Kurghan's Story III 2) Henri Lacoste e la procrastinazione

Aperto da TermYnator, 22 Marzo 2024, 01:05:23

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Henri Lacoste era un giovine nobile nato al sole della Costa Azzurra. Annoiato dalla vita e dalle cose, vagava per la terra con il naso all'insù, con una espressione fra l'accigliato e l'annoiato, con sfumature di genuino disgusto per le cose terrene. Non aveva mai veramente lavorato in vita sua. Non perchè non avesse dedicato del tempo all'ignobile passatempo del vile lavoro, ma semplicemente perchè la sua attività di architetto non lo aveva mai veramente appassionato. Come disse un amico di suo padre, Henri non era abbastanza maschio per fare l'ingegnere, ma neanche così omosessuale da fare lo stilista. Decise di diventare architetto perchè in famiglia non accettavano che facesse il giardiniere. Era rimasto folgorato dai jardins a l'italienne di Versailles durante una gita scolastica e voleva ricalcare le orme di quegli artisti della siepe. Parlando di siepi scoprì da un abitante la perfida Albione il lemma push push in the bush. La sua mente fantasiosa esplose al pensiero di mischiarsi come i colori di due tubetti di acrilico in un colore unico dipinto da un maestro, ed essendo tremendamente carente in materia, decise di contattare Kurghan, indiscusso maestro della seduzione in quel momento dell'umana storia. Henri voleva capire l'essenza del suo colore complementare, voleva capire il segreto dell'animo umano scisso in due mezze sfere complementari: l'uomo e la donna.

l'incontro
Si dettero appuntamento su una spiaggia di La Rochelle, noto porto delle Lande dove Kurghan aveva deciso di passare una vacanza di mare a base di bouillabaisse, crostacei e sassi. Kurghan amava passeggiare sulle rive lasciate dalla marea a guardare i cannolicchi che si ritirano sotto la sabbia. I cannolicchi erano la metafora  dell'umana miseria che nasconde il capo di fronte al pericolo. Kurghan non aveva mai nascosto la testa nonostante fosse in un periodo di comnpleto rimescolamento di umori e sentimenti condito a quella sofferenza che gli faceva odiare l'essere cosciente. Era in quell che si definiscono "momenti di rivoluzione".
"Lei è Kurghan?"
"In persona. Tu sei Henri?"
"Si, sono io. Le ho scritto per un problema specifico".
"Bene, mi piacciono le persone determinate"
Kurghan da un paio di anni non esprimeva più i suoi pensieri in modo diretto. Di fatto pensava sempre alla stessa cosa e faceva in modo che tutte le cose che diceva si rifacessero a quel medesimo evento. Era come se creasse una ciambella dialettica (*) per costringere l'interlocutore a porsi una unica domanda che lo avvicinasse alla sua sofferenza.
"Quale è il suo problema, Henri?"
In quel momento passò un gabbiano. Kurghan per un attimo vacillò. La sua mente ferita che non riusciva più a staccarsi da quel morboso pensiero era volata via dietro quelle ali, lontano da quel posto ameno dove sapeva perfettamente che non avrebbe trovato nulla...
"Kurghan, mi ascolta?"
"Si, certo che ti ascolto. Quale è il tuo problema?"
"Io non riesco a portare a termine le cose. Ne inizio a decine, ma appena capisco che posso portarle a termine le abbandono. Tutta la mia esistenza è un campo popolato da opere incompiute. Io stesso mi chiedo se sono compiuto."
"Quanti anni hai Henri?"
"Dieci più di Cristo, Kurghan."
kurghan pensò a Cristo. Un uomo che nel momento più feroce della vita, attaccato con tre chiodi ad una croce, ebbe la dignità polverizzata da un banale romano armato di martello. Kurghan pensò a Cristo che appeso per tre chiodi davanti alla sua Maddalena non si lamentò. Pensò a quella colossale prova d'amore che fece trattenere Cristo dal vomitare il suo insopportabile dolore per non alimentare le lacrime della sua amata. Kurghan non era Cristo, ma trattenersi dal vomitare il suo insopportabile dolore sul suo nuovo allievo era per lui un dovere morale. E fu pe questoi che non si lametò.  Anche se dei problemi del suo nuovo allievo gliene fregava meno che del suo colossale caxxo.
"Quindi Henri, sei un procrastinatore?"
"Non so, forse si..."
"Ok, e cosa vuoi da me?"
"Vorrei che tu mi rendessi forte, maschio, deciso ed alpha, capace di raggiungere i miei obiettivi, di diventare un capo, un maestro... ".
Kurghan era l'uomo più superdotato del mondo. E leggeva il pensiero degli umani come un bambino legge un abbecedario. Henri Lacoste aveva a sete di potere. Nella sua mente si sentiva ingiustamente sottovalutato. Per lui gli umani avrebbero dovuto quasi tributargli riconoscimento. E sebbene Kurghan odiasse usare i termini della scienza della fonte del suo soffrire, non poteva non ammettere che Henri rispondeva perfettamente alla definizione di narcisista. Kurghan tremò per l'ennesima volta: era a contatto con un suo simile.

Gestire Henri
L'appartenere alla specie dei figli della ninfa Liriope non è cosa da poco. Costoro pensano  che l'universo degli umani non sia all'altezza di comprenderli. Pensano che tutto gli sia in qualche modo dovuto perchè in qualche modo essi appartengono ad una elite superiore. Elite che considera puro vilipendio il fatto che un comune mortale possa manifestare disinteresse nei loro confronti. Nella loro concezione di se stessi, quindi, il meglio deve avvicinarsi a loro per consentirgli di regnare sull'universo mondo. Naturalmente, questa percezione grandiosa del Se, porta a due o più vie note. Una di queste, è la denigrazione della miseria umana tipica dei grandi imperatori che portò al sacrifizio di milioni di umani comuni. Hitler, Napoleone, Cesare, Putin e Zelenskjy et Alessandro rispondono a questa definizione. L'uomo è quindi una pedina priva di valore intrinseco che conta solo in una mera addizione. Io ho più uomini di te, quindi vinco. Ma la storia, gli amori e le emozioni dell'individuo non contano nulla. Il nulla, ovvero la differenza fra il sentire ed il soffrire, erano in quel momento il principale cruccio del Kurghan.
"Kurghan, ma mi ascolti?"
"Si si, certo che ti ascolto"
"Kurghan non avrebnbe mai ammesso che quel "ti ascolto" era in realtà un "ti sento e ti capisco, fratello".
E così, KUrghan, decise di aiutare se stesso, che in quel momento era rappresentato da Henri Lacoste.

A SUIVRE...

Ultima modifica: 22 Marzo 2024, 01:16:55 di TermYnator
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Citazione di: TermYnator il 22 Marzo 2024, 01:05:23Musica consigliata: Rimsky-Korsakov: Scheherazade op.35

Riesci a fare un pezzo di storia ispirandoti a questo?

https://youtu.be/_FtQjRfuCSI

Citazione di: TermYnator il 22 Marzo 2024, 01:05:23Una di queste, è la denigrazione della miseria umana tipica dei grandi imperatori che portò al sacrifizio di milioni di umani comuni. Hitler, Napoleone, Cesare, Putin e Zelenskjy et Alessandro rispondono a questa definizione. L'uomo è quindi una pedina priva di valore intrinseco che conta solo in una mera addizione. Io ho più uomini di te, quindi vinco.


Questo è un aspetto che non avevo mai considerato di certi personaggi che hanno fatto la storia, se puoi approfondiscilo


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Citazione di: AlterEgo il 23 Marzo 2024, 00:56:26Riesci a fare un pezzo di storia ispirandoti a questo?

https://youtu.be/_FtQjRfuCSI
Si sente molto male e non mi ispira molto.
CitazioneQuesto è un aspetto che non avevo mai considerato di certi personaggi che hanno fatto la storia, se puoi approfondiscilo
Magari più in la, qui è un po' off topic
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