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sfogo inutile

Aperto da Naddolo, 08 Giugno 2013, 03:17:24

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Naddolo

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Non so bene perché mi metto a scrivere; questo post non ha senso; e se ha senso lo ha solo perché in qualche modo, confusamente, sento il bisogno di fissare su carta un momento di particolare sofferenza. Uno dei momenti di più acuta solitudine ( forse neanche troppo bizzarramente) sperimentato in una serata che si preannunciava gradevole, in mezzo a tante persone; un compleanno a casa di uno dei miei più vecchi amici, uno di quelli storici, che conosci da quando sei piccolo; e con cui tante ne hai viste e vissute. Serata in apparenza ordinaria, e dalla quale ne sono uscito a pezzi. A stento sono riuscito a ricacciare le lacrime sulla via di casa; e solo perché ero, ancora una volta, in mezzo ad altri; e non sta bene; un uomo non si fa vedere in questo stato...

Ho rotto con la mia ragazza un paio di settimane fa; una brava ragazza, e mi voleva sul serio bene; eppure non mi bastava; mi sono ritrovato a pensare di voler altro, di volere di più; porcapu**ana, ho 28 anni: che senso ha accontentarmi? Posso rimanere in una relazione solo perché la persona che con cui sto ha un buon carattere, sufficiente intelligenza,  buona compatibilità con le mie bizzarie, e le sono decisamente affezionato? Posso davvero accettare già da ora la routine, il tutto uguale, il previsto e prevedibile? Lo sperimentare giorno dopo giorno sempre meno entusiasmo nei confronti dell'altra? Sentirsi quindi non più sincero, nel dover confermare quel "ti amo" che purtuttavia in passato avevi così profondamente sentito?
Me ne sono tirato fuori. Caparbiamente, testardamente secondo alcuni. Te vuoi troppo, mi ha detto un amico; hai una visione troppo elevata dell'amore. Ci mancava solo che aggiungesse il "chi troppo vuole nulla stringe". Eppure m'ero sentito orgoglioso di me; si, orgoglioso nello scegliere la strada meno semplice; orgoglioso nel rigettare quella placida, tranquilla e meschina conformità borghese. Si perché io li schifo; di più:  li detesto; quelli che si pasciono, si beano della conformità; quelli de "ti hanno detto che la terra è tonda eppure te non ci credi".

Quelli che si fidano; che riescono a credere a quel che gli dicono, si tratti di fede, politica, università o chissà che cosa. Non si consumano l'anima a furia di scetticismo; non sono obbligati a dover sempre mettere tutto in discussione; in discussione se stessi, sopratutto.

Io odio quello sguardo, quello che tanto spesso vedo per strada; lo sguardo di chi riesce a vivere, di chi ha capito come va la vita; lo accetta, e non se ne cruccia; e non c'è dramma. Questa è la vita, niente di più. Li vedi, non portano sulle spalle un macigno; non hanno una all'altezza dello stomaco, una ferita che ogni tanto torna a riaprirsi; che ti dà i conati; e che non puoi dire. Perché cosa diresti? Che soffri? Ma statti sereno; ma trovati un lavoro, esci la sera con qualche amico, fatti una ragazzetta, e vedi che è tutto ok. Mentre non va bene; manco un po'.

Ma il fatto è che pensavo di essere meno fragile; più forte quindi; meglio in grado di accettare quello che in definitiva ho io stesso voluto; rinnegare il mediocre, per sperare in qualcosa di meglio. Eppoi ti ritrovi in mezzo alla gente, in mezzo a coppie, in mezzo ad amici che scherzano e sono contenti; contenti di poco, di farsi un regalo, di passare qualche ora piacevole; di avere un rapporto, e riuscire ad esserne contenti, anche se non hanno a fianco una modella, o chissà quale intelligenza sopraffina. Li guardi, e loro sono lì: sono un muto rimprovero nei tuoi confronti; tu ci provi anche a parlare, a scherzare; so far ridere quando voglio, posso anche esser simpatico; eppure questa sera le mie frasi, le mie battute erano intrise di cinismo; paradossali, anche più del solito; come se volessi far cadere quel velo di ordinarietà, buttarlo a terra suon di calembour e boutade.

Già. E tutto perché la loro presenza sconfessa, mette in crisi le mie scelte, la mia arroganza; il mio voler giocare a tutti i costi con il fuoco, volendo di più. E allora odi me stesso; odio quello che sono; odio persino il fatto di odiare gli altri; odio il fatto di riuscire a sentirmi perfettamente straniero in mezzo agli altri; odio il fatto di non riuscire a vivere all'altezza delle mie aspettative, all'altezza dell'intelligenza di cui vado orgoglioso, che da vero vanaglorioso ho posto così in alto.

Certe volte mi inquieto da solo, tale e tanta è la mia capacità di provare odio, sordo rancore, risentimento, astio: ostilità. Questo male che mi covo dentro, e che da tanto non toccavo così con mano come stasera. Una belva che se uscisse fuori farebbe una strage. Un odio forsennato, sopratutto contro me stesso; e che è folle; la causa prima di ogni mio disagio.

Qualcosa dovrò fare. Mi rendo conto, col tempo, sempre più, che non è davvero la mutevolezza del di fuori a farmi stare male; ho avuto periodi di depressione, e periodi di euforia; qualche sconfitta, ma anche tante soddisfazioni; la stima di tante persone; la consapevolezza che se provo e mi impegno riesco. Ma appena mi fermo, appena viene a mancare qualcosa con cui occuparmi: che sia una ragazza, che sia l'organizzazione di un convegno politico; che sia lo studio o un qualsiasi progetto; non appena mi fermo, ripiombo nei soliti errori; nella melanconia; e quando gli eventi ci si aggiungono in qualcosa di peggio.

Qualcosa dovrò fare; ho toccato picchi di disperazione; eppure, anche nello sconforto, sento che si può vivere diversamente; senza essere così addolorati, e senza dover per forza essere degli imbecilli. Non ho la soluzione; non sono neanche convintissimo che per quanto mi sforzi possa sul serio trovarla; ma chissà che un giorno essa non mi giunga, a dispetto dei miei tentativi...

Spartacvs

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Citazione di: Albachiara il 08 Giugno 2013, 03:17:24
[...]

Gli sfoghi, in certi posti, fra certe persone (anche se sono avatar dietro uno schermo), non sono mai inutili.
Ti capisco alla perfezione ed ho vissuto in prima linea almeno tre volte quello che stai vivendo tu.
Un penserebbe che alla prima tornata abbia imparato la lezione. Certi ci riescono.
Altri no, perchè vogliono volare sempre più in alto, per vedere quello che c'è ancora e ancora oltre l'orizzonte.

C'è solo una controindicazione: è necessario non fare come Icaro, che ebbe la superbia di volare troppo in alto.

Forza. Passerà.
Un saluto.
Per chi vuole: restiamo in contatto via Pm.

Naddolo

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grazie spartacus. non ci conosciamo, non ci siamo mai visti di persona; ma anche il solo sapere che quello che ho scritto può essere inteso da qualcun altro è prezioso

cmq sottolineo, rileggendomi, che ho scritto veramente una tirata menosa e patetica; di certo non utile per qualcuno, ma almeno l'ho messa in ot. mi era presa abbastanza male ieri notte...

Spartacvs

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ti faccio ridere: ci sono state,nella mia vita, due occasioni in cui mi sono ritrovato in una "fiera sposa" con entrambe le mani occupate da buste piene di depliant di vestiti da sposa, di brochure di mattonelle e cucine e quant'altro. e in entrambi i casi alzai gli occhi al cielo dicendomi "ma che caxxo sto a fa??".
un po come la conversione di s.paolo sulla via di damasco..... :-)
Per chi vuole: restiamo in contatto via Pm.

Naddolo

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Citazione di: Spartacvs il 08 Giugno 2013, 17:01:17
ti faccio ridere: ci sono state,nella mia vita, due occasioni in cui mi sono ritrovato in una "fiera sposa" con entrambe le mani occupate da buste piene di depliant di vestiti da sposa, di brochure di mattonelle e cucine e quant'altro. e in entrambi i casi alzai gli occhi al cielo dicendomi "ma che caxxo sto a fa??".


lol

fiera sposa... :buck:

Paroliere

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Ti capisco, anch'io spesso sono combattuto tra chi troppo vuole nulla stringe e ogni lasciata è persa per esempio, la vita è fatta di continua crescita e lotta per conquistare sempre di più, una ragazza intelligente e bella, o qualsiasi risultato che pretendiamo e che vogliamo  ci renda orgogliosi. Vedere le persone attorno a noi, a cui magari vogliamo anche bene, non avere la stessa fame, capaci di accontentarsi di poco e continuare a vivere senza pretendere troppo è desolante,  perché magari tu pensi "non riuscirei mai a vivere come fanno loro", ma li vedi contenti e immersi in questa parvenza di serenità che ti lascia di stucco come se non si rendessero conto, vivono d'abitudine,  di conformismo.. non so se ho centrato il tuo problema, ma credo che molti abbiano deciso di non pensarci più, non illudersi più, non lottare più per paura di cadere.
L'atto di disobbedienza, in quanto atto di libertà, è l'inizio della ragione. Erich Froom

Se un uomo fosse responsabile solo di ciò di cui è cosciente, gli idioti sarebbero assolti in anticipo da qualsiasi colpa. Milan Kundera

Le donne non cercano gli uomini belli. Le donne cercano gli uomini che hanno avuto donne belle. Ibidem

freeheart

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Io ho vissuto e stò vivento questo tuo momento da 20 anni con qualche sprazzo di felicità , oggi la fase si è ri-acutizzata quando tutte le mie certezze mi sono crollate addosso , tutte tranne una : io odio le persone ed è per questo e quando lo confessi alle persone se ne escono fuori con :<< Ma dai cerca di essere naturale e divertirti che te ne frega dai sù>> e te hai la voglia di far provare tutto il tuo dolore a loro ma a quel punto capisci che le ferite che ti fanno star male sono quelle che ti stimolano ad essere migliore e accetta il mio consiglio guardati allo specchio e chiediti chi sono cosa voglio e perchè lo voglio se sai le risposte agisci di conseguenza perchè te così ti rovini la vita dal dolore e dalle ferite mentre te dovresti trarre forza ed energia dalla rabbia e dal dolore solo così si sconfigge il tuo mostro interiore che ti fa soffrire. Toglimi una curiosità ti definisci una persona sensibile???
F.

Naddolo

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Citazione di: freeheart il 08 Giugno 2013, 19:04:30
Toglimi una curiosità ti definisci una persona sensibile???
F.

Credo di si.

Cmq, per chiudere il cerchio: ieri notte ho vomitato un po' di cacca che mi coltivo dentro da un po', parlando senza filtri, come mi veniva. mi sono sentito subito un po' meglio; quindi per quanto patetico,e non certo incoraggiante per chi legge, ha avuto il suo senso. oggi a mente fresca comprendo una cosa: che io non ho scelta. Nel senso: non posso fare come gli altri; e d'altronde ci ho provato, e non stavo bene uguale; me ne sono tirato fuori, perchè reputo di dover agire in base a criteri miei, in base a quel che credo di dover fare; per quanto sia più arduo; e questo non vale solo in materia figa, il discorso è globale.

Ma è sbagliato fare confronti e paragoni, per quanto siano stati quelli a farmi male ieri; non ha senso giudicare le scelte degli altri, ognuno vive per come può; ma nel momento in cui ti prefiguri un certo modo di vivere, rifiuti quello comune; ma se sei ben distante da come ti immagini di dover essere (come ne sono io, è chiaro) possono prenderti momentanee crisi di sconforto; del tipo "non sto bene a fare a modo loro, non riesco a fare a modo mio; in un modo o nell'altro soffro; e allora porcalapu**anamad***"

Ma si deve andare avanti, e tentare; non farlo è privo di senso. Mi rimetterò in carreggiata, tempo al tempo.

freeheart

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La tua sensibilità spiega tutto , questo mondo è fatto per le menti mediocri non per i sensibili e comunque dopo l'abisso c'è   con fatica la vetta e la gloria  continua a lottare sarai ripagato.
F.

Dylan

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Citazione di: freeheart il 08 Giugno 2013, 20:11:34
La tua sensibilità spiega tutto , questo mondo è fatto per le menti mediocri non per i sensibili e comunque dopo l'abisso c'è   con fatica la vetta e la gloria  continua a lottare sarai ripagato.
F.

a 19 anni, la fase "è un mondo di cacca, nessuno mi capisce, nessuno mi merita" dovrebbe essere già passata.

freeheart

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Non credo che passerà ne tra un anno ne mai

Bosem

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Citazione di: Albachiara il 08 Giugno 2013, 14:44:00
Rileggendomi, che ho scritto veramente una tirata menosa e patetica; di certo non utile per qualcuno, ma almeno l'ho messa in ot. mi era presa abbastanza male ieri notte...
Mi ha fatto una strana impressione leggere di te in quest'ottica. Nei tuoi post sei sempre molto sicuro e ciò che affermi è inscalfibile, sai dove mettere le mani quando scrivi e argomenti sempre in modo perfetto.
Ho apprezzato lo sfogo, anche se non lo giudichi utile.
Se non altro, affermi ciò che hai già espresso: continuare a combattere

Lupo

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#12
Avevi ragione quando mi hai detto che abbiamo un modo simile di percepire le cose.
Io fino a pochi mesi fa ero proprio così: la banalità e l'ordinarietà mi terrorizzavano, e non mi accontentavo mai di niente, mi sembrava tutto inutile e vuoto. Se ci pensi è così: il mondo che abbiamo creato è fatto di leggi e convenzioni che si sostengono a vicenda, ma fondamentalmente si regge sul nulla. Ogni cosa, ogni concetto ha un significato entro la realtà che gli abbiamo creato attorno, ma in sè non significa nulla.
Cos'è internet? Cos'è IL? Cos'è la patata? Nulla, non sono nulla.
Ma noi abbiamo bisogno di dare un nome a ciò che ci circonda, di classificare le cose, e dimenticarci della vacuità dell'esistenza. E questo ci porta a cadere nelle routine, nelle convenzioni, ci porta ad inventarci cose sempre nuove che ci permettano di non pensarci: macrobiotica, politica, religione, internet, grappa, saponette, divani, tiro con l'arco, sigari, serate nei locali, lavoro, famiglia, musica, centri commerciali, turismo, arte, rapporti, scienza, PNL, seduzione, finanza, yoga, ristorante cinese...
Ma persone come te e me, questo non lo accettano. Vivere secondo rituali e convenzioni preformulati ci dà l'impressione di non restare consapevoli di quello che abbiamo capito, di vivere nel torpore... e questo ci dà fastidio, perchè abbiamo paura di vivere con i paraocchi, di avere delle certezze, delle convinzioni; abbiamo sostanzialmente paura di finire come quelle persone felici ed ignare chiuse nella loro ristretta cerchia di certezze, di atrofizzare la nostra mente. Di certezze non ne esistono, e noi lo sappiamo bene: sono secoli che gli uomini discutono e si uccidono per qualunque diverbio, su qualunque argomento. Eppure, perchè quelle persone che tanto detestiamo, hanno delle certezze? Beh, secondo me, di persone "con i paraocchi" ce ne sono di due tipi soltanto:
- quelle con un'intelligenza insufficiente per poter arrivare a simili conclusioni
- quelle intelligenti a sufficienza che hanno deciso di spegnere la mente

La seconda tipologia, in particolare, ha capito che è meglio affidarsi alla vita senza fare domande, piuttosto che uccidersi di seghe mentali nel vano tentativo di trovare una soluzione che unisca una visione del mondo futile con un quieto vivere in questo mondo. Una soluzione del genere non esiste, perchè significa che non accetti il mondo per quello che realmente è, e quello che hai dentro lo ritroverai all'esterno: vuoto ti sembrerà, e vuoto lo troverai.
La soluzione sta nel pensiero basato sul risultato: se cerchi la felicità, educati a vivere negli ingranaggi e tra le maschere.
Se invece cerchi la conoscenza di come funzionano realmente le cose, allora la felicità non fa per te: potrai essere felice per aver capito tutto il mistero che si cela dietro la vita, di aver capito che è tutta una grande cazzata, ma nel momento in cui ti renderai conto che a quella grande cazzata partecipi anche tu, smetterai di essere felice e ti maledirai di aver voluto sapere a tutti costi dannandoti la vita.
Sai cosa significa "religione"? Significa "proposta di felicità". E infatti le religioni si pongono come prima scelta per il raggiungimento della felicità attraverso dogmi, privazioni, o in generale, una vita più o meno scandita da rituali con una forma mentis già preimpostata. Questo non fa altro che oscurare la "grande cazzata", rendere meno consapevoli: ma alla fine, queste persone sono più felici di chi non crede in nulla, perchè danno per scontate molte cose e l'horror vacui non le angoscia. Non importa se quello in cui credono sia vero: l'importante, è che sia vero per loro.
Perchè ti dico questo? Perchè non è altro che lo stesso discorso di prima: è tutta una quesitone di scelte. Se tu scegli di voler vivere felice, devi smetterla di mettere in discussione qualunque cosa, altrimenti resterai perennemente deluso da tutto ciò che ti circonderà. Vuoi avere tutto sotto controllo senza mai essere all'oscuro di nulla? Vuoi vedere ogni aspetto della realtà sperando di riuscire a trovare il modo migliore per vivere? Non è possibile. Fare questo, equivale ad avere una cartina che segni le strade, i fiumi, le città, i palazzi, gli oggetti nei palazzi, le persone, le molecole che le compongono. Certo, così vedi tutto, ma equivale a non vedere niente.
Tralasciando tutto il resto, ti sei mai chiesto quale sia il vero significato della storia di Adamo ed Eva? L'Eden rappresenta la felicità, il serpente rappresenta il nostro lato oscuro, la mela la conoscenza e Dio la vita. Adamo ed Eva vivono nella felicità più assoluta inconsapevoli che sia tutta una gran cazzata: un giorno arriva il loro lato oscuro, e dice loro "ma cosa c'è dietro tutta questa meraviglia? io posso dirvelo". Se magnano la mela, e capiscono che è tutta una gran cazzata e che quello che vedono non esiste realmente ma esiste solo nella loro mente. A quel punto arriva la vita e si incazza con loro dicendo "avevate tutto, imbecilli: ora che avete scoperto che niente ha senso, vi siete privati della felicità, della possibilità di condurre un'esistenza serena senza l'angoscia dell'horror vacui".
Bene, da quel giorno l'uomo è stato cacciato dall'Eden e non possiede più la felicità, e in tutti questi millenni non ha fatto altro che tentare di ricreare un mondo che somigliasse a quello in cui si trovava prima di esserne cacciato. E così ha inventato ciò di cui abbiamo parlato all'inizio, ovvero: macrobiotica, politica, religione, internet, grappa, saponette, divani, tiro con l'arco, sigari, serate nei locali, lavoro, famiglia, musica, centri commerciali, turismo, arte, rapporti, scienza, PNL, seduzione, finanza, yoga, ristorante cinese...
Ecco, il mondo che abbiamo cercato di ricreare fa abbastanza schifo ed è peggio di un'imitazione cinese, ma dopotutto, è il massimo che siamo riusciti a fare, quindi ce lo facciamo bastare e fingiamo che sia l'Eden. In questo modo, siamo riusciti a riportare la felicità dell'Eden su questa terra, e chiunque riuscirà a capire che il nostro è stato solo un penoso tentativo di ricreare un Eden tarocco, non farà altro che mangiare la mela, venire rimproverato dalla vita, e autoprivarsi dalla felicità, finendo con l'essere cacciato dall'Eden tarocco.
Il mio consiglio dunque è: fai una scelta. Scegli tra "vivere serenamente" e "sapere come stanno realmente le cose". IMHO, sapere che questo è un mondo masterizzato non serve a niente se non a scriverci sopra un post ;)
Ultima modifica: 09 Giugno 2013, 20:02:00 di Lupo

freeheart

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Lupo +1 e complimenti per il post!!!

Naddolo

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#14
Citazione di: Lupo il 09 Giugno 2013, 19:56:29
Avevi ragione quando mi hai detto che abbiamo un modo simile di percepire le cose.
Io fino a pochi mesi fa ero proprio così: la banalità e l'ordinarietà mi terrorizzavano, e non mi accontentavo mai di niente, mi sembrava tutto inutile e vuoto.

mah. non quoto un granchè. io ripudio la banalità e la mediocrità proprio perchè penso ci siano cose che valgono di più; ripudio le chiacchiere, le opinioni banali perchè ho una elevata idea dell'intelletto umano, e so che si può fare molto di più; butto alle fiamme i romanzetti italiani contemporanei, o i film "camera e cucina" perchè so che c'è molto di meglio, e via dicendo in tanti altri campi.

se tutto fosse uguale, se una cosa valesse l'altra, allora tutto va bene: tutto mi potrebbe star bene. e io non lo penso; certe cose non le voglio, perchè ne vorrei delle altre.

ci sono un sacco di cose che mi fanno sentire vivo, e le femmine sono una di queste. e se ho lasciato la mia ultima ragazza è proprio perchè voglio di più, voglio rimettermi in gioco, e trovare una donna che mi soddisfi sul serio. So che al momento non sono in grado di avere quello a cui miro; e ci dovrò lavorare su; e neanche poco. era questo che mi frenava dal prendere tale decisione, ma che dentro di me sapevo inevitabile: la fatica del rimettermi a giocare con me stesso, dopo un periodo di relativa tranquillità, che in fin dei conti non mi è dispiaciuto più di tanto. In questo anno e mezzo ho lasciato perdere velleità seduttive e ipotesi di miglioramento, e ho fatto altro. Ma con ogni probabilità sono molto più in condizione ora di cimentarmi con il miglioramento, con il come vorrei e dovrei essere che non anni fa.

Il mio in definitiva era lo sfogo di chi sa cosa deve fare, e sa che per avere quel si prefigge nel breve deve rinunciare a qualcosa; e il tentativo di ributtarsi sul noto è sempre dietro l'angolo. Ma non lo farò. Il dado è tratto, e andrò avanti per la mia strada.

Il resto della tua risposta l'ho letta e, perdonami, ma è poco centrata sulla mia situazione. non ha molto senso che ti risponda, e controbatta, per quanto alcune cose non mi convincano un granchè. ma farlo sarebbe pura sega mentale, e non serve a molto
Ultima modifica: 09 Giugno 2013, 20:38:11 di Albachiara