Sedurre con la Tombola (storia durante il rapport)

Aperto da Saci, 24 Dicembre 2012, 21:39:44

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Saci

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Ecco il mio primo contributo al forum, non è niente di che ma può dar il via ad una simpatica storiella. Datemi i vostri pareri od aggiunte.

E' natale, quindi quale miglior periodo per agganciare il RACCONTO DELLA NASCITA DELLA TOMBOLA?

La storia la immagino piazzata durante la fase di rapport, o nel TM quando si passa alla sfera personale.
Si cerca un aggancio partendo da qualsiasi cosa che ricordi il natale: è facilissimo, basta un albero di natale o 2 luci. Magari anche accennando alla crisi, dicendo che una volta era diverso, c'erano molte più luci e alberi di natale...
Così è facile passare a raccontare la propria giovinezza, quando si giocava in famiglia alla tombola, un sacco di gente attorno e caciara, e le schedine ruvide e lise della tombola dopo anni e anni di gioco, erano passate da mille mani del resto... Si invita la ragazza ad immaginare la scena, sentire l'odore delle bucce di mandarini e le pigne che si buttavano nel camino...
Poi si cambia e si alleggerisce tono: "ma tu non immagini come è nato questo gioco, a Napoli!" La domanda sorgerà spontanea, quindi partiamo col racconto:

Era l'anno 1734 e il re di Napoli Carlo III di Borbone era deciso ad ufficializzare nel suo Regno il gioco del Lotto che, se mantenuto in modo clandestino, avrebbe sottratto entrate alle casse dello Stato. A ciò si opponeva il frate domenicano Gregorio Maria Rocco, perciò tra il sovrano e il frate scoppiò una violenta disputa.
Padre Rocco, legato al re da un rapporto di amore odio, diceva che non era giusto introdurre un "così ingannevole ed amorale diletto" in un paese in cui si cercava sempre di rispettare gli insegnamenti cattolici.
Alla fine, però, Carlo III, facendo presente che il lotto, se giocato di nascosto, sarebbe stato più pericoloso per le povere tasche dei sudditi, riuscì a spuntarla, ad un patto però, che il gioco del lotto, almeno nella settimana delle festività del Natale, sarebbe stato sospeso. In quei giorni il gioco, insomma, non poteva distrarre il popolo dalle preghiere.
Ma il popolo subito pensò di organizzarsi per proprio conto.
I novanta numeri del lotto furono messi in "panarielli" di vimini e, per divertirsi in attesa della mezzanotte, ciascuno provvide a disegnare numeri sulle cartelle. Così la fantasia popolare riuscì a trasformare un gioco pubblico in un gioco familiare, che prese il nome di tombola. Ad ognuno dei novanta numeri della tombola fu attribuito un simbolo diverso da regione a regione. I simboli della tombola napoletana sono quasi tutti allusivi, alcuni anche piuttosto scurrili.

Dopo la storia si può cambiare argomento/proseguire in perfetto stile TM:
1) parlando del potere delle immagini, sulle sensazioni che possono evocare, fare qualche esempio rispetto ai tarocchi, magari portandosene giusto 1 carta nel portafoglio, quella che ci da gli spunti maggiori per in nostri cattivi intenti, per esempio Il Diavolo (che può diventare il piacere, il proibito o qualsiasi altra cosa). Così portiamo avanti il disorientamento spazio-temporale e sondiamo le sue reazioni per passare a qualcosa di più fisico.
2) Si può anche parlare di come ci sono delle regole, ed a volte è più piacevole e anche rassicurante romperle, anche con l'astuzia, come hanno fatto i napoletani. Del resto e come quando ti metti a dieta e poi in quest'inverno freddo ti lasci andare  e ti concedi una bella cioccolata calda. "Del resto la vita è breve e bisogna godersela, no?" "Ti piace la cioccolata calda, come ti fa sentire?" (trovatemi una persona a cui non piace").
Poi sono indeciso se fare un riferimento. Per molte culture alcuni cibi sono stati sinonimi di peccato, anche perchè l'atto del nutrirsi è l'unico, insieme al sesso, dove qualcosa di caldo e umido entrata nel tuo corpo ecc ecc...
Che dite è troppo spinto?
3) Oppure riprendere proprio la smorfia napoletana, con i suoi significati allusivi, ma questa è soggettiva, per esempio non la sento molto mia, anche solo a leggere i nomi mi sentirei in difficoltà, ma per qualcuno può essere un bel gancio, avendo sia elementi comici che scurrili.

Per ora è solo una bozza, lavoriamoci assieme.

Nel libro "Nel giardino del diavolo" trovate abbondanti risorse sul nesso tra cibo e peccato.
http://www.ibs.it/code/9788807819834/allen-stewart-l-/nel-giardino-del.html
Ultima modifica: 24 Dicembre 2012, 22:00:34 di Saci
"Un uomo si mette in marcia per raggiungere, passo a passo, la Figa. Non è ancora arrivato"

Emix

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Ti becchi un più uno da parte mia per aver condiviso con noi qualcosa di tuo!  +1 :up:



Citazione"Ti piace la cioccolata calda, come ti fa sentire?" (trovatemi una persona a cui non piace").
Poi sono indeciso se fare un riferimento. Per molte culture alcuni cibi sono stati sinonimi di peccato, anche perchè l'atto del nutrirsi è l'unico, insieme al sesso, dove qualcosa di caldo e umido entrata nel tuo corpo ecc ecc...
Che dite è troppo spinto?
Si, troppo spinto. A me dà la sensazione che dicendo in quel modo alludi al voler inzuppare il tuo biscotto, quindi evita...  :lol:
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TermYnator

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Citazione di: Saci il 24 Dicembre 2012, 21:39:44
Ecco il mio primo contributo al forum, non è niente di che ma può dar il via ad una simpatica storiella. Datemi i vostri pareri od aggiunte.
Bravo, mi piacciono le persone pratiche: + :up:
Concordo con Emix sull'unica obiezione al tuo racconto: la storia della cosa che entra nel corpo, mi ricorda troppo qulle storielle di pnl su pseudoancoraggi sessuali, che imho non hanno mai funzionato a favore di chi le fa. Unica raccomandazione, cercare di descrivere un minimo il carattere dei due personaggi che citi in modo da far si che la tua interlocutrice si immedesimi nella storia che racconti. Il tutto, cercando ovviamente di non fare un racconto da 6 minuti... :)
Riguardo al momento giusto per questa tipologia di racconti, questo è un racconto da M2.
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