Sono un Senzapalle?

Aperto da shyguy, 28 Novembre 2019, 15:02:28

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shyguy

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Pian piano mi sto leggendo tutti i post che reputo interessanti.
Mi sono stampato il TermYpensiero e ho iniziato a leggere i Termydeliri

Forse avrei dovuto terminare la lettura del pensiero prima di andare oltre ma non ho mai avuto, nemmeno all'università, percorsi di apprendimento molto lineari.

Leggendo il post sui "senzapalle" e sull'egoismo del superuomo ho provato a interrogarmi sul... chi sono io (sotto questo pdv).

Parto un po' dal come mi vedo "con gli occhi degli altri" nel senso... come penso di essere se mi vedessi da fuori.
(Credo che non mi piacerebbe vedermi fisicamente, materialmente, da fuori.. come ad esempio non mi piace ascoltare la mia voce registrata...)

Credo di aver imparato, nel tempo, a fare autocritica. A non mentirmi dandomi qualità che non penso di possedere. Quando il mio pensiero, su di me, cozza con i feedback che ricevo... mi metto sempre in allarme. Mi spiego meglio: ciò accade molto spesso sul lavoro, quando sono in un nuovo ambiente o quando vado da un nuovo cliente capita, all'inizio, che riceva feedback molto più positivi rispetto a quanto credo di aver dimostrato e la cosa, sebbene faccia piacere, mi allerta... perchè non mi ci riconosco, perchè penso che quel complimento sarebbe stato molto più gratificante se l'avessi ricevuto non "a priori" o sulla base di qualche piccolo risultato ma... più nel momento del dunque, più quando quei fatti si concretizzano. Anche perchè genera, secondo me, a livello inconscio (o comunque non a livello di linguaggio espresso ma sottointeso) aspettative che potrei non essere in grado di soddisfare NON per una questione di capacità ma perchè a me sono chiari anche i miei punti di debolezza - ad esempio non sono molto costante.

Idee.
Sarà perchè sono un Ariete (non credo nell'astrologia ma sono circondato da persone che ne parlano tutte le mattine!), ma credo fortemente nelle mie idee. Se parlo di qualche argomento lo faccio sempre perchè quell'argomento ho avuto modo di leggerlo, di conoscerlo... e se non lo conosco in maniera approfondita comunque faccio in modo di limitarmi a ciò che so, ciò che trovo razionale, ciò che posso argomentare e spiegare.
Capita a volte (perchè non ero ben informato, perchè l'interlocutore ne sa più di me, perchè ho affrontato l'argomento inconsciamente influenzato da un pregiudizio... etc) che debba ricredermi. Riesco a farlo solo però se il mio interlocutore riesce a dimostrarmi, ad argomentare e a farmi capire che la mia visione era errata.
So che ho parlato di argomenti intesi come "conoscenza" mentre le idee sono, spesso, frutto di propri ragionamenti ma, anche qui, l'approccio è lo stesso. Espongo le mie idee senza nascondermi dietro ai vari "ho sentito dire" etc e mi diverte il dibattito, lo scambio anche sostenuto (purchè non sfoci in volgarità, offese etc in quel caso mi fomento e imbestialisco e cerco di trovare il modo per scaccarti. Stessa cosa mi accade quando, parlando di qualcosa che conosco bene, l'interlocutore all'ennesima spiegazione continua a perpetrare nella sua ottusità...) di punti di vista... il rovescio della medaglia è che a volte vengo considerato "pesante".
Ricordo, con un po' di tristezza, che alla mia ex ogni tanto piaceva questo piglio, questa mia propensione al dibattito.

Non so se è per questa cosa che ho appena descritto o per il fatto che, essendo di indole curiosa, cerco di leggere e conoscere cose sugli argomenti più disparati... ma non ho mai avuto difficoltà a sostenere conversazioni in diversi contesti sociali.
Dalle cene formali con i dirigenti della multinazionale presso cui lavoravo, alle cene con le colleghe della profumeria della mia ex in cui si parlava soltanto di trucco e makeup (argomento su cui sono diventato abbastanza ferrato) fino ad arrivare alle chiacchierate più ignoranti con i 4 ubriaconi operai che frequentano il bar vicino casa.
Certo, ammetto che quando mi sono ritrovato in ambienti in cui si parla di polo, posti esclusivi,  o del quanto è bello sciare facendosi calare da un elicottero su nevi fresche in canada...e altra roba da gente con pacchi di soldi etc... sono argomenti su cui non sono ferratissimo ma in questi casi cambio approccio, ascolto, faccio domande e faccio uscire il lato curioso o, se la cosa è proprio troppo lontana dal mio modo di essere, cerco quantomeno di portare avanti il discorso senza risultare maleducato e cercando magari di dirottarlo su qualcosa su cui posso aver maggior dialettica.

Non credo a ciò che è estremo, ad un bianco ed un nero. Sarà per la mia formazione o per la mia forma mentis ma imho il mondo vive e va avanti per equilibri. Non credo a un concetto di destra o sinistra, per esempio, o di cosa è bene o male secondo la mia religione.
Credo nel fatto che nella vita ci voglia buon senso, credo nella mia morale e nella mia idea di giusto e sbagliato ed è con questa che faccio i conti. Sono a volte un po' sognatore (in realtà spesso tant'è che una delle prime cose che mi disse la psicologa fu proprio che devo allenarmi al "qui e ora") e idealista. E, sebbene sia sempre molto controllato nel linguaggio (ed estremamente prolisso) porto avanti la mia idea anche a costo - in extremis - di arrivare ad esprimermi urtando, offendendo o scaccando chi non ci arriva.
Non temo di aver torto (anche se non mi piace aver torto) e so ammettere quando ho sbagliato o quando il mio pdv non era quello corretto o non ho considerato tutte le variabili etc etc... e a volte mi son preso sonore batoste ma non mi "fanno male", certo brucia ma... cerco poi di capire, ammetto la "sconfitta" e cerco di colmare la lacuna....
Ma allo stesso tempo non condanno il compromesso. Credo come detto, che il mondo vada avanti grazie alla sua tendenza all'equilibrio. Equilibrio vuol dire anche compromesso. (se volete, se vi può interessare, c'è una "storiella" che - per spiegare le basi della teoria del controllo - parla di ciò. Se vi interessa la scrivo o qui o in un altro post)

Ciò non vuol dire che, guardandomi allo specchio, sono fiero di ciò che sono. Ci sono state occasioni in cui inconsciamente (e altrettante: consciamente) ho trasgredito a quella che ritengo essere la mia morale o la mia idea di giusto e sbagliato. Ho fatto cose che se le avesse fatte qualcun altro le avrei "condannate" (nel senso che non sarei stato d'accordo o addirittura avrei rimproverato)... ma che in quello specifico momento, in quella condizione mentale... mi sono apparse non così tremende, non così lontane dalla mia morale... oppure c'era la curiosità di toccare con mano... (mi riferisco al fatto - come avete letto nella mia storia - che ad esempio quando mi lasciò la prima volta la mia ex la seguivo, la pedinavo... o anche al fatto che sono spesso fuggito da conflitti e discussioni quando le ritenevo inutili e basate su cose sciocche... o perchè temevo le conseguenze, mi riferisco al fatto che fumo (nn tabacco) quasi regolarmente prima di andare a dormire, o al fatto che quando ho avuto l'occasione di ricambiare un aiuto ricevuto da un mio caro amico... mi sono negato con una scusa).
Cito, come ultimo esempio, il fatto che ad esempio ho sempre visto di cattivo occhio chi fuma o beve.
Contradditorio perchè io fumo e mi piace bere!.
NI....
Ciò che a me infastidisce del fumo è il sentire il bisogno di fumare. Ciò che mi infastidisce del bere è la sensazione del "devo bermi un bicchiere". Cioè il fatto di non avere il controllo su me stesso e lasciarmi "comandare" da una sigaretta o da una birra. Questo l'ho sempre condannato e, pur fumando e bevendo, non ho mai avuto dipendenza. Ci sono stati periodi in cui fumavo 3 sigarette, poi magari dopo 1 mese non ne fumavo più... poi magari uscivo con colleghi tabagisti e fumavo un pacchetto... ma ogni volta che mi è capitato di dire "mi fumo una sigaretta" NON per il piacere di fumarla ma perchè "HO BISOGNO della sigaretta"... ho sempre preso il pacchetto e buttato via. Non voglio farmi comandare da un pezzo di carta.
Negli ultimi 20 giorni non è proprio così. Più che con il fumo (sto riducendo ma fumo comunque molto di più rispetto ai miei standard, prima un pacchetto di tabacco mi durava tre settimane, a volte anche un mese. Ora si e no 10 giorni) per cui non sento il bisogno di fumare quando - per esempio - sto tutto il giorno in riunione... mi succede con il bere.
Ci sono sere, e ultimamente sono tante sere, in cui proprio desidero bermi un paio di birre e avvertire quella leggera sensazione che ti da l'alcool. Non bevo da ubriacarmi... ma secondo me non è questo il punto. Il punto è che lo fai non perchè ti piace bere una buona birra artigianale... ma perchè vuoi bere e basta, che sia birra o un cocktail... cambiano solo le quantità.
Questo me lo condanno, a volte me lo giustifico, ma è comunque qualcosa che faccio e che è contro i miei principi (e poi fa male alla salute).

Nei confronti del mondo... io difendo i miei ideali e ho la tendenza a difendere anche quelli altrui, anche quando non li condivido (ad esempio per questioni culturali). Credo che questo mio punto di vista traspaia nei confronti degli altri in quanto, per esempio dove lavoro, anche se non sono riconosciuto come un leader, non sono riconosciuto come un responsabile... sono l'unico amministrativo che gode del rispetto degli operai. Spesso mi è capitato di andare a chiedere "ragazzi domani c'è da fare 2 ore di straordinario, non abbiamo potuto dare preavviso" e mi sento rispondere ... vengo perchè me lo hai chiesto tu. E questo mi fa piacere, come mi fa piacere il fatto che dicano, sia quando li cazzio sia quando invece mi congratulo, che loro si trovano bene a lavorare con me perchè "ho una faccia sola".
Allo stesso tempo quando magari si è tutti insieme... non sono il "catalizzatore" dell'attenzione del gruppo. Forse perchè non sono capace ad usare il loro stesso "metro" quando ad esempio si scherza (a me scherzare prendendo in giro qualcuno non piace molto, non è una cosa che son abituato a fare, forse perchè da bambino quello preso in giro per "scherzare" ero io... boh).

Mi piace stare in compagnia, non ho problemi ad uscire con persone che non conosco (ad esempio quando vai ad un compleanno o a un festa invitato ma non conosci nessuno). Certo se non sono proprio in bolla o non riesco a trovare agganci... tendo a volte a stare in disparte... ma non tipo.. in un angolino con il cellulare.. di solito "osservo". Capita che attacco bottone e per magari mezz'ora ho da chiacchierare con tizio e caio, poi magari devo trovarmi un altro aggancio (anche perchè magari tizio e caio sono molto inseriti mentre io no). Oppure trovo chi può essere nella mia stessa situazione...
Ma lo stare da solo (tranne in questo periodo) non è una cosa che mi ha mai spaventato. Anzi spesso cercavo la solitudine. Studiavo a PV e a volte preferivo mettermi le cuffie e girare a piedi per la città girando a zonzo per le strade che non conoscevo... ma se devo scegliere preferisco comunque la compagnia, soprattutto se è una compagnia "non superficiale"... dove per non superficiale intendo la compagnia di qualcuno che conosco o che potenzialmente potrei conoscere e quindi iniziare, mantenere, coltivare, un rapporto. Sebbene, parimenti, frequenti sempre lo stesso bar e mi piaccia stare in compagnia degli habituè per quella mezz'oretta...

A volte mi sembra di essere una sorta di... ossimoro.. di contrasto ambulante.

In conclusione... da tutto sto pippone... sono un senza palle?
Io... penso, di base, di non esserlo...o comunque credo di non essere un senzapalle al 100%.
Ma come dice TermYnator nel suo "delirio"..
tra il dire, il volere, essere uno con le "palle" ci passa di mezzo il rimboccarsi le maniche e... anche aggiungerei anche che se sei uno con le palle.. non è detto che riesca ad esserlo sempre e che non possano capitare "scivoloni"
"Mi scrive sulla bocca le parole che non posso dire quando piango in questo mondo stupido..."

Shark72

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Da quanto riferisci, a mio avviso, non emergono elementi tali da far capire se tu sia un "senzapalle" o meno. Una cosa è certa, dal momento che in alcuni tratti mi sembra di rivedere il me medesimo di molto tempo fa : sei un individuo particolarmente introspettivo, che tende ad iperanalizzare ogni sfumatura, e tipi così di solito hanno estreme difficoltà nel relazionarsi con l'altro sesso, che al contrario richiede immediatezza, sfrontatezza, faccia tosta. Il tuo lavoro deve consistere nel rimuovere, progressivamente, i tuoi limiti e blocchi, attraverso un piano personalizzato, che puoi intraprendere da solo se sei dotato di particolare autocritica.

S.
"Il tuo è un gioco molto politico" - Athos
"Non hai letto il MM? Allora devi essere espulso dal gioco !" - Neo1987
"L' assaporatore ufficiale dell' AdM - TermYnator
"Non è il massimo?E che ti frega, se ti attizza vacci uguale! Piuttosto che niente, meglio piuttosto" - Athos
"Quando fai l' espressione giusta, sei quasi fico" - TermYnator
"Ty delaesh bisnes" - HB insegnante di russo
"Meglio una russa bona, che un' italiana cessa"  - TermYnator
"Sergente Hartman della Fregna" - Azimut, già Expeausition

shyguy

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Si... credo tu abbia ragione.
Non è una cosa che faccio di continuo (altrimenti avrei oramai l'encefalogramma piatto  ;D)
però spesso.
Dalle cose più banali tipo quando mi fumo la mia "sigaretta" prima di andare a dormire e penso magari ad una espressione e dico: con questa espressione indico questo... ma in realtà sto dicendo anche quest'altro... mentre con il sinonimo... il senso sembra lo stesso ma sto dicendo qualcosa di differente perché ha una connotazione più dura etc etc).
Fino ad arrivare al fatto che per dire: ieri sera scopro che la mia ex ha fatto l'accesso al mio account Instagram (l'unico di cui conosceva la pw perché avevamo usato il suo  telefono per caricare delle foto)... e qui iniziano i pensieri... sarà stato accidentale? Non penso... Allora perché? Avrà voluto vedere se ho aggiunto gente ? O se uso insta per parlare con qualcuno? Le sono soltanto venuto in mente e ha voluto curiosare? Avrà voluto vedere se ho tolto qualche nostra foto?... alè un fiume di pensieri...
poi ho spento il cervello dicendomi: fanc++o intanto lei si sta facendo la sua vita e il cogl che ci sta male sono io... e non ci ho più pensato (mi sono dovuto distrarre guardando dei video).

Quindi... si penso di essere a volte troppo bloccato dal fiume di pensieri, emozioni, razionalizzazione delle emozioni... dal "cosa dico"? "come lo dico"? "mi avvicino"? "la bacio"? con i pensieri... e se ho interpretato male? e via discorrendo...

Ma questo percorso... io penso di avere autocritica ma... ammetto che qualche spunto, o una linea guida... qualcosa che mi dia modo di capire la strada e il "come" dovrei percorrerla... poi a camminare... beh devo muovermi io
"Mi scrive sulla bocca le parole che non posso dire quando piango in questo mondo stupido..."

maxcavezzi

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Non mi è chiaro perchè ti frega cosi' tanto dell' opinione del cliente su di te, vendi un qualcosa ?
Donna de quarant'anni buttela a fiume co' tutti li panni. (proverbio romano)