Le femine copiano il TermYdelirio

Aperto da TermYnator, 14 Maggio 2011, 05:04:28

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TermYnator

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Liam

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Che poi, a parte la citazione non autorizzata, non hanno saputo far davvero nulla. Non hanno nemmeno provato ad estendere il discorso all'universo femminile. Hanno scopiazzato e fatto un commento insipido, di una banalità disarmante. mah... :-?
Lo stupido è uno sciocco che non parla, e in questo è più sopportabile dello sciocco che parla.

G. Casanova

^X^

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Bah.
Il diritto d'autore era una cosa sensata quando è stato concepito e soprattutto nei modi in cui era stato concepito 100 anni fa. Oggi è solo una enorme presa per il culo, non allineata e neanche allineabile secondo le stesse modalità del passato in quanto non compatibile con le nuove metodologie di diffusione dell'informazione.
E ora via con 300 inutili pagine di difesa dell'indifendibile...
-eFFe-: quando parli di figa, mi trovi sempre :)
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Liam

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Citazione di: ^X^ il 14 Maggio 2011, 10:52:37
Bah.
Il diritto d'autore era una cosa sensata quando è stato concepito e soprattutto nei modi in cui era stato concepito 100 anni fa. Oggi è solo una enorme presa per il culo, non allineata e neanche allineabile secondo le stesse modalità del passato in quanto non compatibile con le nuove metodologie di diffusione dell'informazione.
E ora via con 300 inutili pagine di difesa dell'indifendibile...

Non sono d'accordo X.
Le nuove tecnologie -Internet- permettono di scaricare film, musica e libri. Illegale ma tacitamente accettato da tutti poiché impossibile da contrastare. Anzi, per quanto riguarda la musica è quasi un bene imho, così si costringono le major ad abbassare i prezzi delle nuove uscite che prima erano davvero insensati. Non è un bene per l'editoria invece...purtroppo già prima si compravano pochi libri, ora se ne comprano meno, e ci sono autori validissimi che combattono per arrivare a fine mese, mentre coloro che concorrono alla diffusione dell'informazione, compagnie telefoniche, provider ecc., navigano nell'oro. E questo permettimi, non è per nulla giusto.

Ma se anche accettassimo questo come inevitabile frutto del "progresso" e adattamento ai tempi che corrono, a nessuno, e sottolineo NESSUNO, dovrebbe essere concesso di riprodurre qualcosa che non è suo spacciandolo per farina del suo sacco.
Questo si chiama Plagio ed oltre ad essere un reato (lo sarebbe anche scaricare musica se per questo) è una mancanza di rispetto per il lavoro altrui.

Di furbetti in giro ce ne sono già fin troppi, quando qualcuno di questi viene colto con le mani sporche di marmellata e giustamente cazziato, personalmente sono più che felice.
 
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Citazione di: Liam il 14 Maggio 2011, 11:06:07
Ma se anche accettassimo questo come inevitabile frutto del "progresso" e adattamento ai tempi che corrono, a nessuno, e sottolineo NESSUNO, dovrebbe essere concesso di riprodurre qualcosa che non è suo spacciandolo per farina del suo sacco.
Questo si chiama Plagio ed oltre ad essere un reato (lo sarebbe anche scaricare musica se per questo) è una mancanza di rispetto per il lavoro altrui.
Concordo!
La rete è piena di citazioni prese dagli articoli più disparati, ma basta aggiungere ad essi la formula "proprietà di tizio, tutti i diritti riservati" per evitare di incorrere in noie legali.

TermYnator

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#5
Update:
gli ho scritto di inserire autore e fonte. Hanno provveduto scusandosi ed inserendo autore e fonte.

@ ^X^
Non capisco il perchè tu definisca indifendibile il diritto d'autore, ovvero il riconoscimento giuridico della proprietà intellettuale. A questo concetto si deve infatti tutta la società industriale.
Non viviamo più all'epoca dei mecenate, e se non fosse per il diritto d'autore, non esisterebbe neanche più la cultura: chi manterrebbe artisti ed intellettuali?
Se non fosse per il concetto di diritto d'autore (ed il diritto di sfruttamento industriale che gli è correlato, o il brevetto che è della stessa famiglia), nessuno investirebbe più in tecnologia, farmaci, e scienza. Gli artisti, diventerebbero degli hobbisti, ad eccezione di coloro che producono opere uniche (pittori e scultori), che come tali non risultano clonabili in serie.
Gli unici che continuerebbero ad investire in tecnologie, sarebbero gli stati interessati allo sviluppo di armi.
I poli culturali, verrebbero gestiti da fondi di stato, con la conseguenza di creare una lobby parassita di impiegati dell'arte: non ci sarebbe ricambio, non ci sarebbero comete che però stravolgono il mondo. Non ci sarebbero più arte ne cultura.

Insomma, si tornerebbe ad un novello medio evo, dove l'unica cosa che cambia sono i confini degli stati in perenne guerra. Non so a chi ciò possa giovare...
Ultima modifica: 14 Maggio 2011, 12:23:55 di TermYnator
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Dylan

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#6
Citazione di: TermYnator il 14 Maggio 2011, 05:04:28
Non se ne può più:
http://caffetteriadellemore.forumcommunity.net/?t=36479956#lastpost
consiglio a vossia di intimare cordialmente le marrane a cessare la loro attività illecita, e se cio' non bastasse, a rivolgersi alla alutorità giudiziaria. io sono a Sua disposizione per la difesa dei Suoi diritti sacrosanti.
voglia telefonare in studio lunedi' mattina per fissare un appuntamento. cordialità
Ultima modifica: 14 Maggio 2011, 12:15:41 di Dylan

^X^

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Rispondo più o meno a tutti mescolando i due concetti.
Tecnicamente sono d'accordo sul citare le fonti, salvo che in questo caso specifico ad essere pignoli ci "guadagna" solo l'ego dell'autore (visto che quegli scritti non sono in commercio attualmente) e ci "perdiamo" tutti noi visto che il link alla fonte causerà solo un'ondata di trollaggio nella migliore delle ipotesi.
Quindi scusa Termy, ma se tu costringevi a riportare come fonte un tuo libro o un tuo esclusivo sito personale non avrei avuto nulla da ridire, ma così hai fatto un'azione che coivolge tutti noi senza peraltro chiedere il nostro parere.
Per quanto riguarda la normativa del diritto d'autore, per come è formulata oggi, essa può essere equiparata al tentativo di fermare l'alta marea mettendo dei recinti di filo spinato sulla spiaggia. L'unico effetto è quello di rischiare di far male ai bambini che giocano li intorno, mentre nulla può contro l'acqua che sale...
Nonostante le mie ricerche nel campo, e alle mie conoscenze, non ho mai trovato una trattazione convincente dell'assioma diritti d'autore->sviluppo della cultura.
Solo una percentuale irrilevante di artisti vive dei diritti d'autore (e a loro arrivano le briciole). Quindi già ora di fatto gli artisti sono al 99% hobbisti.
Tu dici che nessuno investirebbe più nel cinema? Bho, magari non avremmo più roba tipo Titanic o Avatar: chi se ne fotte! E comunque i film incassano di biglietti generalmente 100 volte il loro costo, e a parte alcuni ridicoli tentativi da parte delle major, non è mai stato dimostrato che un aumento delle copie diminuisca gli incassi del cinema,
Stessa cosa per la musica: anche se per assurdo non ci fossero i diritti d'autore, avremmo lo stesso grandi opere perchè gli artisti, la maggioranza degli artisti, anche quelli che DOPO diventano commerciali come M. Jackson e più recentemente Lady Gaga, hanno cominciato e prodotto le loro prime opere spinti solo dalla pulsione artistica e dalla passione.
Il giro di soldi intorno ai diritti d'autore va in tasca quasi solamente agli intermediari. Per questo non riesco a tollerare un sistema legislativo che riempa le tasche a poche migliaia di persone togliendo sia agli artisti che al pubblico.
Infine, hai ragione Termy quando dici che la proprietà intellettuale è alle fondamenta della rivoluzione industrale. Ma oggi le sfide sono diverse e molto più articolate, ed è ora di abbandonare coraggiosamente i vecchi paradigmi.
La Cina se ne fotte delle nostre proprietà intellettuali, e non vedo come obbligarla a rispettarle. Così facendo centinaia di milioni di giovani cinesi hanno un vantaggio enorme rispetto ai loro coetanei europei, imbrigliati da mille regole che sono solo a favore degli status quo. Cosa succederà, mi sembra abbastanza ovvio...


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Kierkegaard

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Citazione di: Dylan il 14 Maggio 2011, 12:13:25
consiglio a vossia di intimare cordialmente le marrane a cessare la loro attività illecita, e se cio' non bastasse, a rivolgersi alla alutorità giudiziaria. io sono a Sua disposizione per la difesa dei Suoi diritti sacrosanti.
voglia telefonare in studio lunedi' mattina per fissare un appuntamento. cordialità

:up:

Non vedo l'ora di laurearmi   >:D


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#9
Citazione di: ^X^ il 14 Maggio 2011, 12:54:39
Rispondo più o meno a tutti mescolando i due concetti.
Tecnicamente sono d'accordo sul citare le fonti, salvo che in questo caso specifico ad essere pignoli ci "guadagna" solo l'ego dell'autore (visto che quegli scritti non sono in commercio attualmente) e ci "perdiamo" tutti noi visto che il link alla fonte causerà solo un'ondata di trollaggio nella migliore delle ipotesi.
Quindi scusa Termy, ma se tu costringevi a riportare come fonte un tuo libro o un tuo esclusivo sito personale non avrei avuto nulla da ridire, ma così hai fatto un'azione che coivolge tutti noi senza peraltro chiedere il nostro parere.
Dal momento che scrivi su un forum pubblico indicizzato su google, il tuo parere l'hai gia dato, X :)

C'è inoltre da dire, che la macchina della moderazione è stata stravolta nell'ultimo mese. Ed è diventata estremamente efficiente. Quindi, se viene gente, di fatto ho fatto un grosso favore al forum  Azn
Citazione
Nonostante le mie ricerche nel campo, e alle mie conoscenze, non ho mai trovato una trattazione convincente dell'assioma diritti d'autore->sviluppo della cultura.
Solo una percentuale irrilevante di artisti vive dei diritti d'autore (e a loro arrivano le briciole). Quindi già ora di fatto gli artisti sono al 99% hobbisti.
Beh, allora dovresti rivedere un po' le tue fonti. ad esempio, quando fai una festa paesana, una serata in disco o qualsiasi altra manifestazione pubblica (comprese le trasmissioni televisive), per legge sei obbligato a compilare un foglio che definiamo "bordereaux". Tale foglio, che contienet i pezzi riprodotti, viene mandato alla SIAE, che versa i corrispettivi diritti agli autori. Non arrivano subito, ma arrivano.
Ci sono canzonieri che pur non producendo più nulla da 20 anni, ancora campano di questo.
Citazione
Stessa cosa per la musica: anche se per assurdo non ci fossero i diritti d'autore, avremmo lo stesso grandi opere perchè gli artisti, la maggioranza degli artisti, anche quelli che DOPO diventano commerciali come M. Jackson e più recentemente Lady Gaga, hanno cominciato e prodotto le loro prime opere spinti solo dalla pulsione artistica e dalla passione.
X, eviterei di parlare di M. Jackson, che è nato come cantante commerciale (ancora mi ricordo il cartone animato dei Jackson five, e parliamo del '75 o giu di li...)
Riguardo alla produzione delle prime opere per passione, mi viene da sorridere: probabilmente non sai quanto costa il solo registrare in uno studio professionale degno di questo nome. O pagare i turnisti, o l'arrangiatore che ti dovrà sistemare il pezzo. O dei costi della strumentazione...
Tutti soldi che non rientrano, e che devono uscire da qualche parte.
Ma se fai un lavoro che ti impegna 8 ore al giorno (altrimenti non hai i soldi per produrti), di tempo per far tutte queste cose ne hai pochino. Non hai il tempo per proporti, e conseguentemente rimani uno sconosciuto finchè un professionista della produzione non ti scopre e non investe su di te. In Italia non funziona così?
Invece funziona proprio così.
Citazione
Tu dici che nessuno investirebbe più nel cinema? Bho, magari non avremmo più roba tipo Titanic o Avatar: chi se ne fotte! E comunque i film incassano di biglietti generalmente 100 volte il loro costo, e a parte alcuni ridicoli tentativi da parte delle major, non è mai stato dimostrato che un aumento delle copie diminuisca gli incassi del cinema, Il giro di soldi intorno ai diritti d'autore va in tasca quasi solamente agli intermediari.
Io continuo a chiedermi quali siano le tue fonti. Comunque, non solo è stato dimostrato che le copie pirata dettero una botta bestiale agli incassi dei cinema (il crollo del numero delle sale, coincide con l'avvento dei mezzi di clonazione digitale), ma mi devi spiegare da dove viene l'affermazione che i diritti d'autore vengano persi negli intermediari. I diritti d'autore sono infatti determinati come pernentuali, e vanno a soggetti precisi, che non hanno intermediari :) (Regista, direttore della fotografia etc)
Citazione
La Cina se ne fotte delle nostre proprietà intellettuali, e non vedo come obbligarla a rispettarle. Così facendo centinaia di milioni di giovani cinesi hanno un vantaggio enorme rispetto ai loro coetanei europei, imbrigliati da mille regole che sono solo a favore degli status quo. Cosa succederà, mi sembra abbastanza ovvio...
Mi fa piacere notare che finalmente ammetti un punto che a suo tempo negasti: i cinesi stanno stroncando le regole del mercato, e sono alla base della crisi di molte industrie. Perchè non rispettano regole.
Ma non è certo facendo come loro che staremo meglio, e ti spiego brevemente il perchè:
- in primis, perchè il background tecnologico viene da noi.
Noi quindi non possiamo copiare da loro, ma possiamo solo subire la loro concorrenza sleale.
Per abbassare i margini di concorrenza, devi ridurre qualsiasi costo esuli dalla produzione.
Quindi tagliare i costi dei laboratori di ricerca, i costi che riguardano le produzioni "pulite", ed i costi destinati a migliorare la qualità di vita del lavoratore. Come fanno loro.
Otterrai un polo industriale fermo tecnologicamente, estremamente inquinante, e con un tasso di morti bianche elevatissimo. Il medio evo: CVD.

L'alternativa, ovvero il modo per fargli rispettare le regole, è rendere i loro prodotti non competitivi, facendogli pagare ciò che rubano. In altri termini, se non ti adegui alle regole di mercato, ti impongo dazi sui prodotti che importo, in modo da renderli non competitivi sul mio mercato. Ovvero la strategia che fu applicata sulle moto giapponesi negli anni '70.

Detto ciò, è evidente che la politica delle copie non conviene a nessuno: men che meno ai consumatori, che prima o poi si ritrovano a consumare prodotti vetusti pagandoli carissimo.
Ultima modifica: 14 Maggio 2011, 14:57:16 di TermYnator
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Ciao Termy,
le mie fonti sono abbastanza dirette (conosco molte band e sono nella crew di due festival estivi), ma come sempre ci tengo a precisare che essendo io di nicchia è ben possibile che io non sia totalmente rappresentativo. Quindi pur continuando a non essere d'accordo accetto volentieri anche la tua posizione che è altrettanto diretta.
Per quanto riguarda il crollo degli incassi e pirateria, bisogna stare attenti a non confondere causalità con correlazione: alcuni studi (sponsorizzati dalle case stesse...) che ho visto mostrano effettivamente correlazione temporale ma concludono affrettatamente che la correlazione sia causale. Altri studi però mostrano che il declino degli incassi segue un trend che era antecedente al fenomento peer to peer, e questo mette fortemente in dubbio la concatenazione causale (senza negare la correlazione, che però potrebbe benissimo essere dovuta a cause terze, magari all'inettitudine manageriale di imbecilli troppo protetti per adattarsi al mercato).
Sulla Cina infine ho formato le mie idee quando sono stato li negli anni '80, a 16 anni (ho una lunga tradizione familiare, mio nonno ha vissuto due anni in Cina negli anni '30 e una delle mie zie è nata li). A livello teorico sarei d'accordo anche con te, ma l'inapplicabilità di quanto scrivi è talmente grande che mi fa scartare l'opzione.
Le regole mondiali sono state stravolte, e occorre pensarne di nuove.
Sai cosa probabilmente fermerà la Cina? La crescita troppo veloce che sta devastando il loro stesso habitat, e la superbolla immobiliare. Esattamente come successe al Giappone degli anni 80. Ma questo è un altro discorso che se vuoi possiamo reimpostare nella sezione politica.
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Citazione di: ^X^ il 14 Maggio 2011, 21:35:07

Per quanto riguarda il crollo degli incassi e pirateria, bisogna stare attenti a non confondere causalità con correlazione

a questo proposito cito me stesso; dai 14 fino a 20/21 anni, pur nella mia condizione di studente, gran parte delle mie misere entrate finivano in dischi; fino a quando non avevo la possibilità di scaricare dischi in rete come un pazzo, ho comprato un sacco di dischi; a partire dal 2003 circa, non ho più messo piede in un negozio di dischi, dato che in rete avevo tutto (e anche di più) quello che mi serviva, e gratis

che ci sia un nesso casuale, e non solo a livello di correlazione statistica, mi pare abbastanza evidente, stante che anche la gente che conoscevo che comprava dischi, ha del tutto smesso; e il negozio principale della mia città, punto di riferimento per tutti i musicofili del posto, per continuare a campare ha dovuto convertire la sua attività: vendendo dischi non campava più

che tutto questo sia ingiusto mi pare palese; che io me ne sbatta il caxxo, e me ne avvantaggi, anche  O0

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Citazione di: ^X^ il 14 Maggio 2011, 21:35:07
Ciao Termy,
le mie fonti sono abbastanza dirette (conosco molte band e sono nella crew di due festival estivi), ma come sempre ci tengo a precisare che essendo io di nicchia è ben possibile che io non sia totalmente rappresentativo.

Facciamo una necessaria premessa: per parlare di proventi da diritto d'autore, deve esserci una fruizione ampia del prodotto. Quindi una distribuzione di copie del prodotto finito, delle riproduzioni pubbliche dei pezzi (radio, televisioni, o esecuzioni), ed ovviamente, un deposito SIAE.
Se prendo una band locale tipo i Cogolino Rock band, nonostante siano quelli che nella zona fanno il numero più grande di serate, a livello di diritti d'autore parlo di cifre prossime allo zero: perchè non esiste una distribuzione dei loro pezzi. I Cogolino arrotondano lo stipendio facendo serate di sabato sera nei pub e nelle sagre.
Ovviamente partecipano ai festival, ma per quanto bravi, rimangono dei dilettanti.

Un professionista è una cosa diversa. Un professionista è un musicista che oltre che comporre, esce dal circuito dilettantistico per essere stato sponsorizzato da qualche major che crede nella vendita dei suoi pezzi.
Sia che si tratti di artista con diritti (compositore) sia che si tratti di virtuoso privo di diritti (concertista).
Gli step sono i seguenti:
- conoscenza dell'artista da parte del produttore.
- Produzione dei pezzi in studi adeguati.
- Lancio dell'immagine del tipo.
- Presenza del tipo nei circuiti che promuovono la popolarità del pezzo/artista.
- Vendita dei dischi, tournees e presenze a cachet.

Le tournees, hanno una doppia valenza: rappresentano una fonte di incasso cash, ma servono anche a far si che i dischi siano venduti. Le presenze a cachet invece, sono "marchette" con le quali gli artisti arrotondano.
Di base però, è la vendita dei dischi quella che genera ricchezza e compenza i costi di lancio dell'artista.
Se i dischi non si vendono, le major non investono, e l'artista rimane uno sconosciuto.
Il risultato è semplice: i Cogolino, sebbene siano ottimi musicisti, non vendendo dischi  rimarranno un prodotto locale.

Dove sta l'ingiustizia.
Per fare un pezzo, spesso occorrono mesi di lavoro. Non si pensi che per fare un pezzo basti mettersi alla chitarra e fare tre accordi: è tremendamente più complicato. Tutto questo lavoro, se non viene tutelato, può essere rubato da qualcuno che ha più soldi, e venduto come opera propria.
In sintesi, se non ci fosse un diritto d'autore, ci sarebbe il monopolio di chi è arrivato a discapito degli emergenti.
La causa Albano/Michael Jackson è la testimonianza diretta di quanto sostengo.
Quindi, a dispetto di quanto affermano certi non-global che vorrebbero l'abolizione della legge sul diritto d'autore in base a deliranti teorie, il diritto d'autore è la garanzia della pluralità degli artisti, e dell'investimento degli stessi per fare opere sempre migliori.
Senza diritto d'autore, non ci sarebbe quindi più arte.
Citazione
Per quanto riguarda il crollo degli incassi e pirateria, bisogna stare attenti a non confondere causalità con correlazione: alcuni studi (sponsorizzati dalle case stesse...) che ho visto mostrano effettivamente correlazione temporale ma concludono affrettatamente che la correlazione sia causale. Altri studi però mostrano che il declino degli incassi segue un trend che era antecedente al fenomento peer to peer, e questo mette fortemente in dubbio la concatenazione causale (senza negare la correlazione, che però potrebbe benissimo essere dovuta a cause terze, magari all'inettitudine manageriale di imbecilli troppo protetti per adattarsi al mercato).
Anche qui, giova conoscere bene la storia di cui parliamo. Ma soprattutto giova conoscere la storia di questo settore negli ultimi 30 anni.

30 anni fa, le vendite di dischi erano altissime. Ed i mezzi di riproduzione "illegali" erano costituiti da registratori a nastro magnetico di bassa qualità (cassette). Gia allora, c'era una accesa guerra (portata avanti dalle major pagando i recensori delle varie riviste) sulla superiorità del disco rispetto al nastro.
La faziosità della polemica, è facilmente dimostrabile: vera se si copiava il disco su nastro. Del tutto falsa se si fosse copiato il master su nastro da 1/2 pollice. I master, infatti, erano tutti su nastro...  Azn
I dischi, erano infatti copie dei master realizzate applicando l'equalizzazione RIAA alla registrazione originale.
I registratori a cassette, però, divennero sempre più performanti, fino a ridurre quasi a zero il gap fra sorgente in vinile e cassetta. Questo decretò un primo calo di vendite.
Il settore delle cassette si impennò: a testimonianza di ciò, la nascita di intere catene che vendevano solo cassette ed accessori per registratori.
L'avvento del digitale, e la conseguente riduzione di alcuni problemi della riproduzione analogica (dinamica/fruscio, + alcuni problemi tipici dei media dell'epoca: wov e flutter e effetti microfonici dei dischi),
portò ad un rilancio del prodotto di fabbrica, che non era eguagliabile come qualità dai mezzi di copia in circolazione. I CD, inoltre, potevano essere letti sia da players casalinghi, sia da players car.
Cosa impossibile con i vinile (esistono tuttavia rarissimi esempi di players car di vinile).
Le major fecero un grosso errore in quel periodo: tenere i prezzi dei CD alle stelle.
Si consideri che un CD costava 40 mila lire, contro le 180.000 di un buon registratore a cassette.
Naturalmente, questa sproporzione, portò le case costruttrici ad incvestire su nuovi sistemi di copia.
Nasce quindi il DAT: qualità CD con la comodità ed i costi del nastro.
Le major, si mossero per stroncare il fenomeno della copia su due fronti:
la prima mossa, fu quella di ottenere una legge basata sul principio che una cassetta dovesse servire nella maggioranza dei casi per copiare un prodotto originale. Di conseguenza, su ogni cassetta doveva essere applicato un "diritto d'autore" (che non andava agli autori, ma alle major), esprimibile tramite un sovrapprezzo.
Che se ben ricordo, era del 30% sul costo della cassetta.
Il secondo fronte, fu il tentativo di impedire la commercializzazione del DAT, con una abile mossa commerciale:
la DCC. La DCC era una cassetta ordinaria, registrata da un registratore digitale in formato compresso.
Utilizzando uno standard supercollaudato, non aveva i costi del DAT, e prometteva risultati analoghi.
Di fatto, le DCC facevano cagare (erano peggio degli Mp3), ma crearono titubanza nel mercato, ed i DAT non furono mai commercializzati come registratori per la massa. I costi rimasero di nicchia, e di fatto il DAT è rimasto un prodotto professionale (usato da registratori come i NAGRA, che solo chi ha lavorato sui set conosce bene). Siamo arrivati al '98.
Qui, c'è il crollo definitivo delle vendite: l'avvento dei computers, ognuno con il suo cd-rom, fa si che ci siano copie digitali dei media. Con l'abbattimento del costo dei masterizzatori, le vendite di CD crollano del tutto: chiunque può fare copie fisiche di un cd, addirittura speculandoci sopra.
Citazione
Sulla Cina infine ho formato le mie idee quando sono stato li negli anni '80, a 16 anni (ho una lunga tradizione familiare, mio nonno ha vissuto due anni in Cina negli anni '30 e una delle mie zie è nata li). A livello teorico sarei d'accordo anche con te, ma l'inapplicabilità di quanto scrivi è talmente grande che mi fa scartare l'opzione.
Le regole mondiali sono state stravolte, e occorre pensarne di nuove.
Se per inapplicabile definisci la politica dei dazi, ti consiglio di dare un'occhiata a quanto dicono nel parlamento europeo.
Citazione
Sai cosa probabilmente fermerà la Cina? La crescita troppo veloce che sta devastando il loro stesso habitat, e la superbolla immobiliare. Esattamente come successe al Giappone degli anni 80. Ma questo è un altro discorso che se vuoi possiamo reimpostare nella sezione politica.
Non credo che questo fermerà la Cina rispetto a  noi: perchè prima che questo avvenga, noi saremo gia ridotti ad una colonia dell'industria cinese.
La Cina sarà fermata da politiche diverse, motivate dall'improvviso (e sospetto) interesse per l'ambiente, che stati che hanno sempre inquinato ( e continuano a farlo) sta manifestando.
Prima o poi, vedrai la comparsa di "certificazioni ambientali" sul prodotto, richieste per legge ai fini dell'importazione. E siccome i cinesi non potranno produrle, dovranno investire miliardi per adeguarsi.
Questo li fermerà, e darà modo all'industria occidentale di riprendere quota.

Fa un po' schifo come cosa, ma in un mondo che si muove solo per interesse, funziona così...
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Spartacvs

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A Termy ma se contatti quel forum e gli proponi no scambio culturale??  :)

Cmq.. IMHO.

1) Il diritto d'autore, come principio, è sacrosanto. Però quando ho scoperto certi meccanismi che sono dietro alla gestione italiana della Siae ho avuto qualche dubbio sull'equità e la liceità della gestione stessa.

2) Scaricare è comodo, lo dico da acquirente; contemporaneamente, da autore musicale dilettante da strapazzo, mi roderebbe il culo che qualcuno sfrutti il mio lavoro: però c'è da distinguere due discorsi, ovvero la pubblicazione di un'opera inedita ed il suo sfruttamento per la riproduzione. Non sono sovrapponibili ed il discorso è complesso. Da cittadino è sbagliato: c'è poco da fare.

3) La crisi discografica inizia ben prima del download digitale: in forma meno mastodontica inizia da quando è stato possibile registrare i cd sui nastri a cassetta e da quando è stato possibile iniziare a masterizzare i cd. Forse c'era tutto il tempo (almeno una quindicina di anni!!) per prevenire, che è meglio che curare, e senza proibizionismo. Magari offrendo a prezzi equi un prodotto "tangibile" e di valore come il vecchio vinile. Ma non è stato fatto, secondo me, per la mancata lungimiranza causata dall'ottusa ingordigia dell'industria discografica. Il download ha dato il colpo di grazia, ma ricordiamoci che ormai ogni mercato è in crisi, quindi in una società economica migliore non sapremmo come sarebbero andate le cose.

....

A margine la Cina.. Sono parzialmente d'accordo sul fatto che copiano e basta. Purtroppo posso citare almeno un campo industriale (gli altri non li conosco) nel quale cominciano a fare il culo un po' a tutti con prodotti innovativi, affidabili ed economicamente all'avanguardia. Ma poniamo anche il fatto che non abbiano lo skill intellettuale. Dal momento che dal punto di vista delle regole gli puoi fare ben poco, a meno di occuparli e/o bombardarli coi missili nucleari, anche qui è mancata la lungimiranza. Bisognava studiare un sistema economico che limitasse le loro esportazioni.
Come non lo so è complicato, ci pensino quelli della Bocconi e di Harvard, mica posso fare tutto io! :)
Per chi vuole: restiamo in contatto via Pm.