Seduzione Italiana

Miglioramento personale => Miglioramento personale a 360° => Discussione aperta da: ScarTissue il 20 Febbraio 2015, 23:01:57

Titolo: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 20 Febbraio 2015, 23:01:57
Attenzione, racconto lungo.

Ricordando i bei (?) tempi in cui ero un MdP con i controfiocchi, mi sono reso conto che le dinamiche sociali che mi sono trovato ad affrontare quando ho iniziato a uscire con la mia ex compagnia, assomigliano alle dinamiche del classico branco di lupi. Spero di non aver detto una cavolata. Provo a raccontare la mia esperienza dai 17 anni (ora ne ho 24).

Inizio a uscire con la compagnia di un mio cugino più grande: è un gruppo formato da una ventina di persone ben mescolata tra ragazzi e ragazze e sono il più piccolo. Devo dire che mio cugino mi ha praticamente raccolto da casa, perchè in quel periodo ero con l'autostima sotto zero, non mi curavo per niente per colpa di una ragazza che avevo scaricato e successivamente rimpianto mia ed esclusivamente mia. La mia giornata si svolgeva nel seguente modo: scuola --> dormire --> pc (giochi di ruolo online) --> mangiare --> dormire. Ero arrivato al punto che persino a scuola studiavo come creare delle gilde che mi avrebbero potenziato il personaggio eccetera.

Ad ogni modo, inizio a uscire con loro ed essendo il più piccolo e anche mediamente più carino di tutti loro vengo preso in giro, sono vittima di scherzi (sempre nel limite); tutto questo perchè non mi facevo la cresta, non portavo le scarpe alla moda, non bevevo, non mi facevo le canne e non ci provavo con nessuna delle ragazze presenti (Bruttine, solo due carine ma impegnate con i boss)
Il mio branco era così composto, in ordine crescente di "importanza":

Io (l'ultimo arrivato)

Gli sfigati (ragazzi che uscivano con noi solo per far numero, incaricati di andare al mc donald più vicino a far la spesa, o di andare a comprare il fumo dal marungia)

Le ragazze (avevano il privilegio del gradino superiore per la possessione di vagina. si dividevano in due sottogruppi: carine e cesse)

Gli occasionali (gente "amica" che si univa a noi solo quando c'era qualcosa di bello da fare. Nessuno faceva mancare loro niente, ma non potevano toccare le ragazze del nostro gruppo)

I boss (erano tre, comandavano ogni situazione, se dodici persone decidevano di fare una cosa e loro dicevano di no, non si faceva).
I boss in realtà erano tre tipologie di maschio alpha o perlomeno, così mi sembrava.
la bestia --> personalità fortissima, quando sono arrivato era il capo incontrastato anche perchè sovente alzava le mani e difendeva il gruppo. Ci provava con tutte le ragazze e solo le cesse che non potevano ambire agli altri due boss ci stavano. Questo comportava comunque il rispetto degli sfigati, il che significava nel nostro micromondo, potere.

Il bello --> poteva indossare anche il maglione con i rombi del nonno, sarebbe risultato un figo lo stesso. Non aveva un gran carattere, ma la quantità di sgnacchera conquistata lo metteva su un piedistallo. Spesso si infangava in storie con strafighe allucinanti, finite male. Di conseguenza si sfogava con le ragazze del nostro gruppo, limonandosele a suo piacimento per poi scaricarle.

Il misterioso --> E' lui che ritengo, dopo averci riflettuto a freddo, il vero leader del branco. Silenzioso, intelligente e più carino della media. Non si riusciva mai a capire cosa caxxo pensasse e fino a quando non lo conosci bene sembra sempre che ti stia giudicando come un'idiota. La bestia e il bello non si muovevano se lui non aveva voglia e le ragazze migliori se le accaparrava lui. Era anche l'unico che al di fuori del contesto del branco riusciva a sargiare con costanza.

Un pomeriggio, una ragazza mediamente brutta del branco si avvicina a me e iniziamo a parlare: non mi pare di aver fatto chissà quale mossa da seduttore, ma mi da un bacio, seguito da ottimo handjob nel bagno del parco.  O0

Quella pugnetta in pratica mi ha scaraventato quasi nell'olimpo dei boss, perchè di fatto gli unici a godere di favori sessuali erano proprio loro. Comunque, aiutato anche dal fatto che mio cugino (la bestia) sia nei piani alti, inizio a uscire con i boss pur non facendone parte. Ho iniziato a curarmi, ad avere uno stile mio, riscoprendo un carisma e un savoir fare che avevo sepolto nei giochi di ruolo. Il mio modello da seguire era naturalmente "il misterioso" e una volta passata l'invidia verso di lui ho cercato di trarre il meglio dalle sue sargiate: non falliva un colpo!
Puntava molto sul contatto visivo e appunto sul mistero: i suoi occhi sembravano voler dire "ora ti sto parlando di questo, ma devi sapere che di me c'è molto altro che potrebbe interessarti" ed è stata la prima cosa che ho rubato da lui. Nonostante potessi uscire insieme a loro, venivo usato dagli altri due componenti (La bestia e il bello sono nell'animo MdP) come il classico scemo da sfottere per farsi fighi davanti alle altre ragazze. C'è da dire che comunque accettavo questo perchè con loro mi divertivo da matti e mi sentivo meno solo. Quando volevano scaricare una ragazza ero incaricato di "sedurle" al posto loro e qualche volta hanno pure scommesso in quanto tempo sarei riuscito a farmela. Sul campo ho sviluppato una caratteristica che per molto tempo ho odiato: quella del consolatore. In pratica queste ragazze venivano a piangere da me perchè rifiutate e poi mi usavano letteralmente per i loro scopi, semplicemente per ripicca verso i boss che non se le cagavano di striscio. A me comunque andava bene, mi svuotavo senza impegno e in più ho capito di riuscire a entrare in empatia con le donne molto più facilmente. Non è vera e propria empatia, ma una volta che capisci che tasti toccare, puoi addirittura mettere il pilota automatico.

Mi sembrava tutto surreale, i miei coetanei uscivano con lo skateboard, parlavano di videogiochi o di calcio e io stavo in un gruppo malato in cui pochi si volevano bene davvero. Mi sembrava una giungla.

Intanto "il misterioso", da che mi salutava a malapena, inizia a confidarmi che si è preso una cotta colossale per una ragazza che non esce con noi, ma che è fidanzata. Così iniziamo ad andare a casa sua la sera, la quale porta un'amica con cui passo piacevoli serate (una bocca esperta, diciamo).
La conquista sembra ardua, ma il mio amico riesce a ottenere ciò che vuole a metà: trombata, ma lei non vuole lasciare il fidanzato.
"Il misterioso" inizia a sentirsi depresso e all'improvviso ci ritroviamo spesso e volentieri da soli al bar a chiacchierare del più e del meno. Intanto il branco si sgretola (come era ovvio) e "il bello" litiga con tutti e se ne va. Rimaniamo io, "il misterioso" e "la bestia".

Finalmente iniziamo a stringere una solida amicizia, non mi mettono a disagio nemmeno con le ragazze. io ormai mi tiro a lucido in ogni occasione e loro iniziano a mandarmi in avanscoperta con le ragazze. Io sono contento, mi rendo conto di fare esperienza e mal che vada, mi sono fatto due risate con i miei amici.
Tocca a me stavolta prendermi una cotta esagerata per una ragazza di quattro anni più grande di me: cercano di aiutarmi in ogni modo possibile e quando usciamo tutti insieme fanno ciò che tutti i VERI amici dovrebbero fare: si mettono a mia totale disposizione.
Decidiamo che se devo sargiare io, decido io che atteggiamento debbano assumere gli altri due e che cosa voglio che evitino di dire. E così quando tocca a loro.
Anche io riesco solo parzialmente con la ragazza (qualche limonata in più) e ci sto male per un po'. Ma l'amicizia e il cuore sereno ti portano a evitare il più possibile la tristezza, perchè la tristezza chiama altra tristezza.

Il branco si era sgretolato con mio sommo piacere, eravamo ora una compagnia di attori ambulanti che in base alla situazione sceglieva che ruolo adottare. E' stato il periodo migliore, dato che non riesco a contare quante ragazze abbiamo approcciato, quante abbiamo f-closato e con quante siamo tutt'ora in buoni rapporti di amicizia. Ci completavamo a vicenda. Penso che se riesci a trovare i compagni ideali puoi ottenere risultati insperati quando sei da solo.

Cosa è successo poi? Si è creato un altro branco simile al primo, con ragazzi beta che nel loro contesto risultavano alpha. Per un po' ce ne siamo stati per le nostre, poi è successo tutto molto naturalmente: quell'insieme di persone hanno iniziato a seguirci, ma stavolta abbiamo cercato di dare a tutti la stessa importanza (non c'era più nessuno sfigato che andava al mc al posto nostro).
Credo che comunque sia dovuto al naturale avanzamento d'età.
Da questo branco, "la bestia" si è sposato e ha fatto un bambino, "il misterioso" è felicemente fidanzato da 6 anni (avevamo scommesso 20 euro che non sarebbe riuscito a conquistarla. Me li rinfaccia ogni volta :D )
e io mi sono defilato, ho iniziato a uscire con altre persone in contesti molto diversi. Ma è stata un'esperienza che mi è servita da palestra: quando ho iniziato a frequentare i posti da fighetti con maschi che non sono in grado di guardare una donna in faccia, mi sono tornate utili le brutali esperienze del mio branco, anche se forse non erano del tutto ortodosse. Con lo studio poi mi sono reso conto che le dinamiche del nostro gruppo erano già state ampiamente studiate da sociologi e quindi sono riuscito ad analizzare a freddo e a trarre le mie conclusioni.
Nonostante abbia sofferto molto rifarei tutto e sono convinto oggi di potermela giocare tranquillamente alla pari anche con chi è più bello di me. Naturalmente a tutto questo sono seguite lezioni teoriche trovate su internet, vari siti ecc.. Fino a quando non ho scoperto questo forum :)
Ora sono in una relazione da un paio d'anni, ogni tanto rimpiango i bei tempi, ma sono sicuro che qualsiasi strada sceglierò, me la saprò cavare.

Spero di non avervi annoiati :) grazie se siete riusciti a leggere tutto. Se avete domande fate pure
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: TermYnator il 23 Febbraio 2015, 01:23:23
La storia comincia dai tuoi 17. Il boom ormonale è in genere dai 14/15 in su. Quindi diamo per scontati 3 anni di masturbazione compulsiva. Ora ne hai 24, ed il periodo d'oro precede la dipartita del "misterioso" che è felicemente fidanzato da 6 anni.
Insomma, tu dai 17 ai 18 (il periodo dell'adolescenza) sei diventato uomo, in perfetto orario sull'orologio biologico, ma sicuramente in anticipo sugli altri. La frase:
E' stato il periodo migliore, dato che non riesco a contare quante ragazze abbiamo approcciato, quante abbiamo f-closato e con quante siamo tutt'ora in buoni rapporti di amicizia .
è sintomatica al riguardo: c'è gente che nell'intero arco della propria vita non potrà mai dire altrettanto :)
La domanda è quindi: Scartissue, ma tu quando mai sei stato MdP?  ;D

Insomma  consentimi di direi che sei un fortunato: sei stato MdP ne più ne meno degli altri ragazzi considerati "normali", ma ti sei ripreso in netto anticipo sulla quasi totalità degli stessi.
Ti dico fortunato perchè in questo forum approdano ragazzi che a trent'anni suonati non hanno mai baciato una ragazza. Ne abbiamo visti anche di più grandi nelle stesse condizioni. E ne escono sudando, combattendo e spesso cambiando completamente stile di vita. Ciò gli fa onore e li rende grandi. Sono i ragazzi che indico quando nei miei scritti uso il personaggio immaginario Ernesto Masturbelli.
Hai idea di cosa significhi cambiare stile di vita ed amici quando lavori in un posto da 4/5 anni dove tutti ti perculano considerandoti alla stregua di "ano dell'ufficio"?

In sintesi, ti ringrazio per questo e tanti altri contributi che stai regalando a questo forum, che ha bisogno di un pool di persone esperte e diverse come storia e provenienza, che possano con la loro esperienza soddisfare la sete di sapere che hanno i ragazzi meno fortunati.
Ma proprio perchè sai di più... Non dimenticare mai quando dai una risposta, che potresti aver davanti Ernesto e non lo sai...
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 23 Febbraio 2015, 20:03:14
Si, mi rendo conto di essere fortunato. Però, secondo me sono stato un MdP perchè c'era quel periodo tra i 15/17 che tutti i miei amici avevano le fidanzatine con cui facevano le prime esperienze e io come uno scemo a menarmelo in mano in casa per colpa della mia ansia che mi bloccava lo stomaco non appena mettevo piede fuori casa.
Quindi diciamo che sono rimasto traumatizzato da quel periodo, perchè ricordo proprio la solitudine nella sua accezione peggiore: ovvero quella di essere costretto dal rimanere in casa perchè non appena iniziavo a prepararmi per uscire mi veniva dolore allo stomaco e mi sembrava sempre di dover vomitare da un momento all'altro e pensavo "cosa esco a fare? E se poi starò male? Che figura di cacca farò davanti alle ragazze?"

Però come al solito tutto ha avuto il suo risvolto positivo: ho imparato a conoscere me stesso, il mio corpo e a gestire le mie emozioni. Per questo poi secondo me sono stato in grado di avere qualche ragazza: mi viene molto semplice controllare la mia gestualità, i miei sentimenti e il mio modo di fare mentre sto approcciando. Di solito noi ragazzi (parlo in generale) prima conosciamo una ragazza, poi ci facciamo i viaggi in cui sprechiamo un sacco di energie a pensare a cosa potremmo dirle, a come o a cosa fare, già ci immaginiamo nel futuro insieme a lei.. E poi magari non va bene e ne rimaniamo delusi. Io invece, all'inizio per controllare l'ansia,  conoscevo una ragazza, non mi facevo nessun film, cercavo di conquistarla il prima possibile senza mettere in gioco le mie emozioni e poi una volta conquistata liberavo tutto.

Mi sono portato avanti per due anni il peso di aver lasciato una bravissima ragazza (con cui tutt'ora sono amico e ci vogliamo un gran bene) proprio per la mia ansia, perchè non riuscivo mai a vederla, non potevo mettere piede fuori casa.. E per non dirle del mio problema, perchè mi vergognavo, le dissi che non mi piaceva più. E ho sofferto come un cane, anche perchè qualche mese dopo si è messa col mio migliore amico. Qualche settimana fa le ho confidato questa cosa e la sua risposta sai qual è stata?
"Se me l'avessi detto all'epoca oggi staremmo ancora insieme"
E questo io non me lo potrò mai perdonare. Non per la ragazza in questione, perchè non sono più attratto da lei in quel senso... Ma non riesco a perdonarmi la mia sofferenza. Per questo mi ritengo un MdP. Non so se mi sono spiegato bene..
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: VenerabYle il 23 Febbraio 2015, 21:20:19
Complimenti per la storia  :up:
Hai avuto la capacità di resistere alle pressioni dei "boss", e quella di cogliere il meglio dalle più strane situazioni.. ti fa onore! La maggior parte della gente "fugge" a queste situazioni, mi chiedo come mai non hai fatto lo stesso..!
Citazione
Ad ogni modo, inizio a uscire con loro ed essendo il più piccolo e anche mediamente più carino di tutti loro vengo preso in giro, sono vittima di scherzi (sempre nel limite); tutto questo perchè non mi facevo la cresta, non portavo le scarpe alla moda, non bevevo, non mi facevo le canne e non ci provavo con nessuna delle ragazze presenti (Bruttine, solo due carine ma impegnate con i boss)

Riporti qui che venivi preso di mira, perchè il più piccolo del gruppo, ma non aggiungi niente di più. questo è perchè hai voluto rimuovere gli episodi più brutti, o effettivamente non erano cosi pesanti, tali da "traumatizzarti"?

Comunque io non ti ritengo un Morto di Pippe per l'errore che hai fatto. E' stato un errore, ma da qui ad essere considerato un mdp ce ne vuole..  ;D
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: Alpacino90 il 23 Febbraio 2015, 21:27:47
Vedendo la tua storia mi sono rivisto in molte cose.. Vedere come l'hai risolta potrebbe essermi di grande aiuto..  :)
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 23 Febbraio 2015, 21:49:01
No beh.. traumatizzato no.. però cose che mi davano fastidio, per esempio le classiche frasi "ma va sto sfigato" oppure quando proponevo una cosa "ma stai zitto coglione" ecc... non è che sono state traumatizzanti, è che in realtà sono piccole cose che però ti restano.. per assurdo, mi sono fatto rispettare con la mia intelligenza, ma mi sarei voluto far rispettare con le mani.. e poi vai a casa e sei sempre incazzato, te la prendi con i tuoi.. io me la prendevo perché anche mio padre me lo diceva spesso.. per esempio dimmi tutti gli insulti che vuoi, ma l'insulto "coglione" mi fa sbroccare.. non è stato facile accettare che il coglione non ero io.. caxxo, te lo dice tuo padre, vuoi che non sia vero? Comunque meriterebbe più approfondimento, questo c'entra poco con la seduzione.. Se avete domande specifiche potete farle.. anche in privato se è un problema..
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: Alpacino90 il 23 Febbraio 2015, 21:53:32
Citazione di: ScarTissue il 23 Febbraio 2015, 21:49:01
No beh.. traumatizzato no.. però cose che mi davano fastidio, per esempio le classiche frasi "ma va sto sfigato" oppure quando proponevo una cosa "ma stai zitto coglione" ecc... non è che sono state traumatizzanti, è che in realtà sono piccole cose che però ti restano.. per assurdo, mi sono fatto rispettare con la mia intelligenza, ma mi sarei voluto far rispettare con le mani.. e poi vai a casa e sei sempre incazzato, te la prendi con i tuoi.. io me la prendevo perché anche mio padre me lo diceva spesso.. per esempio dimmi tutti gli insulti che vuoi, ma l'insulto "coglione" mi fa sbroccare.. non è stato facile accettare che il coglione non ero io.. caxxo, te lo dice tuo padre, vuoi che non sia vero? Comunque meriterebbe più approfondimento, questo c'entra poco con la seduzione.. Se avete domande specifiche potete farle.. anche in privato se è un problema..
Se non ti scoccia, puoi spiegare come hai gestito (o anche risolto) questa situazione?
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 23 Febbraio 2015, 22:01:50
Appena arrivo a casa ci provo. Comunque per rispondere alla domanda precedente, non sono fuggito da questo contesto perché io ci sono nato e cresciuto e solo ora mi sembra folle, a 17 anni era assolutamente normale per me.. Dipende anche da come sei cresciuto..
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: Alpacino90 il 27 Febbraio 2015, 00:23:42
Citazione di: ScarTissue il 23 Febbraio 2015, 22:01:50
Appena arrivo a casa ci provo. Comunque per rispondere alla domanda precedente, non sono fuggito da questo contesto perché io ci sono nato e cresciuto e solo ora mi sembra folle, a 17 anni era assolutamente normale per me.. Dipende anche da come sei cresciuto..
Quindi?  ;D
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 27 Febbraio 2015, 18:39:27
Scusa ma non ho momentaneamente connessione a casa.. Appena posso scriverò  ;)
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 10 Marzo 2015, 02:06:25
Citazione di: Alpacino90 il 23 Febbraio 2015, 21:53:32
Se non ti scoccia, puoi spiegare come hai gestito (o anche risolto) questa situazione?

Allora, scusami per il ritardo.
Provo a spiegare come ho gestito gli insulti, con un giro piuttosto largo: in realtà li ho gestiti molto male, nel senso che fino a qualche tempo indietro semplicemente stavo zitto e ingoiavo amaro, fino alla saturazione e quindi esplosioni di rabbia che colpivano indistintamente chiunque si trovasse sul mio cammino. Presi anche io l'abitudine di prendere per il culo le persone che mi sembravano più deboli di me, fino a quando un giorno, mentre tornavo a casa mi sono guardato dentro e ho iniziato a pensare che per sentirmi superiore, per sentirmi qualcuno, ho dovuto mettere in luce le debolezze dell'altro.

Ti rendi conto di che vigliaccheria si tratta? Io, convinto di avere autostima, ho dovuto evidenziare i punti deboli di un'altra persona (che è sicuramente stata male per colpa mia), invece di mettere in risalto i miei punti di forza. Alché mi sono chiesto ironicamente se avessi dei punti di forza, dato che sono ricorso a queste bassezze per mettermi in luce.

Ci sono due modi per arrivare primi: affossando gli altri o elevando se stessi.
Il primo è un metodo distruttivo: speri che gli altri falliscano nei propri obiettivi, invece di dedicarti al raggiungimento dei tuoi. Ho capito che questo tipo di persone sono in realtà molto frustrate, probabilmente un obiettivo non ce l'hanno nemmeno, altrimenti non perderebbero tempo a giudicare gli altri.
E da qui in sostanza è partito tutto:
quando mio padre mi dice "coglione" oppure "non vali un caxxo", io credo sia perché lui pensa così di sé stesso: altrimenti perchè dire una frase del genere al sangue del proprio sangue? Non è come se la stesse dicendo a sé stesso?
Vado a guardare nella vita di mio padre e cosa vedo? Un lavoro che non ama, una moglie che è stato costretto a sposare (perché mia madre era incinta) eccetera eccetera.
Ricordati che gli altri sono specchi: i loro atteggiamenti che non tolleriamo, sono in realtà nostri atteggiamenti. Se uno ti dice che sei un coglione e tu ti infastidisci, il problema è tuo perchè se non ti sentissi un coglione, rimarresti indifferente all'insulto. Inoltre nel mio caso, mi dava fastidio prendermi del coglione, quando in molti casi ero il primo a dirlo agli altri.
Un giorno mi sono detto:
"Ok, ho 20 anni. Ho un sogno: diventare uno scrittore. Ho una ragazza che mi vuole bene. Ho tre sorelle che mi adorano. Do sempre una mano ai miei amici. Vedo sorridere le persone quando le incontro. Sono intelligente. Entro in empatia con le persone molto facilmente. Ho anche dei difetti, che mi rendono assolutamente unico. Se sono nato è perchè ho un compito da portare a termine. Se mi sono stati dati questi genitori è perchè nei loro atteggiamenti vedo ciò che non mi piace e che quindi devo migliorare in me stesso. Quando i loro atteggiamenti non mi daranno più fastidio significa che li avrò assimilati, compresi e infine perdonati. Ho intrapreso un percorso e sbaglierò molte volte. Ma sono una persona unica e ce la farò."

Devo ammettere che ho intrapreso un cammino spirituale, diverso da quelli canonici e una persona a me cara mi ha suggerito che quando mio padre mi dava del coglione, dovevo chiedergli il perchè.
Così è capitato un giorno e gli ho chiesto il perchè:
"Perchè si, non si fa così e blablabla"
"Si, papà, però non dovresti darmi del coglione.."
"E perchè, cosa sei?"
"Beh, sicuramente posso aver sbagliato secondo il tuo punto di vista, però non mi chiamare coglione, perchè mi da fastidio"
"E come ti devo chiamare, scemo?"
A questo punto sono scoppiato a piangere e mi sono messo a gridare cose del tipo "Brutta testa di caxxo, ma se tu dici coglione a tuo figlio, mi spieghi che caxxo di padre sei? Dove caxxo sei quando ho bisogno, non ti rendi conto che ho bisogno di una guida, non di uno che al primo errore dice che non valgo un caxxo.. Invece di aiutarmi te ne stai lì a guardare pronto a giudicare, ho sempre paura a chiederti le cose perchè aggredisci subito, ma vuoi vedere come ci si sente ad essere sempre aggrediti?"

Non era proprio questo che consigliava il mio percorso spirituale, ma vabbè, ho improvvisato. :D

Insomma, mi stavo avvicinando a lui con davvero cattive intenzioni ma mia madre è scoppiata a piangere di conseguenza e mio padre si è trovato con due esseri lacrimanti che gli sputavano addosso tutta la rabbia repressa. Lui si è trovato un po' impreparato e cercava giustificazioni del tipo "Ma lo sai che non lo dico veramente"; tuttavia non c'era verso e quando ho iniziato a rompere i bicchieri contro il muro si è messo a piangere anche lui e dopo un po' ci siamo abbracciati.
Non ne abbiamo più parlato, ma da quel giorno le cose sono andate meglio e anche se è capitato che me lo dicesse ancora, non appena glielo facevo notare, subito placava i toni.

Diciamo che schematicamente parlando è andata così:

io ho iniziato a non sentirmi più un coglione --> mio padre ha smesso di dirmelo --> Le persone con cui uscivo hanno smesso di dirmelo.

Una volta che tu superi il fastidio, diventano parole come altre: capisci di averlo superato, insomma, quando non ti senti più toccato dalla parola.

Comunque non è stato per niente facile, tuttora mi porto ancora qualche strascico, devo essere sincero: la lettura mi ha aiutato tanto, in particolare ti consiglio come autore Alejandro Jodorowski. Tutti i suoi libri, a cominciare dalla "danza della realtà", che è la sua autobiografia in cui racconta un rapporto col padre simile al mio.

Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: Shark72 il 17 Marzo 2015, 10:30:23
Mi era sfuggito questo thread, mi è piaciuto da morire per quanto mi ha profondamente emozionato. Hai raccontato la tua adolescenza in un modo bellissimo, questa roba sarebbe davvero buona per trarne un libro e un film!  8)

Non sai quanto pagherei per aver avuto un' adolescenza come la tua : il mio "branco" era un gruppo di soli maschi, quasi tutti MdP, e al massimo tre ragazze brutte, che nessuno  si voleva trombare. E le nostre giornate scorrevano tra inutili pomeriggi in sala giochi e serate nei pub...

Sai qual era il mio più grosso errore? Non avevo capito una cosa tanto evidente, quanto banale : che se volevo la gnocca, dovevo attivarmi, mentre io mi limitavo ad aspettare, che arrivasse per grazia divina. O che comunque fosse qualcun altro che dovesse "provvedere"  :idiot:
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: CrazyHorse il 17 Marzo 2015, 12:45:32
Bello il tuo post :)

io non ho mai avuto un branco...l'unico branco che avevo mi aspettava a ricreazione per esercitarsi al tiro  Azn
nel tuo caso sei stato davvero molto bravo a introdurti nel gruppo e a fare di questo un vantaggio.
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: VenerabYle il 17 Marzo 2015, 13:20:28
Citazione di: Shark72 il 17 Marzo 2015, 10:30:23
[...]
Sai qual era il mio più grosso errore? Non avevo capito una cosa tanto evidente, quanto banale : che se volevo la gnocca, dovevo attivarmi, mentre io mi limitavo ad aspettare, che arrivasse per grazia divina. O che comunque fosse qualcun altro che dovesse "provvedere"  :idiot:

Anche io più o meno stessa situazione, senza pub però. Nel mio paese non c'erano  :lol:
Ricordo però che ai timidi miei accenni di indipendenza dal branco, questo mi inglobava nuovamente al suo interno: ma che fai? ma stai con noi che ti diverti, credi che facendo cose da solo sia meglio?
questa era un po' l'aria che si respirava, con più la promessa/speranza che con l'università tutto sarebbe cambiato: ma si tanto a 18 poi cambi città, li inizia il bello. e io a cullarmi su questa promessa, su questa aspettativa.. come se all'università dovessi essere accolto a suon di pompini...
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 20 Marzo 2015, 20:27:08
Citazione di: Shark72 il 17 Marzo 2015, 10:30:23
Mi era sfuggito questo thread, mi è piaciuto da morire per quanto mi ha profondamente emozionato. Hai raccontato la tua adolescenza in un modo bellissimo, questa roba sarebbe davvero buona per trarne un libro e un film!  8)


Mmm.. Il mio sogno è quello di diventare uno scrittore.. Quasi quasi :D
A parte gli scherzi, sono contento di mettere la mia esperienza a disposizione di tutti.
Per qualsiasi cosa, sono qui.
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 07 Maggio 2015, 18:23:05
Vi andrebbe se lo trasformassi in racconto postando settimanalmente delle parTi? Se qualche persona  (4-5) mi dicesse che lo seguirebbe, partirò al più presto
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: Shark Attack il 07 Maggio 2015, 18:34:53
Citazione di: ScarTissue il 07 Maggio 2015, 18:23:05
Vi andrebbe se lo trasformassi in racconto postando settimanalmente delle parTi? Se qualche persona  (4-5) mi dicesse che lo seguirebbe, partirò al più presto
alla grande  ;)
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: TermYnator il 07 Maggio 2015, 20:45:53
Citazione di: ScarTissue il 07 Maggio 2015, 18:23:05
Vi andrebbe se lo trasformassi in racconto postando settimanalmente delle parTi? Se qualche persona  (4-5) mi dicesse che lo seguirebbe, partirò al più presto
Fallo in off topic. Prima o poi ci sarà una sezione "come eravamo". Potremmo poi rimontarlo e spostarlo li ;)
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 07 Maggio 2015, 20:58:33
Certo, certo lo avrei fatto lì.. :)

P.S. aspetto tue notizie ;)
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: TermYnator il 08 Maggio 2015, 01:53:38
Citazione di: ScarTissue il 07 Maggio 2015, 20:58:33
Certo, certo lo avrei fatto lì.. :)

P.S. aspetto tue notizie ;)
Lo so, ma pure stasera ho fatto tardissimo e sono cotto :(
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 08 Maggio 2015, 02:46:55
Tranquillo, io te l'ho solo ricordato.. anche io in sto periodo sono impegnatissimo
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: Manu il 27 Maggio 2015, 09:54:02
Una puntualizzazione ai limiti dell'OT.

Non trovo grandi somilitudini tra le dinamiche descritte e quelle dei lupi, in particolar modo per l'assenza di un vero maschio dominante e per la proverbiale monogamia del lupo nei confronti della compagna scelta nel branco, normalmente unica partner d'accoppiamento per l'intera vita.

In ogni caso, è stato piacevole leggerti. ;)
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 27 Maggio 2015, 12:38:18
Era un branco poligamo in autogestione ;) :D
scherzo, comunque lo so, solo che suonava bene :D
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: Shark72 il 29 Maggio 2015, 18:25:26
Citazione di: TermYnator il 07 Maggio 2015, 20:45:53
Fallo in off topic. Prima o poi ci sarà una sezione "come eravamo". Potremmo poi rimontarlo e spostarlo li ;)

Questa mi era sfuggita. Non vedo l' ora.
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 29 Maggio 2015, 19:41:43
Se vai a vedere c'è il primo capitolo :)
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: maxcavezzi il 30 Maggio 2015, 12:48:15
Notevole il tuo post, aggiungo solo qualche "pensierino" che mi hai susciatato.

I circoli sociali si assomigliano tutti, però è  già qualcosa  stare dentro ad uno cosi' ben strutturato, sarà palestra di vita.. peggio avere solo 4 amici mdp.

Videogame == zero vita sociale = pippe a tutto spiano.

ora con le 17enni esperte di bocca è tutto + semplice, quando avevamo 17 anni noi le cose erano esponenzialmente più complicate

Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 30 Maggio 2015, 16:12:13
Citazione di: maxcavezzi il 30 Maggio 2015, 12:48:15


I circoli sociali si assomigliano tutti, però è  già qualcosa  stare dentro ad uno cosi' ben strutturato, sarà palestra di vita.. peggio avere solo 4 amici mdp.



Il ragionamento che fai tu è giusto ora che abbiamo superato quell'età. Ma a 17 anni mi sembrava di essere in una giungla! Diciamo che con la mente avrei voluto stare a casa a giocare ai videogames, tante volte agli inizi si attaccavano al citofono per farti uscire..
Le ragazze sono uguali ad allora, la sostanza è sempre la stessa: se gli piaci te lo succhiano, se no ti attacchi :)
È che ora con cellulari, social network eccetera è più facile. Fino a 10-15 anni fa se una a un paese a 15 km di distanza da te faceva i pompini non potevi saperlo. Adesso con tutto questo giro di "social" sai anche se ingoia, se le palle gli piacciono rasate ecc..
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: elango il 05 Giugno 2015, 15:46:28
Azz bel post...
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 05 Giugno 2015, 23:50:52
Grazie :)
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: Nessuno il 11 Giugno 2015, 11:24:02
Mi ero segnato di leggere questo thread, ora l'ho fato..meglio tardi che mai  ;D !
Citazione di: ScarTissue il 10 Marzo 2015, 02:06:25
Allora, scusami per il ritardo.
Provo a spiegare come ho gestito gli insulti, con un giro piuttosto largo: in realtà li ho gestiti molto male, nel senso che fino a qualche tempo indietro semplicemente stavo zitto e ingoiavo amaro, fino alla saturazione e quindi esplosioni di rabbia che colpivano indistintamente chiunque si trovasse sul mio cammino. Presi anche io l'abitudine di prendere per il culo le persone che mi sembravano più deboli di me, fino a quando un giorno, mentre tornavo a casa mi sono guardato dentro e ho iniziato a pensare che per sentirmi superiore, per sentirmi qualcuno, ho dovuto mettere in luce le debolezze dell'altro.

Ti rendi conto di che vigliaccheria si tratta? Io, convinto di avere autostima, ho dovuto evidenziare i punti deboli di un'altra persona (che è sicuramente stata male per colpa mia), invece di mettere in risalto i miei punti di forza. Alché mi sono chiesto ironicamente se avessi dei punti di forza, dato che sono ricorso a queste bassezze per mettermi in luce.

Ci sono due modi per arrivare primi: affossando gli altri o elevando se stessi.
Il primo è un metodo distruttivo: speri che gli altri falliscano nei propri obiettivi, invece di dedicarti al raggiungimento dei tuoi. Ho capito che questo tipo di persone sono in realtà molto frustrate, probabilmente un obiettivo non ce l'hanno nemmeno, altrimenti non perderebbero tempo a giudicare gli altri.
E da qui in sostanza è partito tutto:
quando mio padre mi dice "coglione" oppure "non vali un caxxo", io credo sia perché lui pensa così di sé stesso: altrimenti perchè dire una frase del genere al sangue del proprio sangue? Non è come se la stesse dicendo a sé stesso?
Vado a guardare nella vita di mio padre e cosa vedo? Un lavoro che non ama, una moglie che è stato costretto a sposare (perché mia madre era incinta) eccetera eccetera.
Ricordati che gli altri sono specchi: i loro atteggiamenti che non tolleriamo, sono in realtà nostri atteggiamenti. Se uno ti dice che sei un coglione e tu ti infastidisci, il problema è tuo perchè se non ti sentissi un coglione, rimarresti indifferente all'insulto. Inoltre nel mio caso, mi dava fastidio prendermi del coglione, quando in molti casi ero il primo a dirlo agli altri.
Un giorno mi sono detto:
"Ok, ho 20 anni. Ho un sogno: diventare uno scrittore. Ho una ragazza che mi vuole bene. Ho tre sorelle che mi adorano. Do sempre una mano ai miei amici. Vedo sorridere le persone quando le incontro. Sono intelligente. Entro in empatia con le persone molto facilmente. Ho anche dei difetti, che mi rendono assolutamente unico. Se sono nato è perchè ho un compito da portare a termine. Se mi sono stati dati questi genitori è perchè nei loro atteggiamenti vedo ciò che non mi piace e che quindi devo migliorare in me stesso. Quando i loro atteggiamenti non mi daranno più fastidio significa che li avrò assimilati, compresi e infine perdonati. Ho intrapreso un percorso e sbaglierò molte volte. Ma sono una persona unica e ce la farò."

Devo ammettere che ho intrapreso un cammino spirituale, diverso da quelli canonici e una persona a me cara mi ha suggerito che quando mio padre mi dava del coglione, dovevo chiedergli il perchè.
Così è capitato un giorno e gli ho chiesto il perchè:
"Perchè si, non si fa così e blablabla"
"Si, papà, però non dovresti darmi del coglione.."
"E perchè, cosa sei?"
"Beh, sicuramente posso aver sbagliato secondo il tuo punto di vista, però non mi chiamare coglione, perchè mi da fastidio"
"E come ti devo chiamare, scemo?"
A questo punto sono scoppiato a piangere e mi sono messo a gridare cose del tipo "Brutta testa di caxxo, ma se tu dici coglione a tuo figlio, mi spieghi che caxxo di padre sei? Dove caxxo sei quando ho bisogno, non ti rendi conto che ho bisogno di una guida, non di uno che al primo errore dice che non valgo un caxxo.. Invece di aiutarmi te ne stai lì a guardare pronto a giudicare, ho sempre paura a chiederti le cose perchè aggredisci subito, ma vuoi vedere come ci si sente ad essere sempre aggrediti?"

Non era proprio questo che consigliava il mio percorso spirituale, ma vabbè, ho improvvisato. :D

Insomma, mi stavo avvicinando a lui con davvero cattive intenzioni ma mia madre è scoppiata a piangere di conseguenza e mio padre si è trovato con due esseri lacrimanti che gli sputavano addosso tutta la rabbia repressa. Lui si è trovato un po' impreparato e cercava giustificazioni del tipo "Ma lo sai che non lo dico veramente"; tuttavia non c'era verso e quando ho iniziato a rompere i bicchieri contro il muro si è messo a piangere anche lui e dopo un po' ci siamo abbracciati.
Non ne abbiamo più parlato, ma da quel giorno le cose sono andate meglio e anche se è capitato che me lo dicesse ancora, non appena glielo facevo notare, subito placava i toni.

Diciamo che schematicamente parlando è andata così:

io ho iniziato a non sentirmi più un coglione --> mio padre ha smesso di dirmelo --> Le persone con cui uscivo hanno smesso di dirmelo.

Una volta che tu superi il fastidio, diventano parole come altre: capisci di averlo superato, insomma, quando non ti senti più toccato dalla parola.

Comunque non è stato per niente facile, tuttora mi porto ancora qualche strascico, devo essere sincero: la lettura mi ha aiutato tanto, in particolare ti consiglio come autore Alejandro Jodorowski. Tutti i suoi libri, a cominciare dalla "danza della realtà", che è la sua autobiografia in cui racconta un rapporto col padre simile al mio.


Spettacolo : +1 .


Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 11 Giugno 2015, 14:37:38
Ti ringrazio :)
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: Giulio cesare il 22 Giugno 2015, 09:45:40
Anch'io ho avuto una storia simile con mio padre. Una volta a tavola in casa di mio nonno (capofamiglia di vecchio stampo) si iniziò una discussione sul lavoro,i giovani,la scuola . Mio papà mi chiese dopo il liceo cosa avrei fatto. Gli risposi che non lo sapevo ancora potevo continuare gli studi oppure fermarmi dovevo valutare. A questo Mio nonno mi inveì addosso dicendo che ero uno che non aveva voglia di fare niente,uno svogliato. Mio papà di conseguenza rincaro' la dose (sentendosi ovviamente supportato dalla figura di suo padre) e mj disse che ero un coglione,un fallito,uno che non avrebbe combinato niente dalla vita. "Io almeno sono diventato un geometra" disse con fare arrogante. Quando dopo soli chiesi con lui un chiarimento sul perché mi aveva detto tutto quello mi rispose:"perché e' così non farai mai niente dalla vita". Il fatto come dici bene scarTissue e' che se una persona pensa questo di suo figlio e' perché a sua volta e' stato molto insicuro,non ha saputo scegliere e magari ha seguito un percorso sia scolastico che lavorativo che non avrebbe voluto fare.  ;)
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: salt-eco il 22 Giugno 2015, 11:33:48
sicuramente nel bene o nel male è stata un'esperienza e come tutte le esperienze arricchiscono. Se i stato comunque bravo nel tuo piccolo a farti valere. Ciò che mi dispiace è che purtroppo devono esistere questi gruppi formati da boss, donne ( che vengono divise solo in base al loro aspetto fisico ) e sfigati ( che chissà poi cosa vorrà dire ).
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 22 Giugno 2015, 18:19:29
Citazione di: salt-eco il 22 Giugno 2015, 11:33:48
sicuramente nel bene o nel male è stata un'esperienza e come tutte le esperienze arricchiscono. Se i stato comunque bravo nel tuo piccolo a farti valere. Ciò che mi dispiace è che purtroppo devono esistere questi gruppi formati da boss, donne ( che vengono divise solo in base al loro aspetto fisico ) e sfigati ( che chissà poi cosa vorrà dire ).

Per Giulio Cesare: essere attaccati davanti agli altri è meschino il doppio, specialmente per un padre che in teoria davanti agli altri dovrebbe cercare di difenderti o di non farti fare brutta figura, perlomeno.. per fortuna mi è capitato raramente, ma anche in questi casi non è che l'abbia presa benissimo..

Per salt-eco: non lo so, sinceramente cosa porta a queste situazioni. Però se ci fai caso il nostro micromondo non era tanto differente dal mondo reale (nel senso negativo del termine)
Quasi tutti arrivavamo da un ambiente se non difficile, comunque abbastanza ostile, soldi se ne son sempre visti pochissimi e di conseguenza spesso siamo stati costretti a fare cose che ragazzi della nostra età non fanno.. Le abbiamo inventate praticamente quasi tutte (a parte rapine e spaccio, più di una volta però abbiamo truffato ragazzi come noi e anche adulti.)
Gli sfigati.. non ho una definizione per loro, erano sfigati e basta.. probabilmente erano quelli che non tiravano fuori le palle, che nelle risse si tiravano indietro, che potevi comandare a bacchetta, che nessuna ragazza si filava.. una definizione grossolana può essere questa ;)
Non dico assolutamente che fosse giusto, ma era così.
P.s. Leggi il mio racconto in off topic e lascia un commento, se ti va' :)
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: Giulio cesare il 22 Giugno 2015, 19:38:11
Salt eco il fatto che uno venga definito come sfigato e' concetto sbagliato a priori ma, tralasciando il moralismo, ti possa dire che tutto dipende dal rispetto che una persona guadagna. Posso vestirmi Anche in infradito e pantaloncini per andare al bar ed essere comunque rispettato anzi è proprio questo che mi differenzia dagli altri. Se ti differenzi e sei rispettato addirittura puoi quasi essere invidiato dalla gente che ti considera come un leader   O0O0(ovviamente avendo carisma e un pizzico di arroganza ) . È una sorta di legge della giungla anche se siamo diversi dagli animali perché pensiamo. Il più forte vince avrà il gruppo,le donne,le attenzioni. L'unica cosa da fare è migliorare se stessi rispettandosi. Se tu ti rispetti stai tranquilla che la gente ti rispetterà
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 23 Giugno 2015, 03:30:46
Citazione di: Giulio cesare il 22 Giugno 2015, 19:38:11
ti posso dire che tutto dipende dal rispetto che una persona guadagna.

Si. Il problema è che in alcuni ambienti (come nel mio vecchio gruppo, ma è una cosa molto più frequente di quello che sembra), il rispetto si guadagna quasi solo esclusivamente prevaricando gli altri con violenza verbale o fisica. O resistendo. Resistere in questo caso non significa sorbire in silenzio, significa rispondere al fuoco col fuoco. E non tutti sono in grado di farlo. Quindi se proprio ci tieni a stare in quell'ambiente o ti adegui all'essere chiamato sfigato, oppure provi a rispondere.
Ricordati che uno che le prende dopo aver reagito sarà SEMPRE più rispettato di chi sta zitto e "fa il superiore".

Inutile dire che è tutto sbagliato e contorto, ma purtroppo succede. Siamo animali evoluti, ma pur sempre animali anche se in minuscola percentuale.
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: Giulio cesare il 23 Giugno 2015, 13:36:44
Secondo me se prevarichi gli altri facendo l 'arrogante,lo spocchioso per intenderci il bullo non ottieni per niente rispetto ma paura. La gente ha paura di te ma non rispetto ben diverso. Il rispetto pe me lo ottieni essendo te stesso in maniera sicura,grande autostima,fermezza,intransigente dove serve. Tu parlavi del misterioso ecco secondo me lui si scopava le migliori ed era seguito perché era molto rispettato. Di tutto questo Voglo chiederti un consiglio su come hai fatto a mantenerti calmo senza sbottare dopo che ti sfottevano in gruppo o per conquistare le ragazze.
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: salt-eco il 23 Giugno 2015, 16:13:08
Citazione di: Giulio cesare il 22 Giugno 2015, 19:38:11
Salt eco il fatto che uno venga definito come sfigato e' concetto sbagliato a priori ma, tralasciando il moralismo, ti possa dire che tutto dipende dal rispetto che una persona guadagna. Posso vestirmi Anche in infradito e pantaloncini per andare al bar ed essere comunque rispettato anzi è proprio questo che mi differenzia dagli altri. Se ti differenzi e sei rispettato addirittura puoi quasi essere invidiato dalla gente che ti considera come un leader   O0O0(ovviamente avendo carisma e un pizzico di arroganza ) . È una sorta di legge della giungla anche se siamo diversi dagli animali perché pensiamo. Il più forte vince avrà il gruppo,le donne,le attenzioni. L'unica cosa da fare è migliorare se stessi rispettandosi. Se tu ti rispetti stai tranquilla che la gente ti rispetterà
Si sono d'accordo che è "la legge della giungla" però è anche vero che siamo umani e un minimo di cervello potremmo usarlo per evitare supremazie che non hanno senso
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 23 Giugno 2015, 16:47:19
Citazione di: salt-eco il 23 Giugno 2015, 16:13:08
Si sono d'accordo che è "la legge della giungla" però è anche vero che siamo umani e un minimo di cervello potremmo usarlo per evitare supremazie che non hanno senso

Vero, ma dai 16 fino ai 20 anni non sempre si riesce a ragionare in maniera corretta. Il problema è che poi dopo i 20 se hai un minimo di intelligenza ( come nel mio caso ) riesci a capire l'educazione e il rispetto.. Quelli veri.. Ma non tutti riescono a farlo. Molto spesso dipende dalla famiglia in cui cresci.
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: Giulio cesare il 23 Giugno 2015, 17:53:37
Dipende da quello che vuoi dalla vita leggila così. Si può sempre fare il buonista  e farti prendere per fesso dicendo dentro di te :"sono a posto con me stesso almeno,male non ne ho fatto" ma così non ti stai rispettando e ti stai solo facendo del male perché parliamoci chiaro chi ha voglia di farsi sempre prevaricare dagli altri senza sentirsi un minimo colpito dentro di se. Con questo non sono un pro a favore delle mani dalle risse mi sono tenuto sempre molto lontano il fatto (e anch'io ci sto lavorando su perché sono un gran bravo ragazZO) di farsi valere in mezzo alla gente non essere trattato come un bamboccione e preso in giro. Dico così perché lo provo sulla mia pelle anzi chi ha dei consigli sul rispetto o sul modo di crescere caratterialmente li accetto molto volentieri Thumbs Up
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: ScarTissue il 24 Giugno 2015, 00:02:28
Citazione di: Giulio cesare il 23 Giugno 2015, 17:53:37
sulla mia pelle anzi chi ha dei consigli sul rispetto o sul modo di crescere caratterialmente li accetto molto volentieri Thumbs Up

Purtroppo non so come consigliare gli altri, la vita è una cosa strettamente personale e soggettiva e un'infinità di piccole cose la possono cambiare in un istante. Però sicuramente possiamo parlarne e trovare insieme delle basi da cui ripartire. :)
Titolo: Re: La brutalità del branco. La mia breve esperienza
Inserito da: Giulio cesare il 24 Giugno 2015, 14:14:43
Mi vergogno un po' a dirlo ma è giusto aprirsi. La gente dice che ho un comportamento arrogante quasi da figo insomma uno che vuole attirare l'attenzione su di se. Non nego di avere preso in giro della gente esagerando notevolmente. Il problema è che sono una persona riservata insicura anche se non sembra a prima vista quindi Copio alcuni atteggiamenti che ritengo essere giusti per farsi valere. Se però uno li ha dentro di se quegli atteggiamenti insomma gli vengono naturali e quindi pure se giudicato se ne frega io penso di doverli fare e quindi ti spacchi il capello sempre. È' un meccanismo di difesa me ne accorgo sono totalmente diverso in casa con i miei ( un po di differenza ci sta ma non così abissale come nel mio caso). Ne ho preso coscienza già punto a mio grandissimo favore ma tante volte mi accorgo di fermarmi nel progredire nel senso di trovare un ostacolo molto forte. Mi sto facendo dare una mano da una psicologa tipo coach mentale tanta roba devo dirlo. E' una corazza data molto dal mio continuo pensare.