Seduzione Italiana

Miglioramento personale => Miglioramento personale a 360° => Discussione aperta da: james.mar il 19 Ottobre 2010, 16:36:33

Sondaggio
Domanda: Vuoi spostare questa discussione nel Best of?
Opzioni 1: voti: 7
Opzioni 2: No voti: 7
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: james.mar il 19 Ottobre 2010, 16:36:33
Citazione di: Beeblebrox il 19 Ottobre 2010, 11:12:53
credi ancora alla favola del voto di laurea alto sia un proxy del tuo valore accettato dal mercato del lavoro, il voto di laurea è uno stimatore distorto della cultura dello studente, soprattutto nell'università italiana estremamente nozionistica, ha una qualche valenza nel caso tu abbia fatto l'università nei 5 anni esatti, ma scarna, visto il gran numero di esami cuscinetto apparsi con il nuovo ordinamento, e la c chiedi agli imprenditori che vogliono, sono loro che ti assumono...questa è la situazione a bs visto che di imprenditori  ne conosco un po' essendo brescia la terza area industriale d'italia.

Proviamo a partire dai concetti di condizione necessaria e sufficiente.

Un voto di laurea alto non è condizione sufficiente perchè una persona abbia una cultura altrettanto alta e/o un valore alto nel mercato del lavoro.
E' però una condizione tendenzialmente (il motivo del tendenzialmente lo vediamo dopo) necessaria, perchè se non sei riuscito a laurearti con un voto alto, io impresa farei una scommessa abbastanza rischiosa nell'assumerti.
Perché è rischiosa?
Perché pur ammettendo che tale laureato con voto basso abbia un potenziale maggiore o uguale del secchione 110L, come posso io impresa rendermene conto?
E'il meccanismo noto come "Adverse selection", dovuto all'asimmetria informativa ex ante.
Per risolvere l'adverse selection, si usano dei segnali.
Se vuoi comprare un auto usata e non sai se è di buona qualità o meno, ti basi sulla garanzia.
Se invece non sei in grado di valutare un tuo futuro dipendente, ti basi su voto di laurea, università di appartenenza, tempo di laurea e così via.
Ragionamento a maggior ragione valido oggi, visto che parli di bassa offerta di posti da parte del mercato di lavoro e alta domanda: è abbastanza ovvio che una prima, necessaria scrematura operata dalle imprese debba partire a monte dei colloqui e basarsi su numeri di facile interpretazione, ovvero voto di laurea e tempo impiegato per conseguire la stessa.
E questo vale soprattutto in assenza di attività extra-accademiche di particolare valore aggiunto, su cui torneremo in seguito.

Passiamo oltre.
Università nozionistica, esami cuscinetto ecc.
Stavamo parlando di ingegneria gestionale, in particolare io mi st(av)o rifacendo alla mia realtà, ovvero quella del Politecnico di Milano che ha nel corso di gestionale uno dei suoi fiori all'occhiello o, vedendola dall'altro lato, gestionale al Poli è indiscutibilmente la migliore in Italia.
Questo per dire che non si può generalizzare parlando di esami cuscinetto, nozionismo e nuovo ordinamento.
Infatti considerando il valore del brand, se a parità di tutte le altre variabili un'impresa dovesse valutare il curriculum di un economista 110L all'Università di Catania e un economista 110L in Bocconi, parlare di voto di laurea come stimatore distorto lascia un attimo il tempo che trova.
Ma ho preso due estremi, quindi andiamo avanti.


Che tu sia pessimista lo hai già ammesso altrove, però stai concedendo troppo potere (contrattuale) a chi ti deve assumere.
Il potere devi anche guadagnartelo investendo sulle tue competenze, pre e post laurea.
Pre laurea:
visto che affermi che la favoletta del voto di laurea ce l'ha raccontata Esopo e non il mercato, sarebbe dunque logico agire su altre determinanti e avere un curriculum che spicchi su quello degli altri. Ma, a parità di curriculum accademico (105++ in 5 anni per chi punta in alto), per spiccare bisogna vendersi e dimostrare di avere il valore che offriamo. Come?

- Esperienze all'estero
- Conoscenza delle lingue, specie quelle dei mercati emergenti
- Esperienze lavorative, di che tipo, in che settore, per quanto tempo
- Sport praticati a livello agonistico
- Altre attività


Un buon curriculum è infatti come un buon seduttore. Bisogna perseguire un miglioramento a 360° partendo dall'idea che "Tutto fa brodo, nulla è necessario".

Gli elementi di cui sopra presi di per sé hanno un valore aggiunto relativamente basso, ma è il loro cocktail che può risultare fondamentale.
E' dunque fondamentale creare un cocktail giusto.
Va da sé che, in caso uno punti veramente in alto (società di consulenza come McK, Bain o BCG, oppure banche come Jp Morgan, Goldman, Deutsch et altera, o altre importanti società nel mondo dell'Industry come IBM, Volkswagen ecc.), allora dovrà partire da un curriculum accademico alto/eccellente e presentare un altrettanto alto curriculum extra-accademico.

Tornando dunque agli elementi di cui sopra, e facendo ancora un paragone con la seduzione, può essere utile ad esempio sfruttare il principio del contrasto.
Mi colpì molto il racconto di un partner di Mc Kinsey che disse come nelle risorse umane furono a loro volta colpiti dal curriculum di un ingegnere elettrico laureato con 110 che suonava il pianoforte (e già qui si pensa a un individuo con alte tendenze nerdistiche) e che faceva il modello per un importante marchio di moda. Contrasto notevole.
Stessa cosa, ma in Bain: questa volta il contrasto fu evidenziato solo in fase di colloquio. Individuo dall'aspetto abbastanza nerdeggiante che aveva passato 2-3 estati in Brasile facendo il Dj.


Oppure bisogna saper vendere le proprie esperienze non accademiche.
Esperienza di un'engagement manager di McK che aveva iniziato a fare dei braccialetti particolari con non mi ricordo cosa (perline, conchiglie, robe simili) ed erano tanto piaciute ad amiche e amiche di amiche che aveva iniziato a venderli. Un'amica svizzera era interessata e iniziò a farli e venderli anche lei.
Risultato: lei fece un pochino di soldini (pochi eh) ma presentò tale attività come "Creazione e gestione di un network operante nella produzione di articoli di bigiotteria de stocaxxo".
In quanti ci penserebbero?


Ma c'è dell'altro.
Per avere un alto valore sul mercato del lavoro, è anche importante investire nella formazione post laurea.
Tu mi parli di piccole e medie realtà imprenditoriali della tua provincia, in cui l'imprenditore ti assume.
Ma come la mettiamo con chi investe sul proprio futuro e sulle proprie competenze lavorando per un paio di anni in una società di consulenza (e non parliamo del cane che si morde la coda visto che non esistono solo McK, Bain, BCG ecc., ma ce ne sono altre di medio livello in cui entrare non è cosa impossibile), con uno stipendio magari anche minore, ma con un tempo di percorrenza della curva d'apprendimento ridotto di 3-4 volte?
Non sarebbe male come idea.




A questo punto, ma solo a questo punto, possiamo dire che la favoletta del voto di laurea (e tutto ciò che ne consegue) non l'ha inventata Esopo, ma le leggi di mercato.
Perché se non hai null'altro da offrire, allora l'unica cosa che possono valutarti è proprio il voto di laurea.
E se in assenza di valore aggiunto extra-accademico il voto di laurea è basso, allora mio caro neolaureato (generico, non parlo di te) in cerca di lavoro "Che caxxo ti lamenti a fare parlando di crisi, mercato del lavoro, imprenditori e cazzate varie? In 5 anni non hai fatto nulla (né all'università né al di fuori) per costruirti un futuro, ORA non lamentarti che fai fatica a trovare un impiego decente"











james
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: GuyMontag il 19 Ottobre 2010, 16:54:47
Gran bel post james.  :up:
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: Acqua il 19 Ottobre 2010, 17:01:33
Citazione di: james.mar il 19 Ottobre 2010, 16:36:33
Proviamo a partire dai concetti di condizione necessaria e sufficiente.

Un voto di laurea alto non è condizione sufficiente perchè una persona abbia una cultura altrettanto alta e/o un valore alto nel mercato del lavoro.
E' però una condizione tendenzialmente (il motivo del tendenzialmente lo vediamo dopo) necessaria, perchè se non sei riuscito a laurearti con un voto alto, io impresa farei una scommessa abbastanza rischiosa nell'assumerti.
Perché è rischiosa?
Perché pur ammettendo che tale laureato con voto basso abbia un potenziale maggiore o uguale del secchione 110L, come posso io impresa rendermene conto?
E'il meccanismo noto come "Adverse selection", dovuto all'asimmetria informativa ex ante.
Per risolvere l'adverse selection, si usano dei segnali.
Se vuoi comprare un auto usata e non sai se è di buona qualità o meno, ti basi sulla garanzia.
Se invece non sei in grado di valutare un tuo futuro dipendente, ti basi su voto di laurea, università di appartenenza, tempo di laurea e così via.
Ragionamento a maggior ragione valido oggi, visto che parli di bassa offerta di posti da parte del mercato di lavoro e alta domanda: è abbastanza ovvio che una prima, necessaria scrematura operata dalle imprese debba partire a monte dei colloqui e basarsi su numeri di facile interpretazione, ovvero voto di laurea e tempo impiegato per conseguire la stessa.
E questo vale soprattutto in assenza di attività extra-accademiche di particolare valore aggiunto, su cui torneremo in seguito.

Passiamo oltre.
Università nozionistica, esami cuscinetto ecc.
Stavamo parlando di ingegneria gestionale, in particolare io mi st(av)o rifacendo alla mia realtà, ovvero quella del Politecnico di Milano che ha nel corso di gestionale uno dei suoi fiori all'occhiello o, vedendola dall'altro lato, gestionale al Poli è indiscutibilmente la migliore in Italia.
Questo per dire che non si può generalizzare parlando di esami cuscinetto, nozionismo e nuovo ordinamento.
Infatti considerando il valore del brand, se a parità di tutte le altre variabili un'impresa dovesse valutare il curriculum di un economista 110L all'Università di Catania e un economista 110L in Bocconi, parlare di voto di laurea come stimatore distorto lascia un attimo il tempo che trova.
Ma ho preso due estremi, quindi andiamo avanti.


Che tu sia pessimista lo hai già ammesso altrove, però stai concedendo troppo potere (contrattuale) a chi ti deve assumere.
Il potere devi anche guadagnartelo investendo sulle tue competenze, pre e post laurea.
Pre laurea:
visto che la favoletta del voto di laurea ce l'ha raccontata Esopo e non il mercato, sarebbe dunque logico agire su altre determinanti e avere un curriculum che spicchi su quello degli altri. Ma, a parità di curriculum accademico (105++ in 5 anni per chi punta in alto), per spiccare bisogna vendersi e dimostrare di avere il valore che offriamo. Come?

- Esperienze all'estero
- Conoscenza delle lingue, specie quelle dei mercati emergenti
- Esperienze lavorative, di che tipo, in che settore, per quanto tempo
- Sport praticati a livello agonistico
- Altre attività


Un buon curriculum è infatti come un buon seduttore. Bisogna perseguire un miglioramento a 360° partendo dall'idea che "Tutto fa brodo, nulla è necessario".

Gli elementi di cui sopra presi di per sé hanno un valore aggiunto relativamente basso, ma è il loro cocktail che può risultare fondamentale.
E' dunque fondamentale creare un cocktail giusto.
Va da sé che, in caso uno punti veramente in alto (società di consulenza come McK, Bain o BCG, oppure banche come Jp Morgan, Goldman, Deutsch et altera, o altre importanti società nel mondo dell'Industry come IBM, Volkswagen ecc.), allora dovrà partire da un curriculum accademico alto/eccellente e presentare un altrettanto alto curriculum extra-accademico.

Tornando dunque agli elementi di cui sopra, e facendo ancora un paragone con la seduzione, può essere utile ad esempio sfruttare il principio del contrasto.
Mi colpì molto il racconto di un partner di Mc Kinsey che disse come nelle risorse umane furono a loro volta colpiti dal curriculum di un ingegnere elettrico laureato con 110 che suonava il pianoforte (e già qui si pensa a un individuo con alte tendenze nerdistiche) e che faceva il modello per un importante marchio di moda. Contrasto notevole.
Stessa cosa, ma in Bain: questa volta il contrasto fu evidenziato solo in fase di colloquio. Individuo dall'aspetto abbastanza nerdeggiante che aveva passato 2-3 estati in Brasile facendo il Dj.


Oppure bisogna saper vendere le proprie esperienze non accademiche.
Esperienza di un'engagement manager di McK che aveva iniziato a fare dei braccialetti particolari con non mi ricordo cosa (perline, conchiglie, robe simili) ed erano tanto piaciute ad amiche e amiche di amiche che aveva iniziato a venderli. Un'amica svizzera era interessata e iniziò a farli e venderli anche lei.
Risultato: lei fece un pochino di soldini (pochi eh) ma presentò tale attività come "Creazione e gestione di un network operante nella produzione di articoli di bigiotteria de stocaxxo".
In quanti ci penserebbero?


Ma c'è dell'altro.
Per avere un alto valore sul mercato del lavoro, è anche importante investire nella formazione post laurea.
Tu mi parli di piccole e medie realtà imprenditoriali della tua provincia, in cui l'imprenditore ti assume.
Ma come la mettiamo con chi investe sul proprio futuro e sulle proprie competenze lavorando per un paio di anni in una società di consulenza (e non parliamo del cane che si morde la coda visto che non esistono solo McK, Bain, BCG ecc., ma ce ne sono altre di medio livello in cui entrare non è cosa impossibile), con uno stipendio magari anche minore, ma con un tempo di percorrenza della curva d'apprendimento ridotto di 3-4 volte?
Non sarebbe male come idea.




A questo punto, ma solo a questo punto, possiamo dire che la favoletta del voto di laurea l'ha inventata Esopo e non le leggi di mercato.
Perché se non hai null'altro da offrire, allora l'unica cosa che possono valutarti è proprio il voto di laurea.
E se in assenza di valore aggiunto extra-accademico il voto di laurea è basso, allora mio caro neolaureato (generico, non parlo di te) in cerca di lavoro "Che caxxo ti lamenti a fare parlando di crisi, mercato del lavoro, imprenditori e cazzate varie? In 5 anni non hai fatto nulla (né all'università né al di fuori) per costruirti un futuro, ORA non lamentarti che fai fatica a trovare un impiego decente"




james
Io ci aprirei un 3d a parte in "miglioramento personale"  ;)
(e poi imho lo si mette nel Best Of)
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: james.mar il 19 Ottobre 2010, 17:09:08
Citazione di: GuyMontag il 19 Ottobre 2010, 16:54:47
Gran bel post james.  :up:

Grazie guy :)
Money never sleeps   :D


Quoto Water, sarebbe utile spostare questo pezzetto di 3d in un altro apposito in Miglioramento personale :up:
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: -eFFe- il 19 Ottobre 2010, 17:47:36
Citazione di: james.mar il 19 Ottobre 2010, 17:09:08
Quoto Water, sarebbe utile spostare questo pezzetto di 3d in un altro apposito in Miglioramento personale :up:

si', e anche nel best of :up:
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: JBGrenouille il 19 Ottobre 2010, 18:04:36
Gran bel post james! +1 :up:

Ero convinto che scrivessi cose sensate solo riguardo ad alcool & svezia ma evidentemente mi sbagliavo   ;D

PS: concordo con lo spostamento
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: Beeblebrox il 19 Ottobre 2010, 20:42:03
Citazione di: james.mar il 19 Ottobre 2010, 16:36:33
Proviamo a partire dai concetti di condizione necessaria e sufficiente.

Un voto di laurea alto non è condizione sufficiente perchè una persona abbia una cultura altrettanto alta e/o un valore alto nel mercato del lavoro.
E' però una condizione tendenzialmente (il motivo del tendenzialmente lo vediamo dopo) necessaria, perchè se non sei riuscito a laurearti con un voto alto, io impresa farei una scommessa abbastanza rischiosa nell'assumerti.
Perché è rischiosa?
Perché pur ammettendo che tale laureato con voto basso abbia un potenziale maggiore o uguale del secchione 110L, come posso io impresa rendermene conto?
E'il meccanismo noto come "Adverse selection", dovuto all'asimmetria informativa ex ante.
Per risolvere l'adverse selection, si usano dei segnali.
Se vuoi comprare un auto usata e non sai se è di buona qualità o meno, ti basi sulla garanzia.
Se invece non sei in grado di valutare un tuo futuro dipendente, ti basi su voto di laurea, università di appartenenza, tempo di laurea e così via.
Fai un po' confusione tra il lemon market di Akerlof 1970 e il Job Signalling problem di spence 1973, il primo non vale nei giochi ripetuti e presenta adverse selection, il secondo non presenta adverse selection,il modello di spence in breve dice che la richiesta monetaria elevata implica una qualità intinseca, mal si adatta a quanto sostieni.


Citazione
Passiamo oltre.
Università nozionistica, esami cuscinetto ecc.
Stavamo parlando di ingegneria gestionale, in particolare io mi st(av)o rifacendo alla mia realtà, ovvero quella del Politecnico di Milano che ha nel corso di gestionale uno dei suoi fiori all'occhiello o, vedendola dall'altro lato, gestionale al Poli è indiscutibilmente la migliore in Italia.
Questo per dire che non si può generalizzare parlando di esami cuscinetto, nozionismo e nuovo ordinamento.
Infatti considerando il valore del brand, se a parità di tutte le altre variabili un'impresa dovesse valutare il curriculum di un economista 110L all'Università di Catania e un economista 110L in Bocconi, parlare di voto di laurea come stimatore distorto lascia un attimo il tempo che trova.
Ma ho preso due estremi, quindi andiamo avanti.

Lo stesso ragionamento del migliore in italia ne l'han fatto gestionali provenienti da Brescia e da Padova riguardanti la propria università. Certo il MIP ha ottimi master, il fatto che abbia ottimi master post laurea non significa però che abbia la medesima elevata qualità, visto che i docenti non sono sempre gli stessi.

Citazione
Che tu sia pessimista lo hai già ammesso altrove, però stai concedendo troppo potere (contrattuale) a chi ti deve assumere.

mi ritengo una persona con i piedi per terra ;D e non mi piace che le persone prendano bastonate sui denti grazie alla grandi 'credenze' che gli hanno instillato in università, cissome mi è capitato in passato ora tengo la guardia alta.
Citazione
Il potere devi anche guadagnartelo investendo sulle tue competenze, pre e post laurea.
Pre laurea:
visto che affermi che la favoletta del voto di laurea ce l'ha raccontata Esopo e non il mercato, sarebbe dunque logico agire su altre determinanti e avere un curriculum che spicchi su quello degli altri. Ma, a parità di curriculum accademico (105++ in 5 anni per chi punta in alto), per spiccare bisogna vendersi e dimostrare di avere il valore che offriamo. Come?

- Esperienze all'estero
- Conoscenza delle lingue, specie quelle dei mercati emergenti
- Esperienze lavorative, di che tipo, in che settore, per quanto tempo
- Sport praticati a livello agonistico
- Altre attività


Un buon curriculum è infatti come un buon seduttore. Bisogna perseguire un miglioramento a 360° partendo dall'idea che "Tutto fa brodo, nulla è necessario".

Gli elementi di cui sopra presi di per sé hanno un valore aggiunto relativamente basso, ma è il loro cocktail che può risultare fondamentale.

Concordo certamente, ma in ITALIA l'esperienza lavorativa ha comunque un valore superiore a parità o meno di titolo di studio e di votazione (fonte Carlo Scarpa, uno dei migliori economisti italiani e residenti in italia), le aziende Italiane continuano a non fidarsi del voto di laurea che sia alla bocconi, alla cattolica, al politecnico, a brescia, a catania o a roma, il voto di laurea può essere un segnale al'estero ma non in italia, come hanno un valore superiore le lingue conosciute ceteri paribus

Citazione
E' dunque fondamentale creare un cocktail giusto.
Va da sé che, in caso uno punti veramente in alto (società di consulenza come McK, Bain o BCG, oppure banche come Jp Morgan, Goldman, Deutsch et altera, o altre importanti società nel mondo dell'Industry come IBM, Volkswagen ecc.), allora dovrà partire da un curriculum accademico alto/eccellente e presentare un altrettanto alto curriculum extra-accademico.

Se punti in alto ti serve quanto meno un mba in un università ad alto rank rank o un phd



Citazione
Stessa cosa, ma in Bain: questa volta il contrasto fu evidenziato solo in fase di colloquio. Individuo dall'aspetto abbastanza nerdeggiante che aveva passato 2-3 estati in Brasile facendo il Dj.
questa gira da anni prima era un estate 3 mesi a fare il dj a Rio in futuro diventerà i pua a san francisco? :idiot:

Citazione
Risultato: lei fece un pochino di soldini (pochi eh) ma presentò tale attività come "Creazione e gestione di un network operante nella produzione di articoli di bigiotteria de stocaxxo".
In quanti ci penserebbero?

confermi ancora una volta che conta l'esperienza, anche non in un analoga mansione, ricordiamoci però che fin ad ora siamo quasi sempre stati in fasi espansive del ciclo economico e questa è una cosa da non tralasciare, in fase espansiva si è più propensi a rischiare in investimenti in capitale umano e probabilmente cose del genere sono avvenute negli USA ove i costi di transazione per il licenziamento sono bassi, o meglio nulli

Citazione
Ma c'è dell'altro.
Per avere un alto valore sul mercato del lavoro, è anche importante investire nella formazione post laurea.
Tu mi parli di piccole e medie realtà imprenditoriali della tua provincia, in cui l'imprenditore ti assume.
Ma come la mettiamo con chi investe sul proprio futuro e sulle proprie competenze lavorando per un paio di anni in una società di consulenza (e non parliamo del cane che si morde la coda visto che non esistono solo McK, Bain, BCG ecc., ma ce ne sono altre di medio livello in cui entrare non è cosa impossibile), con uno stipendio magari anche minore, ma con un tempo di percorrenza della curva d'apprendimento ridotto di 3-4 volte?
Non sarebbe male come idea.

Qui comunque si parlava di quello che fai dopo esserti laureato non della formazione post laurea.

BBX
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: james.mar il 19 Ottobre 2010, 22:26:24
Citazione di: Beeblebrox il 19 Ottobre 2010, 20:42:03
Fai un po' confusione tra il lemon market di Akerlof 1970 e il Job Signalling problem di spence 1973, il primo non vale nei giochi ripetuti e presenta adverse selection, il secondo non presenta adverse selection,il modello di spence in breve dice che la richiesta monetaria elevata implica una qualità intinseca, mal si adatta a quanto sostieni.
Lol!
Rifarsi a modelli di 40 anni fa e usare citazioni per dare un tono a quanto si dice mi sembra un tantino capzioso.
Bisogna essere semplici per capire le cose.
Adverse selection: problema per cui non so se ex-ante qualcosa che acquisto mi dia ciò che afferma di darmi.
Soluzione: ci vuole una garanzia di qualche tipo.
Adattiamo il tutto al nostro problema: come posso sapere se un tizio che mi dice di saper fare una determinata cosa sa effettivamente farlo? Con un titolo di studio che riporta dei numeri che, teoricamente, mi chiariscono anche quanto questo tizio sia in grado di fare ciò che chiedo.

Questa la teoria di partenza. Ma nel mio post l'ho ampliata.

E cmq non c'era alcuna confusione nel mio post, ma ho restituito il quaderno di Economia industriale al mio compagno, quindi ora non potrei riprendere le fonti Azn

Citazione di: Beeblebrox il 19 Ottobre 2010, 20:42:03

Lo stesso ragionamento del migliore in italia ne l'han fatto gestionali provenienti da Brescia e da Padova riguardanti la propria università. Certo il MIP ha ottimi master, il fatto che abbia ottimi master post laurea non significa però che abbia la medesima elevata qualità, visto che i docenti non sono sempre gli stessi.

se i tuoi amici padovani o bresciani se la menano, sono cazzi loro.
Gestionale a padova (vicenza) è anch'essa una delle migliori d'italia quindi stare ancora una volta a essere pignoli su prima o seconda posizione mi sembra altrettanto esagerato.
Pur ammettendo che il polimi non sia la migliore (tsk Azn ), sta di fatto che è una delle 3? 4? 5? migliori. Così va bene? Cambia VERAMENTE qualcosa?
No. Non cambia nulla.

Citazione di: Beeblebrox il 19 Ottobre 2010, 20:42:03

Concordo certamente, ma in ITALIA l'esperienza lavorativa ha comunque un valore superiore a parità o meno di titolo di studio e di votazione (fonte Carlo Scarpa, uno dei migliori economisti italiani e residenti in italia), le aziende Italiane continuano a non fidarsi del voto di laurea che sia alla bocconi, alla cattolica, al politecnico, a brescia, a catania o a roma, il voto di laurea può essere un segnale al'estero ma non in italia, come hanno un valore superiore le lingue conosciute ceteri paribus

ok, quindi stai escludendo l'assunzione dei neo laureati visto che non si fidano di nulla se non dell'esperienza.
Peccato che io continuo a vedere amici neolaureati essere assunti in Accenture, KPMG, Ernst&Young, Nomura, McK  :-\
D'altronde chissà perchè nelle loro presentazioni le società di consulenza e le banche dicono sempre "Cerchiamo giovani, non ci interessa l'esperienza lavorativa perchè la curva d'apprendimento la si percorre all'interno dell'azienda, noi cerchiamo menti brillanti".
E, pensa un po', non sono parole al vento visto che poi le assumono pure!

Inoltre tu citi il buon Carlo Scarpa dicendo IN ITALIA e scrivendolo in maiuscolo.
Peccato che io e te stiamo parlando di ingegneria gestionale ed economia.
E quindi il dominio dell'affermazione di Scarpa viene automaticamente ridimensionato.

Per la cronaca, all'estero il sistema di voti è tale per cui esso diventi una determinante relativa.
La scala dei voti è infatti ristretta (bocciato - 3 - 4 - 5, oppure le famose lettere A++ ecc.), pertanto rientrare nella fascia massima è 100 volte più facile che prendere 110 (fascia massima) da noi.
E allo stesso tempo RICHIEDERE una votazione massima diventa un parametro più stringente sennò assumi veramente uno che non ha fatto un caxxo per 5 anni.
Senza contare che, in base alla mia esperienza diretta e indiretta, anche le più blasonate università internazionali hanno una difficoltà nettamente inferiore alle più difficili università italiane.
Vuoi esempi?
Bene:
- London Business School, ranking 1 nel mondo per gli MBA, un mio amico ha fatto lì la specialistica e ha detto che studiava 3 volte meno rispetto al poli dove ha sgobbato come un negro per prendere un 108 in gestionale)
- MIT: ingegnere informatico del poli, laureato con 105. Commento suo: mmazza oh quando mi hanno preso pensavo che me sarei suicidato, invece qua sgobbo meno che al poli.
E ne ho altri, specie nelle tanto decantate università del Nord Europa.

Citazione di: Beeblebrox il 19 Ottobre 2010, 20:42:03

Se punti in alto ti serve quanto meno un mba in un università ad alto rank rank o un phd
aridaje io continuo a vedere (qua ovviamente un po'di meno) neolaureati assunti in alto e tu te ne esci con sta storia.
Fonti?
E come mai moltissimi consulenti di McK o Bain vanno a fare l'MBA dopo 2 anni? Come sono stati assunti se non l'avevano?


Citazione di: Beeblebrox il 19 Ottobre 2010, 20:42:03

questa gira da anni prima era un estate 3 mesi a fare il dj a Rio in futuro diventerà i pua a san francisco? :idiot:
forse gira da anni perchè risale ad alcuni anni fa?
Inoltre passare 2-3 estati in brasile a fare il dj è ovviamente TOTALMENTE differente da passare 3 mesi (aspè, quanto dura l'estate? 8 mesi?) a Rio (che, si sa, è in Nigeria e non in Brasile) a fare il dj.

Citazione di: Beeblebrox il 19 Ottobre 2010, 20:42:03

confermi ancora una volta che conta l'esperienza
Balle
questo è sapersi vendere, infatti quella non è assolutamente l'esperienza lavorativa che richiedono a tuo parere le imprese (2 anni in impresa tot, uno stage nell'impresa xyz a fare cazzi e mazzi), ma la dimostrazione di una flessibilità e di una capacità di adattare ciò che si è studiato alla vita reale e farlo in modo autonomo.
Che a sua volte è precisamente ciò che serve nel mondo del lavoro (specie in questi tipi di lavori).


Citazione di: Beeblebrox il 19 Ottobre 2010, 20:42:03
ricordiamoci però che fin ad ora siamo quasi sempre stati in fasi espansive del ciclo economico e questa è una cosa da non tralasciare, in fase espansiva si è più propensi a rischiare in investimenti in capitale umano
già, ora c'è la crisi, siamo tutti spacciati.


Citazione di: Beeblebrox il 19 Ottobre 2010, 20:42:03

Qui comunque si parlava di quello che fai dopo esserti laureato non della formazione post laurea.



Mi sembrava scontato che la parola formazione andasse intesa in senso lato poichè ho parlato di percorrimento della curva d'apprendimento. E' questa la formazione.

Pertanto, ancora una volta, vedere una differenza tra quello che fai DOPO esserti laureato e formazione POST laurea intesa come farsi ASSUMERE in una società di consulenza, mi fa realmente pensare che tu abbia totalmente frainteso il mio post.

Comunque questi sono i fatti. Il resto è solo un cercare di confutare affermazioni contrarie alla propria (peraltro in modo alquanto approssimativo) per poter continuare a piangersi addosso che, a differenza di impegnarsi per migliorare la propria condizione, è assolutamente gratuito e non comporta sacrificio.





Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: Beeblebrox il 20 Ottobre 2010, 00:15:45
Va bene bravo james hai ragione, ti auguro ogni bene, il politecnico forma le menti migliori del mondo(Mentra il MITe la LBS e altre università blasonate sono facili). Ti auguro sinceramente che quello che dici sia vero, e che ti assumano facilmente dopo...ora chiudo e non riaprirò sto topic visto che discussioni del genere ruban tempo e non portano a nulla...

Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: Naddolo il 20 Ottobre 2010, 13:14:40
Bee, e che caxxo  ma sei di un pessimismo che leopardi ti fa una sega, scusa eh!  ;D

Concediamo al buon james mar che se è una persona in gamba, con un buon titolo di laurea è un po' di esperienza internazionale un diavolo di lavoro se lo troverà, no?

Cioè, cazzarola, se non lo trova lui, io da buon economista che devo fare, aprire la finestra e buttarmi dritto di sotto?
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: Expeausition il 20 Ottobre 2010, 16:43:18
Citazione di: nad84 il 20 Ottobre 2010, 13:14:40
io da buon economista

Questa mi è nuova
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: Naddolo il 20 Ottobre 2010, 16:48:35
Contrastone, eh?

Azn
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: Expeausition il 20 Ottobre 2010, 16:49:35
Citazione di: nad84 il 20 Ottobre 2010, 16:48:35
Contrastone, eh?

Azn


Ah ma allora ho capito bene, studi economia?!
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: Naddolo il 20 Ottobre 2010, 16:52:43
Yessir, corso di laurea in Economia Politica
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: james.mar il 20 Ottobre 2010, 17:07:22
Citazione di: nad84 il 20 Ottobre 2010, 16:52:43
Yessir, corso di laurea in Economia Politica

Ma quando ti laurei? E che attività extra accademiche vanti? Ma lo prendi il 110L? E poi ti lamenterai pure se non trovi lavoro?(autocit.)
Azn
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: Naddolo il 20 Ottobre 2010, 21:26:42
Citazione di: james.mar il 20 Ottobre 2010, 17:07:22

Ma quando ti laurei?

Ti rispondo domani
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: The Legend il 23 Ottobre 2010, 12:34:53
Quindi secondo te james.mar, oltre ad un voto >=95, serve avere un master  o comunque frequentare quei corsi post laurea caratterizzanti? e magari all'estero....

in modo da dimostrare di avere la flessibilità e la capacità di vedere diverse situazioni-esperienze.

e immagino che il tutto non sia applicabile solo a gestionale... :)
Titolo: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: james.mar il 23 Ottobre 2010, 15:32:40
Citazione di: The Legend il 23 Ottobre 2010, 12:34:53
Quindi secondo te james.mar, oltre ad un voto >=95, serve avere un master  o comunque frequentare quei corsi post laurea caratterizzanti? e magari all'estero....

in modo da dimostrare di avere la flessibilità e la capacità di vedere diverse situazioni-esperienze.


the legend, ti consiglierei di rileggere il mio post poichè a quanto pare ti sfugge qualcosa.
Infatti, non ho parlato di master o di corsi post laurea "caratterizzanti".
La maggior parte del mio post si riferisce a ciò che possiamo fare pre laurea per aumentare le chances di avere un curriculum valido.
Nel piccolo paragrafo post laurea, non parlo di corsi o master ma di quei settori e quei tipi di società in cui, una volta assunti, ci consentono di "bruciare le tappe" in modo da non farci trovare impreparati in un eventuale futuro non roseo.

Infine l'indicazione numerica (voto maggiore di 95) era prettamente spannometrica.


Citazione di: The Legend il 23 Ottobre 2010, 12:34:53





e immagino che il tutto non sia applicabile solo a gestionale... :)



Il mio post è valido per indirizzi economici e ingegneristici (d'altronde vi sono tantissimi ingegneri "tecnici" che scelgono da subito una carriera più "economico-manageriale").
Sicuramente alcune cose si applicano per tutti gli altri corsi di studio, ma magari con dei pesi minori (o anche maggiori, vedi esperienze all'estero per uno che studia lingue).
Quindi, bisognerebbe valutare i singoli casi.

Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: AlterEgo il 23 Novembre 2010, 11:29:49
Citazione di: james.mar il 19 Ottobre 2010, 16:36:33
Un voto di laurea alto non è condizione sufficiente perchè una persona abbia una cultura altrettanto alta e/o un valore alto nel mercato del lavoro.
E' però una condizione tendenzialmente (il motivo del tendenzialmente lo vediamo dopo) necessaria, perchè se non sei riuscito a laurearti con un voto alto, io impresa farei una scommessa abbastanza rischiosa nell'assumerti.
Perché è rischiosa?
Perché pur ammettendo che tale laureato con voto basso abbia un potenziale maggiore o uguale del secchione 110L, come posso io impresa rendermene conto?

Esperienza personale:
Sono "solo" diplomato e lavoro come programmatore all'interno di una società che si avvale anche di consulenti informatici esterni, tutti laureati a pieni voti. Ogni volta che chiedo loro come si sviluppa una certa funzione all'interno di un programma mi sento dire che la funzione che voglio non si può fare.
Avendo una certa esperienza ho imparato a capire quali meccanismi girino all'interno di un linguaggio di programmazione, a tal punto da sapere bene che quello che chiedo si può benissimo fare.
Puntualmente trovo da solo la soluzione, la svulippo e richiamo il consulente di turno per spiegargli come si fa.

Perchè questo contrasto enorme nel quale un diplomato ne sa più di un laureato?
Perchè semplicemente mentre loro si impegnavano a studiare sui libri per portare avanti gli esami io ero a far pratica sul pc entrando a diretto contatto con tutte le problematiche che si possono incontrare e che sui libri non trovi.
Aggiungiamo poi che il mondo informatico si evolve ogni giorno mentre le scuole non si evolvono per niente (basti pensare che in alcune scuole hanno ancora windows 98) ed otteniamo la risposta alla domanda sopra.

Se io fossi titolare di un'azienda informatica non guarderei il voto alto di laurea, indicativo al massimo del fatto che rischio di trovarmi uno che ha passato la vita sui libri e non sa nemmeno accendere un pc, prenderei invece persone da tenere in prova per valutare "sul campo" le loro capacità.

Questo ovviamente senza nulla togliere a chi si sbatte per meritarsi una laurea, in tanti settori potrà fare la differenza ed essere indicativo di determinate competenze, ma nel mondo informatico, paradossalmente, ho visto il contrario.
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: sp33kix il 23 Novembre 2010, 11:48:00
ci sono un sacco di babbei pluricertificati che pensano di esssere degli dei della programmazione, peccato che in molti posti di lavoro sono le certificazioni che richiedono oltre all'esperienza e alla laurea.

EDIT: comunque basta poco a vendersi in questo campo anche se ormai ho lasciato per tutt'altro impiego O0
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: AlterEgo il 23 Novembre 2010, 14:41:39
Citazione di: sp33kix il 23 Novembre 2010, 11:48:00
peccato che in molti posti di lavoro sono le certificazioni che richiedono oltre all'esperienza e alla laurea.

questo è a mio avviso un problema, i datori di lavoro dovrebbero, in questo settore, abbandonare l'idea che le certificazioni siano alla base delle capacità di una persona.
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: nevrotico il 27 Novembre 2010, 15:20:40
Citazione di: AlterEgo il 23 Novembre 2010, 11:29:49
Esperienza personale:
Sono "solo" diplomato e lavoro come programmatore all'interno di una società che si avvale anche di consulenti informatici esterni, tutti laureati a pieni voti. Ogni volta che chiedo loro come si sviluppa una certa funzione all'interno di un programma mi sento dire che la funzione che voglio non si può fare.
Avendo una certa esperienza ho imparato a capire quali meccanismi girino all'interno di un linguaggio di programmazione, a tal punto da sapere bene che quello che chiedo si può benissimo fare.
Puntualmente trovo da solo la soluzione, la svulippo e richiamo il consulente di turno per spiegargli come si fa.

Lavoro anch'io nell'IT, e sono una persona molto curiosa...
Mi faresti l'esempio concreto di quello che hai detto? Raccontandolo come faresti con un collega, citando specifiche del requirement, linguaggio utilizzato, framework (se ne utilizzate) , DB e quant'altro serva per risolvere la richiesta
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: Emiliano il 27 Novembre 2010, 18:35:08
La differenza tra un disoccupato ed un ragazzo che lavora??
Lo sfacciato lavora.
Chi manda i curricula da casa con internet non lavora.
Se poi lo sfacciato ha anche "stile" oltre a lavorare fa anche ciò che gli piace e prende pure un sacco di soldi.
Ho 22 anni non sono laureato, parlo solo inglese e italiano e faccio 3 lavori, prendo circa 23 euri l'ora, lavoro quando e quanto voglio e ho già trovato per quest'estate un lavoretto a Miami, a 4000 euro al mese con vitto e alloggio(hotel 4 stelle) pagato.
Nel frattempo studio con discreti risultati.
Sempre consapevole che la differenza la farò io, non la mia laurea, inflazionata tanto nel numero dei laureati quanto in quello dei lodati.
Dice bene kleos, la differenza sta nell'essere sfacciato con stile.
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: james.mar il 27 Novembre 2010, 18:58:31

Più che sfacciato con stile, che è una definizione creata da un sof di dimensioni bibliche Azn , bisogna sapersi vendere al meglio. E se non si è in grado di farlo, bisogna imparare


Che caxxo de lavoro hai trovato a 4 k€ al mese? m4donn4 inf4me  :O
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: ^X^ il 27 Novembre 2010, 19:58:00
Emiliano, tutto ok tutto bello.
Ma un giorno arriverai anche tu a 50 anni, e ti accorgerai che tante cose sulle quali adesso ridi sopra perchè non ti servono (assistenza sanitaria, possibilità di stare a casa in malattia, ecc..) in quel momento non le avrai.
E allora saranno cazzi acidi
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: JBGrenouille il 27 Novembre 2010, 21:49:35
Citazione di: james.mar il 27 Novembre 2010, 18:58:31
Più che sfacciato con stile, che è una definizione creata da un sof di dimensioni bibliche Azn , bisogna sapersi vendere al meglio. E se non si è in grado di farlo, bisogna imparare
La sfacciataggine con stile IMHO va bene per quel che riguarda il networking: se ti trovi ad una conferenza/fiera/riunione e magari vuoi andarti a conoscere (e farti conoscere) dal responsabile HR dell' azienda che ti piace tanto.
Poi è sacrosanto che tu debba anche saperti vendere.
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: esty75 il 27 Novembre 2010, 22:10:42
Innanzitutto complimenti per il post, carino ma ... secondo me vanno fatte ulteriori precisazioni,
ovvero:
- da dove si viene e dove si và
Da dove si viene non è cosa da poco conto perchè sembra che tutti al giorno d'oggi abbiano dimenticato la leva che fece dell'Italia il paese del Boom economico ... ovvero ... La Fame ... ciò che fece dell'italia uno dei G7  fù il lavoro in tutte le salse, legale ed illegale, il risparmio ma sopratutto il numero di giovani che avevano voglia di fare di correre rischi anche imprenditoriali, oggi si dà per scontato che, per il fatto che uno sia laureato magari con lode ci sia già il lavoro fuori ad aspettarti magari da duemila tremila euro al mese (altro che andare a fare l'operaio in fabbrica) .... mi spiace ragazzi, ma la realtà e ben diversa !!! (tranne che per il figlio di Bossi).
Dove si và sembra poco importante nell'epoca del precariato per eccelenza, ma al di là degli studi che uno fà deve darsi una direzione che sia la sicurezza, i trasporti, l'informatica, i servizzi .... non importa il settore, cosa fai nel frattempo, ma importa l'obbiettivo ...
... Ebbene sì, quoto anch'io  quanto detto da Emiliano ed Alter Ego;
Citazione di: Emiliano il 27 Novembre 2010, 18:35:08
La differenza tra un disoccupato ed un ragazzo che lavora??
Lo sfacciato lavora.
Chi manda i curricula da casa con internet non lavora.
Se poi lo sfacciato ha anche "stile" oltre a lavorare fa anche ciò che gli piace e prende pure un sacco di soldi.
Ho 22 anni non sono laureato, parlo solo inglese e italiano e faccio 3 lavori, prendo circa 23 euri l'ora, lavoro quando e quanto voglio e ho già trovato per quest'estate un lavoretto a Miami, a 4000 euro al mese con vitto e alloggio(hotel 4 stelle) pagato.
Nel frattempo studio con discreti risultati.
Sempre consapevole che la differenza la farò io, non la mia laurea, inflazionata tanto nel numero dei laureati quanto in quello dei lodati.
Dice bene kleos, la differenza sta nell'essere sfacciato con stile.
Citazione di: AlterEgo il 23 Novembre 2010, 11:29:49
Esperienza personale:
Sono "solo" diplomato e lavoro come programmatore all'interno di una società che si avvale anche di consulenti informatici esterni, tutti laureati a pieni voti. Ogni volta che chiedo loro come si sviluppa una certa funzione all'interno di un programma mi sento dire che la funzione che voglio non si può fare...

Questo ovviamente senza nulla togliere a chi si sbatte per meritarsi una laurea, in tanti settori potrà fare la differenza ed essere indicativo di determinate competenze, ma nel mondo informatico, paradossalmente, ho visto il contrario.

Purtroppo, la Laurea al giorno d'oggi e molto inflazionata ovvero il voto non sempre corrisponde a ciò che uno sà fare, e d'altro canto ci si confronta con altri Laureati d'italia che magari l'hanno comprata.

... La Mia ricetta per essere vendibili sul mercato del Lavoro:
- Aspetto: Curarsi, pare una st*onzata ma essa è la prima cosa che uno vede e un biglietto da visita che và arriva sempre prima della parola ovvero ... un selezionatore si è già fatto un'idea della tua persona dal come sei vestito al come cammini.
- Dialettica: Ovvero esprimersi in un italiano corretto, forbito, possibilmente esente da inflessioni dialettali, che sia in grado di esprimere in  modo sintetico ed allo stesso tempo competente per le propire esperienze formative e lavoritive.
- Lingue: Siamo in un mercato globale quindi cercare di imparare almeno una lingua (preferibilmente una lingua internazionale Inglese o Spagnolo ed, magari una dei paesi emergenti Cinese o Indiano);
- Computer: essere un pò sgaggio con i pacchetti più diffusi Office di Windos ma anche Open Office, e magari qualcosa con il Mac;
- Investire: E qui che Ti appoggio al 100% quando mi parli di cultura, di formazione, di università ...ecc perchè, nell'epoca del precariato per eccelenza l'unica forma utile di investimento e quella su sè stessi e le proprie inclinazioni professionali e di svago (perchè una azienda per investire su di Te deve penasare che sei Tu il primo ad investire su Te stesso).
- Rete conoscenze: Queste si formano e si disfano sia in base al nostro carattere, sia in base alla voglia, alla fame che abbiamo di raggiungere i nostri obbiettivi; per rete intengo tutte le persone con le quali siamo in grado di interagire ad avere un rapporto confidenziale che possa tornarci utile per avere informazioni (il postino che tutti i giorni vi porta la posta, la vicina di casa, parenti, amici, sindacalisati ... ecc). La rete a volte funziona meglio delle agenzie per il lavoro  e dell'ufficio collocamento.
- I sistemi classici per la ricerca di lavoro ovvero: Ufficio collocamento, Agenzie interinali, Siti Internet, Annunci su Giornali, domanda direttamente in Azienda... ecc.
- La zona: pare una st*onzata, ma la zona di lavoro e di fondamentale importanza, ovvero scigliete una zona dove ci siano due o tre città grandi ed economicamente forti e ... non vi mancherà mai il lavoro.
- Sapersi accontentare: che non significa demordere dai propri obbiettivi, ma sapersi accontenatare del lavoro che ti capita/to con il quale hai ''finanziamenti'' per realizzare i tuoi obbiettivi.

Infine per concludere, Ti posso solamente dire (per esperiennza personale) che il curriculum è l'ultima cosa che guardano prima di decidere se assumere una persona, esempio del sottoscritto assunto circa tre settimane fà in una Multinazionale di Chimica Farmaceutica come responasbile controllo qualità (sono Geometra) con contratto iniziale di quattro mesi.
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: james.mar il 27 Novembre 2010, 22:45:05


Citazione di: esty75 il 27 Novembre 2010, 22:10:42

Infine per concludere, Ti posso solamente dire (per esperiennza personale) che il curriculum è l'ultima cosa che guardano prima di decidere se assumere una persona, esempio del sottoscritto assunto circa tre settimane fà in una Multinazionale di Chimica Farmaceutica come responasbile controllo qualità (sono Geometra) con contratto iniziale di quattro mesi.

Come già scritto, il mio post aveva come target soprattutto i neolaureati in economia e in ingegneria che vogliono tentare una carriera non ingegneristica in senso stretto (ovvero progettazione) ma in un campo più manageriale.

Detto ciò, questa cosa che hai scritto non è affatto in contrasto con quanto scritto da me: il curriculum non serve per essere assunti e avere un contratto, ma per avere un colloquio di lavoro.
Ma per ottenere il colloquio ci vuole il curriculum giusto :)
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: a to z il 29 Novembre 2010, 03:23:13
CitazioneE come mai moltissimi consulenti di McK o Bain vanno a fare l'MBA dopo 2 anni? Come sono stati assunti se non l'avevano?

questo perchè per fare un qualsiasi mba sono richiesti due anni di esperienza lavorativa alle spalle

Citazioneil curriculum non serve per essere assunti e avere un contratto, ma per avere un colloquio di lavoro.
Ma per ottenere il colloquio ci vuole il curriculum giusto

olè. parole sante.

Se posso dire la mia, due cose: studiate e non limitatevi a fare solo quello.

E best of per james
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: james.mar il 29 Novembre 2010, 07:53:30
Citazione di: a to z il 29 Novembre 2010, 03:23:13
E best of per james

[approval seeking mode = on]prima del tuo post c'erano 3 si e 4 no, ora i no sono 5 Azn [approval seeking mode = off]

scherzo, grazie  :D




p.s. che io sappia i 2 anni di esperienza per l'MBA non sono strettamente necessari. Ma magari me sto a sbaglià :up:
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: AlterEgo il 29 Novembre 2010, 10:15:14
Citazione di: nevrotico il 27 Novembre 2010, 15:20:40
Lavoro anch'io nell'IT, e sono una persona molto curiosa...
Mi faresti l'esempio concreto di quello che hai detto? Raccontandolo come faresti con un collega, citando specifiche del requirement, linguaggio utilizzato, framework (se ne utilizzate) , DB e quant'altro serva per risolvere la richiesta

Un giorno, quando ero ancora alle prime armi, chiesi ad un consulente qual era l'istruzione in SQL, per Oracle, per creare una tabella. Mi disse che in Oracle si poteva creare la tabella solo con l'interfaccia apposita.
Poco dopo lo richiamai spiegandogli la funzione "CREATE TABLE" di SQL, che era quello che mi serviva e che lui insisteva sul fatto che non si poteva fare...
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: dragonfly il 29 Novembre 2010, 12:20:37
Citazione di: AlterEgo il 23 Novembre 2010, 11:29:49
Esperienza personale:
Sono "solo" diplomato e lavoro come programmatore all'interno di una società che si avvale anche di consulenti informatici esterni, tutti laureati a pieni voti. Ogni volta che chiedo loro come si sviluppa una certa funzione all'interno di un programma mi sento dire che la funzione che voglio non si può fare.
Avendo una certa esperienza ho imparato a capire quali meccanismi girino all'interno di un linguaggio di programmazione, a tal punto da sapere bene che quello che chiedo si può benissimo fare.
Puntualmente trovo da solo la soluzione, la svulippo e richiamo il consulente di turno per spiegargli come si fa.

Perchè questo contrasto enorme nel quale un diplomato ne sa più di un laureato?
Perchè semplicemente mentre loro si impegnavano a studiare sui libri per portare avanti gli esami io ero a far pratica sul pc entrando a diretto contatto con tutte le problematiche che si possono incontrare e che sui libri non trovi.
Aggiungiamo poi che il mondo informatico si evolve ogni giorno mentre le scuole non si evolvono per niente (basti pensare che in alcune scuole hanno ancora windows 98) ed otteniamo la risposta alla domanda sopra.

Se io fossi titolare di un'azienda informatica non guarderei il voto alto di laurea, indicativo al massimo del fatto che rischio di trovarmi uno che ha passato la vita sui libri e non sa nemmeno accendere un pc, prenderei invece persone da tenere in prova per valutare "sul campo" le loro capacità.

Questo ovviamente senza nulla togliere a chi si sbatte per meritarsi una laurea, in tanti settori potrà fare la differenza ed essere indicativo di determinate competenze, ma nel mondo informatico, paradossalmente, ho visto il contrario.


Esperienza personale: Esame di programmazione C. Conosco compagni di corso che vengono dall'ITIS, dove hanno già studiato il C. Io non lo conoscevo, se non a livello base. Io ho preso 28 (e non lo avevo mai studiato alle superiori, avevo fatto un liceo), loro invece erano attorno al 20.

Citazione
EDIT: comunque basta poco a vendersi in questo campo anche se ormai ho lasciato per tutt'altro impiego Afro

quale, se posso chiedere? :)

Citazione di: Emiliano il 27 Novembre 2010, 18:35:08
La differenza tra un disoccupato ed un ragazzo che lavora??
Lo sfacciato lavora.
Chi manda i curricula da casa con internet non lavora.
Se poi lo sfacciato ha anche "stile" oltre a lavorare fa anche ciò che gli piace e prende pure un sacco di soldi.
Ho 22 anni non sono laureato, parlo solo inglese e italiano e faccio 3 lavori, prendo circa 23 euri l'ora, lavoro quando e quanto voglio e ho già trovato per quest'estate un lavoretto a Miami, a 4000 euro al mese con vitto e alloggio(hotel 4 stelle) pagato.
Nel frattempo studio con discreti risultati.
Sempre consapevole che la differenza la farò io, non la mia laurea, inflazionata tanto nel numero dei laureati quanto in quello dei lodati.
Dice bene kleos, la differenza sta nell'essere sfacciato con stile.

Potresti raccontarci la tua esperienza?

Credo che racconti sulla propria esperienza lavorativa possano essere molto più costruttivi ed utili di sola "teoria", quindi l'invito è un po' esteso a tutti (magari aprendo un altro topic dedicato)
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: simone90 il 29 Novembre 2010, 12:26:34
Citazione di: james.mar il 19 Ottobre 2010, 16:36:33
Proviamo a partire dai concetti di condizione necessaria e sufficiente.

Un voto di laurea alto non è condizione sufficiente perchè una persona abbia una cultura altrettanto alta e/o un valore alto nel mercato del lavoro.
E' però una condizione tendenzialmente (il motivo del tendenzialmente lo vediamo dopo) necessaria, perchè se non sei riuscito a laurearti con un voto alto, io impresa farei una scommessa abbastanza rischiosa nell'assumerti.
Perché è rischiosa?
Perché pur ammettendo che tale laureato con voto basso abbia un potenziale maggiore o uguale del secchione 110L, come posso io impresa rendermene conto?
E'il meccanismo noto come "Adverse selection", dovuto all'asimmetria informativa ex ante.
Per risolvere l'adverse selection, si usano dei segnali.
Se vuoi comprare un auto usata e non sai se è di buona qualità o meno, ti basi sulla garanzia.
Se invece non sei in grado di valutare un tuo futuro dipendente, ti basi su voto di laurea, università di appartenenza, tempo di laurea e così via.
Ragionamento a maggior ragione valido oggi, visto che parli di bassa offerta di posti da parte del mercato di lavoro e alta domanda: è abbastanza ovvio che una prima, necessaria scrematura operata dalle imprese debba partire a monte dei colloqui e basarsi su numeri di facile interpretazione, ovvero voto di laurea e tempo impiegato per conseguire la stessa.
E questo vale soprattutto in assenza di attività extra-accademiche di particolare valore aggiunto, su cui torneremo in seguito.

Passiamo oltre.
Università nozionistica, esami cuscinetto ecc.
Stavamo parlando di ingegneria gestionale, in particolare io mi st(av)o rifacendo alla mia realtà, ovvero quella del Politecnico di Milano che ha nel corso di gestionale uno dei suoi fiori all'occhiello o, vedendola dall'altro lato, gestionale al Poli è indiscutibilmente la migliore in Italia.
Questo per dire che non si può generalizzare parlando di esami cuscinetto, nozionismo e nuovo ordinamento.
Infatti considerando il valore del brand, se a parità di tutte le altre variabili un'impresa dovesse valutare il curriculum di un economista 110L all'Università di Catania e un economista 110L in Bocconi, parlare di voto di laurea come stimatore distorto lascia un attimo il tempo che trova.
Ma ho preso due estremi, quindi andiamo avanti.


Che tu sia pessimista lo hai già ammesso altrove, però stai concedendo troppo potere (contrattuale) a chi ti deve assumere.
Il potere devi anche guadagnartelo investendo sulle tue competenze, pre e post laurea.
Pre laurea:
visto che affermi che la favoletta del voto di laurea ce l'ha raccontata Esopo e non il mercato, sarebbe dunque logico agire su altre determinanti e avere un curriculum che spicchi su quello degli altri. Ma, a parità di curriculum accademico (105++ in 5 anni per chi punta in alto), per spiccare bisogna vendersi e dimostrare di avere il valore che offriamo. Come?

- Esperienze all'estero
- Conoscenza delle lingue, specie quelle dei mercati emergenti
- Esperienze lavorative, di che tipo, in che settore, per quanto tempo
- Sport praticati a livello agonistico
- Altre attività


Un buon curriculum è infatti come un buon seduttore. Bisogna perseguire un miglioramento a 360° partendo dall'idea che "Tutto fa brodo, nulla è necessario".

Gli elementi di cui sopra presi di per sé hanno un valore aggiunto relativamente basso, ma è il loro cocktail che può risultare fondamentale.
E' dunque fondamentale creare un cocktail giusto.
Va da sé che, in caso uno punti veramente in alto (società di consulenza come McK, Bain o BCG, oppure banche come Jp Morgan, Goldman, Deutsch et altera, o altre importanti società nel mondo dell'Industry come IBM, Volkswagen ecc.), allora dovrà partire da un curriculum accademico alto/eccellente e presentare un altrettanto alto curriculum extra-accademico.

Tornando dunque agli elementi di cui sopra, e facendo ancora un paragone con la seduzione, può essere utile ad esempio sfruttare il principio del contrasto.
Mi colpì molto il racconto di un partner di Mc Kinsey che disse come nelle risorse umane furono a loro volta colpiti dal curriculum di un ingegnere elettrico laureato con 110 che suonava il pianoforte (e già qui si pensa a un individuo con alte tendenze nerdistiche) e che faceva il modello per un importante marchio di moda. Contrasto notevole.
Stessa cosa, ma in Bain: questa volta il contrasto fu evidenziato solo in fase di colloquio. Individuo dall'aspetto abbastanza nerdeggiante che aveva passato 2-3 estati in Brasile facendo il Dj.


Oppure bisogna saper vendere le proprie esperienze non accademiche.
Esperienza di un'engagement manager di McK che aveva iniziato a fare dei braccialetti particolari con non mi ricordo cosa (perline, conchiglie, robe simili) ed erano tanto piaciute ad amiche e amiche di amiche che aveva iniziato a venderli. Un'amica svizzera era interessata e iniziò a farli e venderli anche lei.
Risultato: lei fece un pochino di soldini (pochi eh) ma presentò tale attività come "Creazione e gestione di un network operante nella produzione di articoli di bigiotteria de stocaxxo".
In quanti ci penserebbero?


Ma c'è dell'altro.
Per avere un alto valore sul mercato del lavoro, è anche importante investire nella formazione post laurea.
Tu mi parli di piccole e medie realtà imprenditoriali della tua provincia, in cui l'imprenditore ti assume.
Ma come la mettiamo con chi investe sul proprio futuro e sulle proprie competenze lavorando per un paio di anni in una società di consulenza (e non parliamo del cane che si morde la coda visto che non esistono solo McK, Bain, BCG ecc., ma ce ne sono altre di medio livello in cui entrare non è cosa impossibile), con uno stipendio magari anche minore, ma con un tempo di percorrenza della curva d'apprendimento ridotto di 3-4 volte?
Non sarebbe male come idea.




A questo punto, ma solo a questo punto, possiamo dire che la favoletta del voto di laurea (e tutto ciò che ne consegue) non l'ha inventata Esopo, ma le leggi di mercato.
Perché se non hai null'altro da offrire, allora l'unica cosa che possono valutarti è proprio il voto di laurea.
E se in assenza di valore aggiunto extra-accademico il voto di laurea è basso, allora mio caro neolaureato (generico, non parlo di te) in cerca di lavoro "Che caxxo ti lamenti a fare parlando di crisi, mercato del lavoro, imprenditori e cazzate varie? In 5 anni non hai fatto nulla (né all'università né al di fuori) per costruirti un futuro, ORA non lamentarti che fai fatica a trovare un impiego decente"











james
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: AlterEgo il 29 Novembre 2010, 14:04:35
Citazione di: dragonfly il 29 Novembre 2010, 12:20:37
Esperienza personale: Esame di programmazione C. Conosco compagni di corso che vengono dall'ITIS, dove hanno già studiato il C. Io non lo conoscevo, se non a livello base. Io ho preso 28 (e non lo avevo mai studiato alle superiori, avevo fatto un liceo), loro invece erano attorno al 20.

Mi ricordi un episodio successo alle superiori :)
Ad informatica eravamo divisi in gruppi di studio di 3-4 persone, sul finire dell'anno scolastico mi ritrovo con 3 ragazzi che, per quanto si impegnassero nella teoria, nella pratica non erano capaci di mettere in piedi nemmeno il classico programmino "hello world". I "geni" invece, quelli da 8 categorico sul registro, erano invece raggruppati tutti assieme e, cosa abbastanza seccante, si rifiutavano puntualmente di aiutare gli altri in difficoltà.

Viene assegnato a tutti i gruppi un programma da realizzare in C inerente la grafica e le figure geometriche.
Non conoscevo molto di quel linguaggio, per il quale arrivavo a mala pena al 6, ma non volevo darla vinta a quel manipolo di pippaioli e in più gli altri del mio gruppo facevano affidamento su di me per raggiungere la sufficienza.
Decido di mettermi d'impegno, a casa studio le funzioni e faccio prove pratiche sul mio vecchio 386 dotato di pochi mega di ram.

Dopo una settimana presento un programma fatto e finito, semplice da usare, funzionale al 100% e con una grafica fluida, al contrario dei genialoidi che presentano un programma che, seppur completo, aveva una grafica scattosa ed era complicato da usare. In quattro presero 8, il mio lavoro raggiunse l' 8 e mezzo.

Il mio impegno aveva battuto i bei voti dei quattro bipedi che ritenendosi i primi della classe si ritenevano primi in tutto.

p.s. il prof. chiese al mio gruppo chi avesse realizzato il programma, guardando me perchè sapeva che ero l'unico a poterlo fare, risposi senza mezzi termini che era nato grazie all'impegno dell'intero gruppo. Credo di aver alzato per bene la media di informatica dei miei 3 compagni  ;)
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: a to z il 29 Novembre 2010, 14:11:04
Citazione di: james.mar il 29 Novembre 2010, 07:53:30
[approval seeking mode = on]prima del tuo post c'erano 3 si e 4 no, ora i no sono 5 Azn [approval seeking mode = off]

scherzo, grazie  :D




p.s. che io sappia i 2 anni di esperienza per l'MBA non sono strettamente necessari. Ma magari me sto a sbaglià :up:

4 si :P
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: nevrotico il 29 Novembre 2010, 21:33:42
Disclaimer:
Non voglio andare a finire con il classico flame del "Laureati vs Diplomati", metà dei server attivi sul pianeta in questo momento sta aumentando il global warming solo per mantere traccia di tutte le discussioni in merito che puntualmente si scatenano in ogni dannato forum di nerd.... L'altra metà sono server di YouPorn... :-)
Detto questo:
Citazione di: AlterEgo il 29 Novembre 2010, 10:15:14
Un giorno, quando ero ancora alle prime armi, chiesi ad un consulente qual era l'istruzione in SQL, per Oracle, per creare una tabella. Mi disse che in Oracle si poteva creare la tabella solo con l'interfaccia apposita.
Poco dopo lo richiamai spiegandogli la funzione "CREATE TABLE" di SQL, che era quello che mi serviva e che lui insisteva sul fatto che non si poteva fare...


Premesso che l'episodio ha del fantascentifico, ma ti concedo che ti sia potuto capitare un laureato in Informatica o Ingegneria Informatica (hai detto che tutti i consulenti sono laureati) che per laurearsi ha passato uno o anche due esami di Basi di Dati (se ha fatto la laurea specialistica ha pure studiato basi di dati distribuite, sistemi transazionali) ed in seguito ad un incidente stradale ha perso la memoria e non ricorda come creare una tabella in SQL....
Quelllo che mi genera un prurito alle parti intime è questa citazione:
Citazione

Sono "solo" diplomato e lavoro come programmatore all'interno di una società che si avvale anche di consulenti informatici esterni, tutti laureati a pieni voti. Ogni volta che chiedo loro come si sviluppa una certa funzione all'interno di un programma mi sento dire che la funzione che voglio non si può fare.

Minchia, li trovi tutti tu i rincoglioniti? :-)
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: Dylan il 29 Novembre 2010, 23:40:35
Citazione di: simone90 il 29 Novembre 2010, 12:26:34


grazie per il tuo contributo
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: james.mar il 29 Novembre 2010, 23:52:08
Citazione di: Dylan il 29 Novembre 2010, 23:40:35
grazie per il tuo contributo

ahahhhahahah
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: AlterEgo il 30 Novembre 2010, 09:51:31
Citazione di: nevrotico il 29 Novembre 2010, 21:33:42
Non voglio andare a finire con il classico flame del "Laureati vs Diplomati"

ci mancherebbe, anche perchè stiamo solo discutendo di esperienze personali e non c'è nessuna discriminazione verso l'una o l'altra categoria

Citazione di: nevrotico il 29 Novembre 2010, 21:33:42
Premesso che l'episodio ha del fantascentifico

neanche troppo...

Citazione di: nevrotico il 29 Novembre 2010, 21:33:42
ma ti concedo che ti sia potuto capitare un laureato in Informatica o Ingegneria Informatica (hai detto che tutti i consulenti sono laureati) che per laurearsi ha passato uno o anche due esami di Basi di Dati (se ha fatto la laurea specialistica ha pure studiato basi di dati distribuite, sistemi transazionali) ed in seguito ad un incidente stradale ha perso la memoria e non ricorda come creare una tabella in SQL....

no, mi è capitato un laureato che probabilmente ha studiato a memoria tutto quello che ha trovato sui libri senza chiedersi cosa ci fosse realmente scritto; al momento di applicare quanto studiato non è riuscito a capire che la frase "CREATE TABLE" studiata a memoria servisse effettivamente a creare una tabella SQL.

Citazione di: nevrotico il 29 Novembre 2010, 21:33:42
Minchia, li trovi tutti tu i rincoglioniti? :-)

sai che me lo chiedo anch'io?  :O

A mio avviso, come ho accennato qualche post fa, la vera differenza (almeno in questo campo) la fa la pratica: una persona può essere diplomata o laureata col semplice merito di ripetere frasi di un libro per accontentare la commissione d'esame, ma solo nel momento in cui ti piazzi ad un pc ed inizi a digitare "CREATE TABLE" per vedere che cosa succede allora puoi parlare di esperienza e di conoscenza; altrimenti resti soltanto uno con un bel voto.
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: james.mar il 30 Novembre 2010, 15:10:55
bè adesso non esageriamo nel correlare la laurea in discipline scientifiche all'apprendimento mnemonico di nozioni....
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: nevrotico il 30 Novembre 2010, 21:56:30
Citazione di: AlterEgo il 30 Novembre 2010, 09:51:31

A mio avviso, come ho accennato qualche post fa, la vera differenza (almeno in questo campo) la fa la pratica: una persona può essere diplomata o laureata col semplice merito di ripetere frasi di un libro per accontentare la commissione d'esame, ma solo nel momento in cui ti piazzi ad un pc ed inizi a digitare "CREATE TABLE" per vedere che cosa succede allora puoi parlare di esperienza e di conoscenza; altrimenti resti soltanto uno con un bel voto.


Non esageriamo per favore, parli di esami senza averne mai fatto uno, e di università senza averne mai vista una, evitiamo di parlare per sentito dire. Tradotto: hai avuto la sfortuna di trovare laureati non preparati, il mondo è pieno di ignoranti. Ma questo non ti autorizza a gettare cacca su tutti gli altri, come io non mi permetto di farlo con chi non è laureato, o magari non mastica nemmeno bene l'inglese nonostante lavori nell'IT (nel mio caso lavoro prevalentemente su progetti furi dall'Italia, quindi l'inglese è d'obbligo).
Non stiamo qui col metro da sarta a misurare chi ce l'ha più lungo, ma evitiamo di essere categorici.
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: AlterEgo il 01 Dicembre 2010, 13:39:37
Citazione di: nevrotico il 30 Novembre 2010, 21:56:30
Non esageriamo per favore, parli di esami senza averne mai fatto uno, e di università senza averne mai vista una, evitiamo di parlare per sentito dire. Tradotto: hai avuto la sfortuna di trovare laureati non preparati, il mondo è pieno di ignoranti. Ma questo non ti autorizza a gettare cacca su tutti gli altri, come io non mi permetto di farlo con chi non è laureato, o magari non mastica nemmeno bene l'inglese nonostante lavori nell'IT (nel mio caso lavoro prevalentemente su progetti furi dall'Italia, quindi l'inglese è d'obbligo).
Non stiamo qui col metro da sarta a misurare chi ce l'ha più lungo, ma evitiamo di essere categorici.

difatti ho solo postato una mia esperienza personale senza parlare male di tutti i laureati, limitandomi a dire che quell che ho conosciuto non erano sto gran che.
ora raccontaci qualche tua esperienza.
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: Acqua il 01 Dicembre 2010, 14:11:10
Citazione di: Emiliano il 27 Novembre 2010, 18:35:08
La differenza tra un disoccupato ed un ragazzo che lavora??
Lo sfacciato lavora.
Chi manda i curricula da casa con internet non lavora.
Se poi lo sfacciato ha anche "stile" oltre a lavorare fa anche ciò che gli piace e prende pure un sacco di soldi.
Ho 22 anni non sono laureato, parlo solo inglese e italiano e faccio 3 lavori, prendo circa 23 euri l'ora, lavoro quando e quanto voglio e ho già trovato per quest'estate un lavoretto a Miami, a 4000 euro al mese con vitto e alloggio(hotel 4 stelle) pagato.
Nel frattempo studio con discreti risultati.
Sempre consapevole che la differenza la farò io, non la mia laurea, inflazionata tanto nel numero dei laureati quanto in quello dei lodati.
Dice bene kleos, la differenza sta nell'essere sfacciato con stile.
Bella Emilià, intanto complimenti per come ti muovi. Adeso però spiega come si fa a trovare un lavoro senza mandare CV in internet.
Se io non conosco persone che mi raccomandano a qualcuno, dove mi presento?
Ossia dove reperisci gli annunci? A chi ti rivolgi?
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: The Legend il 26 Dicembre 2010, 16:28:40
Intanto la discussione "laurea vs non laurea" sta diventando come "inner vs outer"...  :)
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: james.mar il 26 Dicembre 2010, 19:10:40
Citazione di: The Legend il 26 Dicembre 2010, 16:28:40
Intanto la discussione "laurea vs non laurea" sta diventando come "inner vs outer"...  :)

L'inner va curato e l'outer pure.
Ora, io che c'ho na laurea che devo fa? Strapparla per curare anche il "non laurea" o andare a pulire i bagni della stazione centrale per mostrare il mio lato "non laurea"?

:uglystupid:
Titolo: Re: Essere vendibili sul mercato del lavoro
Inserito da: The Legend il 27 Dicembre 2010, 12:46:59
Dipende dal tuo push&pull... alla faccia del C2 e dell'S3 (Turbo).