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I miei mesi di assenza

Aperto da G, 09 Giugno 2009, 12:38:24

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G

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Avevo promesso che vi avrei scritto circa la mia assenza di questi mesi. E' stato un periodo in cui ho percepito una forte crescita interiore che vorrei condividere con voi. È stato un inverno strano. È iniziato a settembre e, neanche a dirlo, c'è di mezzo una donna. Non è stato un grande amore, né una storia lunga. È andata avanti per un paio di settimane e non me ne è fregato nulla, almeno per l'aspetto della relazione. Trovo ironico che questa stagione di crescita prenda il via da una storia del genere.

Veramente una brava ragazza lei. Una di quelle che vanno dritte alla meta e che lottano con tutti i mezzi che loro obiettivi. La determinazione fatta donna. Peccato che tra i suoi geni compaia quello della rompipalle da guerra italiana. D'altra parte, è normale che chi dà tanto chieda qualcosa in cambio. Non c'è stato verso. Ero anche predisposto per la LTR ma, alla fine dei conti, questa relazione era diventata troppo impegnativa sin dalle prime ore. Fuga.

Successe qualcosa. Lei si era presa una bella cotta. Non che io lo avessi evitato, anzi. La trattavo da LTR a tutti gli effetti, per quanto avessi messo in chiaro che volevo iniziare con calma ma le parole, di fronte ai fatti, contano sempre poco e niente. Come faccio con ogni donna, le chiesi: "... perché ti piaccio?". Un sistema ottimo quanto semplice per capire i propri punti forti e deboli. La sua risposta riguardò la dolcezza con cui mi comportavo con lei. La facevo ridere, le mostravo di avere carattere... nei nostri termini, ero il suo montone/alpha. Questa relazione era iniziata in maniera completamente naturale quando, in realtà, l'idea iniziale era di evitare qualunque rapporto oltre l'amicizia. Questa siatuazione mi fece venire una certa nostalgia dei rapporti spontanei, alla faccia di metodi, regole, tecniche e soprattutto del lavoro svolto per apprendere dal mondo della seduzione. In pratica, ragionavo di nuovo da AFC romanticone. Un buon 70% di ciò che avevo scoperto e imparato in passato era andato a farsi friggere. Non ricordo neanche come l'ho lasciata ma, ad oggi, siamo rimasti ottimi amici.

Questo stato d'animo è andato avanti per tutti questi mesi in cui ho perlopiù lavorato. I rapporti politici con il circolo sociale mi hanno imposto di uscire, senza nessuna voglia, quasi esclusivamente per compleanni e feste, trovando tuttavia il tempo per qualche uscita in solitaria. Anna fine del bilancio delle chiusure, nulla di più che una compagna di classe delle elementari che mi contattò via feisbuc, un breve ritorno di una FB dell'estate precedente e una bella donna over 40 con figlio, ex marito con improvvisa crisi di gelosia e conseguente fuga dalla sua città, alla faccia del tranquillo weekend di sesso fuori porta (a farla breve, ho vissuto come protagonista l'antefatto di quella che sarebbe potuta diventare una notizia di cronaca da TG1). Poi qualche bacetto qua e là, ma la sterminata serie di flirt che mi procuravo non mi ha portava a nulla di concreto. Più ci davo dentro, più pali prendevo. Mi ricordavo il me stesso di qualche anno fa. Piacevo e poi spu**anavo tutto con qualche colpo da Gran Maestro AFC come appuntamenti dagli ovvi fini... pivello. Di nuovo.

Avevo messo da parte i momenti chiave della seduzione sintetizzando tutto nel pensiero "io le piaccio, lei mi piace, la porto a cena e in qualche modo me la trombo". Pivello. Di nuovo.

A questo atteggiamento si aggiungeva poi una certa noia che provo da quest'estate quando parlo con la maggior parte delle donne, anche perché se il sesso è una figata, non mi interessa se non c'e' almeno un minimo di attrazione mentale. Lo standard che aumenta implica un desiderio di donne più rare, più difficili da incontrare. Più preziose rispetto alla media. Se quest'estate era nata come una sensazione genuina, col passare del tempo, forse è diventata la mia campana d'oro del tipo "Non è che non ci so fare, è che non trovo una che mi piace abbastanza". Vero a metà. Se prima riuscivo a condurre un discreto gioco con una donna solo per il gusto di farlo, ormai dovevo avere davanti una che mi interessi oltre il sesso per impegnarmi un minimo; tuttavia rimaneva il fatto che giocassi in maniera pessima.

Questa è la premessa di un ragionamento a cui solo ora sono riuscito a dare forma.

Proprio un paio di settimane prima del T-raduno, stavo finalmente ricominciando a svegliarmi, mettendo a fuoco quanto mi era accaduto. Mi sono trovato a pormi alcune semplici domande, partendo dalle tematiche principali della seduzione. Il fatto è che le risposte che mi sono dato vanno ben oltre i confini del mondo del rimorchio.

Una domanda alla base dell'evoluzione interiore che ho vissuto è la riformulazione di un altra domanda: "Cosa significa essere alpha?"
Alpha è un termine socio-evolutivo per definire il capobranco. Ormai qui lo sanno anche gli emoticon del forum, pure quello che fa lo scemo: :uglystupid:. Quindi chi è il capobranco? No, già mi sembra di andare fuori tema. Nei fatti, non mi interessa avere un seguito di gente che mi appoggia o mi che mi desidera come leader (al di fuori degli amici, si intende).
E allora prendiamo un altro punto di partenza: il Vero Uomo del TermYpensiero. Stavo pensando a questo collegamento durante la presentazione di TermY e, più precisamente, mentre parlava della genesi del VU. Notai un qualcosa che sulle prime mi sembrò stupefacente. Se mi ero posto la domanda di come potessi interiorizzare il concetto di VU, fino a quel momento non mi ero posto una domanda preliminare, apparentemente più semplice:

"Cosa è un Uomo?"

Anche se suona come tale, questa non è una domanda di tipo esistenziale. Vi lascio questa domanda aperta, chiedendovi di rispondere prima che vada avanti con il seguito del ragionamento, anche perché devo tornare a lavoro... ;)

Ciao e grazie,
G

Jason N. Dohring

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tutto e nulla...

uno steriotipo dato dalle persone per farci produrre puo'essere che un uomo deve :

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che cacca

voglio essere un mezz'uomo

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Acqua

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Citazione di: G il 09 Giugno 2009, 12:38:24
"Cosa è un Uomo?"
Bella domanda... non saprei rispondere, però credo che uno degli aspetti essenziali sia la capacità di assumersi delle responsabilità. Aggiungerei anche onestà, coraggio, pazienza e tanto amor proprio.
Secondo me si è uomini quando si comincia ad essere in grado di dare, quando si pensa un pochino meno solo e soltanto a sè stessi.
Poi vabbè, la solita aria fritta:  :uglystupid:

Acqua
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Forse ti sei buttato troppo a capofitto in quella storia, quando in realtà non ne eri convinto?
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