Piccole Storie Zen #10 La Storia di Leone

Aperto da LYon, 21 Marzo 2018, 23:28:47

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LYon

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Buonasera mostri del rimorchio... come state?
Io abbastanza bene, è stato un periodo abbastanza assente, per via di varie cose accadute nei mesi trascorsi.
Ma così come le lontre afghane si risvegliano in primavera, anche i Leoni storditi dal freddo e dalle febbri iniziano a rinsavire.

Come andiamo? Ripeto come andiamo?
Bene ...

Siccome le brevi storie di amore hanno vita appunto "breve" è arrivato il momento di salutarci in questa ultima puntata del mio percorso di riflessione zen.
(Ma come Leone esce dal forum???)
Perdincibaccolina! No!, finisce solo il paragrafo delle storie zen, ma io resto in forma e pronto a cominciare qualche nuova avventura. Dopo tutto ho appena 45 anni (o forse meno).

Detto questo, in attesa che la mia mente schizoide mi suggerisca una nuova serie di pubblicazioni, voglio annunciarvi il titolo della mia nuova storia.

"La storia di Leone"

Eh si, direte voi, coincidenze...
E invece no, questa storia non risale nella notte dei tempi di Aladino.. o di Shun Zian Yeng...
Questa storia nasce proprio 5 minuti fa, partorita nel cuore interno della mia mente.

E anzi, ancora non è nata, ho solo il plot... ma Ora vediamo di svilupparla insieme...

"Non ce la farai Leone!" così veniva apostrofato dai suoi compagni animali il giovane piccolo leoncino, che correndo in un fazzoletto di terra rossa, cercava con scarso successo di salire sull' alberello dinanzi a lui.
Non ce la farai, erano queste le parole che rimbombavano nella testa dell' animale, parole risolute e fredde che lo avevano accompagnato fin dalla nascita. Parole potremmo dire fastidiose, come quelle melodie disturbanti, eppure sempre presenti nelle nostre esistenze, il rumore della goccia che cade imperterrita o il ronzio di un ape passeggera.
Eppure il giovane cucciolo, non aveva mai mollato.
Non c'era stata una sola volta, che dopo aver ascoltato la solita litania ramanzinante, avremmo potuto trovare il cucciolo abbandonare la sfida che si era preposto.
Talvolta capitava che dinanzi a lui gli si presentassero animali presuntuosi e schivi, che lo canzonassero per i suoi fallimenti, ma nonostante egli non riuscisse spesso a realizzare i suoi obiettivi, non avrebbe mai cambiato idea. Mentre quelli d'altro canto erano completamente assuefatti dalla paura, da non provarci nemmeno da lontano, neanche da muovere un passo verso qualsiasi nuovo orizzonte.
Gli animali che restano al massimo sotto la propria ombra, nulla più.
Così passavano i giorni ed i giorni, ed il piccolo Leoncino cresceva divenendo sempre più uomo.
Era passato da salire su quegli alberi, seguendo le amiche scimmie, a rendersi conto del proprio istinto di cacciatore e predatore. Adesso divenuto ormai adolescente si era interessato ad un nuovo gioco, inseguire le gazzelle...
All' inizio divenne un gioco, poi una vera e propria necessità.
Il Leone guardava le gazzelle con l'appetito di chi non nutre i propri bisogni da mesi interi. Per lui erano un vero e proprio premio, avrebbe potuto inseguirle per una giornata ed una nottata di fila, ma nella sua mente non sarebbe tornato a casa fino a quando non ne avrebbe potuta sfoggiare anche solo una, morente e adagiata tra le sue fauci.
Le gazzelle erano fascino puro.
Le osservava da lontano, con l'occhio vispo di chi vuole registrarne ogni movimento. L'osservazione era la fase più importante, appostandosi nel punto giusto avrebbe potuto aspettare con calma il momento per colpire.
Eppure, nonostante passasse giorni e giorni interi ad osservare, a percepire ogni piccola perturbazione del sistema, per un motivo o per un altro non giudicava mai neanche un istante abbastanza buono per tentare l'attacco.
Così sforzandosi di non tornare a casa a poco a poco si stava condannando alla fame.
"Non ce la farai mai" passa la gru solitaria, così come l'ippopotamo che sguazza nel suo fango, soddisfatto.
Le parole di sempre che ritornano nelle sue orecchie, parole indistinguibili, che bruciano come olio bollente.
Ma sebbene all' udito di quelle parole e dopo tanti fallimenti, chiunque sarebbe tornato a casa sconfitto, Leone non si muoveva di un centimetro.
Era passata quasi una settimana, e si era quasi ridotto a pelle e ossa, quando una notte Leone fece un sogno strano.
Sognò di inseguire una gazzella e di prenderla, per poi divorarla in un sol boccone.
Nel sogno, uno strano fumo misto ad ombre gialle e verdi fuoriusciva dallo spirito dell' animale morto.
Una sagoma di un Leone, ma molto più anziano, probabilmente un antenato, era venuto fuori come per magia.
"Devi pensare meno, agire di più, il pensiero corrode la mente umana, la porta ad auto limitarsi, a bloccarsi. Tu sei coraggioso e determinato ma nulla deve fermarti."
Le parole della figura erano emblematiche e ricche di significato.
Non esiste nessun momento perfetto, esiste solo il momento che scegliamo di farcelo diventare.
Leone si svegliò più forte quella mattina, nonostante non mangiasse da giorni.
Le gazzelle erano lì scorrazzanti a qualche centinaio di metri avanti a lui. La Savana era completamente deserta, perché la siccità aveva portato via le piante, sostituendole con della terra rossa. Il terreno ideale per cacciare.
Leone le guardava con la lingua in mezzo ai denti, e all' improvviso mentre vide una gazzella fare un balzo per evitare una pozzanghera, decise di lanciarvisi contro...
La gazzella era veloce, i suoi scatti repentini, eppure Leone gli teneva testa...
Il suono di quel non ce la farai si era trasformato nel profondo rombo di un tamburo di guerra, che suonava con un ritmo sincopato nella testa dell' animale. Il sangue scorreva veloce nelle robuste vene, e pompava vitalità ed energia...
Ad un certo punto Leone e Gazzella erano molto vicini, così vicini da sfiorarsi. Leone tuttavia era ancora frenato, correva velocemente, scattava, eppure gli mancava ancora quella spinta necessaria ad accorciare la manciata di centimetri che restavano tra i due. Il momento era arrivato, ed effettivamente andava scelto quello giusto, ma non tanto quello di iniziare qualcosa, quanto quello di chiudere i giochi. Leone la sentiva sua, così spinse al massimo le gambe posteriori e progressivamente lasciò andare in aria le anteriori.
Un balzo che oscurò il sole, e Leone terminò la corsa della gazzella inserendo le sue acuminate lame masticatorie all' interno del collo giugulare della vittima. Uno sprazzo di sangue come gli schizzi di una fontana, Leone era estasiato. Il sapore di quel sangue e le carni dell' animale erano di un gusto mai provato prima, il gusto della vittoria, il gusto di essere riuscito ancora una volta. Leone si era svezzato. Fece scempio dell' animale...
Da quel giorno in poi, non si diede limiti, ogni giorno portava nello stomaco un nuovo trofeo...
ne aveva goduto di ogni e ogni giorno era sempre più semplice raggiungerle e mangiarle
Finché...
Finché non si rese conto che una sola gazzella non era più sufficiente, ne voleva almeno due... nello stesso momento!
Due? ma come prenderne due...
Leone fece un nuovo sogno...
"Sono i limiti che ci poniamo che dicono chi siamo, tu non fartene" la figura più anziana gli parlò di nuovo.
Leone provò, ma fallì miseramente almeno 30 volte...
Gli animali lo schernirono ancora, "non ce la farai, leone, non puoi farcela"...
Le stesse parole che lo avevano accompagnato sin da quando era un giovane cucciolo che voleva salire su di un albero.
E' tutta la vita che Leone sente queste parole, non se ne cura più, ormai si tratta solo di ascoltare il monito di un nuovo successo.
Leone si impegna, allena le gambe a correre più velocemente, allena la forza, allena lo scatto, per giorni e notti intere.
Ed un bel giorno, durante un inseguimento con due gazzelle passeggere, succede. Le prende tutte e tue le trancia di netto con gli artigli.
Leone ne gode.
E così per i mesi a venire.
Questa storia si ripete... finché...
finché Leone desidera di più... e poi sempre di più... e raggiunge e conquista, si abitua, e poi vuole di più, fino a volere il cielo, prendere la Gru che lo scherniva e mangiarsi anche lei in un sol boccone.
E sarà sempre così... finché Leone non si ferma a riflettere e pensare sulle sue azioni...

Allora Leone impara la più grande lezione che il mondo potesse dargli.

"Ogni giorno che raggiungerai un obiettivo ti sentirai realizzato, ma quando quell'obiettivo diventerà il quotidiano cercherai nuovi stimoli e nuove soddisfazioni. Ti impegnerai e cadrai, ci riproverai e riproverai finché un giorno non riuscirai di nuovo. Ma sarai uno stolto se penserai di esserti realizzato, perché presto anche quella nuova sensazione diverrà abitudine. La verità è che ci sarà sempre qualcosa di nuovo da imparare, e finché ti porrai un traguardo più lontano e più difficile, allora avrà senso vivere.

In tre parole:
Non Mollare Mai

LEONE

FINE DELLE STORIE #ZEN
Hic Sunt Leones

TermYnator

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Ci mancheranno queste storielle. E mancheranno a tutti quei ragazzi che si sono ispirati alle tue storielle zen per ottenere qualcosa di carino da raccontare o per dare un risvolto piú romantico al finale di un racconto personale.
Aspettiamo fiduciosi la tua prossima mossa ;)

<3

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JBGrenouille

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Bellissima storia :)

Mi piace molto come scrivi. +1 (che arriverà in serata)

Emix

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Mi ero lasciato questo topic da leggere per gustarmelo in un momento di tranquillità ed ho fatto proprio bene perchè merita.

Citazione di: Leone il 21 Marzo 2018, 23:28:47
FINE DELLE STORIE #ZEN

Su questo punto non sono troppo d'accordo.  :(

Rimaniamo in attesa di una nuova rubrica firmata Leone.

+1  :up:
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