Alla ricerca del Territorio Virtuale (raccolta completa)

Aperto da -Nova-, 18 Aprile 2022, 01:43:18

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-Nova-

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Alla ricerca del Territorio Virtuale 14 - la tentazione del vincere facile

La mattina successiva fu spesa nel ritrovare la strada per la città dalla sperduta periferia dove avevo passato la notte. Seguendo misteriosi cartelli e chiedendo informazioni ad anziani del luogo, riesco in qualche modo a raggiungere i compagni di viaggio nella tarda mattinata. Il tempo per una colazione ed un resoconto vocale, e si riparte verso la prossima destinazione di quel bizzarro "on the road".

La location è una nota città universitaria, non molto grande, ma notoriamente ben popolata, diciamo la Perugia locale. Prendiamo possesso dell'appartamento, ognuno con la sua stanza da letto, facciamo la spesa per eventuali spaghettate notturne con tipe consciute in serata (format collaudatissimo e vincente). Riposo pomeridiano per recuperare le forze, ci prepariamo per uscire. Stavolta, nessuna traccia di tormenta di neve.

Anche stasera la città è semivuota.

Ci ritroviamo a giocare a bingo con signori locali di mezz'età. Viene fuori, che quella settimana era una sorta di festività nazionale, e gli studenti erano perlopiù ritornati alle città di origine. Per fortuna Precisione era già amico fraterno di un barman alticcio che, ci disse di lasciare immediatamente il locale e di dirigerci verso una festa universitaria nella parte opposta città.

E stavolta troviamo il delirio. Tonnellate di fanciulle a divertirsi come se non ci fosse un domani. I maschi, perlopiù impegnati a sbronzarsi tra di loro. Anche molti warpig dai 200kg in su, ma tutto sommato, la situazione è ultra-positiva. Era una tre-giorni di bagordi, in cui ci trovavamo correntemente alla seconda serata. E dove non c'era alcun dubbio che avremmo preso parte anche il giorno dopo.

L'ambiente mi garba subito ma, complice il deficit di riposo e la scarsa padronanza dell'ambiente, unito all'errore di alzare troppo il gomito, sbaglio completamente la serata. Mi perdo gli altri, mi ritrovo improvvisamente circondato da fatine. La vista paradisiaca mi annebbia definitivamente il cervello. E, complice il senso di onnipotenza derivante dal successo della serata precedente, cado nella tentazione di un "dancefloor game" alla caz di cane (residuo duro a morire delle vecchie serate sfascione - vedi episodi 7-8-9).
Fatto sta, tutte ritraevano il braccio spaventate. Reazioni talmente negative non le avevo mai viste, neppure nelle serate di peggiore grazia. Il morale scende sottozero, bandiera bianca e serata conclusa per me.

La mattina dopo, ancora frastornato, ripercorro mentalmente quanto accaduto. Sull'abbattersi, prevale la voglia di individuare uno a uno gli errori commessi, per non sbagliare di nuovo.

A breve gli errori vengono individuati tutti, lasciandomi incredulo per la stoltezza dimostrata. In particolare, le reazioni pessime in pista, erano sicuramente dovute a differenze culturali che non avevo considerato. Se per noi latini prendere la mano ad una sconosciuta in pista, per quanto opinabile, alla fine non è poi questa gran cosa, in altre parti del mondo è una cosa inopportuna.

Decido di lasciare andare per sempre, come un cimelio di un simpatico passato, il dancefloor game di questa risma, anche perché cominciavo a non avere più l'età per questo genere di prodezza. Niente più scorciatoie. Quale follia può avermi fatto agire in maniera tanto avulsa dal contesto e completamente slegata da quello che avevo imparato finora? Per fortuna, l'ultimo giorno di party consentiva una pronta possibilità di rivincita.

-Nova-

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Alla ricerca del Territorio Virtuale 15 - una slovacca perbenino

Gli altri due quella sera andarono vicini ad andare a segno, ma difficoltà logistiche impedirono a entrambi il capitalizzare. Decidiamo di comune accordo di buttare l'ultima giornata di appartamento già pagato, e di prenderne un'altro proprio di fronte alla location del festone universitario.

Pomeriggio in massimo riposo e relax, con l'obiettivo di arrivare in serata in piena forma fisica. Notare che continuo a omettere dal racconto tutte le situazioni buffe e gli "inside jokes" che si creavano in continuazione e che hanno reso l'intero tour uno spasso anche nelle serate meno ispirate. Sebbene abbia sempre visto me stesso come un "lone wolf", la realtà è che c'era, e rimase ancora a lungo, una certa correlazione diretta tra positività della compagnia e risultati ottenuti.

Nuova serata, nuovo inizio. Il dancefloor è escluso a priori, che tanto non sono capace. Questa volta compio l'esplorazione dell'ambiente, cosa che avrei dovuto fare anche ieri ma che non avevo fatto per niente. Non è molto tardi, ma presto inizia il viavai, e la immensa location inizia a riempirsi. Mi adatto al ritmo degli altri, per ambientarmi gradualmente. A inizio serata, il duo dei miei compari usa fare un gioco statistico con "microaperture": aprono un po' qua, un po' la, per poi salutare dopo un po' di minuti, consci di poter ribeccare le fanciulle in seguito con buona probabilità.

Schiviamo un paio di capodogli, quando una voce alle nostre spalle apre noi.. in italiano! Ci giriamo e c'è una hipster veneta. Lei e le sue due amiche (una svedese gnocca e una slovacca perbenino) erano qui in visita da un'amica del posto. Socializziamo, ma il cronometro di Precisone è implacabile, cosicché dopo un po' salutiamo e torniamo a farci i fatti nostri. Un po' un peccato, ma alla fin fine era pur sempre inizio serata ed un buon modo per sciogliersi.

Le reincontrammo più tardi io e Giovialone. Con loro c'era Precisone che cercava di intortare la hipster veneta, mentre le altre due si guardavano attorno annoiate. Piombiamo come falchi con decisione. Dopo un paio di battute "di gruppo", ognuno si prende la sua e si formano tre coppie microisolate.

Io sono con la slovacca. Mi piaceva molto il visino pulito da brava ragazza. Non ho più memoria di quello che dissi, ma stava andando tutto bene. La favella scorreva e gli argomenti erano azzeccati. Sembra gradire.
Con la scusa del fastidio per il fumo, la invito a seguirmi a nei divanetti un po' più in là, lei accetta senza alcuna resistenza. Come da TermYdisposizioni, faccio in modo di sederci in maniera tale che lei abbia di fronte solo me, senza distrazioni.

Lei si rivela tipo parecchio cerebrale e propensa ai discorsi di tipo più profondo, così modello il mio gioco di conseguenza. La fase della confidenza dura almeno un ora e passa, durante il quale esistiamo soltanto noi. Le offro conversazioni mai banali (ribaltandole lo stereotipo dell'italiano superficiale e farfallone) condite da umorismo nelle dosi giuste. Riesco a comunicare con successo le mie passioni e i miei valori, e in buona sostanza le mie qualità fondamentali. La lingua non si è fermata mai un momento, probabilmente si tratta del miglior gioco mai fatto finora.

Ogni tanto lei prova qualche shit-testino sulla mia presunta "loquacità da italiano", e io cambiavo il discorso con charme. In realtà dentro di me me la ridevo della grossa, visto che io ero storicamente "quello che non parlava", e quelli per me erano attestati di merito.

Ma le tempistiche sono fondamentali, e io mi stavo crogiolando un po' troppo nella situazione, non accorgendomi che si era fatta l'ora da un pezzo di "chiudere i giochi". Tant'è che lei, a un certo punto, comincia a ricordarsi delle sue amiche e a chiedersi dove fossero finite. Nel sentire l'isolamento scricchiolare, mi accorgo che occorre muoversi prima che fosse tardi. Propongo quindi un cambio di location.

"Sicuramente sono all'ultimo piano, c'è una bellissima vista, andiamo?".
Lei mi segue.
La scelta dell'ultimo piano era motivata dai seguenti fattori:
- sapevo che sicuramente NON c'erano gli altri 
- effettivamente bella vista della città di notte
- isolamento assicurato

Notare che la mossa fulminea non sarebbe possibile senza l'acquisita padronanza del posto mediante l'esplorazione preventiva: un'esitazione e avrei buttato a mare quanto di buono fatto finora.

Arriviamo all'ultimo piano, ma in realtà era stato chiuso.
Ma, fatto positivo, ci ritrovavamo da soli in un androne comunque vasto e completamente deserto. Quanto bastava.
Lei fa per tornare verso le scale, e capisco che non c'era un attimo da perdere.
Temporeggio attaccando a parlare a raffica, non so di cosa. Cuore a mille.
Entrambi in piedi uno davanti all'altra, facevo diminuire gradualmente la distanza fino a far "casualmente" toccare la sua mano con la mia. Non la ritrae. La prendo, e da quel momento non gliela lascio più.
Più volte fa' per incamminarsi, più volte la ri-stoppo con qualsiasi scusa.
Erano gli ultimi fuochi della cerebrosità, che stava sparando tutta l'artiglieria rimasta per non farle fare quello che in realtà voleva fare.
Artiglieria che venne trattata nell'unica maniera possibile: ignoro completamente tutte le seghe mentali.
Lei farfuglia una frase goffa chiedendo il perché fossimo poi in effetti mani nelle mani.
E' il momento del colpo finale, forse l'unica occasione concessa.
Gli scarico addosso tutto l'armamentario "da escalation" possibile, sul fatto che siamo stati bene, che non voglio fare discorsi più grandi del necessario ma che che non intendessi rinunciare a neanche un minuto della sua compagnia e bla bla bla bla. Le resistenze da "sega mentale" si fanno via via più flebili, fino a che è lei che adagia il suo corpo sul mio, in piedi di fronte a lei. L'abbraccio. Il bacio. Via via sempre più appassionato. Memore degli errori della sera precedente, non forzo i tempi lasciando che la tensione sessuale cresca spontanemente.
Quando quest'ultima sale al punto giusto, però, non perdo neanche un secondo.
La prendo e la porto in appartamento, vicino quanto basta per non far sorgere ripensamenti. Non mi ricordo cosa scrisse alle amiche.

L'open space dell'appartamento, che conduceva alle tre camere da letto era deserto e silente. Non accendo la luce, la accompagno per mano verso la mia stanza attraverso la penombra.
Sul più bello si apre una delle porte, da cui esce Giovialone ignudo con un piatto di pasta in una mano e una biondona, anch'essa ignuda nell'altra. Richiude la porta ridendo.
"ma quello era.."
"no no, ti sbagli!"
Mi affretto verso la mia stanza, quando notiamo che il divano del soggiorno non era vuoto, ma c'erano delle figure sdraiate su di esso. Era Precisone, in compagnia di un'altra tipa mai vista, vestito di sole lenzuola a mo' di senatore romano. Mi saluta con aria solenne, novello Giulio Cesare.

Fatico a mantenere la serietà, per fortuna riusciamo a chiuderci la porta alle spalle, per poi proseguire con una notte insonne, che chiarì definitivamente il fatto che la slovacca non era poi per nulla perbenino.

-Nova-

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Epilogo - gli anni successivi

Quel viaggio rappresentò un po' un momento di "rottura", in quanto culmine e maturazione e raccolta dei frutti di quanto seminato in precedenza.

Seguirono anni di (proviamo a indovinare?) alti e bassi. Ma con il trend complessivo sempre, tendenzialmente, leggermente in salita. Con le fanciulle e il miglioramento personale sempre ben in vista come focus: chi non lavora non fa l'amore, diceva un tale.

Anni di numeri tutto sommato soddisfacenti, che alla lunga placarono abbastanza il lungo digiuno degli anni giovanili. Numeri che potevano essere maggiori, ma c'è pur sempre una vita reale e altri interessi da portare avanti. Numeri che potevano essere maggiori se non avessi sempre tenuto una politica di "100% correttezza" sui miei inenti. Correttezza che, non sempre, ma ogni tanto, venne apprezzata e consentì occasionalmente la nascita di trombamicizie.

A un certo punto, senza accorgermene, mi ritrovai innamorato di una vecchia amica, con la quale ero cominciato ad uscire, in amicizia. Finì disastrosamente. Ma il che mi fece accorgere che ero cambiato nuovamente, e che la politica del "solo storie non serie" non era più un dogma. In qualche modo, ero ancora più libero: quando volli storie serie, ebbi storie serie.

Oggi, continuo ad applicare gli stessi principi del miglioramento personale nella vita di tutti i giorni. Quando c'è un ambito nuovo e che non ho gli strumenti per affrontare, applico pressapoco lo stesso approccio.

Agli aspiranti raccomando: trovatevi un buon mentore. Senza chi indica la direzione, si rischia di camminare nelle direzioni errate.

Questo percorso è oltremodo bizzarro. Oserei dire che è tutto e il contrario di tutto:
- devi cambiare, ma anche accettare te stesso
- devi dedicargli tutto, ma anche avere altri interessi
- devi imparare dagli altri, ma essere il maestro di te stesso
- devi avere il rispetto per te stesso, ma devi essere pronto a gettare il tuo ego alle ortiche
- devi dare, ma devi fare quello che vuoi tu
- devi essere orientato al risultato, ma non avere aspettative

Insomma, auguri.

Per l'aspirante: prendi pure qualche spunto da qui, ma non ti aspettare troppo. Ognuno trova le sue risposte sul campo.

Buona patata a tutti, e non smettete di cercare la pentola d'oro.

SunBeam

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Bellissimo racconto Nova, quanto tempo... di che anni parliamo?
"Sunbeam: il porco per antonomasia." -TermYnator
"Mai sottovalutare la stupidità femminile." -ex ragazza

-Nova-

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Citazione di: SunBeam il 21 Aprile 2022, 01:49:28
Bellissimo racconto Nova
Grazie mille, mitico!!

Citazionequanto tempo... di che anni parliamo?
considera solo che l'episodio 9, in cui appari, sono accadimenti del 2010  Azn