Seduttività, o: di quelli che non seducono mai

Aperto da Naddolo, 04 Giugno 2013, 17:22:38

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Naddolo

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Questo forum è destinato ad attirare varie categorie di persone: la maggior parte in verità sono quelli che vengono in modalità "voglio sedurre tizia: ditemi cosa devo fare"; poi c'è una sottocategoria, ovvero quelli mollati da tizia, disperati, e che la vogliono riconquistare. Una piccolissima parte sono tizi che, per qualche motivo, sono venuti in contatto con questo mondo, con certe tecniche e accortezze, e ne scorgono le potenzialità per migliorare un qualcosa che già sanno (in parte) fare.
Infine la categoria per eccellenza: i non seduttivi, quelli che non seducono mai, manco per sbaglio.
Se uno si guarda attorno si rende conto facilmente di una cosa: che tutti, prima o poi, un  qualche tipo di fighetta se la trovano; trovano i brutti, trovano i grassi, trovano gli ignoranti, i rozzi, i burini, quelli senza soldi, senza alcun tipo di fascino e di dote particolare. Eppure esiste una categoria di persone, in aumento negli ultimi anni, che pur magari avendo qualche tipo di qualità, senza magari essere brutta, stupida e povera, non rimorchia mai.

La domanda allora è: chi sono questi? E perché non rimorchiano mai?

I non seduttivi sono, in linea di massima, persone cosiddette evitanti; sono individui che si sentono socialmente inadeguati, con scarsa stima di sé e molto sensibili alle critiche e alle valutazioni degli altri nei proprio confronti. Tale persona ha in genere un elevato senso di auto-consapevolezza, che la porta a essere ipercritica, sempre vigile, ossessionata dal fare un qualcosa solo quando si sappia di poterla fare perfettamente, in modo da prevenire sul nascere qualsiasi ipotesi di critica. Spesso si sente poco interessante ed utile per gli altri; allo stesso tempo non ha alcuna fiducia negli altri "loro non possono capire".

In sostanza tale caratteristiche fanno si che il nostro eriga una serie di staccionate emotive, di barriere che lo dividono dal resto del mondo, e che fanno si che si riesca a sentire perfettamente solo anche in mezzo ad un sacco di gente. Da un lato si svilisce e si sottostima; dall'altro, reazione opposto e contraria, necessario bilanciamento dell'inconscio, ha anche una elevatissima idea di sé, e cerca di provarla, dimostrarla, in attività di nicchia nelle quali si specializza; attività che porrà al di sopra di tutto; attività in genere poco apprezzate dalla maggior parte delle persone, e che lo convinceranno ancora una volta della stupidità e superficialità degli altri. L'idea è: "gli altri sono imbecilli; io sarei pure un figo, ma loro non riescono ad apprezzarmi. Che mondo di cacca"

La persona evitante evita allora il più possibile veri rapporti con le altre persone; è superguardingo, sempre sul chi va là; e si apre solo quando ha piena e completa fiducia nella persona che si trova di fronte.

Capiamo bene come tali caratteristiche siano antitetiche ad ogni idea di seduzione: sedurre (o perlomeno provare a )significa esporsi, avere il coraggio di esporsi. La seduzione è essenzialmente esibizione di sé; in tale esibizione si cerca di rendere lo spettatore prima incuriosito, poi interessato, ed infine lo si fa salire sul palco a esibirsi insieme a noi, da coprotagonista.

Per fare questo il seduttore deve essere pronto a darsi, come dire, in balia dell'altro; per questo deve esser pronto ad affrontare tutti gli aspetti più reconditi e problematici di sé; dal momento che, mettendosi in tale condizione, il rischio del rifiuto, della critica, è sempre dietro l'angolo.
La seduzione richiede un elevato grado di temerarietà; soltanto rischiando, dando all'altro se stessi, si gettano le basi perché possa nascere qualcosa; perché ci possa essere fiducia ci deve essere un primo che ha deciso di fidarsi: il seduttore è quello che dà fiducia; e se la cosa volge per il meglio, riceverà a sua volta fiducia.

Ma per dare fiducia, e torniamo al punto di partenza, bisogna di base avere fiducia in se stessi; pensare che siamo ok, e che troveremo qualcuno che ci apprezzerà, ci darà fiducia: l'esibizione, talvolta la spettacolarizzazione di sé nell'atto seduttivo è rischiosa perché c'è sempre il rischio di esagerare; di darsi troppo, di cadere nella teatralità evidente, e di farsi ridere dietro in quanto pagliaccio; ma non puoi esagerare neanche nell'esser riservato, nel fare il tenebroso; rischi di non iniziare neanche quell'opera di costruzione del ponte tra te e l'altra persona.

La seduzione è un atto perennemente in bilico tra il darsi troppo e il darsi troppo poco; una piccola sbavatura, e si è fottuti.

A dirla tutta gli evitanti hanno problema di cui il sedurre è solo una parte; essi infatti, sfiduciati, non riescono a calarsi profondamente nel mondo, si vietano di esperirne la drammatica contradditorietà nell'azione e non solo in potenza; non si consentono di vivere, di vivere da propositivi; tanto non riescono a provarci con una tizia, tanto non riusciranno a farsi portatori di qualcosa di nuovo, e quindi di rischioso, in altri ambiti.

Ovviamente non ho una soluzione ai vostri problemi: non esistono situazioni che si risolvono semplicemente leggendo qualcosa. Consiglio solo di farsi una domanda: è più rischioso provare e subire il rischio d'uno scacco, oppure trovarsi tra 30 anni a guardarsi indietro autocommiserandosi per l'inutile vita che si è condotto? Se è così, allora dovete trovare dentro di voi la forza per andare al di là di tutti i vostri rancori, odi, antipatie, e provare. Un giorno morirete, e non è detto che ce la farete; ma almeno sarete morti combattendo

Edward Bloom

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Caro Nad, piacere di leggerti!

Mi piace la tua analisi, condivido in particolare questo passaggio: "sedurre (o perlomeno provare a )significa esporsi, avere il coraggio di esporsi. La seduzione è essenzialmente esibizione di sé; in tale esibizione si cerca di rendere lo spettatore prima incuriosito, poi interessato, ed infine lo si fa salire sul palco a esibirsi insieme a noi, da coprotagonista".

La soluzione, secondo me, esiste. Consiste nell'imparare, appunto, ad esporsi. A piccolissimi passi, iniziando da se stessi, passando le persone con cui ci sentiamo più a nostro agio, e progredendo verso le persone più "difficili", come le ragazze o chi ci mette in soggezione.

Per "esporsi con se stessi" intendo cose semplici, alla portata di tutti, che però per molti sono tabù, perché queste persone iniziano automaticamente a giudicarsi = osservarsi dal di fuori con spirito critico = bloccarsi. Esempio: chiudersi in casa, o in macchina, e parlare da soli ad alta voce per mezz'ora, cantare a squarciagola sotto la doccia, e mille altre cose.

Non si supererà mai la paura di essere giudicati dagli altri finché non si smette di auto-giudicarsi.

Shark72

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Innanzitutto, benritrovato .  :coolsmiley:

Mi piace abbastanza la tua chiave di lettura del fenomeno "non seduttività" . Io posso affermare, alla luce del profilo che ne hai tracciato, di essere stato portatore della sindrome del soggetto evitante. Non ero propriamente nè brutto, nè stupido, nè povero, ma non rimorchiavo mai. E i comportamenti che hai descritto, mi calzavano abbastanza :

Citazione di: Albachiara il 04 Giugno 2013, 17:22:38


I non seduttivi sono, in linea di massima, persone cosiddette evitanti; sono individui che si sentono socialmente inadeguati, con scarsa stima di sé e molto sensibili alle critiche e alle valutazioni degli altri nei proprio confronti. Tale persona ha in genere un elevato senso di auto-consapevolezza, che la porta a essere ipercritica, sempre vigile, ossessionata dal fare un qualcosa solo quando si sappia di poterla fare perfettamente, in modo da prevenire sul nascere qualsiasi ipotesi di critica. Spesso si sente poco interessante ed utile per gli altri; allo stesso tempo non ha alcuna fiducia negli altri "loro non possono capire".

In sostanza tale caratteristiche fanno si che il nostro eriga una serie di staccionate emotive, di barriere che lo dividono dal resto del mondo, e che fanno si che si riesca a sentire perfettamente solo anche in mezzo ad un sacco di gente. Da un lato si svilisce e si sottostima; dall'altro, reazione opposto e contraria, necessario bilanciamento dell'inconscio, ha anche una elevatissima idea di sé, e cerca di provarla, dimostrarla, in attività di nicchia nelle quali si specializza; attività che porrà al di sopra di tutto; attività in genere poco apprezzate dalla maggior parte delle persone, e che lo convinceranno ancora una volta della stupidità e superficialità degli altri. L'idea è: "gli altri sono imbecilli; io sarei pure un figo, ma loro non riescono ad apprezzarmi. Che mondo di cacca"

La persona evitante evita allora il più possibile veri rapporti con le altre persone; è superguardingo, sempre sul chi va là; e si apre solo quando ha piena e completa fiducia nella persona che si trova di fronte.

Trovo assolutamente mirabile questo passaggio :

Citazione di: Albachiara il 04 Giugno 2013, 17:22:38
Capiamo bene come tali caratteristiche siano antitetiche ad ogni idea di seduzione: sedurre (o perlomeno provare a )significa esporsi, avere il coraggio di esporsi. La seduzione è essenzialmente esibizione di sé; in tale esibizione si cerca di rendere lo spettatore prima incuriosito, poi interessato, ed infine lo si fa salire sul palco a esibirsi insieme a noi, da coprotagonista.
........................................


Comunque, alla fine, siamo sempre lì : la paura di esporsi e mettersi in gioco, che nasce dalla scarsa fiducia in noi stessi. Quindi, per completare l' analisi, occorre focalizzarsi su questa scarsa fiducia in noi stessi, e capire da dove viene.

Pure questo ci sta.

Citazione di: Albachiara il 04 Giugno 2013, 17:22:38
A dirla tutta gli evitanti hanno problema di cui il sedurre è solo una parte; essi infatti, sfiduciati, non riescono a calarsi profondamente nel mondo, si vietano di esperirne la drammatica contradditorietà nell'azione e non solo in potenza; non si consentono di vivere, di vivere da propositivi; tanto non riescono a provarci con una tizia, tanto non riusciranno a farsi portatori di qualcosa di nuovo, e quindi di rischioso, in altri ambiti.


Comunque, + 1.
"Il tuo è un gioco molto politico" - Athos
"Non hai letto il MM? Allora devi essere espulso dal gioco !" - Neo1987
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Spartacvs

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Citazione di: Albachiara il 04 Giugno 2013, 17:22:38
La domanda allora è: chi sono questi? E perché non rimorchiano mai?

I non seduttivi sono, in linea di massima, persone cosiddette evitanti; sono individui che si sentono socialmente inadeguati, con scarsa stima di sé e molto sensibili alle critiche e alle valutazioni degli altri nei proprio confronti. Tale persona ha in genere un elevato senso di auto-consapevolezza, che la porta a essere ipercritica, sempre vigile, ossessionata dal fare un qualcosa solo quando si sappia di poterla fare perfettamente, in modo da prevenire sul nascere qualsiasi ipotesi di critica. Spesso si sente poco interessante ed utile per gli altri; allo stesso tempo non ha alcuna fiducia negli altri "loro non possono capire".

Lo sai che ai tempi di usenet, du f.i.d.m. (roba da paleolitico) venne fuori una discussione col termy che ci sono elementi dalla personalità talmente forte e schiacciante da risultare antiseduttivi? Una sorta di iper-narciso? Ora valla a ritrovare quella discussione su google groups......
Per chi vuole: restiamo in contatto via Pm.

Naddolo

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Citazione di: Spartacvs il 04 Giugno 2013, 18:52:56
Lo sai che ai tempi di usenet, du f.i.d.m. (roba da paleolitico) venne fuori una discussione col termy che ci sono elementi dalla personalità talmente forte e schiacciante da risultare antiseduttivi? Una sorta di iper-narciso?

lo ritengo molto vero. un iper.narciso si ritiene insostituibile, il migliore; una persona da venerare. ha in mente solo se stesso, e non pensa d'aver bisogno d'altro fuori di sè.

la conseguenza è che una persona del genere non farà mai solo un passo verso qualcuno; si attende che gli altri riconoscano la sua superiorità, e gli si prostrino; e che le femmine lo riconoscano come montone senza che lui abbia fatto nulla.

Non ha quindi nessuna voglia di parlare, condividere, esporsi: se lui è il migliore, gli altri possono solo che riconoscerlo e chinarsi di fronte alla sua potenza. Stiamo parlando di un delirio schizoide naturalmente; una che la pensasse così è da rinchiudere; ma pensieri del genere, magari non espressamente formulati, magari non del tutto lucidamente, credo che abbiano sfiorato la testa di molte persone; la mia sicuramente si

Shark72

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Benritrovato anche a te .

Citazione di: Edward Bloom il 04 Giugno 2013, 18:09:06

La soluzione, secondo me, esiste. Consiste nell'imparare, appunto, ad esporsi. A piccolissimi passi, iniziando da se stessi, passando le persone con cui ci sentiamo più a nostro agio, e progredendo verso le persone più "difficili", come le ragazze o chi ci mette in soggezione.

Per "esporsi con se stessi" intendo cose semplici, alla portata di tutti, che però per molti sono tabù, perché queste persone iniziano automaticamente a giudicarsi = osservarsi dal di fuori con spirito critico = bloccarsi. Esempio: chiudersi in casa, o in macchina, e parlare da soli ad alta voce per mezz'ora, cantare a squarciagola sotto la doccia, e mille altre cose.

Non posso che condividere, la politica dei piccoli passi, del resto, è quello che proponiamo qui dentro ogni giorno.

Citazione di: Edward Bloom il 04 Giugno 2013, 18:09:06

Non si supererà mai la paura di essere giudicati dagli altri finché non si smette di auto-giudicarsi.


Su questo non sono d' accordo, o quantomeno, non sono d' accordo con l' interpretazione più spontanea che mi viene di queste parole. Cioè, leggendo questo passaggio, vien da pensare che tu sostenga che non ci si debba mai giudicare nè tantomeno criticare, ma amarsi sempre e comunque, a prescindere. E tale interpretazione è avvalorata da altri post nei quali illustri il tuo pensiero.

Ecco, io ritengo, in posizione diametralmente opposta, che è proprio da una feroce autocritica, che si deve ripartire : riconoscere in maniera obiettiva i propri limiti, per poterli superare, e gettare il cuore oltre l' ostacolo. Autocritica che deve essere costruttiva, non distruttiva : c'è questo e quest' altro che non va, allora, per migliorare, devo fare questo e quest' altro, non dirsi, semplicemente, faccio schifo, sono un fallito, un perdente, una nullità.

Io ammetto che in passato, per lungo tempo, è stata proprio la parte costruttiva che mi è mancata. Non rimorchiavo mai, e per questo motivo, mi odiavo, mi sono letteralmente autocrocifisso : ma credo che questo sia avvenuto perchè non vedevo minimamente la cosiddetta luce in fondo al tunnel, non avevo la più pallida idea di come fare ad uscire da uno stallo sempre più devastante .




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Naddolo

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grazie ad edward  ed a sharke (il +1 non è arrivato, ma sticazzi. non servono a nulla)

Citazione di: Edward Bloom il 04 Giugno 2013, 18:09:06

La soluzione, secondo me, esiste. Consiste nell'imparare, appunto, ad esporsi. A piccolissimi passi, iniziando da se stessi, passando le persone con cui ci sentiamo più a nostro agio, e progredendo verso le persone più "difficili", come le ragazze o chi ci mette in soggezione.

Per "esporsi con se stessi" intendo cose semplici, alla portata di tutti, che però per molti sono tabù, perché queste persone iniziano automaticamente a giudicarsi = osservarsi dal di fuori con spirito critico = bloccarsi. Esempio: chiudersi in casa, o in macchina, e parlare da soli ad alta voce per mezz'ora, cantare a squarciagola sotto la doccia, e mille altre cose.

Non si supererà mai la paura di essere giudicati dagli altri finché non si smette di auto-giudicarsi.

trovo molto vero quel che dici. bisogna imparare ad accettarsi, a esser meno critici; o a esser critici in senso buono: a riconoscere che delle cose possono esser migliorate, ma non distruggerci e martirizzarsi se non ci si riesce all'istante; a non pretendere la perfezione. Ci si prova, ci si impegna; e ciò è già è una cosa; dopodichè ci si aggiusterà strada facendo, poco alla volta, senza frenesia.

Aggiungo: esser portatori di un mondo differente, più complesso e sfumato della media, e che quindi può incontrare più resistenze e critiche di personaggi medi e piatti (ciò per dire che spesso non è pura paranoia la paura del rifiuto; ma andremmo in ambito socio-filosofico, e forse è il caso di risparmiarcelo) non ci deve far astenere dal trovare un modo per comunicarci; nulla di importante è stato mai conquistato senza un po' di sforzo.

Dante

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#7
Cavolo, sembra di leggere la mia vita in questo post. Lo sento molto vicino.

Secondo me, questo, insieme a "Dedicato ai niubbi." di Acqua dovrebbe essere linkato a tutti quelli che sono a uno stadio 0 come il sottoscritto prima ancora dei termypensiero e termydelirio. Best of e +1(già dato appena ho visto finito di leggere il post)

CitazioneDa un lato si svilisce e si sottostima; dall'altro, reazione opposto e contraria, necessario bilanciamento dell'inconscio, ha anche una elevatissima idea di sé, e cerca di provarla, dimostrarla, in attività di nicchia nelle quali si specializza; attività che porrà al di sopra di tutto; attività in genere poco apprezzate dalla maggior parte delle persone, e che lo convinceranno ancora una volta della stupidità e superficialità degli altri. L'idea è: "gli altri sono imbecilli; io sarei pure un figo, ma loro non riescono ad apprezzarmi. Che mondo di cacca"
THIS! Questa è la chiave assoluta del Topic.

Troppo spesso, specie in ambienti nerd, ci si considera delle specie di cervelloni super intelligenti - senza spesso nessuna prova nella vita di questo fatto, tra l'altro - per compensare una qualche forma di autostima vacillante. Io ho sempre avuto questo problema. E guardando la situazione con gli occhi di oggi credo sia dovuto a una qualche forma di difesa. Contro cosa, dipende molto dal nostro vissuto.

La mia parziale cura a questo fenomeno è stata:
1) Un passo umiltà. Smettere di pensare di essere per qualche ragione mistica speciale.
2) Smettere di giudicare me stesso senza essere propositivo. Niente "Sono un fallito!", ma piuttosto "Ho il problema XYZ. Fa cagare, è umiliante. Ma qual'è la soluzione?!
3) Esposizione gradualmente a situazioni fuori dalla mia zona di confort. Il mio caso è stato tentare il rimorchio in street. Non partivo con l'idea di fare chissà cosa Niente di eclatante. Già fare un complimento ad una ragazza di passaggio era una prima vittoria. Salutare le ragazze che non conoscevo al supermercato. Se mi trovo in un locale di ristorazione è c'è una ragazza sola mi siedo e chiedo gentilmente se vuole scambiare due chiacchiere mentre consumiamo il pranzo insieme. . Etc.

Sono lontano dall'essere un seduttore, ma già oggi facendo questi accorgimenti la mia vita è iniziata ad andare molto molto meglio.
Ultima modifica: 04 Giugno 2013, 20:00:44 di Dante
"I veri uomini non hanno fetta, perché dentro di loro sanno che prima o poi quello che vorranno lo avranno. "

Edward Bloom

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Citazione di: Shark72 il 04 Giugno 2013, 19:05:39
Su questo non sono d' accordo, o quantomeno, non sono d' accordo con l' interpretazione più spontanea che mi viene di queste parole. Cioè, leggendo questo passaggio, vien da pensare che tu sostenga che non ci si debba mai giudicare nè tantomeno criticare, ma amarsi sempre e comunque, a prescindere. E tale interpretazione è avvalorata da altri post nei quali illustri il tuo pensiero.

Ecco, io ritengo, in posizione diametralmente opposta, che è proprio da una feroce autocritica, che si deve ripartire : riconoscere in maniera obiettiva i propri limiti, per poterli superare, e gettare il cuore oltre l' ostacolo. Autocritica che deve essere costruttiva, non distruttiva : c'è questo e quest' altro che non va, allora, per migliorare, devo fare questo e quest' altro, non dirsi, semplicemente, faccio schifo, sono un fallito, un perdente, una nullità.

Attenzione: giudicarsi, nel senso di questo post, non è sinonimo di criticarsi, e le critiche non sono incompatibili con l'amarsi.
Mi spiego.
Molte persone, quelle insicure in particolare, vivono in un costante stato di auto-giudizio. È come se osservassero dall'esterno ogni singolo proprio comportamento, ogni singola mossa, criticando ferocemente i propri errori e magari esaltandosi per i successi. Questi soggetti non sono mai liberi, neanche quando sono soli, perché sono comunque sempre giudicati: da se stessi. Ciò ha effetti paralizzanti sullo sviluppo della persona, sulla sua capacità di comunicare e, quindi, anche di sedurre.

Amarsi, invece, è imprescindibile. È assolutamente la cosa più importante di tutte. E l'amore, quello vero, è totale ed incondizionato. Ciò significa che qualunque cosa succeda, essa non dovrà incidere sulla quantità di amore che provo per me stesso. Non è forse questo l'amore a cui tutti aneliamo? Non vorremmo tutti essere amati semplicemente per quello che siamo, nella nostra interezza, senza condizioni ("ti amo / però tu..")? E allora, iniziamo a darlo a noi stessi questo genere di amore.

Ma amarsi non vuol dire evitare di criticarsi. Anzi. Vuol dire evitare le critiche distruttive e mantenere quelle costruttive. Vuol dire evitare di pensare "sono un coglione perché ho fatto x" e pensare, invece, "ho sbagliato a fare x, la prossima volta farò y". La differenza tra una vita felice e una non felice sta tutta qui. Nel nostro modo di interpretare la realtà. Non mi sembrano quindi due posizioni opposte le nostre, ma simili, anche se per me il processo non deve partire da un'autocritica "feroce", ma "consapevole", quindi lucida e non influenzata dalle emozioni del momento.

Shark72

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Così il tuo pensiero è decisamente più organico e compiuto. Amare sé stessi significa anche riconoscere i propri errori e difetti, ovviamente in modo costruttivo, con il proposito di lavorare sodo e risolvere problemi.

Altrimenti si poteva intendere un messaggio fuorviante del tipo 'comunque vada io mi amo e sono il migliore, è il resto del mondo che non se ne rende conto' .
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ilmaredinemo

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Mi riconosco molto nel post di Albachiara, ma ad oggi avendo lavorato su me stesso, non in alcuni punti e vi illustro quali.

In effetti anche io ho trovato massima espessione della mia creatività in un'attività che volendo potremmo definire di nicchia. Il teatro. Volendo dicevo, perchè il teatro è cosi' legato ormai da millenni all'uomo che probabilmente lo abbandonerà difficilmente. Che sia poi un attività seguita da pochi, un pò mi addolora, ma da un altro canto, intatto rimane il mio amore per esso. l'unica cosa che mi spaventa è non avere più i mezzi e le forze per farlo.
Non vi nascondo che mi piacerebbe restaurare un vecchio casale a due piani e con giardino annesso, per vivere al piano di sopra e fare teatro tutti i giorni, come fosse la bottega di un artigiano, al piano di sotto, dove poi dare spettacoli per 20/30 persone per volta.
Comunque il teatro crea emozioni a non finire ed attrae molto, per questo, le donne. Più di una volta mi è capitato di trovarmele a dosso dopo uno spettacolo (in mezzo ad mare di sfortuna con l'altro sesso, almeno questo!), ma mai me ne sono trombata una, nonostante mi sembravano disponibili. Troppa paura. Troppo narcisismo.
Tutto questo per dire che il teatro mi piace farlo, se poi è un'attività di nicchia o un modo per sublimare, pazienza!

L'altro punto riguarda il narcisismo, l'eccessiva stima di sè per compensare la propria insicurezza. Fondamentalmete rimango una persona insicura, ma essendo già un pò di tempo che mi indago per riconoscere punti di forza e talenti, su cui scommettere, oltre a difetti e meschinità, da correggere o accettare, non mi considero certamente un istrione. Anzi trovo inutile e controproducente la vanità, perchè ci impedisce, accecati da noi stessi, di ascoltare quello che è più grande di noi e di diventarne, talvolta, tutt'uno.

Infine, sono convinto anche io che quello che abbiamo da esprimere, vada appunto rimesso al giudizio degli altri uomini e del tempo che passa. O si riceverà la notizia del suo valore o della sua inutilità.

Shark72

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Faccio fatica a comprendere una cosa, ancorché banale : se io ti chiedessi, in modo brutale, "Perché non trombi?" tu cosa risponderesti? Mi convince poco la generica congettura 'troppa paura, troppo narcisismo'. Sono due cose che fanno a pugni. Seconda domanda, cos' è che ti mette paura, di preciso?
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Citazione di: Shark72 il 06 Giugno 2013, 22:18:47
Faccio fatica a comprendere una cosa, ancorché banale : se io ti chiedessi, in modo brutale, "Perché non trombi?" tu cosa risponderesti? Mi convince poco la generica congettura 'troppa paura, troppo narcisismo'. Sono due cose che fanno a pugni. Seconda domanda, cos' è che ti mette paura, di preciso?

Caro Shark, mi costa un pò di fatica aprirmi, ma pur non conoscendoti di persona mi fido di te e ti rispondo volentieri.

Non trombo perchè avendo una disponibilità finanziaria misera, non dispongo del denaro per offrire il minimo ad una donna, almeno i primi tempi. Figuriamoci se dovessi andare a convivere. Capisci come questo mi precluda la possibilità di avere relazioni con le mie coetanee, eccezzion fatta per quelle che vogliono solo un avventura e via, con le quali tutto sommato qualche possibilità potrei averla, visto che sono carino, lo dicono soprattutto le donne, prima molto di più e che faccio sport e mi mantengo in forma.

Inoltre è da un anno che i miei circoli sociali si sono ridotti all'osso. Ho la mia squadra di calcio, le persone che collaborano con me alla realizzazione di un cortometraggio a cui sto lavorando e pochi ma veri amici. Purtroppo non mi basta e mi sento molto solo. Con una gran voglia di uscire e di aprirmi alle persone o almeno di provarci.

Non trombo a causa della mia inesperienza nelle relazioni con l'altro sesso. Mi sembra di correre una matatona con uno zaino a dosso che contiene pietre per 10 kg. Si rimane indietro. E sai una cosa? Non conviene neanche più cercare di raggiungere gli altri, ma battere sentieri alternativi.

Più di una volta ho avuto la chiara sensazione che una donna, da sola in mia compagnia, non aspettasse altro che la baciassi e forse anche altro. Oh! non ho mai avuto il coraggio di farlo. E quasi sempre erano loro che ci avevano provavato. Figurati.

Comunque capisco quello che vuoi dire. Se volessi veramente trombare ci riuscirei a costo di sputare sangue. Ci ho pensato e mi accorgo che ci sono momenti della mia vita in cui sono particolarmente arrapato, altri dove sono più apatico. In generale la creazione a teatro mi appaga e penso mi sottragga energie per la ricerca di una donna, comunque non mi sono mai sentito "un morto di figa come gli altri", anche se la mancanza di donne mi addolora profondamente. Mi manca il loro calore, il loro affetto e forse presoci gusto il loro corpo.

Chi lo sà!

Con questo post non voglio assolutamente tediarvi. Capisco perfettamente che dallo stallo in cui sono caduto posso uscirne solo io, rimboccandomi le maniche. Provando e riprovando.

Inoltre vi chiedo scusa se in questi anni di frequentazione del forum forse sono stato un pò presuntuoso. Avrei dovuto tenere l'atteggiamento di chi viene a imparare e si consiglia con gli altri.

Vi auguro buone cose.

Roberto

Shark72

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Innanzitutto grazie per la stima e la fiducia, non mi hai tediato affatto, anzi, al contrario, ti sei esposto in modo decisamente efficace e coinvolgente.
Questo ti rende onore, e sopratutto costituisce la 'prima pietra' del cantiere. Sembra una mossa facile ammettere apertamente la propria condizione, ma è la più difficile di tutte. Hai elencato in modo molto utile e pratico quello che non va, e sinceramente da te non me lo aspettavo : immaginavo risposte evasive, fumose. Quindi molto bene.

Da domani iniziamo ad entrare nello specifico, per far diventare quella zavorra non più di 10 kg, ma di 8, poi 6, poi 4.

S.
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freeheart

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Complimenti per il bel post posso dire che mi riconosco in tutto e per tutto nella descrizione specialmente nel punto :

CitazioneIn sostanza tale caratteristiche fanno si che il nostro eriga una serie di staccionate emotive, di barriere che lo dividono dal resto del mondo, e che fanno si che si riesca a sentire perfettamente solo anche in mezzo ad un sacco di gente. Da un lato si svilisce e si sottostima; dall'altro, reazione opposto e contraria, necessario bilanciamento dell'inconscio, ha anche una elevatissima idea di sé, e cerca di provarla, dimostrarla, in attività di nicchia nelle quali si specializza; attività che porrà al di sopra di tutto; attività in genere poco apprezzate dalla maggior parte delle persone, e che lo convinceranno ancora una volta della stupidità e superficialità degli altri. L'idea è: "gli altri sono imbecilli; io sarei pure un figo, ma loro non riescono ad apprezzarmi. Che mondo di cacca"

La persona evitante evita allora il più possibile veri rapporti con le altre persone; è superguardingo, sempre sul chi va là; e si apre solo quando ha piena e completa fiducia nella persona che si trova di fronte.
forse è questo il problema mio principale spero di risolverlo in futuro , rinnovo i complimenti e saluti e baci F.