei svegliato sentendoti in colpa pensando che hai sbagliato qualcosa che la persona che amavi non ti ha mai rivelato. Due anni persi cercando di risalire la china facendoti tornare la voglia di vivere, che quel lacerante dolore al petto ti impedisce di avere. Vorresti solo dormire finchè non ti svegli libero dalla sofferenza. Ma poi capisci che quella sofferenza e la tua coscienza sono la stessa cosa.
E finchè sarai cosciente e quella maledetta timida figura non tornerà a bussare alla tua porta, soffrirai come un Cristo su una croce immaginaria dalla quale nessuno potrà staccarti.
Kurghan in un momento di solitudine urlò il nome di lei. L'eco della baritonale voce di Kurghan echeggiò per le millanta stanze della sua enorme e disordinata dimora. Ma non arrivò nessun eco che ricordasse l'acuta voce della Principessa Shüpìni.
Kurghan era solo nella sua casa a pensare ad una persona che probabilmente viveva una realtà completamente diversa dalla sua. Il cielo di Kurghan divenne di nuovo grigio e le sue guance si colorarono di lucide strisce di acqua salata. Si rese conto che aveva fallito.  Si alzò e si guardò allo specchio: ebbe una brutta immagine. Kurghan vide un uomo forte e ferito che non aveva più l'energia di un tempo. Quella ferita drenava la sua energia e gli impediva di rinascere per tornare a dominare il mondo. Kurghan sapeva perfettamente che quel buco nell'anima che ogni  7 anni una donna era riuscita a riaprire, era il suo tallone di Achille. Ma Kurghan non era pronto ad aspettare altri 5 anni per trovare una nuova donna.
E non sapeva neanche se l'avrebbe voluta. Kurghan si rese così conto che forse, era giunto il momento di chiudere con le donne. Se la Principessa Shüpìni non lo avesse cercato di nuovo, la Principessa Shüpìni sarebbe stata l'ultima donna di Kurghan.
Perchè Kurghan aveva visto tutto e Kurghan non aveva più voglia di vivere altre storie con donne.

Segue...
Ultima modifica: 20 Maggio 2024, 18:53:05 di TermYnator
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Triste e pregno di significato, attendo tanto il seguito, certo a quel Kurghan non si può non voler bene
"A volte il guerriero della luce ha l'impressione di vivere due vite nello stesso tempo. 'C'è un ponte che collega quello che faccio con ciò che mi piacerebbe fare', pensa. A poco a poco, i suoi sogni cominciano a impadronirsi della vita di tutti i giorni, finché egli avverte di essere pronto per ciò che ha sempre desiderato. Allora basta un pizzico di audacia, e le due vite si trasformano in una."

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Citazione di: RuggY il 18 Maggio 2024, 22:40:18Triste e pregno di significato, attendo tanto il seguito, certo a quel Kurghan non si può non voler bene
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Citazione di: TermYnator il 17 Maggio 2024, 03:18:15Troppo poco per cancellare due anni di dolore, nei quali tutte le mattine ti sei svegliato sentendoti in colpa pensando che hai sbagliato qualcosa che la persona che amavi non ti ha mai rivelato. Due anni persi cercando di risalire la china facendoti tornare la voglia di vivere, che quel lacerante dolore al petto ti impedisce di avere. Vorresti solo dormire finchè non ti svegli libero dalla sofferenza. Ma poi capisci che quella sofferenza e la tua coscienza sono la stessa cosa.

E finchè sarai cosciente e quella maledetta timida figura non tornerà a bussare alla tua porta, soffrirai come un Cristo su una croce immaginaria dalla quale nessuno potrà staccarti.

In poche bellissime righe hai descritto magistralmente i sintomi del mal d'amore, e ti tutte le sensazioni legate ad esso.

Ti faccio un applauso e aspetto con ansia il seguito.