Recuperare relazione seria con ragazza che vuole mantenere la frequentazione

[ilchimico]

Ciao ragazzi, vi sottopongo la mia situazione nella speranza che possa essere utile ad altre persone.

Cercherò di essere schematico.
Io 36 anni, lei 22, ci conosciamo da 10 anni (!), quasi due anni fa ci fidanziamo scoprendo che eravamo già segretamente presi l'uno dall'altro.
Cattolici, decidiamo di vivere senza rapporti né altro, anche se talvolta qualcosa scappa. Vista la mia età (e la sua), le faccio presto presente che non avrei voluto un fidanzamento a tempo indeterminato, ma di sposarci piuttosto presto se le cose fossero andate bene: lei non se lo aspettava ma dice di sí; dopo meno di un anno le faccio la proposta, accetta.
Problema: per mia incapacità e altre problematiche, e un po' per suo timore di parlarmi chiaramente e spiegarmi cosa non va come io avrei bisogno, purtroppo la tratto male per alcune cose praticamente per tutta la relazione. Quasi un mese fa, all'ennesima discussione mi dice che crede di non poter essere felice con me: ci rivediamo cercando di vedere se qualcosa è recuperabile e finalmente inizia a spiegarmi i perché che non capivo; capisco che non avevo motivo di avercela con lei, che se me l'avesse spiegato in passato avrei capito e non sarebbe successo niente. Lei mi crede, ma è comunque affranta. Nei giorni successivi ci rivediamo e sinceramente le spiego di aver capito dove e perché ho sbagliato in questa e in quell situazione; lei non serba alcun rancore verso di me, mi abbraccia, piange, ma mi dice che non riesce a non pensare a quanto è stata male, che non riesce piú a vedermi come prima, che ormai il problema non dipende piú da me perché nei giorni ha visto nel mio comportamento che tutto ciò che ci tormentava prima è scomparso, ma che ora è lei ad avere problemi.
Questo un paio di settimane fa: ammetto di aver fatto un minimo il risentito e di aver lasciato intendere e poi anche detto che avremmo rotto i rapporti, cosa che l'ha molto addolorata: già il giorno dopo mi sono ravveduto e scusato per aver perso la testa, lei come al solito mi ha abbracciato e ha pianto.

Il punto è che adesso siamo formalmente non fidanzati, anche se lei non l'ha detto a nessuno. Ci sentiamo e ci vediamo come quando eravamo fidanzati e sempre su sua iniziativa, incluso vederci tipo un film in auto abbracciati. Subito dopo il distacco mi chiamava ancora amore, ora arriva massimo a tesoro.
Mea culpa, un paio di giorni fa ho provato a baciarla ma ha cercato di evitarlo. Spesso ha espresso di stare male pensando a me e chiedendosi se sto male o se mi ha fatto buttare due anni della mia vita: io, anche se non nei primi giorni del distacco, le spiego che va tutto bene, che era giusto cosí, che avevamo perso le nostre attività, che ora riusciamo a capire dove sbagliavamo eccetera; altrettanto spesso mi dice che la mia presenza è la fortuna della sua vita, che ringrazia il cielo che esisto e che ci sono.

Che faccio? Suppongo che le possibilità siano:
• vuole (riprovare a) stare con me ma è terrorizzata dalla faccenda matrimonio: dopo 4 mesi dalla proposta lei ha iniziato a dirmi che non se la sentiva e io l'ho presa tremendamente male, ergo un rifidanzarci potrebbe riaprire il discorso: allora, quando ci sposiamo, cosa che al momento ovviamente non riesce neppure a prendere in considerazione e non vuole farmi perdere altro tempo, cosa di cui già si rammarica aspramente;
• vuole (riprovare a) stare con me ma ha deciso che non vuole sposarsi a breve, quindi niente da fare;
• altro, a cominciare dal fatto che non vuole piú stare con me punto e basta.

Purtroppo non ho alcuna esperienza in casi del genere, non so se, come quanto e soprattutto quando insistere, se lasciar passare mesi, se nel frattempo esserci o no, se fare l'amico o l'innamorato o cosa.
Nel frattempo sto conoscendo altre ragazze, anche per non cadere nel baratro: lei sa che l'avrei fatto, glielo dissi, ma non che lo sto davvero facendo.

Grazie a tutti.

[ilchimico]

Voglio precisare che ho presente la procedura e la tempistica migliori con cui agire in questi casi (lo so perché l'ho letto, non per altro  ), e ho letto l'istruttiva megadiscussione di Andre7 nella sezione dedicata alle LTR.
Il problema è proprio che in questo caso lei quasi non mi molla e mi impedisce di starmene un po' lontano per farle capire cosa vuol dire starmi lontana, tantopiú ora che sa che non ci saranno piú le questioni che l'hanno fatto stare male. Mi chiedo se, in questo caso, le tempistiche e le modalità da seguire siano differenti 

[Fire Blight]

La faccenda del matrimonio sicuramente ha svolto il suo ruolo: capisco i suoi timori essendo cosí giovane.

Personalmente penso che ormai ci sia poco da fare. Da quanto scrivi sembra che lei ti voglia stare vicina perchè le dispiace che tu soffra per causa sua e perchè è affezionata a te ma non perchè ti vede come un possibile partner.
Non so se hai mai lasciato una persona. È una bella mazzata e ci si sente in colpa. Ho visto tante ragazze che dopo aver lasciato il partner lo continuavano a coccolare per senso di colpa.

Inoltre penso che "una donna prima di lasciare il proprio uomo ci pensa 1000 volte" (semicito un utente del forum). Quando avvine, se non c'è una causa altamente specifica, c'è poca possibilità di rimediare.

[ilchimico]

Chiaro.
Premetto che non voglio ribattere al tuo parere col mio, non solo perché ho deciso di non avere un parere mio poiché so di mancare di obiettività e infatti sono apposta qui per avere lumi, ma anche perché il mio parere è in accordo col tuo: da iperlogico quale sono, tendo a interpretare letteralmente quanto mi viene detto: se è no è no.
Ma se sono qui a parlarne è perché vari amici, sposati, han detto: e va be' capita, rimetti a posto le cose, fatti perdonare, sono crisi che capitano, con le donne devi un po' insistere, fai passare un po' di tempo, lasciandomi sorpreso.
La causa altamente specifica che dici c'è: ci sono state un paio di questioni sospese e irrisolte trascinatesi per tutta la durata della relazione alle quali io ho, con durezza, preteso di trovare una spiegazione logicamente soddisfacente, con conseguenti litigi in cui io battevo i pugni sul tavolo e lei si chiudeva a riccio, spesso piangendo. Un mese fa, l'indomani della decisione di lasciarci, inizia a fornirmi le spiegazioni che cercavo in merito ai suoi comportamenti che non tolleravo: quando le faccio notare che avevo bisogno solo di questo, se ne esce con le già sentite frasi: ma non sapevo che volessi sapere questo, ma io credevo che una risposta del genere non ti avrebbe soddisfatto, ma pensavo che questa cosa fosse ovvia...

Ciò detto, anche poiché sono piú d'accordo con te che coi miei amici, come ho detto ho già iniziato e con gran lena a conoscere altre ragazze, quindi non è che voglio mettermi a perdere tempo con lei. Ma se qualcosa può essere fatto, vorrei farlo: se è davvero un no pazienza, ma se è il classico no che vuol dire no ma sai io in realtà ho detto cosí perché sentivo che..., cioè cose che non capirò mai, allora non voglio perderla per questo sciocco motivo.
In generale io avrei martellato con le altre, in riservatezza, e da qui a tre mesi qualora avessi raggranellato qualcosa (parlo sempre di ltr, non mi interessa altro) avrei fatto in modo di rivederla e di far intendere che mi stavo rifacendo una vita: al momento sono certo che avrei dato a lei la priorità, se avesse voluto. Se invece niente di fatto, pazienza e vai avanti. Ma nella situazione attuale, in cui ci vediamo e ci sentiamo praticamente come prima, non so proceduralmente parlando come muovermi.

[TermYnator]

Sarà l'età, ma io in questa storia ci ho capito poco.
1) Facevate sesso? Si/parzialmente/no.
2) Che problemi avevate?
3) Quando e come vi siete lasciati SE vi siete lasciati?

[ilchimico]

Temo tu abbia ragione, mi accade spesso

1) Piú no che parzialmente. Quel che è accaduto sono stati occasionali toccamenti (lei è vergine e non aveva mai raggiunto il piacere neppure da sola, con me è accaduto due o tre volte) e alcuni rari rapporti orali.

2) Io purtroppo (per lei soprattutto) soffro di una condizione che mi impedisce di capire le intenzioni della persona che ho davanti, anche se mi è ostile o no, né so intuire se mente o no: so solo intendere ciò che verbalmente mi viene detto, piú o meno. È come se avessi bisogno che mi si dica costantemente cosa sta accadendo e perché, altrimenti inizio a interpretare come ostilità o avversione o sfida o minaccia ciò che si verifica differentemente da come mi ero immaginato e a cui non so dare un perché. Ergo ogni banale discussione può tramutarsi in una questione infinita, se non decido di fidarmi ciecamente, a priori, di chi ho davanti, e io questa fiducia non l'avevo.
Primo esempio. Quando andava a scuola ha avuto una storiella con un compagno, che l'ha lasciata perché lei non voleva fare cose con lui: bene. Poi è capitato che il discorso ci finisse sopra, io ho chiesto dei dettagli e lei si è chiusa, lasciandomi intendere chissà cosa: questioni. Poi è emerso che i dettagli erano insignificanti, benissimo, ma ho chiesto perché avesse avuto reticenze a parlarmene e lei si è di nuovo chiusa: questioni. E cosí via. Lei sa della mia condizione, e da ciò mi aspettavo che mi sarebbe venuta incontro, e quando non accadeva, questioni.
Secondo esempio. La mia condizione mi porta a soffrire molto dei cambiamenti di programma, o comunque situazioni che non sono quelle che si erano previste, se se ne erano previste alcune. Dunque mi aspettavo che, quando com'è inevitabile che accadano cambi di programma, lei si premurasse non di scusarsi ma di evidenziare che è capitato, di chiedermi se a me sta bene, anziché limitarsi a comunicarmelo: ciò mi faceva sentire non rispettato, come uno il cui tempo non conta: questioni. Lei, al contrario, si sentiva in gabbia e obbligata a rendermi conto di tutto: sicuramente aveva ragione lei, ma il punto è che lei questo non me lo spiegava: ogni volta che c'era questa questione lei diceva hai ragione, scusa (cosa che io non volevo), e poi la volta dopo rifaceva di nuovo lo stesso. Se mi avesse spiegato una buona volta che non avevo nulla da temere, anziché cercare di ritagliarsi i suoi diritti sgomitando con me, ci avrei creduto tranquillamente e non avrei fatto questioni. Eccetera: potrei fare altri esempi, se necessario.

3) Da aprile, quando mi ha detto che non se la sentiva piú di sposarmi quando s'era deciso cioè a settembre, di minacce di lasciarci ne sono state fatte molte (grande cambiamento dei progetti: ti lascio immaginare le questioni).
A settembre la cosa si è fatta piú concreta. Il 2 ottobre all'ennesima questione lei ha detto che non crede di poter essere felice con me, il 3 abbiamo passato la giornata insieme e finalmente mi ha spiegato tutte le cose che non capivo e che mi facevano (e la facevano) impazzire: le dico, be' allora tutto risolto, davvero non hai piú da temere per il futuro, ma lei dice che non riesce comunque a dimenticare le umiliazioni e la sofferenza che ha dovuto passare. Continuiamo a vederci e a sentirci (e da lí mai piú una minima discussione) e tipo il 7 mi dice che il suo posto non è vicino a me: io mi stizzisco un po', l'indomani le scrivo che non ho alcun risentimento verso di lei e che anch'io, se mi cerca, ci sono. Per un'altra settimana ci rivediamo, inizialmente un po' freddamente ma poi di nuovo affettuosamente, lei capisce (lo dirà) che sto cercando di riallacciare il rapporto e non per questo cerca di evitare di vedermi. Domenica 14 dopo una giornata insieme le dico che deve stare tranquilla perché risolveremo tutto, e lei fa: ma questa cosa non dipende piú solo da te, non è detto che tu possa fare qualcosa: ciò mi indispettisce nuovamente, cerco di portare il discorso sull'esplicito, le dico che non voglio la sua amicizia, che non potrò mai vederla se non come la mia fidanzata, lei dice che non riesce piú a vedermi come prima, che ha sofferto troppo, che ha visto ella stessa che ora le questioni non sono piú da temere, che avevo solo bisogno di un dialogo esplicito, ma che non basta poiché non riesce comunque a dimenticare, pur non avendocela assolutamente con me. Come una settimana prima, l'indomani mi scuso per aver perso la testa e aver fatto quella seppur piccola parte dell'offeso, le spiego di aver sinceramente capito di aver sbagliato su tutta la linea nell'averla trattata con tanta durezza in tanti mesi e bla bla bla, lei come già accaduto in queste circostanze nei giorni scorsi mi abbraccia piange e mi accarezza. Mi prega di continuare a vederci, io dico va bene (immaginavo: vederci ogni tanto, quando capita, nel senso non è che ti odio o ti tolgo il saluto), e quella da due settimane mi contatta 3-4 volte al giorno (io mai), mi chiede se ci vediamo, mi ricorda i progetti che avevamo iniziato tipo leggere quel libro insieme, vediamo film in auto abbracciati, le dico che ho le spalle indolenzite e lei le massaggia, mi ha proposto tornare in Germania a Natale a vedere i mercatini (ci siamo stati un paio di mesi lo scorso inverno, lei ci è rimasta un anno in erasmus e l'ho accompagnata), ho in programma di andare a trovare degli amici sacerdoti a Roma con un amico e lei ha chiesto di venire con noi, poiché costoro hanno delle stanze vorrebbe rimanerci qualche giorno «per stare da sola» ma mi ha proposto di restare lí anch'io per gli stessi giorni dopo la ripartenza dell'amico.

Se uno ci vedesse non direbbe che ci siamo lasciati. Lo dice lei, e lo dice il fatto che ora non ci baciamo piú.

Sarà l'età, ma io in questa storia ci ho capito poco.
1) Facevate sesso? Si/parzialmente/no.
2) Che problemi avevate?
3) Quando e come vi siete lasciati SE vi siete lasciati?

[TermYnator]

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