"A la recherche de l'homme perdu " 10): L'universo oscuro degli occhi di Laura.

Aperto da TermYnator, 10 Giugno 2008, 03:46:01

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TermYnator

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L'incontro non fu un gran che: ero troppo innamorato, e mi mise subito i
piedi in testa, finì con una gran litigata,  e non me la dette.
Rimasi solo a commentare i miei errori, a cercare di capire dove avevo
sbagliato.
Mi massacrai di seghe senza alcun rispetto. Un vero suicidio morale.
Passarono un paio di giorni, nei quali decisi di trovarmi un lavoro. Così
lasciai i miei disegni in un'agenzia.
La segretaria non era male, alta, con due bellissime gambe deliziosamente
evidenziate da un serioso tailleur. Ci provai un po'con un inglese di
Sordiana fattura e tanti gesti.
Non le chiesi neanche il numero di telefono: che caxxo gli avrei detto telefonicamente
senza potermi esprimere con le mani?
Come un muto che racconta una barzelletta ad un cieco...
Pssarono altri giorni, spesi nel vedere Il museo di storia naturale, la Tate Gallery,
i gioielli della corona, e l'incredibile armatura del grande Enrico: con tanto di contenitore blindato para-uccello.
Un giorno Sacha mi invitò ad una festa a casa sua, nel frattempo i
rapporti si erano distesi, eravamo andati qualche volta a sentire dei
concerti di musica classica al Barbicane. Portai con me il buon Giacomo,
che nel frattempo era diventato il mio confidente. Devo ammettere che la sua
parte femminile era una buona carta per riportare sulla terra i miei
progetti sull'amata, ed i suoi consigli erano preziosi.
Andarono via tutti, e rimasi solo con lei. Le stavo dando una mano in cucina a rassettare,
quando mi si buttò addosso.
Me la tirai un po, sapevo che sarebbe finita così.
Le dissi che non c'era fretta, che avevo previsto tutto.
E le mostrai lo spazzolino da denti che fuoriusciva dalla tasca interna del blazer.
Si incazzò come un'arpia, ma era troppo tardi. Andammo a letto, ma mi bloccò sul più bello.
Feci finta di nulla, calmai la mia ira, la ferita dello schiaffo che le avevo dato mi faceva
ancora sentire una cacca. Dormimmo insieme, ma al mattino, mi buttò praticamente fuori:
non voleva che la cameriera ci trovasse al letto insieme.
Ricominciammo a frequentarci, sempre nelle date che la sua agenda le consentiva, però...
Una sera la vidi nel solito stato meditativo, mi rivelò che aveva avuto una notte d'amore
con un amico d'infanzia.
MI disse pure che nel far l'amore si era sentita come se fosse stata la prima volta, come
se non l'avesse mai fatto prima.
I due anni passati insieme, tutti quei ricordi, centinaia di notti, cancellate da due, tre 
pisellate di uno sconosciuto. La solita senzazione di un aratro che ti solca le carni del
petto, mi ricondusse ad uno stato larvale.
Incazzato come un porcospino preso dall'ovatta, decisi di dimenticarla per sempre, non
volevo più sentirla, volevo uscire da quell'incubo dal quale ogni volta pensavo di svegliarmi,
ed ogni volta ricadevo nel buio più cupo. Mi buttai a capofito nel turismo.
Non volevo vedere più donne, ne avevo le palle piene.
Ma una sera, rientrando in stanza  trovai il materasso di Giacomo a terra con una topazza
distesa sopra.
Interrogai Giacomo su quella nuova presenza, anche perchè il Caccola era rigidissimo sulle
presenze: aveva fatto sloggiare dai poliziotti dei ragazzi che avevano ospitato un inquilino
in più una settimana prima.
Mi disse che l'aveva trovata per strada, senza tetto. Era di Bologna, arrivata a Londra
inseguendo un amore impossibile: una mezzasega che si spacciava per rockstar italiana,
che l'aveva messa in cinta. Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Da un po' di tempo infatti, Giacomo si era innamorato ed aveva cominciato ad
essere geloso dei miei flirt, diventando più rompipalle di una donna vera.
Tollero poco le donne con cui sto' quando rompono, figuriamoci uno che non è
neanche femmina....
Cambiai stanza, optando per una singola.
Una sera, al flat del piano terreno arrivarono delle nuove ragazze.
Erano 4, mi furono presentate dal buon Giacomo, il quale ogni volta che
udiva rumori di pollaio non riusciva a non ficcare il naso.
Cenammo tutti insieme, e notai che una, mi guardava con insistenza.
Era un Topone di oltre un metro e settanta, con due grandi occhi da
cerbiatta ed un notevole stacco di coscia. Di pelo nero, si chiamava Laura.
MI è sempre piaciuto il pelo nero, e lei doveva avero nerissimo.
Dopo cena invitai le ragazze in camera mia a prendere qualcosa.
La mia stanza era un rettangolo di circa tre metri e mezzo per due.
Entrando, avevo un armadio di tessuto a destra, poi un robusto piano di
lavoro ed un lavello.
Sulla sinistra c'era il letto, in fondo una frande finestra che dava sui bui tetti di Londra.
Mi sedetti sul piano di lavoro per intrattenere le mie ospiti, con storie brillanti, tratti della mia vita.
Mostrai loro i miei piccoli cimeli, come il mio bicchiere di Sheffield comprato ad un mercatino.
Ogni dettaglio era una storia, ed ogni storia un piccolo viaggio.
Durante quei racconti che portavano le menti lontane da quel posto freddo, incontravo il caldo
sguardo di Laura, ed i suoi neri occhi. E mentre parlavo con loro, i miei occhi dialogavano con lei.
In quegli occhi c'era qualcosa di triste, ma di incredibilmente affascinante. Noi, eravamo da un'altra
parte. Frugavamo nei nostri esseri in silenzio, un silenzio che faceva parte di uno spazio parallelo,
surreale.
La sera di San Valentino, uscimmo in gruppo. Andammo all'Ippodrome, una mega discoteca.
I nostri sguardi si riincontrarono più volte, ed  il patos ci prese.
Il primo bacio fu casuale, non voluto. Poi ce ne fu un altro ed un altro ancora.
Fummo travolti dalle sensazioni, ci sdraiammo sulla scalinata interna della discoteca in
una pomiciata da arresto avvinghiati, con gli arti che si annodavano ed i sessi che si cercavano.
Lasciammo tutti ad agitarsi per andare nella mia stanza, nel luogo dove i nostri occhi si erano
trovati per la prima volta in un'unico scuro universo.
Ci capivamo, e fu una notte di fuoco.
Lei aveva  un ragazzo a Roma, ma non si capivano. Non sarebbe stata li altrimenti
Così cominciammo ad uscire.
continua.
--
TermYnator

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Ultima modifica: 10 Giugno 2008, 03:50:54 di TermYnator
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