Difficoltà relazionali e 'millennials': un'analisi complessa

Aperto da Whiteout, 13 Marzo 2018, 16:49:53

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Whiteout

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Ho visto recentemente questo video e mi fa piacere condividerlo qui sul forum, perché penso che dia molti spunti di riflessione.

http://www.youtube.com/watch?v=aLo1t5TGLVk#noexternalembed

Non conoscevo Sinek prima, ho visto che ha scritto qualche libro di successo e ci darò un occhio perché la sua analisi in questa intervista mi ha incuriosita e mi sembra condivisibile.
Voi che ne pensate? Vi ritrovate in qualche tratto descritto?
Secondo me è un po' limitante applicarlo solo ai millennials, ma probabilmente in inglese indicano i nati dagli anni 80 in poi, non solo gli adolescenti odierni.
Sull'uso dispensatore di dopamina dello smartphone mi dichiaro assolutamente parte in causa. Ho avuto dei mesi stressantissimi e ho decisamente abusato della connettività perenne  :down: Ci vorrebbe una tre giorni di stacco come nella terapia d'urto antifumo di TermY  :D
Comunque l'intervista tocca molti altri temi, e spiega qualcosa delle diffuse difficoltà relazionali. Il video dura una ventina di minuti ma sono ben spesi!
Ultima modifica: 13 Marzo 2018, 20:44:30 di TermYnator
La Signorina RottermaYer

dani56

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Il video l'ho guardato tempo fa su fb, quindi prendo onere e onere di risponderti per primo. Non so se non propriamente millennial (22 anni domenica), ma quello che dice quest' uomo ha davvero un riscontro nella realtà più o meno vero. Intendiamoci, pure io passo troppo tempo al pc/cell, ma con una sottile differenza rispetto ai miei "compagni" di millennio: interagisco poco e sono poco dipendete dalle chat, anzi, non le uso proprio. Col cell più che altro gioco/vedo video. Ma torniamo alla questione. Trovo che in grandissima parte siano ragazzi(ni) poco maturi, che per ogni sciocchezza cercano comunicazione attraverso internet. Sono stato dentro a centinaia di gruppi su fb, e quasi nessuno si fa problemi a spiattellare i propri affari su un social in attesa che uno sconosciuto dia loro la soluzione alla loro "ingarbugliatissima" vita. Inutile dire che in gran parte sono cazzate sul fidanzato/a oppure finte depressioni inventate sul momento con annesse richieste di attenzione (soprattutto ragazze in questo caso). Intendiamoci, la depressione è una malattia orrenda per chi ne soffre davvero, ma qui siamo di fronte a degli imbecilli che giocano al "malato" come se nulla fosse, pesando che il popolo dell'internet debba loro qualcosa in termini di aiuto e di affetto. Rimanendo ovviamente delusi. Su WhatsApp suppongo la stessa cosa, usandolo io pochissimo. Il discorso sul lavoro è un corollario di quanto detto sopra, ovvero il bisogno di sentirsi importanti e fare qualcosa per essere ricordati. Insomma, le tipiche cazzate che vengono inculcate da serie tv (enorme piaga a mio dire), in un'ottica culturale prettamente americana del "self made man". Il problema secondo me è proprio il non rendersi conto di essere goccie nel mare a cui nulla è dovuto e di essere semplici persone normali (come il 99% del globo), senza avere pretesa di essere vip da Hollywood. Se hai bisogno chiedi, se mi viene in mente aggiungo qualcosa

Micione

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Sono troppo giovane per essere matusa e troppo vecchio per essere moillennial, ma ho visto accadere molte cose ed ho visto la società cambiare.

Quando ero un bambino nacque la rivoluzione digitale, i computer entravano in moltissime aziende ed in molte case, si cominciavano a sentire nomi che parevano quelli di super eroi come quelli dei cartoni animati Giapponesi, che in quel periodo furoreggiavano.
All'inizio (circa 1978) furono solo le bisnonne (forse di più) delle attuali consolle, mi ricordo ZX-Spectrum, Atari, CBS-Colecovision, e la qualità della grafica paragonata ad oggi, era quella delle pitture rupestri paragonata ad un affresco di Leonardo.
Poi (1984) arrivarono i primi "veri computer", "oh fioi.... Marco ha il Commodore C-64, Luca ha lo Spectrum", ecc. ecc. che comunque finivano per essere usati come videogiochi, salvo quelli comprati dai magazzini per gestire inventari ed altro, ma parliamo di roba enorme, aziende con alcune migliaia di articoli a catalogo e spazi sconfinati.
Ancora oltre (1988) arrivarono i veri computer da casa, quelli come i nostri ora, rammento una "enorme novità" nei computer IBM compatibili, erano computer assemblati con vari pezzi, che quindi potevano essere assemblati in base alle necessità d'uso, una vera novità che in quel momento spaccò di brutto.
Nel 1990 con il mondiale di calcio arrivò anche il cellulare e tutti di colpo parevano più vicino, fino al giorno prima, ai bambini grandi ed ai ragazzini, si dava in tasca un gettone telefonico per chiamare a casa, "ma solo se è necessario eh, mi raccomando".
Poi si arrivò a reti sempre più complesse, internet entrò nelle case nei primi anni 2000 e poi divenne gratuito, i telefonini prima iniziarono a fare foto e video (sempre qualità rupestre), poi evolvettero fino a non essere più telefoni, bensì "strumenti di comunicazione multimediali".
Già nel 2008 un coglione decelebrato di 18 anni con uno smartofono in mano, ti rispondeva a qualsiasi domanda, ti chiamava chiunque e poteva chiedere supporto diretto, mentre un professore universitario di 70 anni, un pozzo di scenza, pur avendo un cervello invidiabile, se non sapeva usare "quel coso" era fottuto...
E siamo ad oggi, con i guai di oggi....

Se guardate, "il male di questo tempo" è frutto di "un male" cominciato prima, difficile per me spiegarmi ma ci provo, poi chi capisce ed ha appigli migliori spiegherà meglio oppure chiedetemi delucidazioni, magari riesco.

Se guardiamo il millennio scorso (pare una cosa incredibile, sono 19 anni ad essere più che fiscali) gli avanzamenti tecnologici erano quel che erano.
Un tizio nato nel 1700 ha visto un mondo evolvere, socialmente e tecnologicamente, in modo molto lento, al punto che egli non solo poteva comprendere, ma anche sfruttare al meglio quelle cose, tutte perfettamente alla sua portata, vista la lentezza della cosa.
Quando egli era ormai decrepito, poteva essere tranquillamente additato a saggio, a maestro del mestiere, essere quindi un riferimento per i più giovani, anche se "giovani con i primi capelli bianchi".
Ma se guardiamo oggi, l'avanzamento tecnologico, ha imposto un avanzamento anche alla società e non da poco.
Quando ero un bambino io, nei primi anni 80, una cosa epocale come l'attentato alle torri gemelle lo avremmo saputo solo la sera ed i telegiornali ne avrebbero parlato il pomeriggio dopo, con video "adeguati" solo alla sera.
Ma se ricordate, quando accadde nel 2011 avevamo la diretta, i telegiornali aprirono con quella notizia e relativi video-articoli, in "soli 30 anni" il modo di avere e fare notizie, è accelerato incredibilmente.
Così anche il costume, prima ci si rapportava in modo molto diverso tra persone, nei bar si trovavano i ragazzini di 14 anni con i video giochi ed i vecchi a giocare a carte, ora ci sono locali definiti per fascie d'età, creando così una scollatura non da poco tra le generazioni, come se non bastasse quella tecnologica.
Oggi uno di 50 anni che non abbia il tempo o la voglia di tenersi informato sulle tecnologie in costante e rapido avanzamento, si trova tagliato fuori, al punto che taluni dedicano parte del tempo libero a questo, l'alternativa è essere superati e quindi divenire inutili, ecco spiegate le scollature generazionali che stanno mettendo in crisi soprattutto i giovani, incapaci di relazionarsi correttamente con chi dovrebbe guidarli.
In sintesi io credo che, l'avanzamento tecnologico, abbia prodotto anche dei seri danni alla società, che si è trovata a vivere solo mediante interposta tecnologia, ormai nemmeno più si telefona, si scrivono messaggini su piattaforme varie, questo come evolverà da qui a 5 anni? BOH!?

Chiudo dicendo che, secondo me, l'umanità camminando ha preso una brutta strada, si è trovata non più a camminare ma bensì a correre in discesa, e questa discesa si sta inclinando sempre più, questo sta ulteriormente facendo accelerare l'umanità, voi sapete cosa succede se si corre troppo velocemente in discesa vero?
Si "perdono le gambe", nel senso che non si riesce più a metterne una davanti all'altra in tempo.
Ecco, diciamo che se gli avanzamenti tecnologici degli ultimi 33 anni, fossero avvenuti in 100 anni, questi problemi sarebbero molto ridotti e "gestibili", cosa ora, secondo me, impossibile o quasi.



Scusate la ridondanza di alcuni concetti e lo stile poco lineare, ho cominciato a scrive alle 9.15 nei "buchi di tempo" ed ho finito ora.
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TermYnator

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Penso di poter dire due paroline sui ragazzi di oggi. Senza toni da Roy Batty, perchè pur potendo, mi sembra fuori luogo.

La differenza fra generazioni
Il mondo cambia ed evolve. E questo dal giorno in cui l'uomo si è alzato in piedi. Immagino il pezzo che deve aver fatto il terzo uomo sulla terra, armato di clava, quando dava dello smidollato al quinto nato, ovvero suo nipote. Nipote che invece di usare una clava usava un arco, dimostrando così agli occhi dell'anziano di non aver coraggio. Ho sentito anche io questa tiritera, non da mio nonno (che era un superpalledotato, eroe di guerra su un biplano), ma da coetanei di mio padre. E la sento di nuovo recitare dai miei coetanei nei confronti degli attuali 20/30 enni. Insomma, siamo passati dall'ammazzate mammuts a bastonate all'ordinare sushi con un cellulare dal proprio divano. E' quindi ovvio che ad ogni generazione, si viva più comodamente. Una colpa? Direi proprio di no... Dove sta il problema quindi se il progresso ci fa vivere meglio?

Figli di un monitor
La linea di rottura con il passato credo si possa collocare (perlomeno in Italia) con la diffusione massiccia dei televisori nelle case e con le generazioni che ne cominciarono a fruire. Ovvero dalla mia in poi.
Io ancora giocavo molto in cameretta con giochi creativi (lego, pongo, meccano, colori) ed alle 17 andavo davanti alla televisione a guardare giocagiò. Prima non c'era nulla, dopo c'erano trasmissioni tremende.
La generazione dopo la mia si sfondava di Mazinga z, da allora in poi, (complice la necessità di lavorare di entrambe i genitori), i ragazzini sono stati cresciuti prima dai televisori, poi dai monitor dei computer/playstesciò, infine da zukkemberg e gughel.
La necessità di comunicare quindi, che perla mia generazione era chiedere ai genitori passando per l'obbligo di esporsi, viene lentamente soppiantata con il confrontarsi con il monitor senza preoccuparsi di chi ci sia dietro. In serate in disco abbiamo visto ragazzette chattare fra di loro con il cel stando ai lati opposti di un tavolo... :lol: La responsabilità del comunicare, del farsi carico della propria faccia etc etc, in molti ragazzi diventa un intollerabile fardello.

La necessità di stare in un branco... Da soli
La scoperta che si può comunicare con il genitore monitor (l'unico veramente unisex) non esime i ragazzi dallo spirito di emulazione. Loro infatti sono cresciuti ad idoli: dal fesso a rotelle seduto su un trono alla soubrette tutta glutei ed addominali. E questi figli di un monitor sentono quasi come un diritto il diventare come i loro idoli. Da qui la botta di narcisismo che genera il fenomeno selfie. Selfie sempre più in linea con i modelli: ovvero sessualizzate. Ragazzine con le chiappe di fuori e le tette scarsamente coperte sono la realtà di Instragram. Strani esseri metrosessuali, a metà fra una femina ed un maschio (sono sempre più comuni foto di ragazze con gli addominali scolpiti, le chiappe e le tette di silicone, e tatuaggi ovunque) sono la nuova frontiera delle adolescenti. Ovviamente non manca l'alter ego al maschile...
Complessi a non finire, chirurghi plastici sempre più ricchi, ragazzi sempre più soli.
Non dico quello che succede al loro autopercepirsi sessualmente: da quando insegno seduzione, mai come ora sento parlare di ragazze bisex. Sarei proprio curioso di vedere come si relazioneranno sessualmente fra 5/6 anni tutte ste bisex...

Soluzioni.
IMHO quello che manca a queste nuove generazioni è la famiglia. La famiglia di una volta, con la mamma a casa che gli rompe le scatole se non fanno quello che devono, che parla ai figli, che svolge la sua funzione di educatrice come probabilmente ben pochi maschi riuscirebbero a fare.
Va da se che una scelta del genere passi innanzitutto per la volontà della donna, che lavorando in casa dovrebbe privarsi della soddisfazione di lavorare fuori. Ma questo tipo di soluzione passa anche per le finanze della famiglia: con 1200 €, moglie e figli, se non hai casa tua triboli.
La soluzione non può quindi che partire da una rivalutazione della figura feminile come prima pietra di uno Stato formato da cittadini sani di mente. Lo stipendio alle mamme dovrebbe essere un diritto (IMHO).
Se non si riuscirà in questo, andremo incontro all'estinzione: i millennials sono solo la punta dell'iceberg...

<3


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Micione

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Citazione di: TermYnator il 19 Marzo 2018, 00:13:06
Ma questo tipo di soluzione passa anche per le finanze della famiglia: con 1200 €, moglie e figli, se non hai casa tua triboli.
<3

Con quella cifra vivi al centro sud magari, ma dalla lombardia alla ex Jugoslavia, con 1200€ ci vivi da solo facendo una disceta vita, lo so per esperienza diretta.
In due ce la fai, ma facendo mooolta attenzione alle spese correnti.
Con un bambino sei nella cacca fino al collo, non puoi permetterti NULLA che non sia essenziale, già una pizza una volta al mese potrebbe essere un grosso problema, se poi ti trovi un danno alla macchina, o il semplice tagliando, sei fottuto di brutto.

Per gli amici "sudisti" che leggono:
Il caffè non costa MAI meno di 1€ ma è abbastanza facile pagarlo 1.10€; il gasolio costa 1.39 - 1.45 la benza 1.5 - 1.65
In un comune di 5000 anime, senza ospedale, senza treni e con una line autobus in soli "orari pendolari", perennemente depotenziata al termine delle scuole, SCOMODA ai grossi centri, dotata di un asilo ed una elementare, ma NON di una scuola media, una palestra pubblica per entrambe le scuole, un campo da calcio di infima categoria, nessuno svago se non il bar\tabacchi\giornali con le macchinette mangiasoldi e FORSE un barbiere\parrucchiere, e pochissimo altro, un appartamento 80 metri arredato in affitto, costa 400€ forse col garage, più facile col posto auto fuori in giardino.
Ai quali devi aggiungere il costo carburante per ogni misero spostamento, l'abbonamento ai mezzi pubblici e l'impossibilità di un "salto veloce al supermercato" perchè il più vicino è a 7 km di provinciale, non illuminata, stracolma di curve, asfaltata solo sulla carta.


Perdonatemi la digressione, solo APPARENTEMENTE disgiunta da quanto dice Termy, ma il calo demografico unito ad una assurda "corsa al mattone" che ha visto l'apice ai primi del 2000, ha generato delle inutili colate di cemento, che era meglio fossero riversate su altri ambiti.
Mi fermo, perchè non intendo parlare di politica qui, e perchè come avete capito leggendo me ed il termy, ci sono molte CONCAUSE alla radice del problema, una radice che NON è a fittone (come la carota) ma bensì fascicolata (tipica delle erbacce) cioè un sacco di radici molto lunghe e sottili, senza una principale.
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Citazione di: dani56 il 14 Marzo 2018, 22:13:47
Non so se non propriamente millennial (22 anni domenica)
Auguri in ritardo! ;)  Per la definizione di Millennials mi sa che ci ricadi, sì. Dovrebbero essere i nati dai primi anni 80 fino al 2000, quindi comprendendo dai trentenni agli attuali diciottenni.
Quello che riferisci sullo 'spiattellare i propri affari su un social in attesa che...' credo sia proprio uno dei segnali della difficoltà nel crearsi delle relazioni umane vere, solide, profonde, che è poi il maggior problema stando alla lettura di Sinek. Hai voglia a dire che per chi è cresciuto con internet il virtuale e il reale sono la stessa cosa (io già per questo sono troppo grande ad esempio, ho iniziato a usare la prima posta elettronica a 18 anni!), ma il tempo e la cura e i faccia a faccia richiesti da una relazione duratura, sia di amicizia o intesa in senso romantico, internet da solo non li può soddisfare.
Citazione di: dani56 il 14 Marzo 2018, 22:13:47
(...) serie tv (enorme piaga a mio dire)
Posso chiederti di spiegare meglio cosa intendi?
La Signorina RottermaYer

Whiteout

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Citazione di: TermYnator il 19 Marzo 2018, 00:13:06
Figli di un monitor
(...) i ragazzini sono stati cresciuti prima dai televisori, poi dai monitor dei computer/playstesciò, infine da zukkemberg e gughel. (...) La responsabilità del comunicare, del farsi carico della propria faccia etc etc, in molti ragazzi diventa un intollerabile fardello.
La necessità di stare in un branco... Da soli
La scoperta che si può comunicare con il genitore monitor (l'unico veramente unisex) non esime i ragazzi dallo spirito di emulazione. (...) Da qui la botta di narcisismo che genera il fenomeno selfie. Selfie sempre più in linea con i modelli: ovvero sessualizzate.
Sì. È proprio questo scollamento fra realtà-relazione e virtuale-solitudine (solipsismo, o ci sta bene anche onanismo a questo punto!) a costituire un terreno fertile per tanti comportamenti poco sensati, che generano soprattutto infelicità e solitudine.
Poi non dimentichiamo che i figli imparano non quel che si pretende di insegnargli a parole, ma imparano dall'ESEMPIO dei loro genitori: e i ragazzini di oggi sono proprio i primi figli dei Millennials... Se già c'è la mamma 35enne intenta a spararsi il selfie finto-gioviale con la bocca a culo di gallina e il pushup leopardato, non stupisca che la bimba di 4 anni provi le stesse pose davanti allo specchio e via via di questo passo in un crescendo di sovraesposizione di sé e sessualizzazione della propria immagine.

Proprio l'esempio dei genitori, e la loro presenza FISICA con i figli, sono due elementi molto traballanti al momento attuale. Ad esempio si sente propugnare l'importanza di un 'tempo di qualità' speso con i bambini. Lo si dice in genere per dire che, anche se lavori e sei via di casa venti ore al giorno, le ore restanti devi dedicarti completamente e serenamente al bambino per 'rimediare' alle assenze. Sticazzi. Un bambino ha bisogno di tempo, tanto tempo, e questo è vero soprattutto quanto più è piccino.
Allora, pur condividendo nel complesso l'analisi di TermY, credo che al paragrafo 'Soluzioni' servano dei corollari. Ad esempio:
- i bambini (di nuovo, mi riferisco soprattutto a bambini piccoli, parliamo anche solo dei primi 2/3 anni di vita, nei quali si gettano già delle basi pazzesche per lo sviluppo della persona) hanno bisogno di contatto e di presenza, e si percepiscono in una triade formata da se stessi e dai due genitori. Sarebbe importante che entrambi i genitori potessero avere garantito un periodo a casa, anche piuttosto lungo. Se non erro in certi paesi scandinavi i neo genitori hanno un anno di permesso da usare nei primi anni del bambino, e ciò vale sia per la madre che per il padre
- certo nei primissimi mesi è la presenza della madre che è fondamentale, ma non crediate che il babbo sia una presenza ininfluente. Tuttaltro! Anche solo con il suo diverso tocco, tono di voce, modo di relazionarsi col mondo esterno, il padre fin da subito rappresenta per il bambino una modalità diversa, non materna, e un ponte verso il mondo esterno
- la presenza del padre non dovrebbe essere solo mera presenza fisica e aiuto pratico alla madre (beninteso, che in molti casi mancano anche queste due cose apparentemente ovvie), ma un legittimo e riconosciuto esercizio della funzione paterna nella sua complessità. Spesso questa legittimazione e riconoscimento manca proprio da parte... delle donne di famiglia! Quante volte si sentono donne dire ai propri mariti o figli: lascia stare (la pappa/il pannolino/il passeggino/quelchevipare) che non sei capace/non lo fai come lo faccio io....! Una generazione di uomini allevati per essere derubati della loro prerogativa maschile, per allevare a loro volta altri bambini e bambine privi di un vero riferimento paterno...
Su questo andrei avanti a scrivere un papiro, facciamo che mi limito e se qualcuno ha interesse per il tema vi rimando a un articolo che ho letto giorni fa e ho trovato stimolante (https://www.uppa.it/educazione/pedagogia/evoluzione-del-ruolo-del-padre/).
Citazione di: TermYnator il 19 Marzo 2018, 00:13:06
Soluzioni.
Va da se che una scelta del genere passi innanzitutto per la volontà della donna, che lavorando in casa dovrebbe privarsi della soddisfazione di lavorare fuori. (...) Lo stipendio alle mamme dovrebbe essere un diritto (IMHO)
Quel che è certo, è che attualmente non siamo un paese per figli. Dare la possibilità alla madre di scegliere di poter stare a casa sarebbe già un passo, visto che oggi nel 90% dei casi la scelta manco te la puoi porre. Moltissime persone credo che sceglierebbero di stare a casa, se potessero (= sostegno economico e prospettiva di rientrare nel mondo del lavoro), almeno per i primi anni.
Detto questo, secondo me è illusorio pensare che tanto basterebbe. Anzi.... non oso immaginare i danni di tante mamme frustrate e iperprotettive protratti per anni e anni... meglio vivere qualche avventura indipendente all'asilo, piuttosto!
Citazione di: TermYnator il 19 Marzo 2018, 00:13:06
Se non si riuscirà in questo, andremo incontro all'estinzione: i millennials sono solo la punta dell'iceberg...
Già...
La Signorina RottermaYer