Essere seduttori (ma soprattutto uomini) in una società femminilizzata

Aperto da Expeausition, 21 Gennaio 2011, 18:57:46

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Expeausition

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L'uomo deve essere addestrato alla guerra. La donna al riposo del guerriero. Tutto il resto è stupidità. (Nietzsche)

Una considerazione suggestiva, non c'è che dire. Oltretutto leggendola ai giorni nostri le reazione più probabile che ne può conseguire è un misto tra sarcasmo e riprovazione. Se poi a leggerlo fosse una donna d'istruzione media, ci sarebbe pure spazio per la reazione scandalizzata e per una sequela di accuse di misoginia.
Nietzsche non era misogino, o quantomeno ne era portatore sano. Egli amava il gusto della provocazione, dell'enfasi, e soprattutto - per una serie di risvolti filosofici che non sono qui d'interesse comune - amava la scrittura fondata sull'aforisma e la frammentazione, piuttosto che le trattazioni "di senso compiuto".
Ecco perchè le sue opere sono state, per eccellenza, terreno fertile per le più varie e discutibili interpretazioni.
Nietzsche non è stato solo una delle menti più fervide e concettualmente eversive della filosofia, ma viene pure indicato come il pioniere di alcuni elementi di un'allora nascente psicoanalisi.
Ecco perchè l'aforisma di cui sopra, per come lo leggo io, non è certo da tradursi: "l'uomo dev'essere cresciuto come uno scimmione violento e la donna come un'ameba il cui unico compito è spalancare le gambe".
Oh sì certo, ci potrebbe anche essere chi ne dà una simile intepretazione, ma per sua fortuna la Legge Basaglia è tuttora vigente. Cazzate a parte, in quell'aforisma emerge in maniera chiara la stroardinaria capacità di Nietzsche di guardare nel profondo, nell'intitmità primordiale e vitale di ogni essere umano. Queste parole, nelle loro provocatorietà iperbolica, sottolineano il bisogno dell'umanità di fare chiarezza sulla propria dimensione istintuale. E questo perchè? Perchè non esistono soltanto le verità razionali (siano esse il prodotto della filosofia, della religione, della politica o dell'ideologia), ma esistono anche e soprattutto delle verità di vita .
Una verità di vità è ciò che si sottrae alle istanze etiche nella misura in cui le trascende (al di là del bene e del male) oppure, paradossalmente, ne è fondamento primo. Ed ecco perchè Nietzsche, così disperatamente preso dalla volontà di risvegliare nell'europa nichilista un amore per la vitalità, per lo spirito tragico, per il godimento, per il corpo e per il bello, afferma questo.

Se veniamo a noi, e se quindi compiamo un balzo temporale piuttosto ardito, possiamo notare come queste verità di vita siano state la vittima per eccellenza dello sterminio culturale operato dalla società consumistica, progressista, libertina e autoritariamente permissiva. E chi come me è cresciuto nell'ultimo decennio del Novecento ha potuto riscontrare più che mai la portata antropologica di una tale condizione.
Noi siamo nati, cresciuti, viviamo (moriremo?) in una società femminilizzata.

Che cosa significa? Significa due cose principalmente:

- Che le istanze formative sono nella quasi totalità amministrate dal genere femminile (maestre d'asilo, maestre elementari, professoresse di scuole medie inferiori e superiori, madri, nonne, zie, baby-sitter) mentre il ruolo degli uomini adulti è stato ridotto a mero procacciatore di risorse (leggasi: porta a casa i soldi, mangia e vai a dormire)

- Che la vita psichica e culturale della società è dominata dal "principio femminile" (definito anche come archetipo grandematerno, matriarcato neocapitalista ecc.)

Sebbene questa sia per forza di cose una ricostruzione sommaria, ciò che appare comunque evidente è la totale assenza dei maschi adulti dalla dimensione umana e formativa e la denigrazione culturale-mediatica(scientemente voluta) di ciò che corrisponde all'archetipo maschile ( senso del limite, del sacro, della tensione verso l'alto, del dono di sè, del coraggio, del vigore ecc.).

Sfruttando le derive ideologiche di un certo femminismo egualitario, e le derive oltranziste dei movimenti libertari sessantottini e post-sessantottini, l'Italia (ma non solo) si è appiattita a partire dagli '80 ad un modello di società in cui la libertà è diventata arbitrio, i libertari sono diventati libertini, la libertà sessuale è diventata "obbligo" sessuale (caxxo, hai già 15 anni e non hai ancora scopato?), la tolleranza è diventata permissivismo, l'etica è diventata moralismo, l'emancipazione femminile è diventata una gara contro gli uomini e l'odio per il patriarcato è diventato odio per i maschi in quanto tali.
Ed è soprattutto quest'ultimo punto che a noi dovrebbe interessare.
Qualcuno ha mai notato come i media, nel loro costitutivo politically correct, non perdano mai occasione per veicolare "concetti" idioti come ad esempio: "le donne sono più buone", "magari il mondo fosse governato dalle donne, non ci sarebbero più guerre", "le bambine sono più intelligeni dei bambini", "le donne sono più brave in tutto" e via dicendo con una serie di discriminazioni propagandistiche che manco Gobbels?
Ma voi pensate davvero che una simile rappresentazione, soprattutto in una società ipermediatizzata in cui la televisione è ancora il primo strumento di informazione, non abbia ripercussioni sulla gente o, peggio ancora, su chi come i bambini deve sviluppare una propria identità e una propria capacità critica?

Sotto i lustrini di Drive In, del Patty Winters Show, delle pubblicità, del Mulino Bianco, della "fica esibita in ogni dove", del femminismo ridotto a vacua retorica, della tv commerciale, delle riviste, del Grande Fratello, dei talk show in cui Non Si Parla Di Un caxxo, delle lotterie, dei trenini di capodanno, di Maria De Filippi, dei tronisti, delle vallette, dello shopping compulsivo, del viagra, dei vecchi che sono vecchi ma si sentono ancora giovani, e dell'alcool in età da latte, rimane soltanto la desolazione di uomini e donne svuotati del loro essere tali e ridotti (per fortuna con le dovute eccezioni ancora esistenti) ad automi liberi di scegliere tra il nulla e il niente.

Ma in tutto questo noi uomini siamo coloro che ne risentono maggiormente. E non lo dico per vittimismo di genere (è una prerogativa che lasciamo volentieri alla controparte) ma in virtù di un'analisi, sicuramente "di parte", ma comunque fondata su elementi chiari e riscontrabili nella quotidianità.
Noi ne risentiamo maggiormente perchè non solo siamo cresciuti e ci toccherà affontare chissà ancora per quanto una società in cui ogni espressione di virilità autentica viene presa per il culo, ma perchè ci tocca sempre dover fare i conti con una doppia validazione: quella della società e quella delle donne.
Aveva ben ragione Camille Paglia a dire che il sesso dominante sono le donne, dato che un uomo deve far di tutto pur di emergere ai suoi occhi. E mai come in questi anni l'affermazione è sacrosanta.

Ammettiamolo: non si sa più che caxxo fare. Già il fatto che esista un forum come il "nostro", in cui con spirito di confraternita ci si aiuta, è il chiaro segnale della guerra che è stata mossa a quegli uomini che ancora si rifiutano di appiattirsi e che ancora credono nella loro forza di esprimersi.

Non voglio negare che anche il popolo femminile abbia le proprie recriminazioni e come ho già detto più volte ho smesso di trovare divertente la guerra tra sessi all'età di 10 anni. Però caxxo, mi sono rotto le palle delle mistificazioni ideologiche, iniziamo a smascherarle.
Ha ragione Sunbeam quando dice che spesso siamo noi a farci autogol, provandoci indiscriminatamente al motto di "basta che respiri" e attribuendo al genere femminile ancora più potere di quanto già ne abbiano.
Le donne sono querule, si lamentano che il loro corpo è vittima della mercificazione del potere mediatico.
Ma cristoiddio, delle due l'una: o le donne sono davvero stupide e quindi non in grado di discernere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, oppure la decisione di prestarsi a determinati meccanismi di potere è una loro scelta. Quando la squinzia di turno viene intercettata e dice all'amica che lei "non ci pensa nemmeno a fare un lavoro da 1000 euro al mese" e che preferisce quindi farsi sodomizzare da un settantacinquenne in delirio priapistico, la scelta è sua. Nessuna la obbliga, è lei che sceglie la via "facile", l'espediente astuto di chi non ha voglia di un fare un caxxo nella vita.

Ma poi però quando il software culturale si spegne e l'hardware comincia a funzionare, le cose cambiano.
E allora iniziano i discorsi di questo tipo: "non ci sono più gli uomini di una volta", "quanto sono immaturi gli uomini", "gli uomini non sanno più prendere l'iniziativa" e via dicendo...

Capito no come funziona?
Tu vai all'asilo e hai a che fare con le maestre, poi più avanti c'è la mamma che ti dice di "fare il bravo bambino" anche quando hai già una minchia tanta e ti seghi 5-6 volte al giorno. A scuola ci sono le professoresse, e anche lì ti confronti con un mondo femminile. Accendi la televisione e vedi o uomini palestrati e alti 1.90 oppure donne di una bellezza stratosferica. Poi senti parlare qualche minchione d'avanspettacolo che ti dice che è scientificamente provato che le tue compagnette di classe sono più intelligenti di te e che tu, maschio, invece, sei inferiore e devi darti da fare.
In tutto questo quanti sono i padri che spiegano ai figli cosa significhi essere uomo? Quanti sono i padri che spiegano come si faccia con una donna? Quanti sono i padri che limitano il potere e il condizionamento materno-sociale?

IL, in fondo, è l'esito (sano) di tutto questo.

Diceva Tyler Durden: "Siamo una generazione di uomini cresciuti dalle donne. Siamo sicuri che quello ci serve davvero è un'altra donna?"

Domanda legittima.
Ultima modifica: 21 Gennaio 2011, 18:59:51 di Expeausition

ilmaredinemo

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Ottimo intervento +1 :up:

Se pur meno lucidamente ho riflettuto anche io su questi concetti.
Il punto delicato è, come affermare nella vita e nella società la propria energia virile senza cadere nella misoginia e nella guerra tra sessi, perchè in fondo si parla anche di una vera e propria rivoluzione culturale.
Purtroppo vi è di mezzo anche il naturale bisogno fisiologico del sesso :-?

Kant

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Post interessante che contiene molti spunti di riflessione e ulteriori domande "corollario".
Tra l'altro (OT) scritto davvero bene, mi piace la tua dialettica.
Il punto è che IMHO cade fondamentalmente in errore circa il vero senso, la vera sostanza, di cui tratta.
Ovvero che l'uomo è in crisi perchè la cultura contemporanea è femminista,  che è l'educazione femminile data ai maschi dalla nascita fino all'adolescenza, unitamente all'imperante ideologia femminista dei media a rendere l'uomo snaturato e sviscerato della sua vera indole "di uomo" che non viene allenata a sbocciare ma repressa e degradata.
Questa considerazione sarebbe valida se fosse dimostrata da un dato empirico conseguente.
Il problema è che l'esperienza poi nega quest'affermazione, poichè di uomini che scopano e si realizzano in quanto tali ce ne sono, e molti.
In realtà ce ne sono come e quanto ce ne dovrebbero essere, e come e quanto ce ne sono sempre stati in ogni epoca storica.
Questo perchè non è il condizionamento culturale che inficia la percentuale di uomini scopanti, realizzati e dunque felici (non frustrati). La cultura è solo una "forma" diversa che muta ma lascia intatta la sostanza sottostante, ovvero che solo una certa percentuale di uomini riesce a esprimersi al meglio e emergere dalla massa.
E' sempre stato così, come al solito si chiama "selezione naturale", e dico come al solito, poichè è la legge universale e necessaria che regola le basi di ogno comportamento umano ecc. ecc.... ecc..... Non voglio riaprire questo argomento che comunque rimane basilare e si pone come fonte da cui sgorgano tutti questi interrogativi, circa le cause della difficoltà di "adattamento" all'ambiente circostante che alcuni uomini si trovano a fronteggiare nel corso della loro vita.
Mi pare invece che qua si tratti il problema di come sia la cultura deleteria nei confronti della "natura umana".
Tema già trattato anche qua, e al quale rispose Termynator in un passaggio per me illuminante ai tempi, che trattava l'idea della stretta correlazione tra biologia e cultura, ovvero che la seconda è figlia della prima, e che mi ha dato un ulteriore impulso a trattare (seppur frammentariamente) argomenti come la psicologia evoluzionistica e la sociobiologia che si sono dedicate a rispondere alla fondamentale domanda "cos'è l'uomo?", arrivando IMHO ad una sconvolgente risposta, che ancora non è arrivata davvero alla coscienza  dell'opinione pubblica, ma è rimasta nelle coscienze di una piccola elite.
Credo che sia arrivato il momento di trattare tali argomenti (seppur nelle loro basi) qua su questo forum, che IMHO, manca adesso di una base culturale comune e condivisa circa il pilastro fondamentale sul quale tutto poi deve essere costruito. Ovvero: cos'è l'uomo?
Ultima modifica: 21 Gennaio 2011, 20:33:44 di kant

Naddolo

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Citazione di: kant il 21 Gennaio 2011, 20:30:33

Questa considerazione sarebbe valida se fosse dimostrata da un dato empirico conseguente.
Il problema è che l'esperienza poi nega quest'affermazione, poichè di uomini che scopano e si realizzano in quanto tali ce ne sono, e molti.
In realtà ce ne sono come e quanto ce ne dovrebbero essere, e come e quanto ce ne sono sempre stati in ogni epoca storica.

questo è tutto da dimostrare, e non mi pare siano state effettuate indagini statistiche comparate tra i vari periodi storici; non puoi smentire l'assunto di expou (oggi l'uomo è in crisi,  e c'è un numero di mdp superiore rispetto ad altri periodi) ponendo un altro assunto contrastante, egualmente teorico, ed egualmente non empiricamente dimostrato

Expeausition

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Citazione di: ilmaredinemo il 21 Gennaio 2011, 20:13:36
Purtroppo vi è di mezzo anche il naturale bisogno fisiologico del sesso :-?

Beh dai, togliamo il "purtroppo"  ;)

Citazione di: kant il 21 Gennaio 2011, 20:30:33
Post interessante che contiene molti spunti di riflessione e ulteriori domande "corollario".
Tra l'altro (OT) scritto davvero bene, mi piace la tua dialettica.

Ti ringrazio

Citazione di: kant il 21 Gennaio 2011, 20:30:33
uomini che scopano e si realizzano in quanto tali ce ne sono, e molti.
In realtà ce ne sono come e quanto ce ne dovrebbero essere, e come e quanto ce ne sono sempre stati in ogni epoca storica.

Non saprei dire, perchè non ne ho le competenze, se la tua osservazione sia empiricamente dimostrabile o statisticamente comprovata. In ogni caso il mio assunto non voleva intendere che nel contesto odierno non vi siano uomini "scopanti", ma solo mettere in rilievo come la cultura dominante crei una situazione di difficoltà estrema per il maschio (per gli elementi addotti nel post).


Citazione di: kant il 21 Gennaio 2011, 20:30:33
Credo che sia arrivato il momento di trattare tali argomenti (seppur nelle loro basi) qua su questo forum, che IMHO, manca adesso di una base culturale comune e condivisa circa il pilastro fondamentale sul quale tutto poi deve essere costruito. Ovvero: cos'è l'uomo?

Sono d'accordo.
Io personalmente avevo già in mente da qualche tempo un 3d a tal proposito.

Kant

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La mia considerazione non credo sia supportata da statistiche in merito, o almeno non ne sono a conoscenza. Ciò che volevo dire è che basta guardarsi intorno e notare che esiste una scala gerarchica nella nostra società proprio come è sempre esistita e sempre esisterà, perchè la tendenza a creare tale scala fa parte dell'indole naturale dell'uomo, o se vogliamo della natura in generale (vedi gli animali).
Dunque vi sono uomini che si realizzano appieno e scopano molto, e tante altre gradazioni fino ad arrivare in basso, ai vari gradi di frustazione.
La mia teoria è che tali gradi di frustazione debbano necessariamente esistere, indipendentemente dalla cultura del momento, al fine di contrapporgli e far risaltare i gradi più alti.
Dunque il maschio in generale non è in crisi nella sua totalità, vi sono, come è naturale che sia, uomini che non riescono ad adattarsi funzionalmente all'ambiente che li circonda e dunque ad imporsi su esso al fine di arrivare a ricoprire un ruolo "desiderabile" dal sesso opposto.


Per usare una metafora "attuale".
E' come se un vecchio dicesse. "oggi tutte le auto vanno veloci".
In realtà seppur sia aumentata la velocità media delle automobili moderne, esiste tuttora lo stesso "stacco" tra una punto ed una ferrari, e dunque, in relazione, una punto (seppur vada forte come una porsche degli anni 60) va molto meno forte di una ferrari attuale.
Cambia la forma, ma non la sostanza.

james.mar

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Si ma (restando in un ambito di esempi che anche un mentecattocomunista come te può capire) quello che credo expo voglia dire è che se prima a scopare regolarmente era il 10% degli uomini, oggi i cavalli sono un mero 3% (Roberto Cavalli compreso).

ilmaredinemo

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Questo è il mio ultimo post, sui forum di seduzione, almeno per un pò. Ho capito che il mio percoso deve
continuare lontano da questi luoghi virtuali.

Kant, quello che dici è sensato, ma ti piace, a che punto della scala umana ti trovi? Possiamo dire che sia vero
in assoluto?

Perdonami, ma prova ad andare contro natura, forse ti chiameranno figlio di dio ;)

Kant

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Siamo sicuri che nella prima metà del 900 (prima del femminismo dunque), fossero in molti a scopare a destra e a manca? Al tempo per esempio, la matrice culturale imperante era quella cattolica, col risultato che mio nonno si è sposato con mia nonna all'età di 19 anni, ed era cosi per tanti altri. L'adulterio era peccato, le condizioni di benessere peggiori, eppure si era piu uomini di adesso (?)
Siamo sicuri che nel medioevo fossero in tanti a scopare? Oppure era il signorotto del paese che poteva permettersi più damigelle al mese?
E nell'impero romano?
E nell'impero Egizio?
Esisteva una scala gerarchica precisa e una matrice culturale repressiva, che poteva essere sorpassata solo da chi aveva le palle quadrate. (come oggi?)
Se noi fossimo abili a procacciarci la fica (cosa che non siamo), sosterremmo che oggi il maschio sia in crisi? Che oggi è più difficile essere maschi rispetto a prima? Oppure ci compiaceremmo di quante occasioni in più il mondo moderno possa metterci a disposizione rispetto al passato, e quindi di quanto sia meglio adesso rispetto a prima, quando per esempio non si poteva recarsi a parigi in 3 ore????


Kant

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Citazione di: ilmaredinemo il 22 Gennaio 2011, 00:37:49
Questo è il mio ultimo post, sui forum di seduzione, almeno per un pò. Ho capito che il mio percoso deve
continuare lontano da questi luoghi virtuali.

Kant, quello che dici è sensato, ma ti piace, a che punto della scala umana ti trovi? Possiamo dire che sia vero
in assoluto?

Perdonami, ma prova ad andare contro natura, forse ti chiameranno figlio di dio ;)

Ti giuro che non ho capito ciò che vuoi dirmi.
Formulalo in altre parole.

Expeausition

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Citazione di: james.mar il 22 Gennaio 2011, 00:28:43
quello che credo expo voglia dire è che se prima a scopare regolarmente era il 10% degli uomini, oggi i cavalli sono un mero 3% (Roberto Cavalli compreso).

Eh sì questo è uno degli esiti a cui si è giunto nell'attuale contesto.

E' innegabile che decenni fa, sebbene il "corteggiamento" sia sempre esistito da che mondo è mondo, i nostri padri avessero vita più facile. In una società i cui valori erano fondati sulla stabilità, sulla casa, sulla famiglia e sulla progettualità, l'uomo doveva garantire - per risultare appetibile ad una donna - serietà, fedeltà, determinazione, voglia di lavorare, capacità di provvedere ai figli e alla famiglia in senso lato.
Ora invece,nonostante queste caratteristiche siano tuttora percepite positivamente dall'istinto femminile, all'uomo spetta anche un "surplus" di valori da dimostrare che sono strettamente legati a nuovi culti: immagine, giovinezza, notorietà, avvenenza e altri status symbol di sorta.

Fa bene Kant a sottolineare come anche tuttora vi siano uomini che "scopano" regolarmente.
Io credo però, a prescindere da statistiche che non conosco e con cui ho sempre poca dimestichezza, che questo non sposti di una virgola il ragionamento da me proposto. Anche perchè il mio intento era riflettere ad ampio raggio sulla questione maschile, non soffermarmi unicamente sulla prospettiva della seduzione.

E' ovvio che si possa scopare anche oggi. Ma la vera domanda dovrebbe essere: a che prezzo? (il cui potenziale doppiosenso calza perfettamente). Siamo sicuri che oggigiorno per risultare "vincenti" non ci sia richiesto di sacrificare qualcosa che invece fa parte del nostro patrimonio umano e che troppo spesso dimentichiamo?
Siamo sicuri che anche gente che scopa easy 10, 20 ragazze sia un uomo soddisfatto, sereno e appagato con se stesso e non piuttosto un uomo nevrotico sempre impegnato a "tenersi al passo coi tempi"?

Io lancio dei dubbi, sia chiaro. Risposte (definitive) non ne ho.

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Citazione di: Expeausition il 22 Gennaio 2011, 00:50:10

E' ovvio che si possa scopare anche oggi. Ma la vera domanda dovrebbe essere: a che prezzo?

Il prezzo è relativo Expo.
Per noi è alto, per altri è basso.
Come è sempre stato..........

james.mar

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Citazione di: kant il 22 Gennaio 2011, 00:55:05
Il prezzo è relativo Expo.
Per noi è alto, per altri è basso.
Come è sempre stato..........

quanto cooosta?

Expeausition

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Citazione di: kant il 22 Gennaio 2011, 00:55:05
Il prezzo è relativo Expo.
Per noi è alto, per altri è basso.
Come è sempre stato..........

E' assolutamente vero, leggendo le dinamiche odierne in questa prospettiva, che vi siano individui con una maggiore capacità di adattamento e, viceversa, individui con un minore grado di adattamento.
Anche la concezione sociologica che viene definita "Darwinismo sociale" te ne darebbe atto.

Io però ho due riserve in merito a questa posizione:

1- La capacità di adattamento all'attuale status quo, benchè possa sembrare in apparenza un fattore positivo, risulta a mio avviso profondamente distruttivo in termini di sviluppo e benessere umani.

2- Proprio in virtù del punto precedente, mi chiedo: "siamo sicuri che gli uomini (ma anche le donne, a sto punto) con una gran capacità di adattamento, e che quindi non hanno problemi ad attrarre persone dell'altro sesso, siano poi in grado di far perdurare questa loro soddisfazione? Io onestamente vedo soltanto una gran desolazione. Vedo che la stessa precarietà a cui siamo sottoposti nella nostra carriera di studenti e di futuri professionisti si ripercuote anche nelle nostre relazioni umane. Perchè va bene il divertimento effimero e il godimento che si può trarre dai rapporti occasionali, ma tu saprai meglio di me (dato che mi sembra di capire la tua posizione strettamente biologico-evoluzionista) di quanto l'essere umano abbia bisogno di riferimenti stabili, solidi e di un equilibrio psico-fisico senza il quale tende ad "ammalarsi". Ecco, noi oggi viviamo esattamente nel modo opposto: ovvero nella precarietà totale. Quante coppie conosci che pensano al loro futuro, quando non ti è più nemmeno concesso sapere cosa ti aspetta domani? Quante coppie conosci che hanno nei loro progetti il fatto di avere famiglia, figli, o quantomeno una compagna fissa con cui condividere i proprio giorni? Io davvero quasi nessuno.
Gli uomini, in fondo, anche tra coloro più "capaci" ad adattarsi,  vivono con rabbia e rassegnazione un mondo femminile che sembra aver smarrito le proprie prerogative più autentiche. E le donne, allo stesso modo, vivono con delusione un mondo maschile che sembra aver smarrito ogni capacità di esprimere la propria virilità. E alla fine di tutto, chi specula, guadagna, e fa sì che questo sistema si perpetri di generazione in generazione, è il potere mediatico-economico che ha trasformato le differenze uomo-donna in una figura neutra e asessuata che è il "consumatore".
E quello che è incredibile è che la nostra conoscenza ha raggiunto livelli tali che dovremmo renderci conto della strada rischiosissima che abbiamo intrapreso, ma purtroppo, frastornati dalla "distrazione di massa", ce ne sbattiamo altamente. Uomini senza palle, donne con le palle, coppie usa e getta, vecchi che non invecchiano e giovani che non maturano. Qui non si tratta più di filosofeggiare ma di assistere ad un quadro evolutivo drammatico.


Kant

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Mi pare che tu abbia sollevato la questione dell'effimeratezza della felicità, tramite questa critica alla società attuale:

Ovvero: anche gli esseri umani che riescono "ad adattarsi" meglio, e quindi a riprodursi di più e meglio, ti appaiono insoddisfatti e desiderosi. Tu imputi come causa di ciò la trasfigurazione dell'immagine dell'uomo operata dai media; i quali, poichè guidati (pagati) dall'ideologia consumistica tendono a far leva sui desideri delle persone, fomentandoli e drammatizzandoli.
Ordunque al giorno d'oggi è più difficile esser felici, poichè gli obbiettivi da raggiungere per diventare tali sono continuamente spostati e cambiati da una società capitalistica e consumistica che propugna modelli irraggiungibili, al fine di convincere le persone che per esser felici si ha bisogno di qualcosa.

Ebbene, qui c'è una considerazione di carattere filosofico da fare.
La felicità è uno stato orgasmico per definizione. Il piacere della felicità è uno stato indotto dalla natura stessa dell'uomo sull'uomo, che gli permette di guidarlo verso una direzione. Proviamo piacere quando realizziamo dei bisogni.
Proviamo dolore quando non li realizziamo, ovvero quando siamo frustrati.
Questa guida, è ciò che muove il mondo.
Noi siamo obbligati a svolgere dei compiti perchè altrimenti proviamo dolore, e siamo obbligati a tendere verso il piacere, cioè verso la realizzazione del nostro ruolo.
Siamo al mondo perchè dobbiamo fare delle cose.
Non siamo liberi.
Come le formiche sono guidate dai feromoni lasciati da altre formiche, noi siamo guidati da felicità e dolore, che ci dicono dove dobbiamo andare.
Grazie a questa guida ci siamo evoluti in ciò che siamo adesso. Ma poichè l'evoluzione prevede il miglioramento continuo, o meglio, poichè il concetto di evoluzione stesso contiene dentro di sè quello di cambiamento; allora si capisce come si sia reso necessario nella storia dell'uomo fare in modo che gli obbiettivi da raggiungere si spostassero sempre più avanti, in modo da progredire continuamente.
La scintilla di attivazione del motore umano è la ricerca del piacere. Se gli uomini si fossero accontentati completemente nel corso della loro storia non avrebbero sentito la necessità di innovarsi, migliorarsi, crescere sempre di più.
L'insoddisfazione quindi è una caratteristica evolutivamente vincente per la nostra specie.

Siamo ciò che siamo perchè tutti i nostri antenati erano insoddisfatti del mondo che li circondava, ed hanno lavorato per cambiarlo.
Non è possibile per gli uomini essere felici, se non per alcuni momenti della loro vita in cui realizzano degli obbiettivi.
Ma una volta fatto, sentono la necessità di andare avanti, ancora ed ancora, e quindi appare chiaro come per farlo, debbano sentirsi insoddisfatti di ciò che hanno.

E come se il fine dell'evoluzione fosse quello di arrivare alla Luna.
Per farlo, l'uomo costruisce scale sempre più alte. Sarà felice quando aggiungerà un pezzo di scala nuovo con altri 15 gradini, ma subito dopo si sentirà ancora insoddisfatto, ed avrà la spinta a costruirne un altro pezzo, e cosi via.........



Quindi, al giorno d'oggi, come prima, esistono sì persone che si realizzano meglio e quindi sono più felici rispetto ad altre frustrate, però, neppure a loro è concesso di sedersi sugli allori, di essere felici in toto, perchè sono uomini, e devono evolversi.


Panta rei. Tutto scorre.
Ultima modifica: 22 Gennaio 2011, 02:01:33 di kant