TermYeditoriale: La logica feminile.

Aperto da TermYnator, 01 Febbraio 2012, 16:34:24

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Naddolo

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Citazione di: TermYnator il 03 Febbraio 2012, 01:16:11
Purtroppo, non mi risulta che il tanto decantato "pillolo" sia mai uscito sul mercato.

leggevo che è in fase di sperimentazione; c'è un centro a bologna dove ci si segna e si partecipa all'esperimento; pare che, forse, tra un 6-7 anni potrebbe arrivare sul mercato

TermYnator

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Citazione di: Albachiara il 03 Febbraio 2012, 01:19:55
leggevo che è in fase di sperimentazione; c'è un centro a bologna dove ci si segna e si partecipa all'esperimento; pare che, forse, tra un 6-7 anni potrebbe arrivare sul mercato
Ottimo. Se fanno la versione viagra-addicted, per quella data potrei anche averne bisogno...
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sofficemaremoto

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Citazione di: TermYnator il 03 Febbraio 2012, 01:14:30
Ma infatti non dissento. Ma la coppia eterna, non è un legame naturale ;)
Nel 2005, postai con l'ironico titolo di "Teoria del Montone estesa", il seguito del post divulgativo che contiene i presupposti del TM.
In quel post, riportai un dato preso da una ricerca americana, sull'età media che deve raggiungere un essere umano per essere indipendente se inserito in un branco con caratteristiche assimilabili a quelle dell'uomo primitivo.
Quella età, è circa 6 anni. Se ci aggiungi un anno tra corteggiamento e gravidanza, hai i fatidici 7 anni, che sono la durata media delle coppie alla data del divorzio, o della crisi della coppia.
Singolare vero?

C'è poi l'errore nella scelta dovuto all'inesperienza. Prendi sempre spunto dal TM, nel quale scrivo a chiare lettere che le donne optano la loro scelta in base all'età: quelle inesperte, danno maggior peso a qualità genetiche.
Mentre quelle più grandi, preferiscono qualità culturali (o meglio cerebrali) nella scelta del partner.
Ma che succede se una donna affronta la coppia quando ancora è permeata dal concetto di Montone Genetico? Che dopo qualche anno matura, e cambia punto di vista. E l'uomo che ha accanto, potrebbe non soddisfarla più, se è rimasto al punto di partenza.
Un tempo, la donna schiavizzata si sarebbe tenuto giocoforza il partner. Ora invece si incazza e lo molla.
Ma i criteri di scelta, rimangono identici nel tempo relativamente all'età. E ci vorranno decine di millenni prima che le mutazioni genetiche selezionino comportamenti diversi.No Soffice: la verità sta nel mezzo. Viviamo le pulsioni di base (quelle che portano ad emozioni forti) in base a criteri istintivi che mutano con tempi evolutivi, ed altre (quelle razionali) in modo culturale, e quindi rapidamente mutevoli.Vedi passo successivo per questa frase.Ma su questo, andiamo a braccetto: perchè penso la stessa cosa, ma con dei distinguo.
Quello che descrivi, non è il ruolo della donna in assoluto: è il ruolo della donna nella coppia.
Cio non toglie che la donna sia perfettamente in grado di badare a se stessa in natura: ne più ne meno di un maschio. Ci sono due "personalità" naturali della donna quindi: la madre, e la raccoglitrice.
Il ruolo di madre, ostacola temporaneamente quello di raccoglitrice, e per questo serve un maschio di supporto. Ma finito quel periodo (sette anni per crescere un figlio), la donna può tranquillamente tornare al suo ruolo di raccoglitrice, o se organizzata di cacciatrice. Come gli uomini.
L'emancipazione feminile, non è stata un male: l'imposizione del ruolo di madre come unico non è giusto, e non è nella natura feminile. Inevitabilmente, privare un essere di una parte delle sue capacità, lo porta ad essere frustrato. E le donne di altri tempi erano frustrate per questo.
L'errore del feminismo, è stato il voler cancellare questo dualismo della donna, relegandola ad un fac simile del maschio. Cosa che non è, ne nella struttura del pensiero, ne tantomeno nella struttura fisica.
E le donne moderne, sono di nuovo frustrate.

Prima o poi, si raggiungerà un equilibrio, e staremo tutti meglio. Perchè ora, è il maschio quello che ha problemi.

Be' allora non sei molto distante dal mio pensiero come sembrava inizialmente.
Forse non mi ero spiegato sufficientemente bene io.
Siamo d'accordo che anche ora, la donna è frustrata e il maschio è quello che ha problemi.
Come in ogni cosa, l'eccesso non è mai buono, ne' monache di clausura ne' ansiose cacciatrici che espugnano il ruolo dell'uomo, visto che la natura le ha assegnato altre funzioni piu' preminenti.
Quando parlo di emancipazione negativa mi riferisco ai riflessi estremi che si sono avuti.
Neanche a me' interesserebbe una donna atta solo a cucinare, come non potrei stare, e infatti tempo un annetto e il tutto è scoppiato, con ragazze che spaccano le palle per qualsiasi cosa, solo perche' sono belle e l'offerta del mercato è alta.
La poesia prudente
e gli uomini
prudenti
durano
solo lo stretto
necessario
per morire
tranquilli


Charles Bukowski

ilmaredinemo

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Ciao Termynator, come stai?

Il tuo scritto mi è piaciuto veramente molto.

Sai cosa si capisce alla fine? un grande e sincero amore per le donne.

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Citazione di: ilmaredinemo il 03 Febbraio 2012, 23:25:59
Ciao Termynator, come stai?
Il tuo scritto mi è piaciuto veramente molto.
Sai cosa si capisce alla fine? un grande e sincero amore per le donne.
:)
Grazie.
Il prossimo TermYeditoriale, sarà un breviario per capire le donne.
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Kant

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#36
Citazione di: kant il 05 Febbraio 2012, 14:59:06
Grazie per questi post.
Grazie a te.
Nella nota al plus one, hai messo l'unica chiave di lettura IMHO possibile alla lettura dei comportamenti: la psicologia evoluzionistica. L'aspetto più intrigante di questa disciplina, è che per formulare qualsiasi ipotesi, occorre mettere in stretta correlazione cinque discipline diverse:
la psicologia classica, la biologia, l'etologia, la paleontologia e l'archeologia.
L'ultima è la meno evidente, ma ha un suo perchè.

Parlando infatti di psicologia, basta analizzare il comportamento attuale di una specie.
Per risalire ai perchè di un comportamento in chiave evolutiva, dobbiamo pure considerare la storia di questo comportamento, e quindi le sue origini nel tempo. Legare il comportamento alle testimonianze che una specie lascia nel tempo, è quindi fondamentale. La paleontologia da indicazioni su tempi lunghissimi.
L'archeologia, invece, da indicazioni su tempi molto più brevi, ma che hanno sicuramente decretato modifiche al comportamento.
Uno dei punti più controversi, è l'acquisizione della stazione eretta.
Secondo molti autori, la stazione eretta è la causa indiretta dello sviluppo del volume cranico umano. Secondo tali teorie, il cervello, si sarebbe sviluppato nel modo attuale, a seguito dello svincolo degli arti superiori dall'obbligo di sostenere il corpo durante gli spostamenti.
Secondo altri, la stazione eretta è invece una mutazione adattativa ad una mutazione di un gruppo di femine, che cominciarono a non aver più l'estro (Lovejoy). Altri ancora, sostengono che lo sviluppo del cervello nasce proprio dall'esigenza di avere un di più per sedurre (cfr: "Fondamenti evolutivi del TM" http://seduzioneitaliana.com/forum/generale/termypensiero-19-fondamenti-evolutivi-del-tm/ )
Va da se, che nel caso sia vera la seconda ipotesi (quella che racconto nei TermYraduni), lo sviluppo del cervello umano ha una stretta correlazione con la sfera sessuale. Ed è altrettanto facile collegare un eventuale dimorfismo di pensiero, a differenze nei ruoli che la nuova entità procreativa assume.
La procreatrice, differentemente dagli altri primati, non è più sola, ma in coppia temporanea con un maschio, che la abbandona per procacciarle il cibo e poi tornare. Un modo simile a quello degli uccelli, ma con una sostanziale differenza: gli uccelli, non hanno bisogno di una madre per essere allattati spesso.
Dove si colloca l'archeologia?
Nella presunta datazione delle prime popolazioni stanziali. Se infatti come sostiene la versione storica più accreditata, gli uomini sono stati dei raccoglitori nomadi che a seguito della scoperta dell'agricoltura sono diventati stanziali, qualcosa stona.
La stanzialità dell'uomo, dovrebbe essere infatti contemporanea alla spinta evolutiva che ha selezionato la stazione eretta. Il che, implica che la stanzialità, dovrebbe essere stata aquisita in tempi molto più lontani rispetto a quelli che indica l'attuale visione della storia umana.
Diventano quindi estremamente importanti scoperte che dimostrano una data relativa ai primi insediamenti umani molto precedente a quella attualmente stimata. Se poi, i reperti dimostrano una tecnologia avanzata, i tempi possono collocarsi ancora prima, e le cose cominciano a quadrare meglio.
Insomma, per quanto appaia assurdo, scoperte come il sito di Gobekli Tepe, hanno a che fare con la seduzione....
Ultima modifica: 05 Febbraio 2012, 15:58:09 di TermYnator
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Poncho

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Per quanto riguarda l'evoluzione del genere umano, la teoria che ho trovato più convincente (tanto per cambiare non ho riferimenti) ipotizza lo sviluppo in una zona lagunare o palustre.
I nostri progenitori sarebbero una specie adattata a vivere anfibia, a metà fra isolette e in ammollo, in una zona dove "si tocca".
La cosa interessante è che in questo modo si spiegano molte delle caratteristiche fisiche:
- la postura eretta (poter lottare, muoversi e cacciare toccando invece che a nuoto costituisce un vantaggio)
- disposizione "stramba" del pelo, glabri sul corpo per asciugarsi alla svelta e nuotare con meno attrito, capelli in testa per fornire un punto di aggancio per i piccoli,
- distribuizione del grasso sottocutaneo simile a quella dei delfini e balene (isolante termico)
- labbra e seni carnosi, che permettono ai piccoli di succhiare "a tenuta stagna", a differenza degli altri animali
- anche naso e bocca permettono di nuotare a testa sotto, a differenza degli altri animali terrestri

   

Markos

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Mi sono letteralmente divorato con estremo piacere questo topic... :)
Veramente interessante e pieno di ottimi spunti...
Oserei dire ineccepibile.... :)

TermYnator

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Citazione di: Poncho il 05 Febbraio 2012, 18:44:28
Per quanto riguarda l'evoluzione del genere umano, la teoria che ho trovato più convincente (tanto per cambiare non ho riferimenti) ipotizza lo sviluppo in una zona lagunare o palustre.
I nostri progenitori sarebbero una specie adattata a vivere anfibia, a metà fra isolette e in ammollo, in una zona dove "si tocca".
La cosa interessante è che in questo modo si spiegano molte delle caratteristiche fisiche:
- la postura eretta (poter lottare, muoversi e cacciare toccando invece che a nuoto costituisce un vantaggio)
- disposizione "stramba" del pelo, glabri sul corpo per asciugarsi alla svelta e nuotare con meno attrito, capelli in testa per fornire un punto di aggancio per i piccoli,
- distribuizione del grasso sottocutaneo simile a quella dei delfini e balene (isolante termico)
- labbra e seni carnosi, che permettono ai piccoli di succhiare "a tenuta stagna", a differenza degli altri animali
- anche naso e bocca permettono di nuotare a testa sotto, a differenza degli altri animali terrestri
C'è solo un problema, e di rilievo: Ardipithecus ramidus.
Questo nostro progenitore, è antecedente a Lucy (Lucy è datata circa 2 milioni di anni e gia usava la stazione eretta), ed è probabilmente l'ominide più vicino al passaggio da quadrumane a bipede. Era infatti in grado di fare le due cose. Il punto critico, è che questa specie viveva in foreste, non in paludi...
abbiamo quindi raggiunto la stazione eretta in quel tipo di ambiente.
Tale ritrovamento, ha portato la teoria dell'evoluzione bipede per sollevarsi dalla savana ad essere definita "ipotesi morente", ed ha contestualizzato meglio l'hanitat dei nostri progenitori.
Riguardo all'ipotesi palustre, inoltre:
i mammiferi che vivono spesso in acqua,  se glabri sono grassi (ippopotami, etc), altrimenti, sono pelosi (lontre) per mantenere il calore.
Il naso degli animali che vivono spesso in acqua, è posto sulla stessa linea degli occhi lontre, ippopotami, coccodrilli etc), per consentire all'animale di respirare mantenendo nel contempo il minimo volume emerso (il peso specifico della parte immersa è minimo).
Sfuggire velocemente muovendosi con le gambe sul fondo, è lentissimo. E se effettivamente l'uomo avesse usato questa postura come posizione di riposo, acrebbe comunque dovuto manterere dei retaggi di adattamenti al nuoto (membrane interdigitali, piedi a pinna, etc). Non vi è invece traccia di questi adattamenti in nessun fossile. Insomma, il perchè stiamo su due piedi, a tutt'oggi è oggetto di speculazioni, visto che non esistono prove nette.

@ Markos: Grazie! ;)
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Kant

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Citazione di: TermYnator il 03 Febbraio 2012, 01:14:30
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Quello che descrivi, non è il ruolo della donna in assoluto: è il ruolo della donna nella coppia.
Cio non toglie che la donna sia perfettamente in grado di badare a se stessa in natura: ne più ne meno di un maschio. Ci sono due "personalità" naturali della donna quindi: la madre, e la raccoglitrice.
Il ruolo di madre, ostacola temporaneamente quello di raccoglitrice, e per questo serve un maschio di supporto. Ma finito quel periodo (sette anni per crescere un figlio), la donna può tranquillamente tornare al suo ruolo di raccoglitrice, o se organizzata di cacciatrice. Come gli uomini.
L'emancipazione feminile, non è stata un male: l'imposizione del ruolo di madre come unico non è giusto, e non è nella natura feminile. Inevitabilmente, privare un essere di una parte delle sue capacità, lo porta ad essere frustrato. E le donne di altri tempi erano frustrate per questo.
L'errore del feminismo, è stato il voler cancellare questo dualismo della donna, relegandola ad un fac simile del maschio. Cosa che non è, ne nella struttura del pensiero, ne tantomeno nella struttura fisica.
E le donne moderne, sono di nuovo frustrate.


Vero, la donna in famiglia è frustrata.
La donna si realizza come non mai quando è madre ed è la cosa che più le piace essere.
Ma per un determinato tempo, e cioè finchè i figli sono piccoli. (esattemente la storia dei 7 anni)
Dopodichè il ruolo di angelo del focolare inizia a starle stretto...

Credo però, (a titolo puramente personale), che questa frustazione che nasce in quel periodo non derivi tanto dall'annullamento del ruolo di cacciatrice/raccoglitrice indipendente a favore del ruolo di madre dipendente dall'uomo. Poichè se si nota come sono strutturate le tribù indigene, che vivono nella giungla al giorno d'oggi, si vedrà che  le donne vivono in gruppi misti, (cioè non rappresentano un gruppo a se stante indipendente) e inoltre non praticano la caccia, ma al massimo hanno dei ruoli marginali per quanto concerne il sostentamento del gruppo, come quello di raccoglitrici di bacche nelle immediate vicinanze del villaggio. Insomma sono gli uomini che partono per le battute di caccia a giornate intere nella giungla.

La causa di quel senso di frustazione non deriva quindi dalla perdita di indipendenza, intesa come capacità di essere autosufficiente in tutto e per tutto, perchè tale indipendenza non è affatto propria della natura femminile.
Le donne (al giorno d'oggi e solo al giorno d'oggi) possono anche vivere in maniera autonoma, ma sono ugualmente frustrate e vivono nel sogno di entrare sotto la sfera di un uomo più potente di loro che le accudisca.

Secondo me quel disagio deriva in realtà dall'essere "fuori dal mercato".
Una donna relegata in casa perde la possibilità di rendersi visibile nel mercato della seduzione. Un mercato nel quale ha interesse a rientrare per riprodursi di nuovo.
Mi pare infatti che sia questo il rapporto che le donne hanno col lavoro (al giorno d'oggi).
Il lavoro è la giustificazione sociale per vivere nel mondo e stare sul mercato.
Il lavoro per una donna non è pura gratificazione personale, non è strumento per il raggiungimento del potere socio-economico, non è un modo per ergersi tramite l'azione sopra gli altri; questa è la prospettiva maschile infatti.

Vedo alcune ragazze che conosco, che, finita l'università e raggiunto posizioni di pregio per dar inizio ad una scalata sociale, non sono affatte eccitate di stare al lavoro 10 ore al giorno (pur facendo ciò che gli piace fare) con l'ipotesi di "fare carriera", bensì all'età di 28 anni hanno nella loro testa l'idea della famiglia molto forte, e sono pronte a mollare quel lavoro per sposarsi e far dei figli coi loro fidanzati.

Quindi personalmente ritengo che la doppia anima di una donna non sia tanto cacciatrice - madre, ovvero essere indipendente - essere dipendente da un uomo per il periodo di figliazione; bensì seduttrice - madre.

Quando una donna inizia a sentirsi frustrata in casa perchè i figli sono grandi non si sente cosi perchè è costretta a dipendere da un uomo, e perchè le è negata la possibilità di provvedere a se stessa in maniera autonoma,
ma soffre perchè smette di essere seduttrice, e quindi non le è più concesso cercare nuovi partner e variare le combinazioni genetiche.

TermYnator

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#41
Citazione di: kant il 05 Febbraio 2012, 21:33:54
Vero, la donna in famiglia è frustrata.
La donna si realizza come non mai quando è madre ed è la cosa che più le piace essere.
Ma per un determinato tempo, e cioè finchè i figli sono piccoli. (esattemente la storia dei 7 anni)
Dopodichè il ruolo di angelo del focolare inizia a starle stretto...
...(cut)...
Quando una donna inizia a sentirsi frustrata in casa perchè i figli sono grandi non si sente cosi perchè è costretta a dipendere da un uomo, e perchè le è negata la possibilità di provvedere a se stessa in maniera autonoma,
ma soffre perchè smette di essere seduttrice, e quindi non le è più concesso cercare nuovi partner e variare le combinazioni genetiche.
Eh, Kantaccio (+ :up:) ! Quando scrivevo in ambienti più goliardici ed ero molto più libero nel formulare ipotesi senza dover dimostrare che un pelo di 2 cm è lungo 2 cm, scrissi un articoletto, dove arrivavo ad una conclusione praticamente identica alla tua. Ora mi tocca essere più prudente, e rimanere sempre sul seminato. Però...   ::)
Riporto il link, ed il testo integrale del pezzo:
http://groups.google.com/group/free.it.discussioni.marpioni/browse_thread/thread/7e0fb0f0866b7357

Femina con prole e Teoria del Montone. (6-6-2007)

La finalità della teoria del Montone, è quella di rendere comprensibili alcuni dei meccanismi che legano la donna all'uomo e vicerersa. Altra finalità è quella di dare una spiegazione al dimorfismo che esiste fra i due
sessi nell'approccio alla sussualità. Ho scritto tale teoria, nell'ottica di facilitare la seduzione rapida delle
donne che considero "libere", ossia prive di storie definitive, e del loro naturale esito.
Difatto, sul "mercato" esistono donne libere che sono reduci da storie che hanno portato al raggiungimento del ciclo naturale, ovvero la riproduzione della specie. Tali donne, sono libere, ma hanno figli.
Questa aggiunta, è tesa a spiegare il perchè io inserisca questa categoria di femine nel binomio RmP / FRM, anche se, apparentemente, esse possano essere considerate una categoria a parte.
L'unione fra maschio e femina, se è vera la poligamità del maschio come suppongo,non può essere eterna: se la naturale pulsione del maschio è l'incessante ricerca di nuove femine con le quali riprodursi, il numero
delle femine che deve proteggere diventa infinito, cosa che per natura è impossibile. Altrettanto improbabile è l'esistenza di un numero fisso di femine che caratterizzi il montone. Infatti, in gruppi sociali che non impongono un limite al numero delle femine che un maschio può avere in moglie, raggiunto il limite critico oltre il quale il potere del maschio non può più garantire adeguata sussistenza, per soddisfare l'incessante desiderio del maschio, si ricorre alla pratica del concubinaggio.
Si tenga presente, che in tali società, ad una ventina di mogli possono aggiungersi oltre 200 concubine, che oltretutto sono soggette a ricambio periodico...
E' evidente che questa sia un'artefazione impossibile da realizzarsi in ambiente naturale, Pertanto, onde consentire ad entrambe i sessi di differenziare ulteriormente la specie con nuove mutazioni deve esistere un meccanismo naturale che consenta ad entrambe, nel rispetto della propria tipologia di ricerca delle mutazioni, di cambiare partner. ,

Devono quindi esistere meccanismi che rendano possibile la fuga di una o più femine, senza che il montone possa recuperarle. Inoltre, una volta riprodottasi con il maschio ideale, la femina, se restasse con questo, vedrebbe comunque limitate le proprie chances di produrre mutanti. E' quindi fisiologico intuire induttivamente, che esiste un momento nel quale la femina tende a staccarsi dal montone, per rimettersi
in cerca.
E' altrettanto evidente che questa fase, si realizzi *solo* dopo essersi riprodotta con quel montone, e nel momento in cui la prole diventa autosufficiente, stadio che è stato individuato per la specie umana nel settimo anno di vita. Mettendo tutto insieme, si capisce quindi il perchè le donne con prole, tendono ad avere stadi di disinteresse per il proprio partner dopo 6/7 anni dall'ultima nascita, che nel caso di coppie con un solo figlio, coincidono con la decantata "crisi del settimo anno". Tale problema è stato risolto nelle società umane, segregando la donna, in modo che potesse essere insensibile all'influsso di altri maschi, onde continuare a gestire la prole oltre l'età di indipendenza naturale. Detto questo, passiamo ad analizzare il comportamento che la femina assume nella fase di transizione. L'inizio della fase, non è mediato, quindi si manifesta con il disinteresse sessuale. In questa fase, la femina, non desidera essere posseduta, e comincia a staccarsi dal montone. Essendo "indissolubilmente" legata al montone, ma non subendone più l'ancestrate attrazione, dopo poco ella inizia una fase di "pulizia razionale" interna:
in questa fase, essa analizza il montone, e lo paragona con ciò che vede negli altri montoni.
Quindi, comincia una fase di comparazione tra il montone, e la *categoria* dei montoni, ovvero con un essere ideale che prende solo il meglio di quanto appare dadi tutti gli uomini che la circondano. In questo impari confronto, l'ormai ex montone esce quasi sempre sconfitto, mutando in MdP. Questo stadio è fisioligico alla crescita della femina per separarsi dalla vecchia immagine, e porsi sul mercato per cercarne una nuova. Questo è ciò che realmente salvaguarda la specie. Nelle coppie senza prole, la crisi del settimo anno può non manifestarsi mai, ma spesso si manifesta comunque, essendo la donna programmata per
staccarsi in ogni caso dal montone ad intervalli regolari. Di fatto, una donna che grazie a questo processo supera il proprio montone, diventa a tutti gli effetti una donna FrM, ma senza che ci sia un montone
presente...
A differenza però di una donna frM senza prole, essa ha gia avuto delle grandi soddisfazioni dalla vita, ha gia parzialmente assolto il suo dovere biologico. Questo implica che il suo desiderio di montone, non è mediato da fattori come la fretta. Diventa a questo punto evidente la differenza fra una donna separata con
prole, da una separata senza prole: la seconda non ha le certezze della prima, essendo ancora pressata dal fattore fretta.  Questo implica che sia molto più facile una donna separata senza prole rispetto ad una donna sola con prole. Con questo ampliamento, penso di aver colmato i dubbi di coloro che si interrogavano sulla natura delle donne con prole.

Ultima modifica: 05 Febbraio 2012, 22:16:32 di TermYnator
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Citazione di: TermYnator il 05 Febbraio 2012, 22:06:00
Eh, Kantaccio (+ :up:) ! Quando scrivevo in ambienti più goliardici ed ero molto più libero nel formulare ipotesi senza dover dimostrare che un pelo di 2 cm è lungo 2 cm, scrissi un articoletto, dove arrivavo ad una conclusione praticamente identica alla tua. Ora mi tocca essere più prudente, e rimanere sempre sul seminato. Però...   ::)
Riporto il link, ed il testo integrale del pezzo:
http://groups.google.com/group/free.it.discussioni.marpioni/browse_thread/thread/7e0fb0f0866b7357

Femina con prole e Teoria del Montone. (6-6-2007)

La finalità della teoria del Montone, è quella di rendere comprensibili alcuni dei meccanismi che legano la donna all'uomo e vicerersa. Altra finalità è quella di dare una spiegazione al dimorfismo che esiste fra i due
sessi nell'approccio alla sussualità. Ho scritto tale teoria, nell'ottica di facilitare la seduzione rapida delle
donne che considero "libere", ossia prive di storie definitive, e del loro naturale esito.
Difatto, sul "mercato" esistono donne libere che sono reduci da storie che hanno portato al raggiungimento del ciclo naturale, ovvero la riproduzione della specie. Tali donne, sono libere, ma hanno figli.
Questa aggiunta, è tesa a spiegare il perchè io inserisca questa categoria di femine nel binomio RmP / FRM, anche se, apparentemente, esse possano essere considerate una categoria a parte.
L'unione fra maschio e femina, se è vera la poligamità del maschio come suppongo,non può essere eterna: se la naturale pulsione del maschio è l'incessante ricerca di nuove femine con le quali riprodursi, il numero
delle femine che deve proteggere diventa infinito, cosa che per natura è impossibile. Altrettanto improbabile è l'esistenza di un numero fisso di femine che caratterizzi il montone. Infatti, in gruppi sociali che non impongono un limite al numero delle femine che un maschio può avere in moglie, raggiunto il limite critico oltre il quale il potere del maschio non può più garantire adeguata sussistenza, per soddisfare l'incessante desiderio del maschio, si ricorre alla pratica del concubinaggio.
Si tenga presente, che in tali società, ad una ventina di mogli possono aggiungersi oltre 200 concubine, che oltretutto sono soggette a ricambio periodico...
E' evidente che questa sia un'artefazione impossibile da realizzarsi in ambiente naturale, Pertanto, onde consentire ad entrambe i sessi di differenziare ulteriormente la specie con nuove mutazioni deve esistere un meccanismo naturale che consenta ad entrambe, nel rispetto della propria tipologia di ricerca delle mutazioni, di cambiare partner. ,

Devono quindi esistere meccanismi che rendano possibile la fuga di una o più femine, senza che il montone possa recuperarle. Inoltre, una volta riprodottasi con il maschio ideale, la femina, se restasse con questo, vedrebbe comunque limitate le proprie chances di produrre mutanti. E' quindi fisiologico intuire induttivamente, che esiste un momento nel quale la femina tende a staccarsi dal montone, per rimettersi
in cerca.
E' altrettanto evidente che questa fase, si realizzi *solo* dopo essersi riprodotta con quel montone, e nel momento in cui la prole diventa autosufficiente, stadio che è stato individuato per la specie umana nel settimo anno di vita. Mettendo tutto insieme, si capisce quindi il perchè le donne con prole, tendono ad avere stadi di disinteresse per il proprio partner dopo 6/7 anni dall'ultima nascita, che nel caso di coppie con un solo figlio, coincidono con la decantata "crisi del settimo anno". Tale problema è stato risolto nelle società umane, segregando la donna, in modo che potesse essere insensibile all'influsso di altri maschi, onde continuare a gestire la prole oltre l'età di indipendenza naturale. Detto questo, passiamo ad analizzare il comportamento che la femina assume nella fase di transizione. L'inizio della fase, non è mediato, quindi si manifesta con il disinteresse sessuale. In questa fase, la femina, non desidera essere posseduta, e comincia a staccarsi dal montone. Essendo "indissolubilmente" legata al montone, ma non subendone più l'ancestrate attrazione, dopo poco ella inizia una fase di "pulizia razionale" interna:
in questa fase, essa analizza il montone, e lo paragona con ciò che vede negli altri montoni.
Quindi, comincia una fase di comparazione tra il montone, e la *categoria* dei montoni, ovvero con un essere ideale che prende solo il meglio di quanto appare dadi tutti gli uomini che la circondano. In questo impari confronto, l'ormai ex montone esce quasi sempre sconfitto, mutando in MdP. Questo stadio è fisioligico alla crescita della femina per separarsi dalla vecchia immagine, e porsi sul mercato per cercarne una nuova. Questo è ciò che realmente salvaguarda la specie. Nelle coppie senza prole, la crisi del settimo anno può non manifestarsi mai, ma spesso si manifesta comunque, essendo la donna programmata per
staccarsi in ogni caso dal montone ad intervalli regolari. Di fatto, una donna che grazie a questo processo supera il proprio montone, diventa a tutti gli effetti una donna FrM, ma senza che ci sia un montone
presente...
A differenza però di una donna frM senza prole, essa ha gia avuto delle grandi soddisfazioni dalla vita, ha gia parzialmente assolto il suo dovere biologico. Questo implica che il suo desiderio di montone, non è mediato da fattori come la fretta. Diventa a questo punto evidente la differenza fra una donna separata con
prole, da una separata senza prole: la seconda non ha le certezze della prima, essendo ancora pressata dal fattore fretta.  Questo implica che sia molto più facile una donna separata senza prole rispetto ad una donna sola con prole. Con questo ampliamento, penso di aver colmato i dubbi di coloro che si interrogavano sulla natura delle donne con prole.



1)Quindi il matrimonio umano come concetto è del tutto innaturale? Non parlo in senso religioso, ma evoluzionistico.
La mia risposta è si, ma non ancora comprendo i matrimoni che durano fino alla fine con prole. E ne sono molti, la stragrande maggioranza. Subentrano fattori di autoconvincimento che portano moglie e marito a non cercare piu' di tanto la "ricombinazione" genetica?

2) Se la 1) è vera automaticamente il concetto di famiglia va a pu**ane, in tutti i sensi.
E se nel mondo animale cio' è possibile perche' il cucciolo appena cresciuto riesce ad essere indipendente, nella nostra societa' no, perche' oggi la massima capacita' sviluppata da un bambino di 7 anni è l'imbattibilita' a Fifa 2012.

Quindi dal punto di vista "neoevoluzionistico" (si puo' parlare difatti di UNA SOLA metodologia dell'evoluzione se quella metodologia noi la definiziamo a posteriori? Esempio per far capire meglio: se tra 100.000 anni le persone vedranno le nostre modalita' di vivere, considereranno queste come funzionali al processo evolutivo. Quindi daranno una spiegazione evoluzionistica al concetto di famiglia, spiegazione invece che dai tuoi termini non sussiste, anzi sussiste la spiegazione evoluzionistica dell'opposto) è un bene che ci sia il matrimonio e la famiglia, e che l'istinto della nostra parte animale venga offuscato da una razionalita' piu' sofisticata (non ho detto migliore o peggiore, semplicemente piu' sofisticata).

Io credo che alla fine il processo evolutivo sia uno, ma i contorni di questa unicita' procedurale secondo me sono sfumati e spesso difficilmente interpretabili con correttezza.

Sempre interessanti comunque i tuoi post.  :coolsmiley:
La poesia prudente
e gli uomini
prudenti
durano
solo lo stretto
necessario
per morire
tranquilli


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Ti rispondo a titolo assolutamente personale, ovvero uscendo dal seminato e  facendo illazioni non dimostrabili, seppur logiche.
Citazione di: sofficemaremoto il 06 Febbraio 2012, 01:26:36
1)Quindi il matrimonio umano come concetto è del tutto innaturale? Non parlo in senso religioso, ma evoluzionistico.
La mia risposta è si, ma non ancora comprendo i matrimoni che durano fino alla fine con prole. E ne sono molti, la stragrande maggioranza. Subentrano fattori di autoconvincimento che portano moglie e marito a non cercare piu' di tanto la "ricombinazione" genetica?
Lessi di una pubblicazione che descriveva la perdita del coniuge come il peggior trauma che un umano possa subire. Questo perchè in una coppia di lunga data, se non ci sono state grosse incompatibilità caratteriali, si instaurano legami estremamente forti. L'aver condiviso praticamente tutto per tanti anni, fa si che i membri di una coppia diventino quasi empatici. E' quindi normale, che in assenza di spinte a rompere la coppia, passata la crisi del settimo anno le cose si calmino, e tutto riprenda con una nuova veste. Le esigenze della società moderna, inoltre, posticipano l'ingresso in società dei figli di oltre un decennio. E' quindi normale, che anche in virtù di questo fatto, le coppie tendano ad essere stabili anche oltre ilt ermine "biologico".
C'è poi il costo di una separazione in termini sociali, che non va trascurato.
Citazione
2) Se la 1) è vera automaticamente il concetto di famiglia va a pu**ane, in tutti i sensi.
E se nel mondo animale cio' è possibile perche' il cucciolo appena cresciuto riesce ad essere indipendente, nella nostra societa' no, perche' oggi la massima capacita' sviluppata da un bambino di 7 anni è l'imbattibilita' a Fifa 2012.

Quindi dal punto di vista "neoevoluzionistico" (si puo' parlare difatti di UNA SOLA metodologia dell'evoluzione se quella metodologia noi la definiziamo a posteriori? Esempio per far capire meglio: se tra 100.000 anni le persone vedranno le nostre modalita' di vivere, considereranno queste come funzionali al processo evolutivo. Quindi daranno una spiegazione evoluzionistica al concetto di famiglia, spiegazione invece che dai tuoi termini non sussiste, anzi sussiste la spiegazione evoluzionistica dell'opposto) è un bene che ci sia il matrimonio e la famiglia, e che l'istinto della nostra parte animale venga offuscato da una razionalita' piu' sofisticata (non ho detto migliore o peggiore, semplicemente piu' sofisticata).

Io credo che alla fine il processo evolutivo sia uno, ma i contorni di questa unicita' procedurale secondo me sono sfumati e spesso difficilmente interpretabili con correttezza.
Le pressioni evolutive che selezionano i geni degli animali futuri, in natura cambiano con estrema lentezza.
Se una specie sviluppa una mutazione che consente di superare la pressione selettiva, prospera e si moltiplica. Altrimenti si estingue. I cataclismi planetari (come il meteorite dei fratelli Alvarez alla fine del cretacico) per questo motivo hanno generato grandi estinzioni di massa, dove solo poche specie, gia predisposte al cambiamento, sono sopravvisute. Da 10.000 anni a questa parte, il concetto tradizionale di evoluzione è poco applicabile alla specie umana: gli uomini rispondono con la tecnologia alla pressione selettiva tradizionale. A questo, si aggiunga che i criteri che la società tecnologica adotta per selezionare i migliori, mutano con una tale rapidità da non consentire mutazioni finalizzate all'adattamento all'ambiente. Da un punto di vista evolutivo, siamo in una fase random.
Ma siamo troppo vicini ai nostri antenati per ritenere che la specie abbia perso (globalmente) quei comportamenti che le hanno consentito di evolvere per qualche milione di anni. La società, inoltre, si fa carico di coloro che da un punto di vista evolutivo sarebbero stati destinati a sparire. Quindi, anch'essi possono riprodursi. Paradossalmente, la caratteristica che logicamente porterebbe a pensare che un individuo riesca meglio (l'intelligenza) ed abbia più successo, statisticamente porta a far meno figli (stasi demografica dei paesi occidentali). Ci troviamo quindi di fronte ad un paradosso evolutivo: la caratteristica atta a superare la selezione "naturale" nell'uomo moderno, non fa si che chi la possiede prosperi, ma il contrario. In parole povere, l'evoluzione umana è bloccata. Detto ciò, penso che se ancora ci saranno uomini fra 100.000 anni, essi diranno di noi che siamo stati gli ultimi a vivere secondo natura. Perchè dall'anno XXXX in poi, gli istinti sono stati studiati al computer, e gli uomini saranno frutto di clonazione unisex.
Non mangeranno, potranno vivere a risparmio energetico (Vivranno con poca luce ed avranno grandi occhi), non avranno bisogno di muscoli (non lavoreranno fisicamente), si limiteranno a pensare (avranno quindi una gran capoccia), si nutriranno di energia (non cagheranno inquinando il mare)  e non saranno più pigmentati.
Insomma, uno di questi qui:



Ultima modifica: 06 Febbraio 2012, 03:38:57 di TermYnator
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Citazione di: TermYnator il 05 Febbraio 2012, 20:36:47
C'è solo un problema, e di rilievo: Ardipithecus ramidus.
Questo nostro progenitore, è antecedente a Lucy (Lucy è datata circa 2 milioni di anni e gia usava la stazione eretta), ed è probabilmente l'ominide più vicino al passaggio da quadrumane a bipede. Era infatti in grado di fare le due cose. Il punto critico, è che questa specie viveva in foreste, non in paludi...

ti sto vendendo una teoria letta su un libro di storia (divulgativo) 20 anni fa.. Non sono un archeologo, nella vita faccio tutt'altro come ben sai, resta comunque la teoria più convincente che abbia sentito.

wikipedia EN parla (per l'ardicoso ramidus) di "a mosaic of woodland and grasslands with lakes, swamps and springs nearby,", boschi, praterie, laghi, paludi e sorgenti.

Citazione di: TermYnator il 05 Febbraio 2012, 20:36:47
abbiamo quindi raggiunto la stazione eretta in quel tipo di ambiente.
Tale ritrovamento, ha portato la teoria dell'evoluzione bipede per sollevarsi dalla savana ad essere definita "ipotesi morente", ed ha contestualizzato meglio l'hanitat dei nostri progenitori.
Riguardo all'ipotesi palustre, inoltre:
i mammiferi che vivono spesso in acqua,  se glabri sono grassi (ippopotami, etc), altrimenti, sono pelosi (lontre) per mantenere il calore.

gli ippopotami son grassi perché son grassi, non credo certo per mantenere il calore.
I delfini, ad esempio sono assai meno grassi degli ippopotami pur avendo a che fare con acque decisamente più fredde.
tieni conto che quando ero piccino potevo stare 2 ore a mollo nel mar tirreno, che penso sia assai più freddo di una palude in africa. e ti posso assicurare che da piccino ero assai secco :D

le lontre mi pare abbiano una pelliccia di tipo diverso rispetto a quella dei primati, che fa effetto muta da sub.
Probabilmente evoluzionisticamente parlando è più facile pedere il pelo che svilupparne un tipo diverso. 

Citazione di: TermYnator il 05 Febbraio 2012, 20:36:47
Il naso degli animali che vivono spesso in acqua, è posto sulla stessa linea degli occhi lontre, ippopotami, coccodrilli etc), per consentire all'animale di respirare mantenendo nel contempo il minimo volume emerso (il peso specifico della parte immersa è minimo).

stiamo parlando di animali pienamente adattati ad un ambiente acquatico, e comunuque il naso si sposta di poco rispetto agli omologhi parenti terrestri (se pensi a una biscia rispetto a un cobra, o a una lontra e un topo.. mi pare si somiglino parecchio).

Citazione di: TermYnator il 05 Febbraio 2012, 20:36:47
Sfuggire velocemente muovendosi con le gambe sul fondo, è lentissimo. E se effettivamente l'uomo avesse usato questa postura come posizione di riposo, acrebbe comunque dovuto manterere dei retaggi di adattamenti al nuoto (membrane interdigitali, piedi a pinna, etc). Non vi è invece traccia di questi adattamenti in nessun fossile. Insomma, il perchè stiamo su due piedi, a tutt'oggi è oggetto di speculazioni, visto che non esistono prove nette.

l'idea, per come l'ho capita io, è un parziale adattamento ad un ambiente anfibio, ovvio, se ci fossimo adattati completamente si sarebbe delfini :D