Violenza di genere o giustizia di genere

Aperto da Emix, 09 Giugno 2018, 15:58:28

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Emix

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Ringrazio e accolgo l'invito di Whiteout ad aprire un nuovo topic riguardo il tema in oggetto, il topic da cui è nata l'idea di questa discussione è il seguente ( Problema sguardi moleti )

Su questo topic siete liberi di dire la vostra senza sporcare il thread originale che riguardava solamente una situazione particolare.

Riporto i post che hanno generato questa nuova discussione (nel link sopra riportato potete leggerlo nella forma integrale)

Citazione di: ScarTissue il 09 Giugno 2018, 00:18:40
Se ti va di leggere, questo è per quanto riguarda la parte legislativa, una mera statistica.
Ah hai mai letto in biblioteca o in libreria quei titoli tipo: 'gli uomini sono tutti stro.. '
Oppure 'falli soffrire'. Pensa a parti invertite, nemmeno gli avrebbero fatto pubblicare, all'autore.

Comunque...
Una ricerca dell'Università di San Francisco, pubblicata anche sul Berkeley Journal of Gender, Law & Justice, afferma:
"Abbiamo anche esaminato, attraverso questo studio e precedenti studi della California, i dati più generali sulle disparità di genere nel condannare a morte e abbiamo trovato una sostanziale disparità riguardante il genere-dell'-imputato e il genere-della-vittima. Le donne colpevoli di omicidio capitale hanno molte meno probabilità degli uomini di essere condannate a morte, e gli imputati che uccidono le donne hanno di gran lunga maggiori probabilità di essere condannati a morte degli imputati che uccidono gli uomini. Noi sosteniamo che tutti questi risultati sono in linea con le norme cavalleresche, e possiamo concludere che, nelle decisioni dei pubblici ministeri di chiedere la morte e nelle decisioni delle giurie di imporla, la cavalleria sembra essere viva e vegeta."
FONTE: [Shatz, Steven F. and Shatz, Naomi R., Chivalry is Not Dead: Murder, Gender, and the Death Penalty (February 19, 2011). Univ. of San Francisco Law Research Paper No. 2011-08; Berkeley Journal of Gender, Law & Justice, Vol. 27, No. 1, 2012.].

Sonja B. Starr dell'Università del Michigan ha riscontrato che "le arrestate femmine hanno significativamente più probabilità di evitare accuse e condanne del tutto, e due volte più probabilità di evitare il carcere se condannate", e che a parità di reato e movente, gli uomini subiscono, mediamente, pene del 63% più severe rispetto agli uomini.
FONTE: [Starr, Sonja B., Estimating Gender Disparities in Federal Criminal Cases (August 29, 2012). University of Michigan Law and Economics Research Paper, No. 12-018.]

Theodore R. Curry e colleghi dell'University of Texas hanno "trovato l'evidenza che i delinquenti che vittimizzavano femmine ricevevano condanne sostanzialmente più lunghe dei delinquenti che vittimizzavano maschi. I risultati mostrano anche che gli effetti del genere delle vittime sulla lunghezza delle sentenze sono condizionate dal genere dell'autore del reato, in modo tale che i delinquenti maschi che vittimizzavano le femmine ricevevano le condanne più lunghe di qualsiasi altra combinazione genere della vittima/genere dell'autore del reato".
FONTE: [Theodore R. Curry, Gang Lee, S. Fernando Rodriguez (2004). Does Victim Gender Increase Sentence Severity? Further Explorations of Gender Dynamics and Sentencing Outcomes. Crime & Delinquency 50:319–43.]

Addirittura secondo le statistiche del Dipartimento di Giustizia statunitense  (che inizialmente non divise questo dato a seconda del genere, ma grazie ad Alan Dershowitz del Washington Times, che chiese agli autori di farlo, vennero alla luce i risultati), le donne che uccidono i propri mariti hanno il 12,9% di probabilità di essere assolte e il 17% di ottenere la libertà condizionale, mentre i mariti che uccidono le mogli hanno solo il l'1,4% di possibilità di essere assolti e appena l'1,6% di ottenere la libertà condizionale. Inoltre, le donne colpevoli di aver ucciso i propri mariti ricevono una condanna media di 6 anni, mentre gli uomini colpevoli di aver ucciso le proprie mogli ricevono una condanna media di 17 anni. (Per comparazione, la sentenza media per l'omicidio di un non-familiare, negli USA, è di 14,7 anni).
FONTE: [Michael Weiss, Cathy Young. Feminist Jurisprudence: Equal Rights Or Neo-Paternalism? Policy Analysis No. 256, Cato Institute, June 19, 1996.]

Anche fonti femministe, come uno studio del 2012 su "Feminist Criminology" confermano il dato, mostrando che a parità di crimine, nei reati sessuali, gli uomini ricevono condanne più lunghe:
"L'ipotesi "donna cattiva" affermerebbe che le donne siano condannate più duramente, ma i dati mostrano che gli uomini ricevono condanne più lunghe per i reati sessuali rispetto alle donne. Il supporto è fornito per l'"ipotesi cavalleria" per spiegare l'immediata disparità di condanna".
FONTE: [Embry R & Lyons Jr. PM. (2012) Sex-based sentencing: sentencing discrepancies between male and female sex offenders. Feminist Criminology, 7(2):146-162.]

In aggiunta, uno studio del 2013 afferma che "non è sorprendente che Mellor e Deering (2010) abbiano trovato atteggiamenti differenti nei confronti di abusi sessuali infantili perpetrati da maschi e da femmine in un campione di 231 psichiatri, psicologi, psicologi in prova e operatori di protezione dell'infanzia. I perpetratori femminili avevano più possibilità di essere trattati con clemenza, portando ad una minimizzazione degli abusi sessuali commessi da donne su bambini [...]. Inoltre, il sistema di giustizia penale sembra essere discriminante nei confronti dei maschi. Sandler e Freeman (2011) hanno trovato che al sesso femminile si riduce significativamente la probabilità di incarcerazione per i trasgressori condannati per reati sessuali. Deering e Mellor (2009) hanno confermato un minor tempo di carcere e un più breve periodo di fermo per le pedofili femminili nel loro studio australiano. In termini di politiche di arresto, Felson e Pare (2007) hanno dimostrato che è particolarmente improbabile che la polizia arresti donne che aggrediscono i loro partner maschili. Gli stessi risultati sono stati precedentemente riportati da Brown (2004).".
FONTE: [Koller, Jürgen. "The ecological fallacy" (Dutton 1994) revised. Journal of Aggression, Conflict and Peace Research 5.3 (2013): 156-166.]

Secondo uno studio dell'Università di Harvard, non si salverebbero da questo gap sessista (che viene paragonato a quello razzista nelle percentuali) neanche gli omicidi veicolari:
"In particolare, le caratteristiche delle vittime sono importanti determinanti della condanna tra gli omicidi veicolari, dove le vittime sono fondamentalmente casuali e dove il modello ottimale di punizione prevede che le caratteristiche delle vittime debbano essere ignorate. Tra gli omicidi veicolari, i conducenti che uccidono donne ottengono il 56 per cento di sentenze più lunghe. I conducenti che uccidono neri ottengono il 53 percento di sentenze più corte.".
FONTE: [Bruce Sacerdote and Edward Glaeser. "Vengeance, Deterrence, and Incapacitation." The Journal of Legal Studies 32, 2 (June 2003).]

Una ricerca statunitense del 2001 su 77.236 casi federali ha esaminato le differenze nelle sentenze per quanto riguarda i reati di rapina in banca, traffico di droga, possesso/traffico di armi, furto, frode e immigrazione, trovando che maschi e neri avevano meno probabilità di ottenere assoluzione quando questa opzione era disponibile, meno probabilità di ricevere diminuzioni di pena e più probabilità di ricevere aumenti di pena rispetto a bianchi e a femmine.
FONTE: [Mustard, D. (2001). Racial, ethnic and gender disparities in sentencing: Evidence from the U.S. federal courts. Journal of Law and Economics, 44, 285-314.]

Uno articolo del 2000 su Criminal Justice Policy Review mostra come ancora nel 2000, a Chicago, Miami e Kansas City, le donne continuavano ad avere minori percentuali di incarcerazione. Inoltre, sebbene la discriminazione colpisse maggiormente gli uomini di colore rispetto ai bianchi, non vi era differenza nel trattamento a seconda dell'etnia per quanto riguardava le donne.
FONTE: [Spohn C and Beichner D (2000) "Is Preferential Treatment of Females Offenders a Thing of the Past? A Multisite Study of Gender, Race, and Imprisonment". Criminal Justice Policy Review vol 11 no 2 pp 149–84.]

Questo stesso risultato è stato confermato da una ricerca del 2006 sul Journal of Quantitative Criminology.
FONTE: [Darrell Steffensmeier, Stephen Demuth. Does Gender Modify the Effects of Race–ethnicity on Criminal Sanctioning? Sentences for Male and Female White, Black, and Hispanic Defendants. J Quant Criminol (2006) 22:241-261.]

Minore possibilità di incarcerazione per le donne e sentenze più lunghe per gli uomini sono state trovate anche per quanto riguarda i dati del Sud dell'Australia, come riportato da uno studio del 2010 su Current Issues in Criminal Justice.
FONTE: [Jeffries, Samantha & Bond, Christine (2010) Sex and sentencing disparity in South Australia's higher courts. Current Issues in Criminal Justice, 22(1), pp. 81-97.]

Addirittura nel Regno Unito le linee guida hanno richiesto ai giudici di sentenziare le donne colpevoli di crimini in maniera più leggera rispetto agli uomini( http://www.dailymail.co.uk/news/article-1311004/Judges-ordered-mercy-women-criminals-deciding-sentences.html)

P.S: Ovviamente questo vale in tutto il mondo perchè in tutto il mondo vige lo stereotipo "uomo forte e rude/donna debole, inerme e inoffensiva". Inoltre va detto che sicuramente in Italia questo gap a sfavore degli uomini è ancora maggiore di quanto avviene negli USA, cioè in un nazione in cui la giustizia verso le donne è più severa a confronto rispetto alla giustizia italiana verso le donne, infatti negli USA il "gap" percentuale tra uomini e donne carcerate (92% uomini, 8% donne) è minore del relativo "gap" in Italia (97% uomini, 3 % donne), quindi in Italia in Italia la sproporzione di severità tra donen e uomini è ancora maggiore. Questo significa che in Italia tale disparità a scapito maschile nella giustizia  è sicuramente ancora più netta rispetto alla pur già drammatica disparità a scapito maschile negli USA.


Citazione di: Whiteout il 09 Giugno 2018, 12:15:51
[CUT]
Questo merita un topic a parte, tipo 'Violenza di genere o giustizia di genere'. Ho letto il sito da cui hai preso le info, ma manca qualsiasi commento sul contesto. Intendo dire che sproporzioni così eclatanti avranno probabilmente anche altre cause, oltre al supposto paternalismo dei giudici. Tema da approfondire, ma appunto siamo ampiamente OT.
Se sulla giustizia abbiamo un gap a sfavore del sesso maschile, ci dobbiamo lavorare e esserne consapevoli. Ciò purtroppo non annulla gli altri, di divari, come la maggior disoccupazione delle donne, i salari inferiori a parità di posizione, gli ostacoli alla carriera, la riduzione dell'aspettativa di vita, etc etc.
Non è che un'ingiustizia ne lava via un'altra, quindi inutile ignorare lo stato di fatto.
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Alter riporta tutto in una dimensione più pragmatica, condivido. La storia del concorso, di cui non conosco i dettagli, ha probabilmente una matrice 'affaristica' così come gli ingressi gratis in disco: il concorso serve a vendere sogni e pubblicità, e in ultimo a fare soldi. Il prodotto si adegua alle pressioni del momento per vendere meglio.
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Ecco :lol: Divisione di responsabilità....!

L'argomento è interessante quanto "scottante", vi invito a parlarne con responsabilità in quanto è molto facile offendere per parole scritte alla "leggera".

Buona discussione  :-*
Ultima modifica: 11 Giugno 2018, 10:20:22 di Emix
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