TermYeditoriale: Maschere e matrice

Aperto da TermYnator, 06 Giugno 2011, 07:42:36

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TermYnator

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A seguito di uno scambio epistolare, mi è tornato alla mente un tema caro alla mia adolescenza: la maschera.

Cosa è una maschera?
Una maschera è una sovrastruttura comportamentale, creata per nascondere adeguandosi al contesto, la propria interiorità. Si ricorre all'uso di maschere quando non si è certi del proprio modo di fare, quando si ha paura di non essere all'altezza della situazione, o quando si teme di essere notati o presi di mira.

Superman e Clark Kent
Il celebre personaggio di Shuster, per poter fare una vita normale, cela i suoi superpoteri e si maschera da fotografo timido ed impacciato. Questo tipo di maschera, sebbene possa sembrare ridicolo, è in realtà molto usato. Nel TM, ho descritto l'essenza delle persone, ovvero la loro componente istintiva e vincente come Immagine Virtuale (IV), e la componente che vedono gli altri come Immagine Reale.
L'Immagine Reale (IR), è di fatto un compromesso ottenuto tramite l'educazione sull'individuo, per avvicinarlo all'Immagine Sociale (IS).
La fonte dei mali del non rimorchiante, è nella mia visione delle cose, lo scollamento che esiste fra IV ed IR, scollamento che non esiste nei "natural". Il "natural", è quindi un personaggio perfettamente adattato al contesto sociale, che possiede una IV molto simile all'IS, e conseguentemente una IV praticamente identica all'IR. Detto personaggio, esibirà comportamenti in linea con ciò che la matrice impone per un uomo (l'IS), e lo farà istintivamente, ovvero senza pensarci. Questa istintività, genererà immediatezza e darà l'impressione che il comportamento sia naturale, spontaneo.
Chi invece ha uno scollamento fra IR ed IV, esibisce un comportamento che egli non sente istintivamente, ma che, per ragioni di adattamento razionale al contesto, egli copia dall'IS. In pratica, usa una maschera.
L'effetto del mascheramento, è quello di esibire comportamenti che seppur formalmente corretti, non sono istintivi. I microsegnali facciali e l'espressività corporale, saranno quindi dissonanti dal messaggio veicolato verbalmente, e risulteranno artefatti, oltre che più lenti a livello di reattività.
Tornando a Superman, ognuno di noi ne possiede uno: la propria IV. Ma per adattarci alla società, tendiamo a nascondere il superman nascosto e ad esibire il Clark Kent che la società accetta di buon grado.

La scelta delle maschere, e lo scollamento IV/IR
Durante la crescita, alla prima occasione di inadeguatezza, si impara a fingere competenza per non sentirsi inferiori. E' la prima maschera, atta a non sentirsi un uomo in mutande. A mano a mano che la vita avanza, e le esperienze si diversificano, le vecchie maschere si rivelano incomplete, rivelando di nuovo l'uomo in mutande.
L'uomo reagisce adottando nuovi comportamenti mascheranti presi dai modelli della matrice, e perfeziona la propria maschera, allontanandosi sempre più da se stesso e dalla propria IV.
Questo modo di procedere snaturante, non consente una vera e propria crescita, ma solo il radicarsi dei propri difetti, che vengono alla luce nelle situazioni dove non ci si può più nascondere: come accade nel sedurre.
L'effetto devastante di questo modo di fare, è quello di trovare donne che risultano sedotte da una persona che non siamo noi, e che conseguentemente non ci dicono nulla. L'uomo esulta per il successo conseguito, ma immediatamente dopo si mette di nuovo alla ricerca di qualcosa che lo soddisfi intimamente.
Non lo troverà finchè non mostra se stesso, ed attrarrà per quello che è.

Getta la maschera e mostra te stesso
Le donne, con la loro estrema sensibilità, individuano immediatamente una maschera. Per questo, anche se una maschera può facilitare l'accettazione in un gruppo, sulla media distanza provoca enormi problemi: le donne di valore, non risulteranno convinte, non si lasceranno andare, e conseguentemente non si lasceranno sedurre.
L'unico modo per evitare questo problema, è quindi gettare la maschera, e recuperare la propria istintiva capacità di essere maschi.

Ma se uno non possiede particolari pregi?
Non è certo usando una maschera che convincerai gli altri di averne. Supponiamo che tu abbia una dialettica inesistente: non è vestendoti da manager della Raspman & Brothers che la aquisirai. Giacca e cravatta, non ti daranno quello che ti manca. E non te lo darà neanche l'uso dell'opener alla moda, o la posa alla Jhon Waine.
Mentre un buon corso di dizione unito alla lettura di qualche libro, possono aiutarti molto di più.
Se ti senti un morto di pippe, non è certo incarnando il personaggio del tombeur de femmes che narra delle sue infinite conquiste, che riuscirai a convincere le femine a far sesso con te. Molto meglio incuriosirle con il tuo mondo interiore. Basta imparare a raccontarlo in modo accattivante.

Conclusione
Se vuoi una vita ricca, piacevole e popolata da donne che ti fanno sentire il migliore degli uomini, devi imparare a vivere te stesso. Per farlo, devi affrontare la vita di petto e senza maschere. Da principio, sarà dura e batterai i denti su ogni ostacolo. Ma presto, farai esperienza e comincerai ad apprezzare te stesso e la tua reattività.
Se fai un errore, non pensare di essere un inetto: torna a casa, e cerca la soluzione affinchè quell'errore non si ripeta. Poi, torna sul campo con la tua nuova arma, ed insisti nella tua lotta.
Pezzo dopo pezzo, costruirai un Vero Uomo.
Ultima modifica: 06 Giugno 2011, 07:47:22 di TermYnator
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AlterEgo

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TermY, mi viene una domanda... Parli su Superman che si maschera da Clark Kent per essere accettato dalla società; così facendo Superman nasconde i suoi poteri e si riduce ad uno sfigatello timido e impacciato.
Il paragone che fai è casuale o significa che ognuno di noi ha delle capacità che tiene nascoste per farsi accettare dalla società?


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TermYnator

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Citazione di: AlterEgo il 06 Giugno 2011, 12:03:55
TermY, mi viene una domanda... Parli su Superman che si maschera da Clark Kent per essere accettato dalla società; così facendo Superman nasconde i suoi poteri e si riduce ad uno sfigatello timido e impacciato.
Il paragone che fai è casuale o significa che ognuno di noi ha delle capacità che tiene nascoste per farsi accettare dalla società?
La seconda che hai detto. Ci sono persone che non osano mettersi in primo piano, per la paura del giudizio in generale, pur possedendo qualità che magari esprimono solo quando sono soli, o con amici strettissimi.
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Shark72

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#3
Caro Maestro, mi identifico perfettamente in quello che hai scritto. Io sono assolutamente convinto di aver vissuto tutto il processo di disallineamento dell' immagine virtuale da quella reale negli anni tra le medie e l' inizio dell' università, il tutto con la finalità di conformarmi agli standard di immagine sociale richiesti dalla matrice del contesto di riferimento. Mi spiego meglio, esponendo il succo della mia storia di quegli anni.

Sono stato sempre educato in modo non dico oppressivo, ma decisamente rigido e fiscale, insomma la presenza dei miei genitori è stata particolarmente invasiva, pur non mettendo in dubbio la loro buona fede. Tanto per dirne una , a 16-17 anni, ancora di uscire la sera non se ne parlava, se non il sabato, con l' obbligo di rientrare entro la mezzanotte, più una lunga serie di paletti per tutto il resto, dovevo praticamente chiedere il permesso per tutto. Fin dalle elementari, a scuola sono sempre andato bene, e mi bastava fare poco per ottenere risultati, quindi non esisteva solo lo studio, ma svolgevo una vasta gamma di attività : sport, giochi all' aria aperta, pesca, musica, insomma non stavo fermo mezzo secondo. Quindi non posso dire di essere stato un novello Leopardi, che ha abbandonato tutto per il suo studio matto e disperatissimo. Tuttavia mi sono stati instillati dei valori di riferimento secondo cui dovevo essere un bravo ragazzo, studioso e soprattutto giudizioso ; ed il fatto che alla mia età di allora un modello simile di ragazzo non fosse per nulla vincente nel campo seduttivo, veniva visto come una circostanza del tutto irrilevante : "l' importante è che si diplomi con il massimo dei voti, poi si laurei presto, entri a lavorare in azienda, e nel frattempo, prima o poi, incontrerà la ragazza giusta con cui costruire un futuro" . Già, in teoria, il ragionamento potrebbe filare, l' hanno fatto in tanti, vissuti felici e contenti (poi, anche su questo, boh...ci sarebbe da ridire), ma conteneva una pecca fatale : ma chi l' aveva detto che fossero quelle le mie aspirazioni ? Io però allora non avevo nè le palle per puntare i piedi, nè tantomeno chiarezza riguardo ai miei reali obiettivi. Avessi avuto allora la consapevolezza e la solidità di oggi, allora avrei detto "no ragazzi, grazie per avermi portato fin qui, mi dispiace ma questo percorso non fa per me, non mi interessa" .

Le conseguenze delle mie "non scelte" sono state devastanti. Mi sono diplomato con il massimo dei voti, ma il "treno" delle superiori è stato perso ; del fatto che per me l' universo femminile fosse un' entità sconosciuta, sembrava non fregare niente a nessuno ...a titolo di esempio, portavo occhiali spessi come fondi di bottiglia, avevo l' armadio pieno di polo, un fisico dinoccolato e quasi rachitico, ci fosse stato un cane a dirmi "ma levati sti occhiali, dove caxxo vai con queste polo, ma fai un pò di palestra che hai due spalle che sembrano una gruccia".
All' inizio dell' università le cose non sono migliorate : il biennio di ingegneria , oltre a essere un campo di fave, non mi lasciava nemmeno un minuto di tempo libero. Nella vita esisteva lo studio e basta, e se non si faceva così non si andava avanti. Poi ho avuto una decisa reazione, e le cose sono migliorate parecchio, sono arrivate molte esperienze, fino a che non mi sono laureato e sono entrato in azienda. E lì mi sono nuovamente fottuto : abbandonato il giro dell' università, la mattina mi alzavo presto per andare a fare pratica in cantiere, e quindi la sera alle 10 ero a letto, per 5 giorni a settimana. In un simile quadro è avvenuto , in una maledetta serata al Mirage ,l' incontro con la mia ex, dalla quale ho avuto la mia bimba. Il resto è storia di oggi.

Riassumendo, dopo aver investito quelli che dovevano essere gli anni migliori della mia vita prima nello studio, poi nel lavoro e nella famiglia, a parte lo studio che l' ho terminato presto e benino, il resto è stato un totale fallimento. Era inevitabile : fondamentalmente a me, di lavorare in azienda qui al paesello, e di farmi una famiglia, non me ne fregava un caxxo. Ho aderito allo schema della matrice, e ho fallito miseramente.

Il processo di riallineamento tra IV e IR è ripartito solo con la fine del mio matrimonio. Solo da allora ho preso effettivamente in mano la mia vita, e mi sono totalmente liberato dal condizionamento altrui. Ancora devo lavorare per completarlo, però ho la netta sensazione di esserci. La riprova sta nel fatto che questi anni il campo mi ha dato più ragione che torto, mentre gente che allora invidiavo, è finita (un metro e mezzo di giro vita, moglie vecchia e culona, ecc. )

S.
Ultima modifica: 06 Giugno 2011, 17:20:59 di TermYnator
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Beeblebrox

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Anche io mi identifico molto in una cosa del genere, con la differenza che i "due me" convivono consapevolmente, ora mi spiego. Da bambino ero una persona molto espansiva, estremamente entusiasta per ogni cosa, grande improvvisatore ed estremamente sensibile, con un carattere simile a JD di Scrubs. Tutto questo è cominciato a cambiare nel settembre del 1988, perchè questa data, per chè in tale data ho cominciato ad andare a scuola. La scuola in cui mi trovai a finire non era una scuola 'normale' dove tutti i bambini finivano dopo l'asilo, ma una scuola privata gestita da preti in centro città (sia chiaro i preti non mi han mai fatto nulla direttamente). E' stato l'ambiente scuola a cambiarmi, la scuola era mediamente frequentata da figli di professionisti che per il loro lavoro non potevano occuparsi dei propri figli negli orari della scuola statale, ma che avevano bisogno di una scuola a tempo pieno. L'impatto con i compagni di classe fu, non buono, ma inizialmente accettabile, tranne con un piccolo gruppo, col passare del tempo fui preso di mira da più persone, soprattutto bambini più grandi che mi utilizzavano da bersaglio per i loro passatempi, ogni sera a casa era terribile, dopo aver finito di fare i compiti, ossia verso le 9 di sera, cenavo e poi piangevo con mia mamma che cercava di consolarmi, inoltre mio padre mi continuava a ripetere che la scuola statale faceva schifo e mi minacciava di mandarmici se non avessi mantenuto le prestazioni ad un certo livello (dietro c'era mia nonna che tirava i fili). Da li ho cominciato a utilizzare una sorta di seconda personalità che mi ha reso una sorta di "Shrek". Dopo le elementari dai preti, cambiammo casa trasferendoci in un paese vicino e su insistenza di mia mamma venni mandato alla scuola pubblica, anche tale esperienza non fu una gran cosa, chiuso in me stesso non riuscivo a fare amicizie tranne con qualcuno, quella fu la seconda caduta in cui lo Shrek si impossessò di me, finite le medie, il nuovo me scelse di fare un Istituto Tecnico Industriale, ovvero una bellissima scuola per soli uomini, i miei decisero di mandarmi in un'altra scuola di preti, in tal scuola ci passai l'adolescenza con pochi amici e privo di mezzi di trasporto, visto che di amici nel paese dove vivevo (e vivo ancora) non ne avevo e gli amici in città uscivano in città e io ero completamente tagliato fuori. Finita la scuola di cui non mi poteva fregare alcun ché, ho tentanto di cercar lavoro, prima c'era l'ostacolo del militare, poi visto le mie caratteristiche fisiche ove ero estremamente magro, 186cm x 60kg, venni riformato, dopodichè feci vari lavoretti, nell'ultimo trovai un collega Ezio, che stranamente vedeva ciò che ero e non ciò che sembravo essere, alla fine di quell'esperienza mi decisi ad iscrivermi all'università, per la prima volta scelsi Io (con Io intendo il mio Io vero) e scelsi economia politica. L'università è stata il mio primo punto di svolta, dove ho cominciato a riscoprire chi fossi veramente ed in un promo periodo ci sono riuscito molto bene, poi le cose sono andate peggiorando, fino a quando sn finito a far l' Erasmus in Svezia, in cui l'altro me il peggior me è venuto fuori, in tutta probabilità che reagire agli altri studenti che mi sono trovato lassù come compagni d'avventura, ciò nonostante qualcuno è sempre riuscito a vedere il vero me. Il punto di svolta è stato il 24 Maggio di quest'anno dove mi sono reso conto di questi due modi di essere dicotomici ed ho incominciato ad eliminare la parte Shrek.

Emix

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Citazione di: TermYnator il 06 Giugno 2011, 07:42:36
Questa istintività, genererà immediatezza e darà l'impressione che il comportamento sia naturale, spontaneo.
Chi invece ha uno scollamento fra IR ed IV, esibisce un comportamento che egli non sente istintivamente, ma che, per ragioni di adattamento razionale al contesto, egli copia dall'IS. In pratica, usa una maschera.
L'effetto del mascheramento, è quello di esibire comportamenti che seppur formalmente corretti, non sono istintivi. I microsegnali facciali e l'espressività corporale, saranno quindi dissonanti dal messaggio veicolato verbalmente, e risulteranno artefatti, oltre che più lenti a livello di reattività.
Usare le maschere è pesante ed alla lunga non fa sentire bene con se stessi. Ripensando alle mie esperienze, vedo che quando ci nascondiamo la reattività drasticamente cala e che le azioni che abbiamo compiuto non vengono considerate come ciò che sentiamo dentro NOI.

Citazione
Ma se uno non possiede particolari pregi?
Non è certo usando una maschera che convincerai gli altri di averne. Supponiamo che tu abbia una dialettica inesistente: non è vestendoti da manager della Raspman & Brothers che la aquisirai. Giacca e cravatta, non ti daranno quello che ti manca. E non te lo darà neanche l'uso dell'opener alla moda, o la posa alla Jhon Waine.
Mentre un buon corso di dizione unito alla lettura di qualche libro, possono aiutarti molto di più.
Se ti senti un morto di pippe, non è certo incarnando il personaggio di Termy che narra delle sue infinite conquiste, che riuscirai a convincere le femine a far sesso con te. Molto meglio incuriosirle con il tuo mondo interiore. Basta imparare a raccontarlo in modo accattivante.

Quello che penso io è che, pur vivendo mondi ed emozioni nella propria testa, se non si è capaci di trasmetterli comunicando si avranno dei problemi, perchè il mezzo di trasferimento di informazioni è proprio la comunicazione e se fa schifo quest'ultima anche il messaggio veicolato sarà scadente.

Citazione
Pezzo dopo pezzo, costruirai un Vero Uomo.
Sicuramente lo farò.

+1  :up: per il post Termy!


Citazione di: Shark72 il 06 Giugno 2011, 13:02:48
Il processo di riallineamento tra IV e IR è ripartito solo con la fine del mio matrimonio. Solo da allora ho preso effettivamente in mano la mia vita, e mi sono totalmente liberato dal condizionamento altrui. Ancora devo lavorare per completarlo, però ho la netta sensazione di esserci. La riprova sta nel fatto che questi anni il campo mi ha dato più ragione che torto, mentre gente che allora invidiavo, è finita (un metro e mezzo di giro vita, moglie vecchia e culona, ecc. )

S.

Daje! Hai fatto cose che molti si sognano di fare...
+1  :up:


Citazione di: Beeblebrox il 06 Giugno 2011, 15:15:58
L'impatto con i compagni di classe fu, non buono, ma inizialmente accettabile, tranne con un piccolo gruppo, col passare del tempo fui preso di mira da più persone, soprattutto bambini più grandi che mi utilizzavano da bersaglio per i loro passatempi ...

Mi rivedo nel passato di molti di voi e scopro che anche qualcuno a scuola è stato un "bersaglio" come me...
Non è stato affatto divertente...

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-Nova-

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- Mc -

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CitazioneBest of, perdio
ci sto!  :up: +1 a termy
- Mc -