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Viaggiare

Aperto da Bosem, 22 Gennaio 2020, 15:49:31

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Bosem

  • CSI-6
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Negli ultimi due anni ho avuto la fortuna di viaggiare tanto, venire a contatto con persone di paesi diversi e farmi un'idea di come la mia generazione si muove, che cosa pensa e come si rapporta in questo mondo estremamente dinamico.
Tutte cose che mai mi sarei sognato di vedere se avessi continuato a vivere nel mio paesello di montagna.
Ogni volta che mi relazionavo con qualcuno mi arrivavano racconti da lontano.
Paesi dei quali non sapevo l'esistenza per i quali io rispondevo con stereotipi o luoghi comuni o solo per sentito dire ai loro racconti di viaggio.
Io vivevo in un angolo di pianura padana, e loro avevano esplorato gli angoli dei sei continenti.
Provavo grande ammirazione, io non avevo le loro possibilità economiche e per me ascoltare quei racconti era un occasione per sognare e imparare.
Ma nello stesso momento in cui provavo ammirazione vedevo che nel loro raccontare c'era un velo di malinconia, uno scorrere di emozioni che scomparivano nel momento in cui essi riaprivano gli occhi sulla ''realtà'', quasi accompagnando il gesto con un sospiro.
Questa sensazione mi destava curiosità, a cosa era dovuta?
Mi chiedevo se questo flashback del racconto fosse vissuto per sempre dentro di loro, come una sorta di seconda vita vissuta in mondi lontani stampata nel jet lag della memoria.
Anni dopo, sono qui a raccontarvi la mia esperienza con un pizzico di personale malinconia aggiunto alla consapevolezza di aver guadagnato molto, ma perso altrettanto.

Faccio una piccola premessa, non sono stato un turista.
La mia poca disponibilità di denaro contro la grande disponibilità di tempo mi ha permesso di viaggiare, sostare e lavorare per periodi molto lunghi facendo esperienze che un turista può fare parzialmente.
Ciò è paradossale e mi ci è voluto del tempo per capire come si facesse a non fermarsi mai.
Prendere voli o navi di sola andata per fermarsi ed amalgamarsi con le persone del luogo per periodi più o meno lunghi non ha prezzo.
Si immigra totalmente in un altra cultura, in un altra lingua , in altre tradizioni e bisogna adattare noi stessi alla cultura del posto, con tutto il rispetto dovuto.
Rispetto che non solo permette la più bella esperienza, ma permette anche di svincolarsi da un europocentrismo troppo diffuso imho, ma sono altri argomenti.

Spesso durante il viaggio si viene ospitati, si lavora a contatto con i locali, si provano nuovi cibi e si viene a contatto con una natura diversa e tremendamente potente.
Ricordo bene le mie prime settimane in Australia.
Tutto il paese si svegliava alle 5 di mattina dal canto del kookaburra ( Martin pescatore ndr )
Bastava andare a correre in un campo da golf, per essere circondati da pappagalli e canguri con gli occhi sempre puntati a terra per vedere di non mettere il piede su uno di quegli animali da un metro e mezzo che sibila e striscia veloce...
Ho visto balene, delfini, coccodrilli e ragni grandi quanto una mano.
Ricordo ancora quando durante la stagione delle piogge a nord una diga era pronta a straripare, così ai danni della città per non vederla crollare per causare danni ben più gravi, l'acqua è stata fatta defluire ingrossando il torrente dandogli una portata troppo grande per i suoi argini.
L'acqua straripò e la città fu totalmente sommersa dall'acqua per settimane.
In una settimana la situazione venne risolta ma gli abitanti dovettero aspettarne altrettante ancora per rientrare nelle abitazioni, serpenti e coccodrilli si erano infatti impossessati della città..
Questi racconti legati alla fauna sono solo una piccola parte del viaggio, che però mi ha entusiasmato assai e potrei andare avanti per ore, ma non voglio annoiare nessuno.

Ho cambiato circa 20 lavori downunder.
La maggior parte delle persone che viaggia fa lavori di ristorazione.
E' facile, trovi subito, e la paga è buona.
Tutti ti diranno di prepare un CV con esperienze in quel settore e spargerli come soffioni al vento nei vari ristoranti di turno per fare eventuali prove e cominciare sin da subito.
Io odio il CV e non ero accompagnato dai migliori feedback: la mia ultima esperienza come barista/cameriere risaliva a 5 anni prima dove avevo fatto cadere sei spritz da un vassoio in fronte a sei clienti.
Oppure quando avevo servito un piatto di zuppa servendolo al tavolo con il pollice immerso perché non lo sapevo portare... :lol:

Così feci diverse prove, e tutti mi scartarono.
Un disastro, la ristorazione capii non essere il mio ambito, quindi fanculo a ciò che tutti gli altri dicevano, inutile insistere se non era il mio campo.
E poi ero ben stufo di stare in città grandi, stordito dal via vai delle persone e le luci dei grattacieli al posto della volta stellata.
Sognavo di nuovo la natura, gli spazi aperti e le città piccole a misura d'uomo.

Da li a qualche mese, mi trovai a guidare un quad armato di fucile da caccia per una enorme farm di ciliegie, piuttosto che a guidare un potente trattore Lamborghini nella bellissima Tasmania o lavorare assi di legno con I fortissimi Maori per creare casse e tavoli di diverse dimensioni. Piuttosto che finire a dipingere una enorme cisterna d'acqua per conto di un associazione locale con vista sulla barriera corallina...

Ma ci sono altre parti che ricordo con piacere, non solo lavorative, come i vari ostelli in cui ho soggiornato, con le quali ho stretto le più belle e sincere amicizie.
Persone e volti a cui posso collegare una regione ogni volta che punto il dito su di un mappamondo.
Al momento mi trovo in Austria e ben tre amici sono venuti/e a farmi visita, persone che avevo incontrato l'ultima volta a 18.000 km di distanza.
Qui faccio una riflessione personale legata al viaggio a confronto della ''società'' così pre-impostata nella quale cresciamo.
Parlo di amicizie sincere e relazioni più libere per due motivi.
Il primo è il ritrovarsi nella stessa situazione, che può essere piacevole o difficoltosa, è una condizione che crea legami forti.
Si è scelto di arrivare lì, in quel punto, di vivere una determinata esperienza spesso legata a sogni e desideri, o decisioni prese strada facendo abbracciando il potente motore del caso.
Ed una volta lì, si trova aiuto, solidarietà e altruismo da chi magari prima ha preso prima di te ed ora si trova a dare una mano ad altri in un ciclo continuo, dinamico, estremamente veloce.
Cosa che, in una società pre impostata e "lenta" ciò è veramente difficile.
Posso ritrovarmi in un ufficio, in una scuola o in università con altre venti persone che non ho scelto, magari con i miei stessi sogni e aspirazioni ma, al contrario di quanto citato sopra in un ambiente contornato da più egoismo più competizione e meno passioni in comune.

Condividere ambienti di questo tipo nella mia adolescenza è stato soffocante.
E lo è tutt'ora quando rincontro persone che hanno condiviso parte di questo percorso con me dalle quali sento la necessità di scappare nuovamente da loro e da una mentalità così chiusa.
Da chi ti chiede prima cosa fai di come stai.
Il contro a tutta questa vicenda è stato bruciarmi le amicizie nella mia città natale per vivere la mia solitudine nei posti in cui metto piede coltivando amicizie per lo più a distanza ma ad un livello più intimo e basate su di un nuovo me.


Riguardo la seduzione sebbene il background delle esperienze che ci portiamo dentro sono e saranno sempre nostre, la difficoltà principale che ho incontrato sono state le seguenti; la lingua e dove si vive/dorme.
Sulla parte linguistica non ho molto da dire, il mio obbiettivo era imparare bene un altra lingua e mentre la si impara si hanno tutte le difficoltà di questo mondo, specialmente comunicando con chi è madrelingua.
Volente o nolente l'ho trovato un grosso fattore di selezione da parte delle ragazze, esse preferivano di gran lunga chi era fluente o native speaker nel costruire legami o relazioni, senza grosse sorprese era un fattore di scelta chiave.
Diversamente per quanto riguarda fattore avventura ed ONS...
Di fatto ho avuto decisamente più donne che non erano di madrelingua inglese trovando grandi gap con le altre.
Anche se ora come ora vorrei tornare indietro e riprendermi quel che mi sono perso avendo maturato più confidenza nella mia comunicazione.

Concludo dicendo che mi è impossibile raccontare tutto e tutte le esperienze che mi hanno segnato durante questi viaggi, ciò che non ho detto verrà fuori con il tempo, perché ormai i ricordi e le esperienze fanno parte di me e del mio vissuto scolpiti nella memoria.
Viaggiando rimarrete stupiti di quanto la nostra bella Italia sia ben vista in tutto il mondo, e di quanto imparerete non solo dei posti che visiterete, ma soprattutto su di voi e da dove provenite, chi siete, dovendo rispondere a questa domanda centinaia e centinaia di volte.
E sebbene in Italia stiamo affrontando una crisi di valori imbarazzante, parlare di questo meraviglioso paese è sempre un onore.
So bene che in questo forum ci sono tante persone con tante diverse esperienze di viaggio e sarebbe bello avere un confronto su questo tema.

Il redivivo,
Bosem