Vale la pena fare il buon samaritano?

Aperto da MaurY, 05 Agosto 2016, 17:56:51

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MaurY

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Ciao ragazzi,

È da un po che ci penso, e ne ho gia parlato con qualcuno dell'ADM ma vorrei più pareri. Da quando ho iniziato il mio percorso di crescita personale sono cambiato tantissimo e ho ottenuto tantissimi risultati, cosi tanto che i miei amici ora fanno fatica a riconoscermi, vedendomi diverso da loro, perché non ancorato ancora ai 16 anni (sono l'unico con un lavoro, che vive da solo in un'altra città e con la propria vita).

Alcuni di questi li vedo ancora molto infantili, ma in particolare uno, un mio caro amico lo vedo molto in difficoltà. D'aspetto non è sfigato e per niente stupido, ma a 26 anni è ancora vergine e con pochissime esperienze con le donne, è rimasto mentalmente ai 16 anni, con le solite abitudini e stile di vita.

Ora...la domanda è questa. Vi è mai capitato di vedere un vostro caro amico (non uno qualsiasi) cosi indietro da volerlo aiutare? Personalmente, da un lato lo vorrei aiutare, ma dall'altro se non parte da lui, mi sento di forzare la cosa e di non poterci far nulla, in fondo la vita è sua e ho gia abbastanza problemi personali da affrontare. In fondo a me nessuno mi ha spinto a fare quello che ho fatto, ma è nato tutto da me.

Le volte che ho provato a spingerlo a rischiare, a buttarsi, si è sempre rivelato fallimentare e col tempo ho imparato a fregarmene, uscendoci ogni tanto, ma sempre come amico d'infanzia ma non oltre.

Detto questo...voi come vi comportate con gli amici "infantili" ?
Cercate di dargli una mano o semplicemente ve ne fregate?
Avete avuto esperienze simili alla mia?
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Citazione di: MaurY il 05 Agosto 2016, 17:56:51
Ciao ragazzi,

È da un po che ci penso, e ne ho gia parlato con qualcuno dell'ADM ma vorrei più pareri. Da quando ho iniziato il mio percorso di crescita personale sono cambiato tantissimo e ho ottenuto tantissimi risultati, cosi tanto che i miei amici ora fanno fatica a riconoscermi, vedendomi diverso da loro, perché non ancorato ancora ai 16 anni (sono l'unico con un lavoro, che vive da solo in un'altra città e con la propria vita).

Alcuni di questi li vedo ancora molto infantili, ma in particolare uno, un mio caro amico lo vedo molto in difficoltà. D'aspetto non è sfigato e per niente stupido, ma a 26 anni è ancora vergine e con pochissime esperienze con le donne, è rimasto mentalmente ai 16 anni, con le solite abitudini e stile di vita.

Ora...la domanda è questa. Vi è mai capitato di vedere un vostro caro amico (non uno qualsiasi) cosi indietro da volerlo aiutare? Personalmente, da un lato lo vorrei aiutare, ma dall'altro se non parte da lui, mi sento di forzare la cosa e di non poterci far nulla, in fondo la vita è sua e ho gia abbastanza problemi personali da affrontare. In fondo a me nessuno mi ha spinto a fare quello che ho fatto, ma è nato tutto da me.

Le volte che ho provato a spingerlo a rischiare, a buttarsi, si è sempre rivelato fallimentare e col tempo ho imparato a fregarmene, uscendoci ogni tanto, ma sempre come amico d'infanzia ma non oltre.

Detto questo...voi come vi comportate con gli amici "infantili" ?
Cercate di dargli una mano o semplicemente ve ne fregate?
Avete avuto esperienze simili alla mia?
Si..però a differenza del tuo i miei amici qualche storiella la avevano avuta, ma si trattava di quelle storielle adolescenziali dove non c'era stato da parte loro un percorso personale che gli portasse a capire come ci si relaziona con le donne. Pertanto una volta finite le storielle si sono rintanati nel mondo fatto di abitudini fancazziste e roba da adolescenza. Io avevo già tanti mattoni da portarmi sulle spalle e avrei voluto che qualcuno di loro si svegliasse e dicesse a se stesso le cose che io mi ripetevo ogni mattina , che ce la avrei fatta e che ero determinato,  ma niente...io passavo il tempo  a studiare come aprire una tipa oppure a migliorare me stesso...loro niente. Fino a quando mi sono arrabbiato e ho detto..."sapete cosa?? cazzi vostri". Purtroppo ( o per fortuna) non si può spingere una persona a essere ciò che non vuole. Pertanto gli ho lasciati come erano...se poi un domani ci ripenseranno e sarà tardi ( ma dubito che lo faranno) potranno prendersela solo con se stessi.
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Voltarecchie

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Le battaglie contro se stessi bisogna iniziarle, combatterle e (si spera) vincerle da soli.
D'altro canto fa molto comodo avere degli alleati (amici intimi per confidarsi e farsi dare consigli, sempre che ne siano in grado, magari parenti stretti quali fratelli/sorelle o cugini; perfino , perché no, professionisti della psicologia).
Ma la motivazione per "dichiarare guerra" può partire solo da lui: se è abbastanza introspettivo da capire che non gli piace la sua attuale condizione, o (ancora meglio) se è capace di stimare il suo potenziale di crescita, allora è possibile che riesca ad innescare la miccia....
Questo è quello che tu, che come amico, puoi aiutarlo a capire.  Andare oltre, forzarlo, non servirebbe a molto, anzi potrebbe essere controproducente: lo manderesti in direzioni che non ha scelto, senza una motivazione solida e senza la visione chiara dei suoi obiettivi, urtando la sua sensibilità.
Puoi fargli capire che questo percorso di crescita è alla portata di tutti gli umani senzienti (e quindi anche alla SUA portata), dirgli come si sentirebbe domani guardando indietro a quello che era oggi, mostrargli le soddisfazioni che troverà nel viaggio alla scoperta di se stesso... Insomma trova il modo di motivarlo, di scuoterlo, dagli un "calcio in culo" ;)

Un saluto

V.
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Citazione di: Armwrestle il 05 Agosto 2016, 18:11:29
........Fino a quando mi sono arrabbiato e ho detto..."sapete cosa?? cazzi vostri". Purtroppo ( o per fortuna) non si può spingere una persona a essere ciò che non vuole. Pertanto gli ho lasciati come erano...se poi un domani ci ripenseranno e sarà tardi ( ma dubito che lo faranno) potranno prendersela solo con se stessi.

Ci ho messo un po più di te...ma sono arrivato alla stessa conclusione. Ho capito che era il caso di lascia la zavorra quando ho cambiato città per lavoro e ho cominciato a frequentare nuove persone, molto più solari e sveglie. Li ho capito quando il gruppo omologato stava uccidendo e reprimendo la mia personalità.

+1 risposta perfetta, mi ci sono rivisto molto  ;)
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MaurY

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Citazione di: Voltarecchie il 06 Agosto 2016, 12:40:51
.....Ma la motivazione per "dichiarare guerra" può partire solo da lui: se è abbastanza introspettivo da capire che non gli piace la sua attuale condizione, o (ancora meglio) se è capace di stimare il suo potenziale di crescita, allora è possibile che riesca ad innescare la miccia....

....Insomma trova il modo di motivarlo, di scuoterlo, dagli un "calcio in culo" ;)

Come è successo per me, deve partire da un bisogno e desiderio personale di cambiare le cose, quindi solo da lui stesso, non dall'esterno.

Inizialmente il calcio in culo glieglo avevo dato raccontandogli i miei progressi e poi consigliandoli libri, in entrambi i casi era molto motivato, se non dopo una settimana abbandonare libro e motivazioni.

Ergo, anche da questo di capisce che ognuno ha quel che merita, in bene e in male e un percorso di crescita personale deve partire dalla mentalità giusta, non dai consigli giusti di un amico.  ;)
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Micione

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Dagli qualche consiglio a metà, nel senso che deve restargli della curiosità, una sorta di tarlo che lo spinga a pensare.
Se non parte da lui, la volgia di cambiamento, non puoi ficcargliela dentro tu, nemmeno come supposta. Azn
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Qual è per te la definizione di amico? Io non credo che un vero amico dovrebbe dire 'cazzi tuoi' e fregarsene, ma cercare di spronarlo a essere migliore e aiutarlo con ogni mezzo possibile. Poi è anche possibile che lui ti dica che sta bene così e che il tuo aiuto non gli serve. Solo allora potrai farti da parte ma non prima di aver almeno provato a dargli una mano, come farebbe un vero amico.
L'imbarazzo di un risveglio è di gran lunga preferibile alla solitudine di una notte.
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Citazione di: Hank Moody il 06 Agosto 2016, 16:50:03
Qual è per te la definizione di amico? Io non credo che un vero amico dovrebbe dire 'cazzi tuoi' e fregarsene, ma cercare di spronarlo a essere migliore e aiutarlo con ogni mezzo possibile.

Credo che l'amico vero ti debba aiutare e stare vicino nei momenti di difficoltà, specialmente quando chiedi e hai bisogno, quando gli altri ti abbandonano e tu ne hai bisogno.

Non credo che l'amico vero debba fargli da mamma e papà, preparandogli le cose, spingendolo a farle, quando a lui non frega nulla e stai bene così.

Detto questo, Hank, tu hai perfettamente ragione con la tua risposta, e oltre a quello che hai detto andrebbe aggiunto qualche pezzettino.

Per troppo tempo ho fatto da mamma e papà ai miei amici e ora che sono fuori casa e giro con altre compagnie me ne accorgo sempre di più. Quindi penso di aver fatto anche troppo e di non essermi ancora levato questo ruolo di missionario con loro, come conferma questo post.

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La mia personale esperienza è questa: se devi attuare una "terapia" atta a far mutare una persona, non deve esserci coinvolgimento emotivo.

Anni fa, un caro amico dopo la solita delusione cominciò a far discorsi strani, tipo "ma secondo te fa male quando uno muore". Mi sono immaginato al suo funerale pieno di rimorsi ed ho deciso di fare qualcosa. Misi da parte la mia vita e le mie esigenze per stargli dietro. Per mesi me lo portai in giro, passai infinite serate con lui a giocare a scacchi, lo chiamavo tre volte al giorno, ed ovviamente facevo di tutto per farlo rimorchiare e spiegargli come si fa.

La cosa andò avanti nel tempo, finchè un bel giorno, per una questioncina stupida mi girò le spalle ed arrivò persino ad insultarmi: aveva trovato un nuovo mentore dopo la sua laurea, ma in un altro campo.
Bene, costui sebbene bellissimo e pure ricco, è rimasto un morto di seghe da manuale. Per aiutare una persona a cambiare, non puoi avere pietà o troppe attenzioni: devi fare quello che va fatto, a costo di rompere un'amicizia. Ti sconsiglio quindi dal tentare: "il medico pietoso, fa la piaga purulenta".


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dopo il bello scritto del Termy, mi permetto di togliere il cuore dalle mie ditaz e scrivere spinto solo dalla razionalità, ti avviso quindi fin da ora che saranno discorsi e parole dure e spietate.

Ho messo su dello "smooth jazz" ed ora comincio...

Il tuo amico sfigato, è appesantito da metaforiche catene, ancore, palle d'acciaio con spuntoni e quant'altro tu possa trovare nei "gironi danteschi".
Sono idee depotenzianti, discorsi sfigati, passatempi antirimorchianti (seguire forsennatamente il calcio o lo sport in generale), modi di vestire inadeguati a lui, modi di fare inadatti alla sua età, frequentazione di locali sbagliati (dove le donne sono trattate come oggetti, tipo i night) ed altro che ora non mi sovviene.
Di questi errori può commetterne alcuni o tutti, non è quello il punto, il punto è che li commette e non dovrebbe, dovrebbe vivere in modo diverso.
Per portarlo fuori da li, devi portarlo fuori dalla sua "area di comfort", verso aree inesplorate, dove lui è un pesce fuor d'acqua, si sentirà strano e debole, ergo soffrirà e vorrà tornare indietro.
Se vuoi portarlo fuori da li quindi, devi scendere nella palude degli sfigati esattamente dove si trova lui e, con pazienza e molto tempo, devi prenderlo per mano e portarlo con te, lentamente ma inesorabilmente, verso l'erta che conduce alla topa.
Dalla palude al free clymbing, quindi un cambio di vita che definire radicale, tutto è tranne un eufemismo.
Il pericolo però è tutto tuo, tornare della comoda vita degli sfigati è facile, si vive più comodi, con meno pensieri, meno stress, "meno calcoli", più divertimento maschilista, fatto di calcio, calcetto, birrette e bar.
Le sue catene rischiano quindi di avviluppare anche te, te lo dico perchè ci ho provato e sono arrivato a quel rischio, ne sono uscito solo grazie al termy-raduno di Roma.

Quindi devi per forza usare la terapia d'urto, sbandiera le tope che ti fai sotto il suo naso, in modo da scatenare in lui il normale moto d'invidia, che vorrà portarlo ad essere come te.
Ma poco prima che ciò accada, dovrai dirgli che non è difficile, basta solo mollare per sempre certi comportamenti ed adottarne definitivamente altri, difficili da accettare quanto necessari per farcela, se non accetta, FANCULO, non puoi rovinare la tua esistenza per aiutare chi non vuole essere aiutato, io ho rischiato di sprofondare di nuovo nella palude, non correre anche tu questo rischio, soprattutto perchè il termy, non farà altri termyraduni, quindi riscvhi che ti salta il culo per colpa di altri.
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Citazione di: TermYnator il 14 Agosto 2016, 10:36:50
La mia personale esperienza è questa: se devi attuare una "terapia" atta a far mutare una persona, non deve esserci coinvolgimento emotivo.

Anni fa, un caro amico dopo la solita delusione cominciò a far discorsi strani, tipo "ma secondo te fa male quando uno muore". Mi sono immaginato al suo funerale pieno di rimorsi ed ho deciso di fare qualcosa. Misi da parte la mia vita e le mie esigenze per stargli dietro. Per mesi me lo portai in giro, passai infinite serate con lui a giocare a scacchi, lo chiamavo tre volte al giorno, ed ovviamente facevo di tutto per farlo rimorchiare e spiegargli come si fa.

La cosa andò avanti nel tempo, finchè un bel giorno, per una questioncina stupida mi girò le spalle ed arrivò persino ad insultarmi: aveva trovato un nuovo mentore dopo la sua laurea, ma in un altro campo.
Bene, costui sebbene bellissimo e pure ricco, è rimasto un morto di seghe da manuale. Per aiutare una persona a cambiare, non puoi avere pietà o troppe attenzioni: devi fare quello che va fatto, a costo di rompere un'amicizia. Ti sconsiglio quindi dal tentare: "il medico pietoso, fa la piaga purulenta".

È in linea con la strada che ho deciso di adottare, quindi senza spingere per farlo migliorare, uscirò con lui quando sarò in zona e divertendomi e chiudendo davanti a lui, spero di far nascere in lui la curiosità del "ma coma fai?" e da li cominciare a lanciargli qualche spunto sul miglioramento personale...ma sempre con una distanza "di sicurezza" per evitare (come ha risposto Micione dopo di te) di cadere nel baratro della monotonia e routine e perdere quello che tanto faticosamente sto costruendo. Sperando che abbocchi e che magari un domani...diventi anche lui parte dell'ADM  ;D
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#12
Citazione di: Micione il 15 Agosto 2016, 12:21:29
dopo il bello scritto del Termy, mi permetto di togliere il cuore dalle mie ditaz e scrivere spinto solo dalla razionalità, ti avviso quindi fin da ora che saranno discorsi e parole dure e spietate...

Intanto +1 per il messaggio sincero e personale che hai scritto fratello  :up: ;)

Citazione di: Micione il 15 Agosto 2016, 12:21:29
Il tuo amico sfigato, è appesantito da metaforiche catene, ancore, palle d'acciaio con spuntoni e quant'altro tu possa trovare nei "gironi danteschi".
Sono idee depotenzianti, discorsi sfigati, passatempi antirimorchianti (seguire forsennatamente il calcio o lo sport in generale), modi di vestire inadeguati a lui, modi di fare inadatti alla sua età, frequentazione di locali sbagliati (dove le donne sono trattate come oggetti, tipo i night) ed altro che ora non mi sovviene.
Di questi errori può commetterne alcuni o tutti, non è quello il punto, il punto è che li commette e non dovrebbe, dovrebbe vivere in modo diverso.

Hai azzeccato in pieno, molte volte tende a buttare tutta la sua vita su cose talmente inutili per lui e la sua crescita, che mi stupisco di come non faccia a rendersene conto... Per le donne uguale, una vita di frustrazioni porta a vederle come qualcosa di difficile, sporco e sbagliato. Non sai quante volte ho provato a spingerlo a buttarsi, ma finiva sempre con i soliti discorsi: "tanto sono tutte putt..guardano solo i soldi,ecc..", insomma...scuse.

Citazione di: Micione il 15 Agosto 2016, 12:21:29
Per portarlo fuori da li, devi portarlo fuori dalla sua "area di comfort", verso aree inesplorate, dove lui è un pesce fuor d'acqua, si sentirà strano e debole, ergo soffrirà e vorrà tornare indietro.
Se vuoi portarlo fuori da li quindi, devi scendere nella palude degli sfigati esattamente dove si trova lui e, con pazienza e molto tempo, devi prenderlo per mano e portarlo con te, lentamente ma inesorabilmente, verso l'erta che conduce alla topa.
Dalla palude al free clymbing, quindi un cambio di vita che definire radicale, tutto è tranne un eufemismo.
Il pericolo però è tutto tuo, tornare della comoda vita degli sfigati è facile, si vive più comodi, con meno pensieri, meno stress, "meno calcoli", più divertimento maschilista, fatto di calcio, calcetto, birrette e bar.
Le sue catene rischiano quindi di avviluppare anche te, te lo dico perchè ci ho provato e sono arrivato a quel rischio, ne sono uscito solo grazie al termy-raduno di Roma.

Quindi devi per forza usare la terapia d'urto, sbandiera le tope che ti fai sotto il suo naso, in modo da scatenare in lui il normale moto d'invidia, che vorrà portarlo ad essere come te.
Ma poco prima che ciò accada, dovrai dirgli che non è difficile, basta solo mollare per sempre certi comportamenti ed adottarne definitivamente altri, difficili da accettare quanto necessari per farcela, se non accetta, FANCULO, non puoi rovinare la tua esistenza per aiutare chi non vuole essere aiutato, io ho rischiato di sprofondare di nuovo nella palude, non correre anche tu questo rischio...

Come ho risposto al Termy nel messaggio precedente al tuo, voglio evitare proprio questo. Tornando ad uscire con lui per 2/3 serate ho cominciato a notare quando lui tendesse a trascinare me verso il basso. Anche quando mi lanciavo e riuscivo ad aprire in solitaria, entrava e o rimaneva in silenzio perchè troppo timido, o mandava tutto in casino buttandola sul casino e sullo sfottò. E nel momento in cui, gli provavo a spiegare come fare annuiva convinto, per poi dirmi che sono cose troppo lontane e difficili per lui.

Forse se riuscissi a fare una super chiusura davanti a lui (ad esempio una sua amica che lui ritiene impossibile, li forse comincerebbe ad incuriosirsi). Ma per ora ci esco, mi diverto ma a piccole dosi  ;)
Ultima modifica: 24 Agosto 2016, 01:00:27 di MaurY
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Ci provai una volta.

"Io sto bene così"

Non riuscii a controbattere

-Nova-

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Citazione di: MaurY il 05 Agosto 2016, 17:56:51
Ora...la domanda è questa. Vi è mai capitato di vedere un vostro caro amico (non uno qualsiasi) cosi indietro da volerlo aiutare? Personalmente, da un lato lo vorrei aiutare, ma dall'altro se non parte da lui, mi sento di forzare la cosa e di non poterci far nulla, in fondo la vita è sua e ho gia abbastanza problemi personali da affrontare. In fondo a me nessuno mi ha spinto a fare quello che ho fatto, ma è nato tutto da me.

Purtroppo in questi casi si finisce per cadere il 99% delle volte, pur con le migliori intenzioni, in zona "cacacazzi che da pareri non richiesti". E ci sono cascato più volte.

Poi.. ognuno ha il suo percorso personale e non si può mai sapere davvero dove porterà. A parer mio, l'unica cosa che si possa fare fare è limitarsi a dare il buon esempio.

Citazione
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..appunto!!