Meditazione, neuroni e cambiamento cerebrale

Aperto da --Alchelion--, 23 Giugno 2012, 22:45:25

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--Alchelion--

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Il fluire della coscienza

Immaginate un quadro d'autore. Un quadro dove luoghi, persone e oggetti, si affacciano sulla tela senza uno schema preciso. Zone di colori differenti creano atmosfere di ogni tipo, alcuni frammenti di una tristezza desolante, altri di una allegria ubriaca.

Un quadro siffatto potrebbe ben rappresentare il contenuto della nostra coscienza. Un continuo fluire di sensazioni, idee, emozioni, in cui il presente si mescola al passato e l'immaginazione ci apre le porte del futuro.

Nel quotidiano, momento per momento, sensazioni, idee, emozioni, si susseguono senza sosta. Ma a ben guardare, alcune sono in primo piano e catturano tutta la nostra attenzione, mentre altre sono sullo sfondo, appena percepibili. L'attenzione e' come una luce di scena che illumina solo una parte del quadro. Ma anche essa non e' ferma, si muove senza un preciso senso logico, portando in primo piano oggetti mentali in un continuo fluire.

Potremmo ritrovarci ad una cena, assaporando un piatto succulento e la nostra attenzione e' immediatamente catturata dal piacere del palato. In quel momento, siamo un tutt'uno con il sapore. Poi, una parola, un suono, e siamo catapultati nel mondo delle idee, quando d'improvviso un altro evento si affaccia sulla scena e ci riporta a quando eravamo ancora bambini... e cosi via , in un continuum senza sosta.

La concentrazione

Nonostante la nostra esperienza quotidiana sia un flusso incontrollato di oggetti mentali, in alcune occasioni sperimentiamo una totale presenza e concentrazione della mente. Chiunque abbia praticato sport a livelli agonistici sa perfettamente che nei momenti di massima prestazione la mente e' completamente vuota, senza alcun pensiero, assolutamente assorbita dalle sensazioni dell'attività presente. Stesso fenomeno si sperimenta quando suoniamo un pezzo particolarmente difficile con uno strumento, o nell'istante di vuoto prima di scattare una fotografia.

La luce di scena

In che relazione sono i due modi di percepire la nostra coscienza, ossia il “flusso  incontrollato” e la “concentrazione”?
E' possibile controllare la  messa a fuoco dei contenuti mentali?
Quali sono gli effetti sul cervello della messa a fuoco di un particolare contenuto mentale?

Tutti gli oggetti mentali sono contemporaneamente presenti nel cervello. Ossia, per ognuno di essi esistono neuroni che inviano messaggi ad altri neuroni, in una complessa rete neurale. Quando parliamo i neuroni inviano segnali nella zona adibita al linguaggio, ma allo stesso tempo, la sensazione di fame che abbiamo viene codificata con altri neuroni che comunicano, e cosi via.

Quella che poco prima abbiamo chiamato la “luce di scena” ossia la possibilità di focalizzare l'attenzione su alcuni oggetti mentali, e' ciò che permette al cervello di attivare alcuni circuiti  (quelle su cui poniamo la nostra attenzione) ed inibirne altri.

La chiave del cambiamento cerebrale

E qui sta il punto fondamentale. L'attivazione di un circuito ha un effetto primario sui processi di apprendimento, percezione e memoria che avvengono nel cervello.  Ossia,  quando ci “concentriamo” quello stesso circuito viene attivato con maggiore intensità, causandone la modifica e quindi l'apprendimento. L'attenzione e' quindi lo strumento che permette di modificare i circuiti celebrali. Il problema e' che in genere non riusciamo a controllare l'attenzione, quindi molte volte andremo a rinforzare circuiti celebrali che sono dannosi piuttosto che quelli che vorremmo potenziare. Si pensi quanto tempo e' speso a pensare a pensieri limitanti (circolari), a sentirsi in colpa, annoiati, ad eventi passati della nostra vita che ci hanno fatto soffrire, o a fare confronti inutili.

Immaginate di poter controllare a piacimento la luce di scena, e di poter quindi consapevolmente selezionare quali circuiti del vostro cervello vengono potenziati e quali ignorati (la non attivazione tende ad inibire un circuito).
Sarebbe possibile percepire quello che avviene dentro di noi in ogni momento e non esserne soggiogati. Quindi non farsi trasportare dagli eventi, avere completa consapevolezza del proprio presente e di come vogliamo che il nostro cervello venga modificato.

Migliaia di anni di tradizione

La capacita' di controllare la luce di scena e' quella che si ottiene con la meditazione. Le tecniche meditative hanno tradizioni di migliaia di anni alle spalle. Di tecniche meditative ne esistono moltissime, e non voglio qui entrare nel dettaglio, ne darò quindi solo una breve descrizione.

Prescindendo dagli inevitabili e profondi risvolti spirituali della pratica meditativa, ne parlerò qui solo in termini pratici. Non e' raro che un approccio pratico lasci poi il posto alla curiosità spirituale, non appena ci si rende conto che la porta che si ha aperto conduce molto più lontano.

Cos'e' la meditazione?  Usando la nostra metafora, meditare significa educare il cervello a controllare la luce di scena sul nostro quadro. E di conseguenza apprendere a governare intenzionalmente il processo di apprendimento del cervello. Cosa possiamo fare con una luce di scena? Sostanzialmente due cose, che corrispondono a due grandi categorie di tecniche meditative. 1) Possiamo mettere a fuoco una porzione del quadro (“concentrazione”), o 2) possiamo allontanare la luce dal quadro ed averne una visione d'insieme perdendo alcuni dettagli  (“consapevolezza non selettiva”).

Pratica

In genere, e' bene trovare un posto ed un momento tranquillo dove meditare. Ci si puo sedere in varie posizioni: loto, mezzo-loto, a gambe incrociate, con una panca da meditazione, o semplicemente seduti su una sedia. Le posizioni in ginocchio favoriscono l'estroflessione del bacino che aiuta la respirazione addominale. All'inizio, la nostra posizione non sara' stabile, e dovremo abituare il corpo a trovare la giusta via. Dopo un po' di pratica ci si potrà completamente rilassare nella posizione, rilasciando ogni contrazione muscolare e dimenticandosi del corpo. Per alcune persone e' piu semplice iniziare con la meditazione sulla “concetrazione”  ed in seguito praticare quella sulla “consapevolezza non selettiva”.

Nella meditazione sulla  “concentrazione” ci si può concentrare su qualsiasi oggetto mentale, ma in genere uno dei più efficaci e' il respiro. In principio, dopo pochi respiri la mente comincia a vagare, cio' e' perfettamente naturale. Quando ci ritroviamo a vagare ritorniamo al respiro, seguendolo nelle sue due fasi di inspirazione ed espirazione con massima attenzione. E' meglio non lottare contro i pensieri ma essere rilassati e lasciarli fluire, tornando pazientemente al respiro.
Il processo di riportare l'attenzione al respiro e' gia' meditazione, e lentamente il nostro cervello apprendera' a rimanere concentrato per maggiori periodi di tempo.

Nella meditazione sulla “consapevolezza non selettiva” si parte come nella precedente, ma si cerca di portare la mente in uno stato in cui tutti gli oggetti mentali sono egualmente presenti in una visione di insieme. Saranno egualmente presenti pensieri, sensazioni del corpo ed emozioni. Ogni volta che una di esse cattura la nostra attenzione la lasciamo andare, tornando ad uno stato neutro e sensibile.

Conclusione

La meditazione, al di la dei suoi comprovati effetti pratici, e' la porta verso il mondo veramente inesplorato che e' dentro di noi. Rimane aperta la possibilità di intravedere gli innumerevoli risvolti in un campo intimamente connesso con il mondo interiore, come quello della seduzione.
Ultima modifica: 23 Giugno 2012, 23:01:01 di --Alchelion--
In bilico fra sacro e profano

Emix

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Citazione
Ossia,  quando ci "concentriamo" quello stesso circuito viene attivato con maggiore intensità, causandone la modifica e quindi l'apprendimento. L'attenzione e' quindi lo strumento che permette di modificare i circuiti celebrali. Il problema e' che in genere non riusciamo a controllare l'attenzione, quindi molte volte andremo a rinforzare circuiti celebrali che sono dannosi piuttosto che quelli che vorremmo potenziare. Si pensi quanto tempo e' speso a pensare a pensieri limitanti (circolari), a sentirsi in colpa, annoiati, ad eventi passati della nostra vita che ci hanno fatto soffrire, o a fare confronti inutili.
+ :up:
Bel topic Alchelion

Io penso che la modificare il proprio carattere non sia facile, perchè il cervello tende a percorrere sempre gli stessi "binari" ed il cercare di cambiare creerà un attrito notevole con quello che eravamo prima. Riuscendo a superare i primi attriti e gli ostacoli che si troveranno di fronte tutto apparirà di una semplicità immane.  :)
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Moro

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Non posso che essere d'accordo, e anche se la pratico in manera saltuaria da ormai 2 anni, ci "vedo" molto più chiaramente di prima
L'uomo mediocre è soddisfatto se pensa come tutti, l'uomo savio è soddisfatto se pensa come pochi. Il vero uomo è soddisfatto se pensa come sé stesso

Naddolo

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gigolò85

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Stavo rileggendo il post, anche secondo me la meditazione potrebbe essere molto utile.  :up:

Lupo

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Citazione di: --Alchelion-- il 23 Giugno 2012, 22:45:25
Immaginate di poter controllare a piacimento la luce di scena, e di poter quindi consapevolmente selezionare quali circuiti del vostro cervello vengono potenziati e quali ignorati (la non attivazione tende ad inibire un circuito).
Sarebbe possibile percepire quello che avviene dentro di noi in ogni momento e non esserne soggiogati. Quindi non farsi trasportare dagli eventi, avere completa consapevolezza del proprio presente e di come vogliamo che il nostro cervello venga modificato.
È verissimo. Me ne sto accorgendo, ed è una bellissima sensazione.
+ :up:

travis

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Mi hai incuriosito, complimenti! Mi sto avvicinando al mondo della meditazione e quindi vorrei cercare di capire bene come evolve la cosa una volta che "ritorniamo" al respiro e quindi impariamo a mantenere la concentrazione su di esso. Lo scopo è quello di allontanare i pensieri? o di focalizzarsi su uno, cioè di puntare la luce di scena su di esso? Grazie in anticipo per le risposte, non si smette mai di imparare e questo forum ne è la prova!

--Alchelion--

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#7
Grazie ragazzi.

Citazione di: travis il 30 Gennaio 2013, 23:25:04
Mi hai incuriosito, complimenti! Mi sto avvicinando al mondo della meditazione e quindi vorrei cercare di capire bene come evolve la cosa una volta che "ritorniamo" al respiro e quindi impariamo a mantenere la concentrazione su di esso. Lo scopo è quello di allontanare i pensieri? o di focalizzarsi su uno, cioè di puntare la luce di scena su di esso? Grazie in anticipo per le risposte, non si smette mai di imparare e questo forum ne è la prova!

Nel caso della meditazione sul respiro, quando si "ritorna" al respiro ci si concentra su di esso. Ossia si "segue" il respiro con attenzione, nella successione di inspirazione ed espirazione. Lo scopo non e' "allontanare" i pensieri, ma piu che altro concentrarsi sul respiro. In pratica esiste uno stato mentale dove c'e' solo il respiro e non ci sono pensieri, si percepisce questa specie di vuoto. Quello e' lo stato che si cerca di ottenere. Se si osservano le pause fra inpirazione ed espirazione ad esempio, si puo avvertire questo vuoto  abbastanza facilmente. Con la pratica, si riesce a stare in questo stato per piu tempo mentre si respira. Per ottenerlo non si deve combattere e reagire ai pensieri, ma si devono lasciar passare, senza condannarsi per aver perso la concentrazione. Questo atteggiamento e' molto piu efficace che una vera propria "lotta" contro  i pensieri, che sarebbe persa in partenza.

Esistono poi molteplici altre meditazioni. Ad esempio ci si concentra sulle sensazioni corporee, o sul flusso di pensieri, sulle emozioni o su altri aspetti. A mio parere la meditazione sul respiro, ed in generale le meditazioni che hanno come oggetto delle sensazioni corporee sono piu semplici per iniziare. Io stesso finora ho praticato principalmente quella sul respiro.
Ultima modifica: 31 Gennaio 2013, 23:02:42 di --Alchelion--
In bilico fra sacro e profano

travis

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Ho capito! beh, ora non mi resta altro che provare! vi farò sapere come andrà! :)