Kurghan's Story III 13) Il richiamo del maschio.

Aperto da TermYnator, 17 Luglio 2024, 01:58:26

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Una delle cose che Kurghan odiava di più quando divorava un libro, era finire il gin. Chiuse con cura il suo libro, lo poggiò sul cuscino, infilò un paio di bermuda ed una maglietta senza maniche rigorosamente neri, prese le chiavi del suo velocipede e si fermò davanti allo specchio: aveva sempre un braccio portentoso. Ammirò per un attimo lo stacco fra deltoide e tricipite e si sentì bellissimo. Il tempo di parcheggiare a due metri da terra in fila 4.2.1 ed era pronto per sedersi al bar. Invitò al suo tavolo una ragazza che passava. Si chiamava con lo stesso nome della Principessa Shupini. Ed aveva due grandi occhi azzurri.
Le parole fluirono come i gin lemon. Finchè l'omonima della Principessa non decise di unirsi alla sorella, che passava in quel momento, per andare a dormire. Nel frattempo, davanti al tavolo di Kurghan si sedettero due persone. Un uomo ed una donna.
Lei, dotata di corpose cosce, le metteva in mostra grazie ad una gonna pubica. Il viso era mediocre come la sua espressività ed il taglio dei capelli. Lunghi ed ispidi come una scopa di saggina. Si allungava i capelli dialogando con il tipo come se si annoiasse. Kurghan osservava distrattamente la scena, quando un suo amico lo raggiunse al tavolo. Iniziò una analisi del comportamento della tipa.
Ad un certo punto, la tipa fissa Kurghan e gli si indirizza dicendo: "La smetti di fissarmi?"
Kurghan trasecolò in una espressione di stupore. Di fatto, la relazione era biunivoca: se lui avesse fissato la tipa, la tipa stava fissando lui. Lo stupore derivava quindi dal non percepire di aver fatto nulla di male.
In una frazione di secondo razionalizzò che quel comportamento, poteva essere finalizzato dalla tipa a mettere del pepe in un momento noioso della serata. L'atteggiamento aggressivo era da persona con qualche problema tipico di una border line. Ed il fatto che stesse cercando di seminare zizzania per ravvivare una serata altrimenti noiosissima, era del tutto probabile.
Prima ancora che Kurghan terminasse il suo pensiero, il tipo, che dava le spalle a Kurghan, si girò con una frasetta degna de "Il maschio alpha in 7 lezioni":
"C'è qualche problema?"
Kurghan non pensò. Quella frase era una provocazione.
Kurghan: "Io non ho problemi, ma forse ce li hai tu se ti sei girato per guardarci"
Tipo: "Lei ha interloquito con la mia ragazza ed essendo in una pubblica piazza guardo dove voglio".
Quel messaggio significava molte cose per Kurghan. L'atteggiamento formale legato all'uso della terza persona stava a significare che il tipo, in qualche modo, voleva dimostrare una appartenenza ad un corpo o comunque l'aderenza ad uno standard legato alle classi di potere. Il body language, però significava che il tipo non si sarebbe mai alzato per intraprendere una azione violenta. Questi due dati uniti, stavano a significare una cosa molto semplice: il tipo era stato tirato per i piedi dalla ragazza, che era solo una persona a caccia di emozioni. Tutto era possibile: il tipo avrebbe potuto incassare come alzarsi in piedi e tentare una azione tesa ad umiliare Kurghan di fronte alla decerebrata magari tentando di picchiarlo. Un fatto inaccettabile. Kurghan entrò in allarme, ma senza emozione alcuna: in una frazione di secondo prese coscienza del posto nello spazio che occupava ogni suo singolo osso e di quanto fosse contratto ogni singolo muscolo. Aggiustò leggermente la posa, che da estremamente rilassata, passò a quella di uno scorpione pronto a colpire con la coda in modo da piegare al primo colpo l'avversario nel caso avesse varcato la distanza di sicurezza. In questi casi è questione di attimi e non c'è il tempo di pensare: o incassi o colpisci. A quel punto, ormai completamente dominato dall'istinto del maschio, Kurghan, con le mani ferme sui poggioli delle sedie ed il torace pieno d'aria pronto al contatto,  fissò le pupille dell'incauto antagonista e disse: "Bravo, allora guarda avanti".
Era una palese dichiarazione di guerra.
Il tipo percepì le parole  di Kurghan come uno schiaffo. Abbassò gli occhi e si rimise nella sua posizione originale in silenzio, come piegato dallo sguardo di Kurghan che non lo mollava un attimo. 30 secondi di imbarazzante silenzio.  L'incidente era chiuso, ma la pacifica serata di Kurghan era ormai rovinata: Kurghan era ormai come un proiettile in un fucile d'assalto con il cane armato, nel quale la minima pressione sul grilletto scatena la devastazione più totale. Da quel momento in poi, se il tipo si fosse rigirato o avesse emesso mezzo suono fuori posto, il cane di Kurghan si sarebbe abbassato generando un processo irreversibile: ovvero la reazione di Kurghan mirata a far sedere l'intruso su uno dei piedi della sedia con la faccia gonfia come quella di un criceto che ha mangiato troppo.
Kurghan decise di far passare 10 minuti per calmare i bollori e far abbassare il cane della sua psiche. Poi, notando di essere hiperreattivo, per prudenza decise di andare via. Il proprietario del bar fece un sorriso di circostanza, come a dire "mi dispiace, non è colpa mia". Kurgan rispose con un sorriso di sufficienza, come a dire "non ti preoccupare, chissenefrega". E' in questi casi che il saper dominare le espressioni ti salva dal dover parlare di cose di cui non hai intenzione di parlare.
Dopo una pacca sulla spalla del gestore, Kurghan uscì, dal bar. Ma quando fu accanto al tavolo dell'idiota, Kurghan sentì una sensazione di forza e di potere, che nella sua mente generava di voce che veniva da un angolo profondo della sua mente. La voce diceva una sola parola: "Schiaccialo".
Qualcosa di non reprimibile partì dal baricentro maschile di Kurghan. Un punto interno all'addome posto due dita sopra l'ombelico. Questa energia si irradiò in tutto il corpo di Kurghan: in alto attraversò il torace e si diffuse nelle braccia. In basso pervase le gambe facendo sentire Kurghan come se fosse un tutt'uno con il suolo. Avvolto da questa sensazione di totale dominanza, Kurghan rallentò il passo, abbassò la faccia verso l'intruso e dalla sua bocca uscì cattiva, grave, secca e minacciosa come un dardo la frase: "Ciao bello".
Kurghan continuò ad avanzare lentamente, solennemente, aspettando il difetto nella risposta per rigirarsi e davastare colui che aveva osato rovinargli la serata con la sua stupidità. Il richiamo del maschio aveva mosso la macchina da guerra. L'avventore percepì che non c'era storia. Che quei 90 kili di muscoli l'avrebbero polverizzato senza se e senza ma se avesse risposto in modo sbagliato.
"Buona serata", rispose.
Kurghan continuò ad allontanarsi lentamente, a testa alta, ma con un ghigno cinico. Come a dare al suo nemico la possibilità di ripensarci per decretare così la sua autodistruzione. Dopo 50 metri, quando ormai il tipo era lontano, estrasse da una tasca in segno di incuria il telefono: un prezioso messaggio di una persona che conta era arrivato. E così, come una nuvola di nero fumo si discioglie nel vento, Kurghan, leggendo un messaggio di TuthanBostè, sparì dallo scenario della piazza.
"La gente si lamenta di avere una sorte avversa, ma spesso non si rende conto di essere l'artefice della propria sorte.", pensò Kurghan mentre si stendeva sul letto. Sistemò due cuscini sotto al collo, prese di nuovo il suo libro e si rimise a leggere l'appassionante storia di Hasunohana / Fiore di loto...

Segue...
Ultima modifica: 22 Novembre 2024, 20:14:20 di TermYnator
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