Kurghan Story III 8) Il terzo assioma della procrastinazione.

Aperto da TermYnator, 23 Maggio 2024, 00:54:54

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Non era una calda giornata d'estate, ma un caxxo di giorno freddo d'inverno e Kurghan odiava il freddo. Così, aprì l'armadio estivo, prese su 4 bermuda, 7 magliette e 16 calzini. Li compresse meglio che poteva in un trolley al quale aveva fatto fagocitare due paia di scarpe, infilò un una borsa a mano un vestito di lino con la sua camicia e vestitosi cone le cose più brutte e logore che aveva partì per l'aereoporto. Il freddo era pungente, ma Kurghan era ben coperto.  Giunto all'aereoporto, il suo vestiario trasandato gli valse le attenzioni della sicurezza. Con nonchalance Kurghan esibì il braccio destro per far scannerizzare il passachip internazionale che aveva impiantato vicino al polso.
"Dove ha intenzione di recarsi, signor Kurgham?
"Kurghan, mi chiamo. Kurghan, non Kurgham. Ad ogni modo potrò rispondere alla sua domanda fra 10 minuti. Ora non lo so."
"Che significa 'non lo so?? Lei è venuto in aeroporto senza sapere dove va?"
"Certo che lo so giovanotto. Considerando un'ora e mezza di check-in e che un superjet a propulsione ionica fa di media mach 3, so per certo che fra 3 ore sarò ad almeno 5513,1 km da lei. Le basta come risposta? Ora, cortesemente, se non ha nulla da contestare andrei a prendere il mio biglietto per 5513,1 km da Lei..."
"Ma..."
"Grazie, alla prossima..." E Kurghan se ne andò.
Kurghan era un grande amante dell'ordine, ma tollerava poco i contrattempi. E quel ragazzo, pur facendo il suo dovere, era per lui un gentile contrattempo, ma pur sempre un contrattempo. Kurghan infilò gli occhiali ed iniziò a visualizzare mappe. Aveva semplicemente impostato una distanza dal punto in cui era: l'idea dei 5513,1 KM era niente male come punto di partenza. La sua attenzione si soffermò su una zona accanto all'Arabia Saudita.
"Ingrandisci"
I suoi occhiali a realtà aumentata mostrarono sempre più dettagli di quell'area. Ne aveva sentito parlare centinaia di volte ma non c'era mai stato. Associava quella zona al chiasso, ai colori, alle folle in movimento. E così, comprò il suo biglietto per Babilonia. In aereoporto faceva un bel calduccio, non aveva più senso indossare quesgli abiti logori. Kurghan andò alla toilette, si mise il completo di lino e buttò gli abiti logori. Era pronto per il suo viaggio.

Kurghan amava molto viaggiare in mezzi dove c'è un conducente e molte sedute. Chi viaggia è libero di far salotto mentre si fa portare nel luogo che desidera. E naturalmente adorava far salotto quando vicino a lui trovava una donna. Per Kurghan il posto in aereo o in treno era come la sorpresa dell'uovo di Pasqua.
E quel viaggio gli riservava una grossa sorpresa. Mentre Kurghan si accomodò, notò una moretta accanto al suo posto. Senza farsi troppo notare, sbirciò la sua lettura. Stava leggendo "La bibbia". Kurghan pensò che fosse una archeosuora. Quel libro ormai lo leggevano veramente poche persone, soprattutto studiosi del passato.
Le archeosuore facevano voto di castità, quindi tentarla era una cosa inutile. Non era la prima volta che per questioni religiose aveva dovuto rinunciare a sedurre una ragazza.
Kurghan si perse di nuovo nei suoi pensieri e ricordò che un tempo, mentre tesseva la sua seducente trama per far cadere una procacissima fanciulla seduta in treno accanto a lui, arrivò un giovane seminarista per metterlo in guardia contro il peccato. Fece tanto di quel bannaco, che la procace gli si sedette di fronte per lasciare il posto al prode seminarista che tentava di convincere Kurghan a pentirsi e convertirsi nella fede. Kurghan pensò che quel tipo strano gli stava facendo perdere tempo. Ma non avrebbe potuto allontanarlo senza ferirlo moralmente. Quindi aspettò un po', sperando che il seminarista desistesse. Ma costui, notando che kurghan non reagiva, interpretò la cosa come un segno di debolezza nel quale infilarsi come una monetina in un distributore di chewing gums. Kurghan ne ebbe abbastanza.
"Ok, quindi secondo te, gli animali non hanno l'anima?"
"Certo che no, BuonDio! il Signore ci ha fatti a sua immagine e somiglianza, e solo noi siamo senzienti!"
"Ok, quindi se uno è senziente, fa raffigurazioni della realtà astratte, giusto?"
il seminarista alzò il naso verso l'alto, si toccò il mento e tornò a tuonare:
""Certo! Infatti gli artisti sono baciati dal Signore e da lui ricevono l'ispirazione!"
"Va bene, quindi se il raffigurare scene astratte è segno del possesso dell'anima, anche i sogni indicano che possediamo un'anima, perchè sono raffigurazioni astratte. Giusto no?"
Il seminarista guardò prima a destra, poi a sinistra, infine disse:
"Ovvio, sono raffigurazioni astratte, quindi un segno tangibile dell'anima".
"Va bene... Come devo chiamarti? Sei troppo giovane per essere mio padre e poi io sono nato in provetta da due gameti geneticamente modificati. Che faccio, ti chiamo Microscopio, o piastra Petri?"
"Beh, se non vuoi chiamarmi Padre, chiamami Petri..." E si mise a ridere.
"Ok, Petri, allora ti dico una cosa: il mio cane sogna. E lo fa quasi sempre".
"Ma è impossibile, gli animali non hanno l'anima!"
"A no? E allora guarda quel boule dogue francese ai piedi di quella signora. Guarda le sue espressioni di fastidio. Guarda quei movimenti che fa con le zampe. Eppure dorme. Probabilmente, nella sua testa sta immaginando qualcosa che gli è acaduto o forse che teme gli accadrà. E muove gli arti come se fosse sveglio. Esattamente come facciamo noi quando sogniamo. Quel boule dogue ha più anima di molti umani che conosco, Petri"
Petri era sbigottito.
"Si, ok, però..."
"E no Petri. L'hai ammesso tu che se una persona fa raffigurazioni astratte deve avere un'anima. E quel cane sta facendo raffigurazioni astratte. Quindi non volevo dirtelo, ma mi sa che questa bibbia te la devi ripassare bene." Il seminarista si icrucciò, avrebbe voluto dire qualcos'altro, ma aveva subito un duro colpo. E probabilmente aveva paura di poterne subire altri che gli avrebbero cambiato lo stile di vita. Entro due anni lui si vedeva gia dentro il confessionale a punire vecchiette con 50 rosari, tre Padre Nostro e due Ave Maria. Pregustava il momento dell'omelia, quando avrebbe retarguito tutti i fedeli spingendoli al pentimento. Cosa sarebbe successo se invece avesse perso la fede? Come si sarebbe comportato di fronte alle donne che fino a quel momento aveva scacciato come fece Gesù con il demone nel deserto? Come si sarebbe relazionato con i suoi ex colleghi ancora legati alla castità per la loro fede? Se avesse perso la fede, avrebbe perso anche la sua certezza del futuro. La paura lo colse e con una scusa banale, cambio scompartimento, lasciando Kurghan libero di riprendere a corteggiare la procace.
L'urlo dell'accensione dei reattori riportò Kurghan sul suo sedile accanto all'archeosuora. Il ricordo del seminarista svaniva lentamente sovrastato dal boato dell'aria ionizzata che usciva dai reattori: l'aereo stava decollando. Ma appena l'aereo si inclinò, Kurghan ebbe una illuminazione. Quel seminarista, fremeva per poter continuare a discutere con Kurghan. Ma non lo fece.
Perchè si era privato di quell'esperienza?
Perchè aveva capito che l'andare avanti in quel discorso comportava un rischio enorme: quello di fargli capire di essere ateo ne più ne meno lo era Kurghan. L'acquisire questa consapevolezza inconsciamente lo terrorizzava, quindi procrastinò la discussione. Kurghan aveva chiamto questa strategia terzo assioma della procrastinazione.
Dentro di noi c'è un futuro tracciato e se inconsciamente capiamo che quello che stiamo facendo potrebbe cambiarlo, anche se in meglio, avremo il terrore di essere sottoposti all'ignoto. Questa paura spinge alcuni a fermarsi e a non continuare l'opera intrapresa, procrastinandola.
Kurghan doveva parlare con Henry Lacoste...

Segue.
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Bello! Con una vena romanzesca che mi ricorda i vecchi romanzi di fantascienza di Urania. Con un qualcosa anche di Ron Goulart.

Tornando al seminarista, quale sarebbe stata la cosa migliore per lui? Andare avanti in quel futuro dal quale avrebbe avuto delle garanzie? Era un futuro giusto per lui? Oppure avrebbe dovuto rendersi conto che quel percorso non era per lui e avere il coraggio di mollarlo e cambiare?

Questa secondo me è la situazione di molte persone nel mondo odierno.


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#2
Citazione di: AlterEgo il 23 Maggio 2024, 23:44:52Bello! Con una vena romanzesca che mi ricorda i vecchi romanzi di fantascienza di Urania. Con un qualcosa anche di Ron Goulart.
Onorato.
In Goulart... Non suona un gran che però...  Azn  :lol:
CitazioneTornando al seminarista, quale sarebbe stata la cosa migliore per lui? Andare avanti in quel futuro dal quale avrebbe avuto delle garanzie? Era un futuro giusto per lui? Oppure avrebbe dovuto rendersi conto che quel percorso non era per lui e avere il coraggio di mollarlo e cambiare?
non posso valutare la vita di un altro in base alle mie credenze, se queste sono diverse dalle sue. Per me non esiste nessuna divinità, quindi consacrare la propria vita al culto di una divinità è assurdo.
Ma potrebbe aver ragione lui, ed in tal caso sarei io quello che perde una grande occasione.
Chi può dirlo?
E questione di fede. Così, chi crede in una idea potrebbe effettivamente riuscire a realizzarla. Prendi Lamborghini ad esempio. Produceva ottimi trattori e per una scommessa con Ferrari realizzò un suo sogno diventando il produttore di auto più eclettico del mondo.
Nessuno avrebbe scommesso su di lui. Ma lui ebbe fede, ed è riuscito...
Ultima modifica: 24 Maggio 2024, 14:10:11 di TermYnator
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Citazione di: TermYnator il 24 Maggio 2024, 14:08:09Onorato.
In Goulart... Non suona un gran che però...  Azn  :lol:

😂😂😂

Citazione di: TermYnator il 24 Maggio 2024, 14:08:09non posso valutare la vita di un altro in base alle mie credenze, se queste sono diverse dalle sue

Quello che intendevo era cosa avrebbe fatto meglio a fare il seminarista dopo quella discussione dalla quale si ritirò? Continuare per una strada che poteva sentire non più sua anche con delle certezze lavorative o cambiare per cercare la sua vera strada?
Questa è una cosa che credo coinvolga molte persone, non solo ecclesiastici 😆

Citazione di: TermYnator il 24 Maggio 2024, 14:08:09E questione di fede. Così, chi crede in una idea potrebbe effettivamente riuscire a realizzarla. Prendi Lamborghini ad esempio. Produceva ottimi trattori e per una scommessa con Ferrari realizzò un suo sogno diventando il produttore di auto più eclettico del mondo.
Nessuno avrebbe scommesso su di lui. Ma lui ebbe fede, ed è riuscito...

Cosa intendi con la parola fede? Immaginiamo non sia solo fiducia in se stessi


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#4
Citazione di: AlterEgo il 25 Maggio 2024, 01:29:53Quello che intendevo era cosa avrebbe fatto meglio a fare il seminarista dopo quella discussione dalla quale si ritirò? Continuare per una strada che poteva sentire non più sua anche con delle certezze lavorative o cambiare per cercare la sua vera strada?
Ribadisco che è una valutazione di merito, ovvero un giudizio, che non posso dare senza esckudere le mie convinzioni. Ci sono politici, ad esempio, che fanno di tutto per salvare il proprio culo a costo di mandare a morire migliaia di persone. Da un punto di vista morale e statistico, sarebbe meglio schiantassero loro. Dal loro punto di vista nell'ottica del valore più alto, ovvero la loro stessa sopravvivenza, fanno bene: non a caso mors tua vita mea è un detto che circola da oltre 2000 anni. Come posso quindi risponderti in modo imparziale?
CitazioneCosa intendi con la parola fede? Immaginiamo non sia solo fiducia in se stessi
La fede è qualsiasi credo non si basi sull'esperienza diretta. La prima volta che prendi un'aspirina, lo fai per fede: perchè tutti ti diranno che ti farà passare i sintomi per i quali te l'hanno prescritta.
Quando dai retta al medico che ti dice "vaccinati", lo fai per fede: in realtà non hai la minima idea di cosa potrebbe succedere.
Quando scrivi un ciclo if then else, invece lo fai per conoscenza e salvo errori tuoi sai esattamente cosa farai.
Ultima modifica: 26 Maggio 2024, 22:29:45 di TermYnator
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la paura di avere la certezza di aver sbagliato tutto nella vita porta alla procrastinazione
Il mondo ti chiederà chi sei, e se non lo saprai, il mondo te lo dirà. (Carl Jung)