Piccole Storie Zen #4 "L'elefante incatenato"

Aperto da LYon, 18 Dicembre 2017, 22:56:22

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LYon

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Eccomi qui amici marpions, per la nuova puntata della mini rubrica o rubrìca (che dir si voglia), dedicata alle storie zen.

In questa puntata mi lancio in un grande argomento, che da sempre attanaglia l'umano essere e lo priva del suo potere e della sua potenzialità. "la paura".

Questa volta però non voglio affrontare la paura intesa come sensazione ancestrale ed evolutiva, ma come il risultato di un' esperienza precedente, spesso anche molto infantile (vedi le fobie) che nel corso della nostra vita ha scaturito in noi alcuni pensieri depotenzianti che sebbene non ci abbiano mai danneggiato direttamente non ci hanno più abbandonato.
Sarà stato per mancanza di determinazione o per non aver avuto la necessità di superare davvero il problema, ma questa piccola macchiolina grigia ci ha accompagnato per tutta la nostra vita e ci ha affiancato come un silenzioso custode, sporcando la nostra energia vitale e disturbandoci di continuo.

Voglio provare però a dire una cosa, in questa storia capirete che a volte non è tanto la paura stessa il problema, ma quanto il fatto che le paure sono come le grandi giornate di pioggia.
Sono pericolose nel momento più cruciale, quando i fulmini ed i tuoni imperversano nel cielo grigio, ma sono del tutto innocue quando la bufera torna pioggia, bagnandoci solamente.
Infatti noi non percepiremo più una situazione di pericolo, perchè capiremo che l'acqua di cui è fatta quella pioggerellina era si, la stessa acqua della bufera che ci stava per spazzare via, ma adesso viaggiando ad una velocità molto minore, al massimo ci potrebbe fare il solletico.
Nel momento in cui realizzeremo ciò, prenderemo l'ombrello e usciremo beatamente di casa.  
Avremo superato la nostra paura, trasformandola in qualcosa di appena percepibile.
Una condizione esterna non avrà più la stessa influenza su di noi.
"Cambiare ciò che è intorno a noi inziando a cambiare ciò che è dentro di noi"

Per l'elefante della nostra storia però... non sarà così...

Quando ero piccolo adoravo il circo, ero attirato in particolar modo dall'elefante che, come scoprii più tardi, era l'animale preferito di tanti altri bambini.

Durante lo spettacolo faceva sfoggio di un peso, una dimensione e una forza davvero fuori dal comune... ma dopo il suo numero, e fino ad un momento prima di entrare in scena, l'elefante era sempre legato ad un paletto conficcato nel suolo, con una catena che gli imprigionava una delle zampe. Eppure il paletto era un minuscolo pezzo di legno piantato nel terreno soltanto per pochi centimetri. E anche se la catena era grossa mi pareva ovvio che un animale del genere potesse liberarsi facilmente da quel paletto e fuggire.

Che cosa lo teneva legato?

Chiesi in giro a tutte le persone che incontravo di risolvere il mistero dell'elefante; qualcuno mi disse che l'elefante non scappava perché era ammaestrato... allora posi la domanda ovvia: "Se è ammaestrato, perché lo incatenano?" Non ricordo di aver ricevuto nessuna risposta coerente.

Con il passare del tempo dimenticai il mistero dell'elefante e del paletto. Per mia fortuna qualche anno fa ho scoperto che qualcuno era stato tanto saggio da trovare la risposta:  l'elefante del circo non scappa perché è stato legato a un paletto simile fin da quando era molto, molto piccolo.

Chiusi gli occhi e immaginai l'elefantino indifeso appena nato, legato ad un paletto che provava a spingere, tirare e sudava nel tentativo di liberarsi, ma nonostante gli sforzi non ci riusciva perché quel paletto era troppo saldo per lui, così dopo vari tentativi un giorno si rassegnò alla propria impotenza.

Questa storia ci fa capire il motivo per cui l'elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa. L'animale crede di non poterlo fare: sulla sua pelle è impresso il ricordo dell'impotenza sperimentata e non è mai più ritornato a provare... non ha mai più messo alla prova di nuovo la sua forza... mai più!
Ultima modifica: 09 Gennaio 2018, 15:22:21 di Emix
Hic Sunt Leones

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Bellissima! Mi è piaciuta molto, in quanto nella sua semplicità, tratta un problema enorme, a cui molto spesso, la persona che vive la vita come l'elefante al circo, non trova soluzione...
"Kept you waiting, huh?"

LYon

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Ma vi piace solo la storia... della mia considerescion..
Frega niente eh ahhaa  :lol:
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-Nova-

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Citazione di: Leone il 28 Dicembre 2017, 02:29:06
Ma vi piace solo la storia... della mia considerescion..
Frega niente eh ahhaa  :lol:
La parte che aggiungi tu è quello che sugella questa serie di post come un ottimo contenuto.

Emix

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povero elefantino, condivido con lui pezzi di vita  :-\

Riportando agli esseri umani il concetto che hai portato, credo che talvolta le catene siano invisibili ed è come sentirsi strozzati senza vederne la causa.

Anche il solo divenire consapevoli delle proprie catene, cioè le vere cause delle proprie paure, è un grande risultato perchè spesso se ne provano sulla pelle gli effetti e basta. Nel mondo dei computer spesso vengono fuori errori e fanno un rumorino antipatico, ma perlomeno una descrizione dell'errore c'è.

+1  :up: sulle storie zen sempre pollice su
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LYon

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