Il TermYpensiero (Full version for ItalianLair)

Aperto da TermYnator, 29 Giugno 2008, 16:21:24

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TermYnator

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Ho pensato di strutturare questo esposto del mio pensiero in una serie di posts che possano
essere copiaincollati l'uno con l'altro in modo da formare un documento unico, cosa che erano in
origine.
Il testo non prevede alcuna conoscenza pregressa della materia, quindi molti troveranno delle
parti assolutamente superflue. Tuttavia ci sono approfondimenti che, imho, meritano di essere
comunque commentati.
Tranne poche frasi, e qualche sintesi, è tutto materiale che ho pubblicato negli ultimi 10 anni.
Tutti i diritti di riproduzione parziale o integrale sono riservati.

TermYnator
Ultima modifica: 15 Ottobre 2012, 18:57:56 di TermYnator
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TermYnator

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#1
a) la seduzione
Cosè la seduzione?
Rimorchiare un grande numero di donne? Andare a letto con molte di esse?
Essere simpatico a tutti?
La seduzione è un mix di tutto cio. Non dipende quindi dalla persona che abbiamo davanti, ma è
una condizione che ci contraddistingue, e porta i nostri interlocutori ad avere un'idea
positiva di noi, li porta a fidarsi.
Nel campo del sesso, questa mix di fiducia ed empatia, se debitamente indirizzato porta la
nostra interlocutrice a vederci come un possibile partner.
Il primo problema che si pone, volendo essere seduttivi, è il come renderci simpatici,
attraenti e interessanti ovvero, carismatici.
La seduzione è quindi la soluzione di un problema di comunicazione.
Naturalmente, essere un buon comunicatore, prevede il sapere esattamente cosa comunicare, ma
soprattutto a chi comunicare.
E' evidente che per destare l'interesse di una persona di 18 anni, non si usino necessariamente
le stesse argomentazioni che si usano con un sessantenne, o un trentenne.
Emerge quindi la necessità di *differenziare* le tematiche comunicative a seconda del nostro
interlocutore. Potremmo anche non farlo, ma questo allungherebbe i tempi, e se parliamo di
seduzione, non possiamo parlare di tempi lunghi:la seduzione è una azione che va completata in
tempi brevissimi, e possibilmente senza soluzione di continuità.
La comunicazione non è riducibile al solo parlato, ma è integrata da altri tre fattori:
la comunicazione ottica, quella tattile e quella olfattiva.
La comunicazione ottica è quella che si realizza con il possesso dello spazio che circonda il
seduttore mediante i movimenti del suo corpo, quella tattile con il contatto con la partner, o
con l'offerta di materiali che generino impressioni tattili.
La comunicazione olfattiva, sebbene ancora non sia accettata da tutti con la stessa facilità,
si realizza in messaggi che generano forti stati d'animo senza che gli interlocutori riescano a
collegare questi ultimi ad una causa precisa.
In realtà è la dote che distingue un grande seduttore da una persona comune, quella che genera
i successi più "inspiegabili".
Anche se non tutti riescono a manipolare la comunicazione olfattiva,
la quasi totalità è in grado (se debitamente sensibilizzata) di trarre profitto dai suoi
effetti indiretti, che proviamo tutti allo stesso modo (Non mi sto riferendo a profumi o
profumini commerciali, ma a qualcosa di molto più profondo ndr).
La seduzione, come anticipato più su, è un'azione comunicativa che si basa su una scala di
tempi estremamente precisa. Personalmente non considero "seduttore" una persona che per
arrivare all'f-close necessita di tre o più appuntamenti: questo è quello che fanno tutti o
quasi. Sono pronto a scommettere che la maggior parte dei vostri padri, per sedurre la mamma
non ha aspettato secoli, eppure di seduzione "rapida" non aveva probabilmente mai sentito
parlare.
Un'azione seduttiva si concretizza quindi in poche ore, senza interruzioni capaci di "spezzare"
quella sorta di filo progressivo fatto di curiosità e passione, che il seduttore riesce a tessere
con abilità.
La scelta dei tempi, non è dovuta a segnali di consenso (wois?) forniti a piacimento della
"preda". Quei segnali non sono infatti delle manifestazioni spontanee, quanto la risposta a
determinate cose che avete fatto voi. Sta quindi a voi determinare come è quando essi si
manifesteranno, in ottemperanza al piano che vi sarete fatti sul come dovrà evolversi l'azione
seduttiva.
Ad esempio, è perfettamente inutile ottenere la generazione di segnali che autorizzano il bacio in
presenza di terzi che partecipano al dialogo: non potreste baciarla, e lei avrà modo di razionalizzare
ciò che le è successo adeguando le sue difese.
I tempi della seduzione (ovviamente presupponendo di sedurre una sconosciuta) possono essere
genericamente suddivisi in fasi:

a) interesse o curiosità
Spesso si sente dire che la prima fase di un atto seduttivo è l'attrazione. In realtà, se la
prima scintilla fosse l'attrazione, riusciremmo a sedurre *solo* donne alle quali siamo già
piaciuti, e come molti sanno, se ad una donna piaci non serve sbattersi più di tanto...
Se, inoltre, ci limitassimo alle donne alle quali siamo gia piaciuti, non potremmo rimorchiare
tutte le altre, e non è detto che quella che piaccia a noi sia quella alla quale piacciamo noi.
In sintesi, l'aprire sets "recettivi" a priori, a meno che non ci sia un particolare interesse verso una delle
componenti, è un errore da afc (io li definisco Morti di Pippe), non si opera una scelta, mentre probabilmente
si perde l'occasione di aprire quella che veramente ci piace quando la incontreremo.
Ci tengo a sottolineare la differenza fra attrazione ed interesseo curiosità: la prima è la dimostrazione che la femina
ci vede come un obbiettivo sessuale, le seconde è che la femina è razionalmente incuriosita
dalla nostra presenza. Può esserlo perchè le abbiamo
dato l'idea di aver capito dei lati della sua personalità che lei ama siano notati, può esserlo
perchè ci poniamo come soluzione di un problema che lei non riesce a risolvere, può esserlo
perchè non riesce a capire che bestia siamo. Liberati dal dover piacere per forza, dovendo semplicemente
destare curiosità, con questa semplice terna di situazioni si intuisce l'enorme quantità di
opener che è possibile inventare sul momento per conoscere una ragazza.
La prima fase di una vera seduzione, ovvero quella che ci consente di sedurre anche le donne
che non si mostrano interessate a priori, è quindi il presentarsi sucitando
curiosità, e non il tentare di creare attrazione.
Il pensare di generare attrazione, è un travisare la mentalità feminile interpretandola alla luce
della nostra. Le donne non hanno un erotismo ottico come i maschi, quanto un erotismo tattile.
Ed è facilissimo dimostrarlo: le donne sognano di essere abbracciate e accarezzate, mentre gli
uomini, per sognare, usano immagini pornografiche. La vista improvvisa di una tetta, provoca
nell'uomo eccitamento, in qualsiasi luogo si trovi.
Cosa non necessariamente vera nel caso di una donna che si trovi, ad esempio, in un bar a tu
per tu con un tizio che sfodera l'uccello.
In questa fase, il mostrare atteggiamenti di gradimento sessuale espliciti, è quindi prematuro:
la donna abbordata da un uomo, come prima cosa pensa che egli voglia rimorchiarla.
E se non siete piaciuti a priori, il confermare questa idea farà si che siate scartati ancora
prima di aver dispiegato il vostro armamentario dialettico.
Questo dimostra che certi "metodi", possono funzionare su donne disinteressate solo
casualmente, e per motivi legati al comportamento "natural" del pua che gli autori di questi
"metodi" non riescono a percepire.
Lo scambio di segnali di gradimento in modo esplicito, deve quindi avvenire in una fase
successiva, fase che descriverò come " Creazione di un territorio virtuale".

B) la fase di estraneazione, o di creazione del territorio virtuale
In questa seconda fase, il seduttore opera su due fronti: il primo è quello di tranquillizzare
la partner, e tramite la comunicazione di dilatare il senso del tempo.
Uno dei problemi più grandi dell'universo sessuale feminile, è infatti il temere di perdere
continuità nel rapporto con il maschio. L'origine di questa paura è atavico, e ne parlerò
oltre. Ma è importantissimo che in questa fase, la donna perda il senso del tempo che
scorre,per non percepire più l'uomo come "insieme di attimi", ma, grazie al fatto che egli
riesce a non farle percepire il tempo che passa, come "compagno costante del
tempo che scorre". Ovvero comincia a collocare il maschio stabilmente nel tempo.
Questo, come ripetuto sino alla nausea, è uno dei segnali positivi più alti che un uomo possa
dare, sia perchè soddisfa l'ideale erotico femminile, sia perchè iinfonde sicurezza.
In questa fase, la donna percepisce l'uomo come compagno, e comincia ad accettarlo dal punto di
vista erotico.
Questo la predispone al contatto sessuale, sia che ci sia stato "kino" sia che la sola
gestualità del maschio abbia evocato nella donna l'essere toccata.
Il vantaggio del non toccarla affatto, sta nel fatto che lascerete alla sua immaginazione il
modo con cui pensa che la toccherete. E chi meglio di lei sa come essere toccata?
E' un errore infantile il credere che se non c'è kino non c'è conquista: di fatto, il 90% dei
maschi non tenta il contatto fisico per dare sicurezza alla donna, ma pensando di arraparla o
peggio per avere la dimostrazione che non sfuggirà ad un contatto più intenso.
In questa fase, l'abilità del comunicatore sta nell'isolare completamente la donna
dall'ambiente che la circonda. Questo serve a portare la donna su un piano di comunicazione
duale, nel quale lei è cullata all'interno di un contesto ideale creato da voi.
Inutile dire che in questa fase, spesso, si ricorre a dei giochi di ruolo, o addirittura a
delle situazioni di tranfert, come l'immaginare di trovarsi in altri luoghi e via dicendo.
Questo serve per far perdere alla donna i suoi riferimenti nei confronti di altri maschi, che
potrebbero essere presenti nei suoi pensieri.
Di fatto, le donne, si fanno una sorta di scala mentale degli uomini che conoscono, tendendo a
concedersi solo a quelli in cima alla piramide, quelli che al principio degli anni 80
cominciammo a definire maschi alpha. Una donna che ha in mente un alpha, non si concede ad un beta, se non per ripicca, o delusione.
Il concetto di alpha però non è assoluto, ma relativo all'ambiente.
Stravolgere i valori di riferimento di una donna, portandola in un territorio virtuale frutto
del vostro comunicare, significa portarla nel vostro territorio, territorio nel quale siete
l'alpha assoluto ed incontrastato.
Questo è il motivo di un'altra serie di "inspiegabili" successi.
In quel "territorio" vedrà solo voi, chiunque le sia accanto. E qui comincia la terza fase,
ovvero l'attrazione.

c) Attrazione
In sintesi, questa fase in un arco di tempo compreso nelle due ore, tende a far percepire il
seduttore alla preda, come se questi fosse il suo compagno di una vita. Tipica del positivo
procedere in questo senso è la frase "Sai, mi sembra di conoscerti da sempre". La confidenza ed
l'amalgama ottenuti (non uso "rapport" perchè è riduttivo) predispongono la donna
all'accettazione del maschio in modo naturale.
Il termine di questa fase si ha quando, pilotando la donna, la si porta a trasmettervi delle
sensazioni forti, che non sono frutto di comunicazione verbale o ottica: sono gli effetti dei
suoi feromoni che in tutti i primati sono alla base della comunicazione olfattiva.
Qui inizia la quarta fase, ovvero il bacio, con il quale si materializza la conquista.

d) Seduzione
Il bacio è il segno di una predisposizione all'amplesso, non l'indice che l'amplesso avverrà.
In questa fase, vanno date ulteriori conferme della propria stabile presenza, pena l'improvviso
ripensarci della donna, mandandovi a letto in bianco.
Se questo non avviene, può anche avere luogo un amplesso, ma il giorno dopo rischiate che la
donna, improvvisamente sparisca ed esordisca con i soliti "Sai, è avvenuto tutto così in
fretta, non so se..."
L'avete spaventata: ha paura di voi perchè capisce che potete pilotarla, ma non riceve
abbastanza sicurezza per lasciarsi andare. Quindi scappa.

La seduzione è quindi un'arte: l'arte di comunicare e egenerare nelle persone emozioni tali da
concedervi la loro più profonda intimità. Un seduttore è quindi un manipolatore ed un attore,
perchè deve essere capace di plasmare se stesso in funzione della persona che ha davanti.
Si badi bene: plasmarsi non significa depersonalizzarsi, ma significa gestire i propri ritmi ed i contenuti
in base al principio secondo il quale essi saranno scelti per dare il massimo piacere alla
persona che abbiamo davanti. Questo implica la capacità di capire al volo le persone, e
quindi di non essere chiusi nella propria tecnica, quanto di affinare la propria sensibilità per
capire esattamente, da piccoli dettagli, chi abbiamo di fronte.
L'arte della seduzione, oltre ad una grande conoscenza della natura umana, è grande conoscenza
di se stessi, e della propria capacità di riuscire a far sognare gli altri.

Nei prossimi articoli, tratterò in dettaglio tutte le tematiche toccate con questa lunga
introduzione, ovvero le forme di comunicazione, le tecniche per creare il territorio virtuale,
il senso profondo di questa fase, ed il modello che lega fra loro tutte queste cose.

TermYnator


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Ultima modifica: 29 Giugno 2008, 17:08:21 di SunBeam
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#2
Suddivido le donne in due categorie, derivanti da una mia nota teoria che vado a riassumere.
Se si osserva un qualsiasi gruppo di mammiferi sociali, si notano in quasi tutte le specie due costanti:
la prima è che i maschi sono tendenzialmente più grandi e più forti.
La seconda è che il numero delle femine è superiore a quello dei maschi.
In gioventù, mi sono interrogato più volte sul perchè di queste differenze, arrivando a questa sintesi.

Avete mai osservato un branco di pecore? E' composto da un elevato numero di femine e da un esiguo
numero di maschi. Osservandole, notai che le molte pecore, brucavano impassibili, mentre i pochi maschi,
si agitavano in giochi, sberleffi fra loro, e giri intorno alle femine. Ogni tanto, due maschi si interessavano
alla stessa femina, ne scaturiva una lite, che metteva in fuga il perdente, lasciando agli occhi della ambita
un solo contendente.
Il Montone, come si avvicinava alla ignara pecora, tentava immediatamente di coprirla, ma la pecora
rispondeva mettendosi di traverso, vanificando col proprio costato lo slancio dell'ariete.
Così mi chiesi: "perchè non ci stà"? Il montone , come se avesse sentito, ripetè lo stesso cerimoniale
con un'altra. Dopo infiniti saltelli e piroette del montone per farsi notare, finalmente una pecora smise di
mangiare, ed a collo alto attese il montone, che la ingroppò subito.
Dopodichè si rimise in caccia. La pecora, da allora, rifiutò tutti gli altri montoni, e fece parte dell'harem
del maschio, usufruendo della sua protezione.
Questa è la "Femina Realizzata nel Montone" ( FRM )
Di fatto c'era una pecora libera in meno. Così capii: le femine sono di più, perchè una volta fecondate,
rifiutando il maschio, è come se diminuissero numericamente.
Il rifiuto è dovuto al preservare da parte della femina la propria gravidanza da urti che potrebbero
provocare un aborto.
Se i maschi fossero numericamente pari alle femine, diminuendo esse di numero, finirebbero per
assatanarsi sulle poche rimaste dopo acri battaglie che li porterebbero a ferirsi.
La pecora, quindi una volta scelto il maschio, diventa fedele, mentre  il maschio continua la sua
azione fecondatrice, nell'ottica di differenziare al massimo la specie. l'utilità di questo comportamento
è spiegata dalle teorie Darwiniste come il tentativo naturale di differenziare il più possibile i geni,
onde indurre mutazioni nella specie. Grazie a questo fenomeno, le specie si adattano di continuo al
variare degli elementi che costituiscono l'ambiente, e superano la selezione naturale grazie ,
perlappunto, ai mutanti. Rimaneva un'ultimo interrogativo, come mai una pecora sceglie un maschio
piuttosto che un'altro? La ragione è ovvia, le piroette per mostrare l'agilità, e la forza in
combattimento,altro non sono che  dimostrazioni di potenziali genetici trasmissibili alla prole,
affinchè sia più forte e resistente.
I maschi, per essere visibili, devono quindi essere più "attraenti" e prestanti delle femine, e più
è prestante un maschio, più sarà visibile fra i maschi.
Questo spiega il dimorfismo (presenza all'interno di una specie di due forme diverse) sessuale
presente in molte specie, fra cui la nostra.
I maschi, per essere più visibili e prestanti, sono più grossi, più muscolosi, con un metabolismo
tendenzialmente più veloce. In altre specie (uccelli) sono più colorati, più vistosi, o dotati di
caratteristiche atte ad attrarre la femina per corteggiarla: ad esempio il canto.
Questo stigmatizza anche il comportamento del montone: egli deve rendersi visibile e corteggiare
attivamente la femina finchè questa non casca e lo adotta come modello. Quello che succede
dopo, è insignificante, dato che la femina è ormai "marchiata".
L'eccezionalità della mia osservazione, è nell'analogia con la specie umana. La donna infatti, sceglie
il maschio che fa di tutto per far notare la propria potenza, incluso il baruffarsi con altri maschi
affinché abbandonino il campo. In questo, l'unica differenza con la pecora, è il tipo di piroetta
che il maschio compie per dimostrare la propria potenza. Difatti nella nostra specie, le peculiarità
per sopravvivere non si limitano alla forza fisica, bene comunque apprezzato a livello ormonale e
istintivo, ma vengono affiancate o sostituite dal successo sociale e culturale, altresì rappresentati
dal potere economico.
Questo spiega perchè alcuni maschi brutti e grassi, riescano a suscitare reale innamoramento
nelle femine umane, nonostante queste ultime "doti" non abbiano riscontri genetici.
Spiega anche come questi individui di successo siano cornificati con altri, apparentemente
insignificanti, ma dotati delle primordiali ricchezze genetiche (leggi idraulico nerboruto che
tromba la moglie dell'industriale).
Compiuta la scelta,  si accoppiano.
Da quel momento, nella femina scatta un meccanismo che la lega al maschio, facendole
rifiutare tutti gli altri, a meno chè non ne subentri uno più forte che lo spodesta.
Questo meccanismo viene chiamato dalle femine "amore", e nel 99% dei casi, viene
descritto come un fenomeno irrazionale. In realtà, è perfettamente spiegabile con questa teoria.
Il maschio, pur presentando una iniziale infatuazione che quasi gli impedisce di osservare
altre femine, dopo un po' ricomincia a rimorchiare, pur conservando un occhio possessivo sulla femmina conquistata, tantostà che interviene prontamente qualora qualcuno la insidi, anche se lui non la in groppa più.
Questo spiega la gelosia di molti maschi nei confronti delle Ex, quello che gli umani definiscono "possesso".
Se si uccide un montone, o lo si cela alla vista delle pecore dell'harem, le sue concubine cominciano a
cercarlo, senza per questo concedersi ad altri, le manca la protezione e la sicurezza del montone al
quale si concedettero in quanto migliore degli altri.
Pensano ad quel montone, e solo dopo molto tempo accettano un altro maschio.
Queste sono alla "Ricerca del Montone Perduto"( RMP ).
Così, nella specie umana, troviamo delle donne che saltellano da un uomo all'altro senza trovar
pace, cosa che apparentemente contraddirebbe l'immagine di donna fedele che la teoria suggerisce,
in realtà sono solo delle donne normali, che pur non avendo perso l'immagine di riferimento,
rifiutano di ammetterlo e cercano in altri  l'uomo che non le vuole più o che è venuto a mancare.
Questo tipo di donna, infatti, spesso era la classica "brava ragazza" che in seguito ad una delusione
amorosa , diventa "leggera".
Nella specie umana, le donne RMP spesso pronunciano frasi come "non mi sposerò mai", oppure
"non voglio avere figli". Questo atteggiamento è la testimonianza della mancanza del montone del quale sono ancora innamorate, e dal quale sono state deluse, o private.
Il montone, invece, è un maschio che relativamente ad un gruppo di femine è il massimo che
esse possono desiderare, nell'ambito di ciò che hanno conosciuto. E' un punto di riferimento,
il vertice della piramide genetica. Esse aspireranno ad accoppiarsi con esso, ma in mancanza
di esso, potranno accontentarsi di altri. L'accontentarsi, non è uno stimolo genetico, ma un
condizionamento culturale. La paura di rimanere sole, le critiche dell'ambiente, o il semplice voler dimostrare di varere qualcosa, fanno si che una donna RMP si unisca ad un maschio che non è il suo Montone.
Ma appena torna il Montone, fanno marcia indietro, tornando da esso, e ridefinendo la
relazione con l'uomo che le ha temporaneamente accompagnate sessualmente come "amicizia profonda".
Il concetto di "relatività del Montone all'insieme di definizione" implica che sia possibile
il rivolgersi in toto delle femine ad un nuovo maschio, qualora esso sia migliore del montone
proprio di quel contesto.
E' infatti noto come nei gruppi chiusi di umani ancora poco condizionati (tribù, gruppetti
giovanili dette "comitive" etc.etc.) l'ingresso di un maschio prestante porti tutte le donne
ad interessarsi di lui, denigrando il maschio che fino ad allora consideravano al pari di Brad Pitt...

Il legame che unisce la femina al maschio è la rende fedele, è quindi l'amore.
Sedurre, significa quindi rendere una femina innamorata, ovvero possederne
l'anima ancor prima che il corpo.

Ma anche i maschi si innamorano. Il motivo è evidente nel tratto di Teoria del
montone riportato, ed è legato sia al periodo di gravidanza, che al momento in
cui la prole diventa autosufficiente: le garanzie che il maschio offre, sono
necessarie in quel periodo, protrarle significherebbe ridurre la capacità maschile
di produrre prole con geni differenziati, ovvero va contro uno dei principi base
della sopravvivenza della specie.
A titolo di curiosità, è stato stabilito che il periodo che serve alla prole umana per
essere autosufficiente se vivesse allo stato brado è di... poco più di 6 anni.
Che aggiunti ai nove mesi di gravidanza, diventano 7 anni. Eh gia, proprio il periodo
della maggior parte dei divorzi...

Cio che porta una donna a riconoscere in un uomo il Montone, cambia con gli anni.
Infatti esistono due tipologie di Montone, il modello genetico, che è il maschio
ancestrale e primitivo, e quello culturale, che è invece frutto dell'esperienza
dell'educazione e del'ambiente di appartenenza sociale.
Le femine giovani, ovvero dall'adolescenza a circa 20 anni, sono molto istintive:
prevale quindi il modello genetico. La causa di ciò, va ricercata su due fronti diversi,
ovvero la mancanza di esperienza ovvero di riferimenti propri,
ed il conflitto con i modelli culturali imposti dalla madre, che in taluni casi è percepita
come una rivale.
La femina, in quel periodo della sua vita, stà elaborando un proprio modello di
feminilità e nella quasi totalità dei casi, rifiuta quello materno, o lo considera
comunque come "rigido", non essendo ancora riuscita a crearne uno proprio.
In questo periodo, le femine tendono a scegliere un maschio aprioristicamente,
ovvero senza farne una ponderata valutazione razionale.
Questo le porta (in genere) a darsi a piccoli e fortunati avventurieri, che solo grazie ad
una estetica piacente, si vedono cascare addosso tonnellate di freschissima gnocca.
Ovviamente prendono senza dar nulla, e le femine ne escono deluse e talvolta traumatizzate.
Quindi, cominciano a fare valutazioni e confronti per non rivivere l'esperienza negativa
vissuta, cominciando così a crearsi dei modelli ideali, che possono essere molto distanti
dal modello genetico. Prende quindi piede il modello culturale.
Crescendo, l'influsso culturale e l'esperienza maturata sul campo, prendono il sopravvento,
nel senso che, pur essendo attratte dai modelli che incarnano la fisicità, tendono a
riconoscere in questi dei tratti comuni e sgradevoli che le hanno fatte soffrire.
Quindi, quando ne incontrano uno "evidente", lo bollano e non gliela danno.
Questo è uno dei motivi per cui maschi fortunati in gioventù, se non evolvono culturalmente, si
trovano improvvisamente a morire di pippe...
La crescita della donna continua con la sua esperienza, quindi comincia ad attribuire al
modello caratteristiche comportamentali che possono essere più gradite di quelle fisiche,
ponendo queste ultime in secondo piano.
In questa fase, le donne cercano un uomo che definiscono "più maturo", intendendo che esso sia
più attento nei loro confronti.
L'attenzione alle necessità di una donna, ormai divenuta esigente non va quindi confusa
con lo zerbinaggio.
Il mito dell'uomo che non deve chiedere mai, non è sbagliato: è l'immagine primitiva del
maschio, presente nell'ideale istintivo della femina.
Ma abbiamo anche detto che questo ideale, dopo i 20 anni, viene moderato dall'ideale proprio.
Quindi, a meno che non si incontri una donna "vergine" intellettualmente, il modello "denim"
diviene presto obsoleto.
In realtà, il modello denim è solo un'aspetto del maschio primitivo: onde consentire ad
una prole inerme di sopravvivere, infatti, una femina deve avere accanto un maschio
che sopperisca alla sua inabilità indotta.
L'immagine del maschio arcaico, è quindi completa nel momento in cui nel suo comportamento
dimostra la capacità di porre i desideri e le necessità della donna in subordine ai suoi.
Ecco perchè avere delle attenzioni mantenendo il proprio contegno attribuisce valore.
Questa è l'origine antropologica della galanteria, valore socialmente apprezzato dalle
donne, con pochissime eccezioni.
Un vero alpha, non teme quindi il mostrarsi galante, ne tantomeno il mostrarsi attento.

Il dimorfismo sessuale della specie umana, ci suggerisce molte cose.
La differenza di masse adipose e la loro dislocazione, fanno chiaramente capire che le donne
sono meno atte al movimento di noi, e che tendono allo staticismo.
Questo aspetto, preclude alle donne la possibilità di fuga di fronte ad un pericolo.
Insigni psicologi americani, in un test comparato fra uomini e donne, evidenziarono come la
reazione di fronte ad un pericolo sia diversa.
Gli uomini, tendono ad affrontare il pericolo frontalmente e solitariamente. E se capiscono
di non avere scampo, scappano.
Le donne, invece, tendono a ripartire il rischio "orizzontalmente",
ovvero comunicano a chi le sta vicino che c'è un pericolo, in modo da coinvolgere il
numero più alto possibile di soggetti.
La motivazione di questo comportamento è insita nel solito retaggio atavico:
di fronte ad un predatore, il gruppo consente due possibilità di sopravvivenza in più al singolo.
La prima è quella di disorientarlo, mostrandogli un insieme di prede, in modo da non consentirgli
l'individuazione di un solo bersaglio, che decreterebbe un attacco repentino e mortale.
La seconda è il terrorizzare il predatore con urla e lanci di oggetti.
Questo dualismo ci aiuta a capire un'altra fetta di comportamenti femminili.
Se una donna alla quale parliamo inizia a guardarsi rapidamente intorno, o ferma la prima
"amica" che passa buttandole li una frase inutile (tipo "ci vediamo fra un po", in un luogo
dove ci si incontra ogni 30 secondi), è perchè si sente minacciata. Ovviamente da voi...
Quindi, rispondere immediatamente mettendola a proprio agio, possibilmente dandole segnali
protettivi.
La seconda, è che in presenza di possibili pericoli, voi dovrete porvi fra essi e la donna.
In linea con quelli che sono i comportamenti atavici.
Questo genererà irrazionalmente fiducia profonda (Altro che "confort"...)

b)l'erotismo feminile
Ho scritto che le donne hanno un tipo di erotismo diverso dal nostro:
esse hanno un erotismo tattile.
Quando un maschio è attratto da una donna,prova eccitazione, e si muove per conquistarla.
l'erotismo visuale, è quindi la causa del movimento maschile.
Una femina si mostra, per essere vista, ed aspetta che il maschio si avvicini per sedurla e toccarla.
L'erotismo tattile, è quindi l'origine della stasi feminile.
Le donne quindi adorano piacere esteticamente, ovverosia attrarre con l'aspetto, perchè
questa è la dimostrazione del loro potere di avere i maschi migliori.
I maschi, invece privilegiano tutto cio che ha a che vedere con il "fare", perchè questo
renderà più credibile il loro muoversi.
Un maschio tenterà di misurarsi esibendo cose oggettive, direttamente misurabili con gli
altri maschi, mentre una femina tenderà a misurarsi dimostrando alle altre che riesce ad
far venire a se più maschi.
Quando pensa di essere stata notata, una femina si mostra e si ritira, onde spingere
l'erotismo maschile al massimo. Questo giochino, oltre a farla sentire realizzata, serve
a "marchiare" il maschio tentando di far si che egli la consideri l'unica degna di nota.
L'unica tale da giustificare lo spreco di energia di un eventuale duello con altri maschi.
Quando il maschio si muove, è quindi stato "marchiato".
Da questa considerazione si evince facilmente che non siano i comuni maschi a scegliere
la partner, ma siano le donne a decidere chi e perchè.
Il fatto di compiere materialmente il corteggiamento, fa pensare ai maschi di esserne gli
artefici, in realtà, dovrebbe essere chiaro che al maschio viene semplicemente indotto a
dimostrare determinate capacità.
Se sarà in grado di dimostrarle, otterrà di accoppiarsi, se non ci riuscirà, dovrà cambiare
femina.
Questo spiega un'altra grande differenza fra uomini e donne: un uomo che parte per
trombarsi una donna, difficilmente recede dal proprio intento.
Mentre non si contano le femine che apparentemente ci stanno, e che improvvisamente
cambiano idea: cambiano idea perchè non siamo stati in grado di dimostrare il valore
che ci era stato di primo acchitto attribuito, pensavano potessimo essere il loro modello
di Montone, ma si sono accorte che non lo siamo.

Nel prossimo post, per coloro che saranno sopravvissuti a questo scritto, descriverò il maschio.

TermYnator

Ps:Nota di vanità personale.
la teoria del Montone
l'ho scritta nei primi anni 80, e resa pubblica nel 98 (Google gruppi docet)...


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Ultima modifica: 29 Giugno 2008, 17:15:24 di SunBeam
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#3
L'uomo.
a) presupposti descrittivi
Immaginiamo una situazione paradossale: due isole separate da una stretta lingua di mare
infestata da ferocissimi squali pronti a divorare chiunque tenti di attraversarla.
Piazziamo nella prima un uomo perfetto dal punto di vista riproduttivo, bello alto, muscoloso
ed intelligentissimo. Con lui, piazziamo 10 donne scelte arbitrariamente.
Nell'altra isola, piazziamo 10 uomini "normali" ed una sola donna.
La lingua di mare, nonostante consenta una perfetta visione, non è attraversabile.
Cosa succederà nelle due isole?

Nell'isola dei maschi, la donna guarderà il megafigo dell'altra isola senza concedersi a
nessuno di coloro che la corteggiano incessantemente.
Da principio, non li respingerà brutalmente: l'essere corteggiata non le dispiace affatto.
Dopo un po', realizzato che il superfigo è irraggiungibile, si concederà al migliore degli
uomini medi, a quello che le da più sicurezza.
Questa è la donna.

Nell'isola delle donne, il superfigo tromberà selvaggiamente tutte le donne, si farà adulare,
coccolare e nutrire sfruttando la competizione fra esse.
Dopo un po', il suo istinto lo porterà a guardarsi intorno, e fra una trombata e l'altra,
potrete sorprenderlo nel masturbarsi pensando all'unica che può vedere ma che non riesce a possedere per colpa
degli squali...
Questo è l'uomo.

Nell'isola dei maschi, l'accoppiato assumerà le movenze dell'alpha, ovvero del capobranco.
Andrà in giro eretto, mostrando le caratteristiche peculiari del suo sesso: la larghezza delle
spalle, lo spessore dei glutei, la postura eretta.
Mostrerà delle caratteristiche evolutive vincenti, anche se non le possiede.
Comincerà a muoversi più lentamente, a non ostentare la propria aggressività.
gli altri maschi, invece, staranno sempre a battibeccare, mostrando comportamenti aggressivi e
movimenti veloci.
L'alpha, si aspetta che il suo valore sia riconosciuto, e per questo, quando uno dei gregari
gli si rivolge, si aspetta che questi gli si avvicini per comunicare.
Questa "staticità" dell'alpha rispetto ai gregari si nota anche nel suo assoluto evitare di
"pendere" verso gli interlocutori. Un alpha pende solo verso coloro che non considera adulti,
ovvero incapaci di poter aspirare a competere con lui.
I gregari gireranno sempre attorno all'alpha, mai il contrario.
Il figone, si comporta esattamente nello stesso modo, ma a differenza del "medio" divenuto
alpha, non ha gregari.

Emerge una prima considerazione: l'uomo non è "alpha" in assoluto, ma è alpha relativamente al
territorio nel quale vive.

Questa particolarità degli alpha è legata a tutte le specie animali. L'uomo però, ha una
caratteristica particolare rispetto alle altre specie:
ogni specie presenta delle caratteristiche particolari, e delle caratteristiche secondarie che
si differenziano da popolazione a popolazione. Quando una popolazione rimane isolata per un
tempo sufficiente, queste caratteristiche secondarie vengono trasmesse all'intera popolazione,
differenziandola così dal ceppo principale.
In questo caso, si parla di sottospecie.
E' evidente che gli alpha della specie principale e quelli delle varie sottospecie, si
differenzieranno per qualche particolarità che ha fatto si che i loro caratteri siano i
migliori per sopravvivere nell'ambiente che li ha selezionati.
L'uomo, con pochissime eccezioni, è praticamente l'unica specie animale che non risponde a
questo criterio.
Nell'uomo infatti, sebbene sia perfettamente possibile distinguere un congolese da uno svedese,
è impossibile capire dove termina la popolazione degli svedesi e comincia quella dei congolesi,
nel senso che tra l'una e l'ìaltra vi sono infinite vie di mezzo che portano dall'una all'altra
specializzazione senza soluzione di continuità.
L'uomo, per questa particolarità, è definito specie a differenziazione geografica.
La causa di questa particolarità, è insita nelle abitudini migratorie dell'uomo, che
portano ad un continuo scambio di geni fra popolazioni confinanti, su tutta la superficie del
globo.

E questa è una ulteriore anomalia della specie umana: siamo gli unici animali a possedere
soggetti perfettamente adattati dall'artide all'antartide comprendendo tutti gli habitat.
I più perspicaci hanno gia capito dove voglio arrivare: se l'essere alpha è la proprietà di
essere portatore di qualità genetiche che rendono l'individuo il più adatto a prevalere in una
popolazione omogenea, l'essere alpha per un uomo, significa essere il più adatto ad una
popolazione talmente piccola, da potersi considerare irrilevante rispetto alla totalità
degli elementi della specie.

Quello che sto affermando, è che nella specie umana, non esiste un modello alpha assoluto.
Questa considerazione ne introduce altre altrettanto "pesanti" e demolitrici di falsi luoghi
comuni:

1)chiunque sostenga che per la specie umana esiste un modello comportamentale fisso su base
scientifica, attribuendogli qualità "alpha", non sa di cosa parla.

2) se non esiste un modello alpha valido per tutta la specie, ogni donna, a seconda di dove
viene e della sua conoscenza, avrà un modello alpha diverso.

3) il linguaggio di un alpha londinese, non è eguale al linguaggio di un alpha partenopeo.

Ed in ultimo, le più importanti:

4)ogni uomo, può essere quindi alpha, l'importante è che capisca quale è il "territorio" nel
quale prevalgono le sue caratteristiche.

5) Ogni uomo capace di far funzionare il cervello, è in grado di individuare un suo territorio,
che non è necessariamente "reale"

Queste sono le "bombe", alla base della mia pratica.

b) Territorio reale e territorio virtuale.
Demolito il mito dell'uomo alpha, e di tutte le astruse pratiche per assomigliare ad un
fantomatico primate dalle mitiche capacità riproduttive, rimane da capire a cosa sia legato il successo
con le donne di alcuni uomini rispetto ad altri.
Quando ho descritto il montone genetico, ho descritto un uomo che possiede le qualità genetiche
vincenti comuni a tutta la specie umana, statura eretta, spalle larghe, cassa toracica di una
certa ampiezza, glutei possenti.
Queste sono caratteristiche assolute.
Come visto, però, il modello genetico nella specie umana è relativo al periodo della
formazione, e viene soppiantato dal modello culturale, che è l'esemplificazione tramite la
favoletta delle pecore e dei montoni della differenziazione geografica della specie homo
sapiens sapiens.
Il modello culturale è il modello reale, quello che deve essere un uomo per ricevere segnali di
invito da una donna. Ma come detto, tale modello varia praticamente da persona a persona.
Il territorio assume una valenza culturale e diventa quindi scisso dal territorio inteso come
estensione geografica.
L'aspetto estetico, che spesso parte dal possesso delle qualità che ho descritto come proprie
del modello genetico, non è però fondamentale per incarnare il modello culturale.
Ci sono anzi casi, nei quali l'ostentazione del modello genetico produce risultati opposti.
Se torniamo alla nostre due isole, noteremo come l'uomo dell'isola dei maschi sia *diventato*
il montone della donna, anche se il suo modello rimanga l'altro.
Il suo successo è dovuto al suo essere migliore nel microcosmo dell'isola.
Se lo togliamo dall'isola, a lui succederà un altro. Se lasciamo un solo uomo sull'isola, alla
fine, questi sarà eletto montone dalla donna.
Quindi, in assenza di competitors, ogni uomo può paradossalmente essere il Montone.
Nella società reale, fatta di scambi, di contatti, può sembrare impossibile isolare una donna
in modo da essere l'unico uomo di un territorio in modo da essere eletto suo Montone.
I realtà, non è così.

Esiste una metodica che partendo dall'interesse generato in una donna, fa si che l'uomo tessa
attorno a lei con il linguaggio, la mimica ed i concetti che esprime, una sorta di universo
temporaneo e parallelo, nel quale lei si sente sicura ed a suo agio.
Questo "territorio" è un momento che può essere creato con una sapiente sequenza di racconti,
nei quali via via si mostrano (o si mimano) gli effetti che producono le caratteristiche
genetiche vincenti su un maschio.
Questo "territorio virtuale" è un posto che esiste solo in vostra presenza, perchè siete gli
unici in grado di evocarlo.
E' l'isola dove siete soli con la donna che si renderà conto che siete il suo Montone.
Il creare un territorio virtuale è quindi l'unico modo a vostra disposizione per generare
attrazione in una donna che vi ha dato modo di comunicare per curiosità, perchè da voi non era
attratta.
Il territorio virtuale è quindi il luogo dove sostituirete i valori della donna (nei quali non
dovete necessariamente rientrare) per sostituirli con i *vostri* valori.
Voi diventerete il Montone, e da quel momento in poi, sarete il massimo che essa conosce.

3) Il Vero Uomo.
Il soggetto che ho appena descritto, ovvero l'uomo capace di generare territorio virtuale, non
è un artista dell'acchiappo, e non è neanche un nerboruto successo della natura:
è un artista della mente, un individuo che ha coltivato la sua sensibilità imparando cosa
desiderano gli altri e come *sentire* quando gli altri provano piacere.
Una sorta di ammaliatore di anime, unito alla quintessenza della maschilità.
Le doti di questa figura sono l'estrema flessibilità e la capacità di adattare modi e linguaggio
a seconda di cio che vuole apparire.
Egli è cio che si sente di essere.
Nel '98 definii questa figura "Vero Uomo" (VU).
Essendo questa figura un tantino diversa da chi si preoccupa più del numero delle tacche che
del valore intrinseco e soggettivo di una conquista, considero l'acronimo Vero Uomo
insostituibile, e punto d'arrivo di chiunque pratichi la via della seduzione.

4) Il percorso del Vero Uomo.
Non si nasce VU, ma ci si diventa.
Le tappe che portano un uomo ad essere un VU, partono dal conoscere più donne possibile per
avere sesso. Si cerca quindi di soddisfare questa iniziale pulsione cercando di imparare quanto
più possibile per riuscirci. Poi, ad un certo punto, ci si ferma.
Ci si rende conto di essere ad un punto fermo, al punto di fare sempre le stesse cose,
rimorchiando donne che si assomigliano tutte.
Spesso, in questa fase il pua va in crisi e comincia a cercare qualcos'altro.
Si instaura una fase di rivoluzione, quella che Alberoni descrive come propedeutica
all'innamoramento. E spesso, il Pua si innamora in questa fase.
L'amore restituisce il gusto del viaggio attraverso un'altra anima.
Poi magari finisce, il pua recupera le sue energie e riparte per nuove avventure.
Per anni il ciclo ciclicamente si ripeterà.
Ma quale è il fine ultimo di questo ripetersi di eventi?
Questo è personale, ma penso sia il fatto che ogni donna sia come lo specchio nel quale vediamo
la nostra anima: per ogni donna nella quale riusciamo a specchiarci, una nuova parte di noi
viene alla luce.
E questa nuova scoperta di un qualcosa celato in noi stessi ci riempie dell'entusiamo di un
bambino per un nuovo giocattolo.
Ogni donna ci rivela la chiave per aprire altre decine di donne, che ci mostreranno altrettante
parti di noi: ogni donna come un viaggio nel quale partiamo dal territorio virtuale pronti a
scoprire nuovi orizzonti.
Beh, il percorso di un vero uomo è l'arrivare a capire se stesso specchiandosi nelle donne.
In questo, esiste veramente un'affinità con certe arti marziali:
la seduzione è l'arte che ci porta a conoscere realmente chi siamo.

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Ultima modifica: 29 Giugno 2008, 17:13:26 di SunBeam
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#4
Torniamo per un attimo alle nostre due isole, e riportiamo l'unico maschio dell'isola degli uomini, nella sua condizione reale, la normalità.
Egli, ostenterà lo stesso comportamento che aveva sull'isola, in un contesto che, prima del nostro esperimento, lo aveva giudicato "medio".
Le persone che lo conoscevano, non considereranno il suo comportamento con il ricordo che avevano di lui. Le persone che non lo conoscono, noteranno una discrepanza fra quello che egli manifesta, e quello che in realtà riesce a fare.
Cominceranno a sottoporlo ad una infinità di test che egli non può superare, ed alla fine, lo prenderanno in giro.
Egli,a causa della discrepanza fra valori mostrati e valori esibiti, sarà additato come "ridicolo", e scansato da tutti.
Per non essere ridicoli, vige una semplice regola: non esibire ciò che non si è sicuri di poter dimostrare, o quantomeno di non riuscire a "glissare" nel caso si sia costretti a dover dimostrare.
L'ostentazione di valori che non si possiedono, è quindi la principale causa di rifiuto da parte delle donne, che sono le stesse persone che condizionano gli uomini rendendoli morti di pippe.
Uno dei condizionamenti feminili più forti che abbiamo subito, è che l'uomo vincente sia bello alto e spavaldo, e non abbia alcun timore nel mostrarsi.
Questo è il montone genetico,il Principe Azzurro, e molte persone cercano di assumere queste movenze per assomigliargli. Ma se non si è alti belli e temibili, pantomimare queste movenze avrà come unico risultato quello di rendersi ridicoli.
Un Vero uomo è cosciente di questo, ed evita accuratamente di rendersi ridicolo.
Questo implica che l'essere un VU, non significhi assumere modelli che non sentiamo come nostri, ma che invece ci impegniamo a sviluppare un nostro modello a dispetto dei luoghi comuni.
Un uomo che ostenti modelli a lui estranei, nel momento del contatto verrà bombardato di shit test: questo perchè la femina non è convinta dell'immagine che vede, e tenta di saggiarne la consistenza.

Non si pensi che tutte le donne, automaticamente sfornano shit test: esse sanno perfettamente che vi mettono in difficoltà, così come sanno perfettamente che potreste andarvene di colpo.

Se Brad Pitt andasse a rompere i coglioni a vostra sorella, pensate realmente che lei lo sottoporrebbe ad uno uno shit test?
La prima dote di un VU è quindi la coerenza.

Essere coerenti con i propri mezzi, offre molte certezze: non si ha paura di sbagliare, non si teme il giudizio altrui, si riesce a dimostrare tranquillità e sicurezza, che sono invece i veri valori di un uomo dominante.

La massa degli uomini si adegua ai luoghi comuni, e mima il Montone genetico risultando ridicola. Un Vero Uomo, comportandosi coerentemente con se stesso dimostra invece una sostanziale distanza dalla massa.
Se chiedete a 100 donne cosa differenzia una persona interessante da una pallosa, dopo avervi elencato le solite banalità (spiritoso, divertente, sensibile) vi dirà "diverso dalla massa".

Un Vero Uomo quindi, non si preoccupa tanto di essere "alpha" quanto di affermare la sua diversità.

Ma cos'è realmente la diversità?
Se si analizza la parola diverso, vengono immediatamente a mente le parole:
particolare, originale, stravagante, unico.
Se chiedete ad un buon campione di donne cosa evoca la parola "diverso", aggiungeranno:
brutto, bello, intrigante, di classe, asociale, magro, muscoloso, grasso, divertente, gay.

La diversità quindi, è l'amplificazione di una caratteristica comune a tal punto da uscire dai criteri della massa.

Compatibilmente con il fattore "credibilità", il fattore "diversità" è quindi il secondo comandamento di un VU. Un vero Uomo, manifesta diversità nell'agire, nel parlare e nel porsi.
Ho elaborato dei modi semplici per sviluppare e manifestare la propria diversità, e li ho sintetizzati in due tecniche: la "Teoria dei Contrasti", e la "Tecnica delle Corrispondenze", che descrivo nei due capitoli successivi.
Queste tecniche consentono a chiunque di proporre un modello calibrato sulle proprie energie, che farà emergere la propria particolarità: dote che nessuno conosce meglio di voi.

Ho scritto che le donne vedono l'uomo, e che, se lo reputano inconsciamente interessante lo invitano a piroettare. Questo perchè le donne cercano il loro montone, ma non sono certe che la persona che invitano sia tale: non hanno ancora avuto modo di conoscerlo.

Quando vedono un uomo, quindi, esse fanno una specie di scanning per vedere se egli rientra nei loro parametri. Il risultato di questo esame a distanza è una sorta di pagella con tre possibili casi:

1) Positivo: facciamolo/lasciamolo avvicinare.
2) indifferente: non mi pongo il problema.
3) Negativo: se si avvicina lo evito accuratamente.

Questa valutazione iniziale, quindi, condizionerà pesantemente il primo tentativo di contatto.

Se una persona ha la fortuna di avere un aspetto bello in relazione al target, può quindi limitarsi al rendersi evidente: sa che il giudizio sarà positivo.
Una persona che non rientra in questo caso, invece, dovrà astenersi accuratamente dal consentire che questo avvenga.
Per chiarire questo punto, si pensi a questi 3 semplici casi:

a) Brad Pitt, è bello per le 18 enni come per le 40 enni: la sua strategia entrando nella scena del rimorchio sarà quella di rendersi il più possibile visibile.
    Le donne lo catalogheranno "1", ed aprirà quello che gli pare.
b) Ernesto Masturbelli ha un aspetto piacevole per le donne sui 35 (sue coetanee), ma è visto dalle femine sui 22 come troppo grande per loro.
    Ernesto, in un ambiente di trentacinquenni si muoverà liberamente, sarà visto come tipo "1" o "2".
    In un ambiente più giovanile, non dovrà farsi notare troppo: la sua diversità lo fregherebbe e verrebbe catalogato "2" o peggio "3".
c) Marino Lapippa, è un nerd, atteggiamento dinoccolato, fisico scarso, ma grande cervello.
    Viene sempre catalogato come morto di pippe al primo impatto, e becca sempre la terza valutazione: egli si renderà visibile solo per aprire.

Diventa quindi chiaro che la strategia di mostrarsi a tutti i costi per chi ha problemi estetici o non si sente a suo agio con se stesso, sia assolutamente controproducente ed estremamente rischiosa.

C'è un altro punto da prendere in considerazione, ed è l'immagine che offriamo quando siamo in gruppo.
Se siamo in compagnia di altre persone, inevitabilmente ci relazioneremo con esse.
Se il gruppo sono i nostri amici, inevitabilmente la nostra ( e la loro) mimica riveleranno la nostra posizione *reale* nel gruppo.
Inutile mimare gestualità "dominante" se dominanti non siamo: verremmo smentiti dalla mimica degli altri e diventeremmo ridicoli.
Nel dubbio, quindi, un aspirante a VU esce in compagnia, ma al momento di entrare in scena si separa dal gruppo.

Entrare in scena in gruppo, ridere in modo manifesto o avere atteggiamenti che servono a convincere i nostri interlocutori maschi con gesti veloci, o movimenti vistosi, sono simboli che le donne interpretano molto male.
Esiste un altro motivo per non andare mai da una donna in conpagnia, anche se il vostro "wing" è la miglior persona del mondo:
egli è una testimonianza di quello che siete, rappresenta un "ricordo" della vostra immagine negativa. Anche se non vuole, vi condiziona.

Un Vero Uomo è un lupo solitario.
Rimorchiare è un gesto creativo che spesso fa emergere lati nuovi della propria personalità: un testimone che vi ricorda con la sua semplice presenza che siete diverso da quello che state mostrando, vi toglierà spontaneità, e quindi credibilità.
In realtà, vi portate dietro i vostri condizionamenti, dai quali non vi libererete mai. Affrontare se stessi, significa affrontare il mondo, e questo va fatto da lupi solitari.
Per anni sono andato in vacanza da solo, ed una delle domande che più frequentemente mi facevano le donne era proprio sul perchè io fossi li da solo.
Non riesco neanche a contare il numero di donne che ho aperto a partire da questa loro domanda.
Era la prima cosa che chiedevano quando venivamo presentati, o più semplicemente in quelle mille occasioni nelle quali si scambiano due chiacchiere da una tenda all'altra.
Dopo un paio di racconti sul mio desiderio di ricongiungimento con la natura, complice la luna e la brezza, erano bell'e cotte:
così le portavo in spiaggia (... per coerenza  ) ...

Un VU non guarda mai una donna a distanza, non aspetta il suo sorriso, non si avvicina ad essa guardandola da lontano: questi sono segnali di consenso che gli fornite gratis.
Capirà subito quello che volete, e se non gli siete piaciuti vi manderà a cagare.

Un VU sa esattamente quello che vuole, e se lo prende:
questo implica che non vedrete mai un VU buttarsi su una donna solo perchè tale.
Questo atteggiamento da "facchino della figa" (cfr. su google "L'esegesi del marpione" ) è demenziale per il proprio frame.
Andrete li poco convinti, demotivati, quasi ad implorare un po' di passera ad una persona che non è certo responsabile del fatto che non c'è trippa per i vostro denti. L'esito è quasi sempre negativo, e se riuscite, può anche capitare che falliate ... sul più bello.
Un VU non muore di fame, aspetta il momento propizio perchè sa che si tratta solo di aspettare un po.
Un VU, quindi rimorchia solo se è motivato, altrimenti si astiene.

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Ultima modifica: 29 Giugno 2008, 17:13:58 di SunBeam
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#5
I tipi psicologici sono sostanzialmente 2:
la femina alla Ricerca del Montone Perduto (RMP), e la Femina Realizzata nel Montone (FRM).

Ho descritto queste categorie nella Teoria del Montone, ma voglio aggiungere qualche considerazione circa
le sfumature e la genesi di questi due modelli.

Femina Realizzata nel Montone
La donna FRM, è in genere felicemente fidanzata. Quando non è fidanzata, non è assolutamente depressa,
anche se può avere momenti di tristezza. In genere ha molte amiche, e non ha problemi di socializzazione.
Tende ad essere generosa, talvolta crede nell'amicizia maschile, e frequenta maschi a questo titolo.
Una donna FRM sfidanzata, è una donna che ha superato il modello dell'uomo con cui stava.
Può succedere perchè è maturata più in fretta, perchè ha accresciuto le sue esigenze, o semplicemente
perchè ha conosciuto un uomo migliore di quello che aveva.
Questo implica che passerà al setaccio qualsiasi uomo assomigli nei difetti all'ultimo Montone, cercando di scartarlo.
E' una donna che si lascia andare solo se effettivamente sedotta, non è particolarmente propensa all'avventura,
ed aspira al matrimonio ed ai figli. Il corteggiamento è sicuramente più ostico nella prima fase, ovvero la
generazione di interesse, ma molto più fluido nella fase di seduzione, in quanto quando questa donna ha
deciso che fai per lei, difficilmente torna indietro.
UNa donna FrM delusa, come detto, si trasforma in RMP.
La trasformazione è soggettiva, nel senso che la variabile tempo dipende da persona a persona, e
dal tipo fisico di appartenenza.
In genere, il passaggio comporta una fase di rifiuto del maschio, in quanto la donna tende
a riconquistare il Montone perduto. In questa fase, è praticamente inespugnabile, vede solo quell'uomo,
e ne ignora completamente i difetti.
Dimostrarle che il suo Montone è un uomo di cacca, servirà solo ad ottenere di essere considerati "amici",
ma nulla di più.
Se si intende conquistare una donna in questa fase, occorre "rompere" la tensione che la lega al suo Montone,
e riprogrammarne i valori.
Si noti che in questa fase, la donna è completamente irrazionale, nel senso che è dominata dal modello istintivo,
ed ignora completamente la lezione costituita dal modello culturale.
Questo implica che una donna innamorata di un delinquente, abbatterà le barriere sociali, ignorando questo "dettaglio",
giustificando la propria passione citando altre qualità di quest'uomo, spesso inesistenti.
E' quindi evidente, che è dal lato istintivo che questa figliuola prodiga vada sedotta,
considerando che nell'azione seduttiva sareto sempre in tre: voi, lei, ed il Montone Perduto.
Egli è nella sua mente, e costituisce il suo punto di riferimento.
Va da se, che in questo contesto, o si è alpha per natura, e si è più alpha del Montone Perduto, o ... si perde tempo.
L'uomo dovrà mostrarsi grandioso, ed ignorare i continui riferimenti che la donna farà al suo Ex.
Non parlare mai di lui direttamente, non criticarlo, ma ignorarlo.
Se si riesce a creare il Territorio Virtuale, sarà possibile la riprogrammazione dei valori, ed a quel punto la seduzione.

La femina alla Ricerca del Montone Perduto
Talvolta, dopo essere state mollate brutalmente, le FRM mutano in RMP dandosi al primo che capita.
Apparentemente sono gioviali, un po' pazze, e sono divertentissime.
Ma arrivati all'atto sessuale, ci si può trovare di fronte ad un comportamento inaspettato:
o ci fermano di colpo, diventando serissime, o scoppiano in pianti.

Il Montone Perduto è riapparso nella loro mente, ed il loro istinto le sta dicendo "questo è peggio dell'altro: che caxxo fai?"
Talvolta vanno avanti, talvolta decidono di riconsiderare il rapporto che avete con loro mutandolo in amicizia.
La strategia è quella indicata più in alto, ma ci vuole estrema pazienza...

Questo singolare comportamento, si nota anche in RmP di lunga data, che tentano di avere rapporti lunghi.
Ovviamente non scoppiano più in pianti, ne vi fermano prima del sesso, semplicemente, non hanno voglia di fare sesso...

Nonostante il rapporto sia fluido e divertente, queste donne non si scaldano, se non in circostanze particolari.
Manca completamente la passione nel sesso, che diventa un contentino dovuto all'irrequieto maschio.
Spesso, queste donne, dal momento che fanno sesso solo per accontentare il maschio, fingono di provare piacere.
Ma è estremamente semplice capire se una donna prova effettivamente piacere, o piuttosto finge.
Le RMP conclamate, invece, si gettano a capofitto in qualsiasi storia, per dimostrare di essere seducenti.
Sono estremente superficiali ed egoiste, si devono in qualche modo vendicare di ciò che la vita non le ha dato.
Talvolta sembrano molto disponibili: la loro disponibilità finisce nel momento in cui mostrate interesse, e
quindi mostrate di essere stati attratti da lei (Quindi attenzione ai set troppo "facili")
Questo perchè in quel momento, vogliono solo sapere che hanno il potere di sedurvi.
UNa volta certe di questo, cercano un'altra persona che le dia una ulteriore conferma, e via dicendo.
Questa tipologia di donne, viene spesso indicata con il termine "rizzacazzi".

Con queste donne, vale la regola di comportarsi come loro, usando il loro istinto di rivalsa suscitando gelosia.
La gelosia ed il far constatare a queste donne che il loro fascino su di voi non ha effetto,
sono i tarli che riporteranno la sua attenzione su di voi continuamente.

Alla fine cederà, e forse si innamorerà. Ma attenzione a questo tipo di donne:
non sono mai completamente sedotte, spesso albergano questo comportamento da anni,
e tale comportamento fa parte della loro natura. Quindi, possono dare possenti colpi di coda negandosi o ingelosendovi,
rendendovi in tal modo MdP(morto di pippe).

TermYnator


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Ultima modifica: 29 Giugno 2008, 17:16:57 di SunBeam
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#6
Questo post completa quello sui tipi psicologici, fornendo uno schema comportamentale di base
sul quale modellare il proprio personaggio prima del contatto.

Ho sempre distinto fisicamente le donne in due grandi famiglie:
le "Marchesone", e le "Antimarchese".

Le marchesone (Da Abbondante marchese, ovvero mestruo), sono donne in genere prorompenti,
grandi seni, mutande piene di culo, fianchi evidenti, ormoni a bestia.
Il prototipo della riproduttrice.

Queste donne, come l'aspetto suggerisce, tendono ad essere molto materne, ed a cercare un
maschio "maschio", nel senso che sono molto attratte da fisici possenti, dal Montone genetico.
Sono donne molto statiche fisicamente, quindi hanno sviluppato l'abitudine di attrarre l'occhio
del maschio senza scomodarsi più di tanto.
Questo implica che siano estremamente sensuali, anche se non sono un granchè.

In genere sono più restie ad essere abbordate, ma se si tastano i tasti giusti, sono molto più
cartesiane nel rispondere agli stimoli. Questo fa parte della stasi: infatti, tendono ad
aspettare più che a interagire di primo acchitto, non essendo abituate al "movimento".
Questa tipologia feminile, se diventa una femina alla Ricerca del Montone Perduto (RMP), tende
a chiudersi in se stessa, evitando gli uomini, a meno che non le ricordino il Montone Perduto.
Se invece è una Femina Realizzata nel MOntone (FRM) è perfetta.
Tendenzialmente gelosa e fedele, copre il maschio di coccole, e pur incazzandosi come un tapiro della gualdrappa
se il maschio la cornifica, tende a perdonare se riceve considerazione.
Sessualmente, sono in genere delle lavatrici: nel senso che in linea con il comportamento tipo, si
muovono poco.
In genere, sono molto attaccate al padre, e spesso cercano nell'uomo una sorta di prosecuzione
della figura paterna.
Questa caratteristica è importante per capire cosa piace a queste donne.
E' infatti fondamentale dare l'idea di essere una persona salda e protettiva.

La società post anni 70, sostituendo al mito della Pin-Up il modello efebico e androgino, ha
dato un duro colpo a questa categoria, facendo sentire le appartenenti a questo tipo di donna
un po' "fuori luogo". Questo accentua la vergogna che le tredicenni di
questo tipo provano quando crescono le pocce.
Il risultato è una serie di complessi che accompagneranno alcune appartenenti a questa
tipologia di donne per tutta la vita.
Il primo effetto sulla giovane, è il piegarsi delle spalle in avanti per nascondere il seno.
postura che diventa spesso definitiva. Molti giovani marpioni vengono tratti in errore
da questa postura, reputando tali donne insicure, e toppano l'approccio fornendo
una immagine troppo poco maschia.
Il secondo è il nascondere le tette con reggipetti in kevlar-carbonio, producendo un
caratteristico danno: la tetta moscia. Questo decreterà il "complesso del seno".
Talvolta, il complesso del seno viene superato dopo qualche anno, in quel caso, la donna
tenderà ad evidenziare il seno con i famosi push-up.
Il terzo sintomo, è il tentare a tutti i costi di dimagrire per diminuire le tette.

Questo genera la prima categoria derivata: le smarchesate, di cui parlerò poscia.
Il complesso del seno, ha un effetto secondario: queste donne, con la coda dell'occhio, sono
attentissime nel percepire se un uomo le guarda il seno. Cosa da non farsi mai, pena l'essere
immediatamente allontanati.
La donna, sentendosi osservata in quello che è ai suoi occhi un punto debole, comincerà a
farsi una marea di pippe mentali, diventando ingestibile a causa dei numerosi Shit test.

Le antimarchesi, sono invece donne magre, con poco seno, spesso agili o sportive, che hanno
scoperto la mobilità. Ad essere sincero, non conosco questa tipologia di donne bene come
l'altra: essendo un amante della poccia, di antimarchesi ne avrò trombate si e no una ventina, e
per sbaglio.

Comunque...
La caratteristica di queste donne è la mobilità. In questo sono molto simili agli uomini, e per
questo, sono da alcuni considerate "più facili" da abbordare.
Tendenzialmente infatti, una antimarchese si dimostra più disponibile di una marchesona ad un
primo approccio, anche se non è affatto interessata. Abituata com'è al movimento, le fa molto
piacere che qualcuno venga da lei: le risparmia fatica.
Anche l'interazione e la reattività sono diverse: una marchesona è più lenta nell'accettare, e
lentissima nell'abbandonare chi l'ha sedotta. Una antimarchese si tromba molto prima, e molto
prima ti manda a cagare. La mobilità delle antimarchese, fa si che reagiscano ad un torto
attivamente: cornificano spesso e volentieri.
Infatti, cacciano spostandosi, e ponendosi in atteggiamento passivo a corta distanza dal
maschio, in modo che egli non possa non vederla.
Alle antimarchese va lasciato spazio di manovra: un uomo troppo attento, rischia di farle
sentire oppresse, generando istinti di fuga. Per un uomo alle prime armi, una antimarchese è
più facile da rimorchiare: la similitudine farà si che comportamenti non propriamente alpha,
non facciano fuggire la preda, che preferisce interagire attivamente nella fase di conquista.
Fra le antimarchese, per il comportamento ibrido citato,si contano innumerevoli rizzacazzi.
Esse, cacciano, ma al momento del contatto sfuggono. Ma poi ritornano, in un martellare che
spesso porta il maschio a gesti estremi.
Per levarmene una di torno che mi stava mandando ai pazzi, una volta in piscina le dissi:
"Miriam, chiudi gli occhi e dammi la mano".
La scema, convinta che fosse uno dei soliti giochini per rimochiarla, mi dette la mano.
Gli ci misi dentro l'uccello , e le strinsi la mano.
Cacciò un urlo, e scappò via: me la ero finalmente levata di torno.

Il tipo derivato più corrente, è la smarchesata o la ex buzzicona. Essa era una marchesona che
a causa dei suoi complessi è dimagrita improvvisamente, con effetti devastanti sulle tette e
sulla pelle.
Queste donne, talvolta riescono a migliorare di molto il loro aspetto, diventando delle vere
fighe, che nessuno avrebbe mai immaginato potessero essere state bellezze boteriane.
In realtà, una attenta analisi della pelle, rivela smagliature nei posti più strani, segno
della loro passata grassezza.
Queste femine, pur avendo superato il complesso di essere grasse, spesso conservano
nell'intimo, la loro primitiva natura. Si muovono quindi con estrema lentezza, non sono affatto
sicure del loro aspetto fisico, e sono estremamente sensibili a qualsiasi osservazione sulla
loro forma fisica. Se gli si fa notare un dettaglio reale (smagliature da calo ponderale etc) 
che rivela il loro precedente stato, mutano improvvisamente atteggiamento.
Questa tipologia feminile, in genere ostenta la propria fisicità: è una sorta di rivalsa
rispetto a quando dovevano nascondersi.
Cercano continuamente conferme della loro bellezza, facendone quasi una malattia.
Il rimorchio di queste donne, è molto facile, anche se apparentemente possono apparire molto
scostanti: la loro recente forma, ed i sacrifici che hanno fatto per raggiungerla, spesso le
fanno sentire una specie di premio per chi dovrà possederle, quindi non si concedono poi molto.
Manifestano quindi un atteggiamento di completa indifferenza, che spaventa i più, lasciando
il campo solo ai più tenaci, che in genere, riescono.
Questo articolo termina la parte introduttiva.

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Ultima modifica: 29 Giugno 2008, 17:17:35 di SunBeam
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#7
Mi sono spesso chiesto se realmente esista un metodo assoluto.
Nelle centinaia di post privati con i quali ho tentato di dare una mano ai fratelli in disgrazia,
mi sono fatto un quadro abbastanza preciso dei problemi di chi non riesce con le donne.
Questo motivo mi ha spinto a scindere il risultato da chi li applica, per trarre da quello che facevo
uno schema logico che fosse applicabile a chiunque.

Uno schema logico non significa una sequela ordinata di azioni: non basta.
Uno schema logico è il trarre da ogni singola azione il principio che la rende funzionante.
Il principio, a differenza dell'atto preso come esempio, è infatti ereditabile e utilizzabile per azioni
personalizzate da chiunque.
Questa è la differenza fra un metodo e una prassi, e la stragrande maggioranza dei cosiddetti "metodi" sono in
realtà prassi.
Uno schema logico non può essere riduttivo: per essere applicato da chiunque, deve realmente rappresentare la
causa del fenomeno spogliandolo di tutto ciò che è eseguibile solo da chi ha compiuto l'azione.
In pratica, un metodo non deve rispecchiare la personalità di chi lo scrive.

Leggendo i mie report, si potrebbe obbiettare che sono basati su situazioni particolari, su caratteristiche
legate alla persona, si potrebbe motivare la spettacolarità di qualcuno di essi su presunte mie qualità o
esperienze che esulino dalla norma.
In realtà, il TermYpensiero si propone di dimostrare l'esatto contrario, ovvero che chiunque, con un minimo di
pratica, può esaltare la propria personalità in modo da essere recepito come un Vero Uomo.

Io credo poco all'efficia di molte pratiche dell'inner game.
Un parere sicuramente criticabile, ma profondamente sentito.
Personalmente (e lo sottolineo) l'uomo non cresce assumendo modelli a se estranei.
L'assimilazione del mondo tramite la modalità "estroversa", ovvero l'identificarsi in un modello per farlo
proprio, è a mio avviso fuorviante e dispersivo.
A meno che, il modello non corrisponda alla propria natura repressa...

L'uomo cresce scovando dentro di se quello che gia c'era, ma che l'interazione con il mondo ha cancellato.
E' la ricerca di questo essere noumenico, l'Es, che ci consente di diventare Veri Uomini.
E l'Es è personale: ognuno di noi ha il suo.

L'adottare un modello estraneo è solo apparentemente più facile:
proporre un modello codificato è semplice, come è semplice il dire "faccio anch'io così",
basta imitare le linee proposte.
Ma se non si appartiene alla categoria alla quale appartiene il modello, si fatica ad entrare nella parte, e
prima di riuscire ad immedesimarsi si ha la stessa ansia dell'attore che affronta il palcoscenico:
l'ansia da approccio.

Uno dei motivi per cui insisto sul relazionarsi mentalmente con una donna prima di conoscerla (leggere il
TermYpensiero 11, "l'osservazione") è proprio questo: far si che in questo processo di conoscenza (che definisco
"Conoscenza in Vitro"), l'uomo tramite il catalizzatore rappresentato dalla presenza della donna, si relazioni con

se stesso,
senta di essere in grado, entri in contatto con il proprio ES, e con questo contatto modifichi l'io.
L'uomo, quindi, non si immedesima con un modello esterno, ma con se stesso, con l'alpha celato.
Sono questi reiterati contatti che lo portano a crescere, ed a vivere la sua vera natura felicemente.
E l'ansia da approccio, improvvisamente svanisce...

Il TermYpensiero, quindi, continuerà sia mostrando le logiche che generano approcci funzionanti,
sia spingendo nella direzione di eliminare i condizionamenti ricreando dall'interno il legame fra Io ed Es,
e quindi l'ansia da approccio.
Ed il primo passo per farlo, è bruciare gli idoli:
un Vero Uomo, ha come unico idolo se stesso.
Questo post conclude la fase introduttiva.

TermYnator


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Ultima modifica: 29 Giugno 2008, 17:18:02 di SunBeam
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#8
La tecnica delle Corrispondenze. 1985

Cos'è la verve dialettica?
Semplicemente l'attitudine a mantenere alto il tono della conversazione.
Certo, un po' di cultura serve, ma talvolta si può ovviare con degli
stratagemmi.
L'ispiratore principe di un buon intrattenitore è come al solito l'ambiente. Beh, non vi
stupite di questo, in fondo in un rimorchio ci sono tre soggetti: lei, lui, e cio che li
circonda.
Quindi, per forza fra questi occorre pescare quello che ci serve se siamo a corto di argomenti,
e se vogliamo esercitare la nostra unicità.
Stabilito che occorre costruire un territorio virtuale nel quale attuare il rimorchio, dobbiamo
dapprima saggiare quali argomenti la femmina gradisce di più, onde dare fluidità al dialogo.
Inizialmente, si può anche lasciarle affrontare degli argomenti, ma senza entrare in cose
troppo specifiche, che richiedano serietà o competenza. Gli argomenti da trattare dovranno
essere inizialmente divertenti,
perchè durante le prime fasi dell'approccio, la risata è liberatoria, e genererà la prima
impressione positiva di voi in lei. E' determinante sin dal principio che la femina perda i
valori di riferimento:
io spessissimo cambio discorso in modo repentino, fermandomi ad osservare qualcosa per poi
indicarlo improvvisamente, osservando qualcosa che porta addosso, ed interrompendola chiederle
cosa sia e da dove provenga, o semplicemente perchè le piace. Il discorso deve essere
"saltellante", e dopo ogni "saltello" è bene creare un diversivo divertente. Vietate le
barzellette, a meno che non se ne racconti una sola, legata a qualche fattore ambientale, ma
soprattutto sconosciuta e divertentissima.

La direzione che deve prendere il discorso è quella dell'immaginazione: portare la femina in un
universo che non esiste essendo il frutto della vostra interazione, è il presupposto migliore
per portarla a riprogrammare i suoi valori. Il fatto di aver divagato in questo campo
fantastico, la gratificherà come se avesse *vissuto* un film fantastico del quale è pero
protagonista solo tramite voi.

Quando improvviso, uso una specie di tecnica per riuscire a parlare per ore in questo senso: la
tecnica delle corrispondenze, ovvero delle associazioni di idee per costruire dei racconti per
trasportare l'attenzione da un'altra parte.

In sintesi, costruisco il discorso basandomi su connessioni storiche o fisiche di elementi che
mi balzano all'occhio.
Citerò come esempio un episodio nel quale un noto Marpione, mi raccontò che una sera in
discoteca, si era trovato in una impasse dialettica, con una tipa, mentre servivano un piatto
di pasta.
Gli dissi che non c'era occasione migliore per riprendere il dialogo:
analizzando il nuovo fattore (la pasta) e scomponendolo in singole variabili,io avrei pensato:
pasta: acqua, farina->grano->campi di grano;

Possibili discorsi del marpione:

L'acqua con cui è fatta la pasta, proviene da ruscelli limpidissimi, come quelli che scorrono
in alta montagna...
Sei mai stata su un ghiacciaio?... A volte invece prendono l'acqua dagli stessi torrenti dove
depongono i salmoni (cavedano non fa figo, salmone si)...
Sai come depongono i salmoni? (ovviamente no...) e gli raccontate del pathos
della risalita dei salmoni atlantici, descrivendogli il passaggio davanti alle scogliere di
Dover.
Poi vi fermate un secondo, guardate una cazzata bianca, (lei vi fa, che c'è?) e voi: "Pensavo al bianco, che
è la somma di tutti i colori. Che sensazione ti da il bianco? Pensa che si dice che per ogni
colore corrisponde uno stato d'animo....  ...  Tu di che colore pensi, *ora*?. Etc Etc

I campi di grano agitati dal vento, le colline senesi ... "sei mai stata sulle colline senesi?"
... il chianti, l'uva...  le vendemmie, gli abiti contadini, "quel sottile e sdrucito tessuto a scacchi"... Sai
giocare a scacchi?
Ho imparato a giocare a scacchi... Ero un bambino indifeso, il più basso della classe, mi
picchiavano tutti, ma a scacchi li fregavo sempre... Ma parlavamo di vino? A si, ti piace il vino... etc etc

La pasta la fa la pastaia. Come immagino la pastaia? Grassa, vestita di bianco, e con delle
grosse puppe.
Perchè ha delle grosse puppe? Perchè ha tanti figli.
Come sfama i figli con un mestiere che non deve rendere miliardari?
E' povera, e si fa un culo come un cesto di vimini svizzero.
E rossiccia di capelli, e molto trasandata. E giu con un racconto interattivo per immaginare la
vita della pastaia...

Insomma, come potete vedere, per ogni parola che fa parte della sequenza che parte dal primo
termine, ossia la pasta, si possono creare storie/dialoghi interattivi, e praticamente infiniti e con infinite
diramazioni.
Se ci si allena un po', e si possiede un po' di conoscenza, si riesce agevolmente a condurre
la mente della donna fuori dal mondo, nel vostro mondo, quello di cui siete re incontrastati e
alpha per eccellenza.

L'estremo vantaggio della tecnica delle corrispondenze rispetto a qualsiasi frasario
preconfezionato, è che non dovete ricordare nulla, essendo l'ambiente a suggerirvi quello che
direte. Ulteriore vantaggio,
è quello di esprimere tramite le corrispondenze che vi verranno fuori, solo ed esclusivamente
*voi stessi*, e non il guru che ha scritto le routines o i canned.
E' peraltro facilissimo portare sempre e comunque il discorso su cose che conoscete bene, ma
nel farlo, sembrerà che affrontiate l'argomento quasi per caso, e sembrerete estremamente
creativi ed originali.
Quindi, tramite questo piccolo imput, se piacerete, piacerete per quello che siete, e se la
relazione dovesse andare avanti nel tempo, non la deluderete di certo: saprà chi siete.
Abbiamo appena scoperto che non ci sono limiti alla nostra capacità dialettica...
E' evidente che parlerete con convinzione, come se vedeste quello che raccontate, e nella
vostra testa, dovrete realmente vederlo. Questo farà si, che gli inevitabili (siamo italiani!)
gesti che farete nel descrivere le vostre "visioni" siano il modo per marcare lo spazio
condiviso con la femina.
Questi movimenti, vi daranno anche modo di creare contatto fisico all'occorrenza.
Sembrerà un gesto spontaneo, e come tale dovete percepirlo anche voi.
Insomma, la verve dialettica non è altro che l'emozione con cui riuscite a descrivere il mondo,
e quell'emozione sarà il sigillo fra la realtà e la vostra sfera d'amore.
Un buon ammaliatore non parla mai direttamente di sesso: è un errore da ragazzini insicuri,
che farà inevitabilmente capire che state tastando il terreno.
Il sesso si fa, e senza avverimenti, si renderà conto che volevate sesso, mentre lo fate.
Su questo punto, ho cambiato opinione negli ultimi anni. Il perchè è insito nel fatto
che le donne sono martellate dal binomio sesso/maschio, e porsi esplicitamente in linea con
questo binomio, è secondo me errato, oltre che banale e volgare.
La preparazione di un marpione, e così il ventaglio delle sue prede e delle sue conquiste, come
abbiamo ampiamente constatato, sono direttamente proporzionali.
Se volete conquistare, dovrete creare un territorio virtuale, e per farlo dovrete usare
la mente e la parola tramite racconti e scenari estrapolati da semplici piatti di pasta.
Sarà la vostra preparazione culturale a fare la differenza con il coatto che si limita
a dire "bona 'sta pasta".
Quindi, mettetevi in testa che leggere è conquistare.
Più cose conoscerete, più cose sarete in grado di raccontare.
Non ha importanza cosa leggete: abbiamo visto con il semplice esempio della pasta che tutto fa
brodo, anzi.. pasta.

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Ultima modifica: 29 Giugno 2008, 17:18:35 di SunBeam
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#9
Supponiamo di non esser piaciuti di primo acchitto, per quale motivo una ragazza starebbe li a
parlare con noi?
Perchè siamo interessanti piacevoli e diversi, ovvero perchè in qualche modo, solletichiamo la sua curiosità.
Il primo obbiettivo comportamentale da raggiungere è l'essere interessanti e piacevoli,
e contemporaneamente alimentare il primo fuoco che porta all'attrazione: la curiosità.
Torniamo quindi a parlare della teoria dei contrasti, ovvero del far qualcosa che appare in netto contrasto con
un'azione immediatamente successiva, o con dei dettagli che esibite esternamente.
Il contrasto, deve essere costituito da qualcosa che agli occhi della donna vi fa guadagnare punti, ed insinua in
lei la voglia di conoscervi meglio, per il fatto di essersi fatta un'idea sbagliata di voi. Questo meccanismo, se
giostrato a dovere, la porterà a considerarvi un candidato appetibile, anche se, di primo acchitto non vi aveva
dato una lira.
Comincerà ad aspettare che voi confermiate che siete il "suo uomo", e vi darà il tempo di farlo.
Ma come si attua un contrasto?
Si può arrivare a creare dei contrasti con l'abbigliamento, con la mimica con quello che vi pare, ma il punto
d'arrivo con una donna che non vi caga è sempre lo stesso: apparire disinteressati, ma piacevoli ed
interessanti.Supponiamo che abbiate un fisico forte, maschio. Beh, durante l'approccio, vi comporterete in modo
esattamente opposto da quello che lei si aspetta facciate, in base alla sua esperienza.

Infatti, finchè non ha realizzato che siete il Montone, non farà altro che osservare tutte le vostre mosse cercando
di catalogarle ed assimilarle a persone con le quali ha gia avuto contatti.
Sarete cortesi, gentili, attenti e rispettosi, pure un po' finocchi nelle movenze.
Questo la disorienterà.
Perchè disorientarla? Semplice, perchè dovete costruire il territorio
virtuale nel quale essere l'unico maschio. E dato che il territorio virtuale è una proiezione
fatta dalla mente, dovrete togliere alla sua mente riferimenti alla realtà, in modo da renderla
recettiva a quello che le farete vedere.

Ma anche qui farete valere la regola del contrasto:
Appena subodorate che possa dubitare della vostra maschilità, le farete notare qualcosa del suo
fisico, tipo: " hai dei quadricipiti scolpiti in modo particolare: fai danza?".
Penserà che le avete guardato le cosce, e comincerà ad rivedere la sua posizione.
Non solo si interrogherà sul perchè pur sembrando così poco interessato a lei, l'abbiate guardata con così tanta
cura, ma comincerà ad associare l'idea di sesso alla vostra piacevole compagnia.
La differenza che esiste fra questo tipo di approccio (obliquo) e quello diretto, è che non consentite alla donna
di riaggrapparsi al reale per consentirli di catalogarvi: ogni volta che tenta di uscire dal territorio virtuale,
voi la riporterete dentro grazie a quello che chiamo "tarli".
I "tarli" sono delle frasi che avete lanciato ad hoc, per focalizzare il pensiero della donna su di voi, mediante
l'autointerrogarsi, sia mentre ci siete che mentre non ci siete.

E' infatti importante, che se per un qualsiasi motivo dobbiate interrompere il corteggiamento, la donna continui a
pensarvi.
In realtà, la teoria dei tarli l'ho gia sfiorata parlando di approcci con oggetti strani, la tipa che mi bloccò per
sapere perchè portassi a spalla un enorme tamburo senza mai suonarlo, (1) era vittima di un tarlo,ovvero di una
domanda ricorrente, al quale solo io potevo rispondere.
Il tarlo, quindi, serve a generare curiosità, che è la ruspa per creare la via del desiderio.

In realtà, molti usano i tarli in modo istintivo: il non voler dare elementi di se per far rimanere la donna "nel
dubbio" è di fatto una strategia basata sui tarli, ma a differenza di un vero tarlo, essa presuppone che ci sia gia
interesse.
Un tarlo, invece, desta interesse, e si basa su dettagli che vengono forniti.
La sintassi della genesi di un tarlo si può più o meno descrivere così:
Individuate un argomento che interessa la donna, o create una "ciambella dialettica".
Una ciambella dialettica è il girare intorno ad un concetto, descrivendone gli effetti più o meno allusivamente,
senza però mai parlare del fenomeno in se.
Poi, a seconda di quello che volete ottenere, nel vostro atteggiamento, o guardando qualcosa, o semplicemente
facendo qualcosa, rivelate un dettaglio isolato che porti la donna a formulare un costrutto logico più ampio, in
modo da *indurla* a pensare qualcosa di voi.
A seconda del sentimento generato, si attua l'alternanza di stati emotivi che portano alla riprogrammazione dei
valori.

L'esempio che sto per descrivere potrebbe essere giudicato eccessivo, difficile da sostenere, o addirittura
deprecabile: in realtà non c'è finzione, ma solo la stimolazione nella femina di tesi, che fate in modo di non
dover smentire o confermare.
Non c'è quindi menzogna, ma semplicemente abilità nel pilotare i sottintesi in una direzione che vi rende
interessanti al solo fine di creare il territorio virtuale. Una volta sedotta, potrete tranquillamente aprire il
sipario, per mostrarle che si è fatta delle idee strane  da sola.
L'esempio che ho scelto è proprio del periodo immediatamente successivo al mio congedo. In quel periodo,per
sfruttare positivamente l'immagine negativa un po' bigotta ed impacciata dell'ufficiale in congedo che mi portavo
addosso , solevo *indurre* l'idea di essere appena tornato dalla Legione. Questo per motivare l'atteggiamento
bigotto  come il retaggio di un passato molto più "tenebroso". Ovviamente serve il "physique du role".
Per farlo usavo la teoria dei tarli.

Dimostravo di saper parlare più lingue, ma in particolare il francese.
Parlavo in francese con tutti gli africani che ritenevo potessero essere francofoni, marcando un accento "afro", e
dimostrando grande solidarietà, quasi fratellanza.
Ogni tanto dimostravo conoscenza di piante e specie africane, sfoderando termini ed aneddoti dei grandi naturalisti
dell'ottocento.
Il tarlo che stavo creando era basato sul contrasto fra la mimica "da strada" che tenevo con gli africani ed un
atteggiamento quasi accademico nel descrivere cose africane.
La domanda che volevo si ponesse era:"Che strano tipo: parla come i neri, sembra condividere con loro qualcosa di
intimo, conosce cose strane dell'Africa: deve averci passato molto tempo. Perchè?"
Poi, facevo in modo di far cadere l'occhio della donna su uno dei miei molteplici "sgari" (tagli ndr...),
dando ogni volta una spiegazione distratta e simulando come al solito che dessi una risposta affrettata.
Questo ha generato un altro tarlo: "Perchè non vuole dirmi come si è fatto male?"
Inserivo poi il tarlo del militare, parlando di colleghi russi che avevano fatto il consulente militare in Africa,
peraltro tutte persone realmente conosciute.
Facevo riferimenti alla cultura militare senza negare la mia ex appartenenza alle forze armate,
rispondendo sempre alla domanda"Quanto sei stato militare?" con la tecnica del tocca e fuggi,
ovvero una risposta lapidaria, seguita da un brusco salto d'attenzione.

La risposta tipo era: "X anni **con gli italiani**", ma subito dopo, prima che mi chiedesse "in quale altro
esercito hai lavorato?" cambiavo immediatamente discorso, onde creare il
tarlo "Ha fatto qualcosa di militare fuori dall'italia con degli stranieri".

Questo è un ulteriore esempio di contrasto, onde pilotare l'attenzione e condurre la donna ad avere di noi un
concetto positivo, anche se in situazioni paradossali: il tarlo sui tagli, avrebbe potuto portarla a pensare che
ero un delinquente comune. La curiosità non viene eliminata dicendo che ero un ex militare, ma viene ricondotta a
valori positivi, eliminando l'assioma taglio=delinquente.

In ottemperanza alla teoria dei contrasti, però, ero estremamente loquace su qualsiasi altro argomento.
Questa sottolineatura genera l'ulteriore tarlo :"Nasconde qualcosa".
Anche qui, contrasto attuato specificando che per essere ufficiali, si deve essere penalmente bianchi come un
lenzuolo.
Quando tutti i tarli erano stati inseriti nella testa della femina, procedevo alla creazione del "tarlo
collante"ovvero del tarlo che avrebbe consentito alla donna di risolvere la ciambella dialettica, dandosi da sola
una spiegazione che da quel momento in poi, avrebbe ritenuto credibile.
Il tarlo collante, veniva parlando del più e del meno, (basta prendere un caffè e sostenere che
il caffè "angolano" era tutta un'altra cosa, peccato che non lo fanno più dopo la *guerra*), esibendo un piccolo
sunto di storia africana, e rispondendo come al solito evasivamente.
La parolina chiave *guerra*, pur non avendo minimamente alluso all'averci partecipato, faceva si che la femina
unisse tutti i tarli del puzzle: "ha partecipato ad azioni militari in Africa, ma si vergogna di dirlo. Ecco perchè
in certe occasioni è impacciato".

Inevitabilmente, dopo il tarlo collante, bastava lasciare la tipa due minuti da sola a pensare
sulla ciambella dialettica, per ritrovarla con sguardo di rimprovero: i tarli avevano avuto effetto.
A quel punto, il territorio virtuale era pronto per un'ulteriore sortilegio: la botta melodrammatica da giocarsi in
casi estremi .
Il caso estremo è un calo d'attenzione, o una mossa sbagliata nei tempi, che porta la donna a uscire dal territorio
virtuale: in questi casi, la botta melodrammatica è un toccasana.
Bastava quindi veder passare uno st*onzo qualsiasi, dimostrando espressione sofferta, per aver modo di parlare
delle nefandezze che porta la perdita di amici a causa di incidenti nell'addestramento: Ovviamente il defunto amico
che vi era più caro, era identico allo st*onzo appena passato...
Così raccontavo di un paio di suicidi o di un amico smezzato da una bomba a mano dimostrando evidente dolore,
colorando la cosa con qualche aneddoto goliardico di caserma, per giocare sul contrasto fra triste/allegro.
La cosa divertente, è che non sparavo cazzate, ma raccontavo fatti realmente accaduti in addestramento, ma senza
dirle *dove*, ne *quando*: il dove e quando, lei pensava di averli intuiti, e si sentiva così pure un po'"complice"
di una persona che si sta quasi confessando. Quindi ulteriore pathos.
In questo modo, ricreavo il territorio virtuale.

I tarli sono spesso usati sul tema matrimonio, fidanzata, o comunque su qualsiasi cosa la ragazza possa poter
ritenere d'impedimento ad una relazione con la persona con cui parla.
Diventa quindi chiaro come il giocare su un'alternanza di stati emotivi aiuti ad estraneare la femina dalla realtà,
e come il farle supporre delle verità che potreste non dover mai confermare mediante i tarli, siano utili sia alla
creazione che al recupero del territorio virtuale.
E' ovvio che ognuno di noi calibrerà la genesi di tarli sul proprio vissuto, e che i tarli possano vertere su temi
molto più terreni di quello citato data la sua evidenza.
La vostra stessa età, se può generare contrasto con il vostro aspetto fisico, può essere usata come tarlo,può
essere usato il vostro stato civile, il fatto che abbiate una fidanzata, o qualunque altra cosa che vi consenta di
creare una ciambella dialettica.
La teoria del contrasto, quindi, è strettamente legata alla teoria dei tarli, è ne è all'origine generandoli.
La divisa del marpione, è quindi un abito composto da contrasti in grado di generare tarli, e da storie tratte del
proprio vissuto, che possono essere agevolmente rielaborate a seconda della situazione.


(1) Una estate al mare, dovendo far asciugare la pelle del djembè, lo portavo tutti i giorni in spiaggia (il

    mio djembè è enorme, e non passa inosservato) senza mai suonarlo.
    Un bel giorno, una tizia (pure bona) mi ferma e mi chiede "scusa, ma perchè porti
    sempre il tamburo in spiaggia se poi non lo suoni mai? io e la mia amica ci chiedevamo se fossi matto".
    L'intenzione della ragazza era ovvia, anche se avendo la donna 20 metri davanti a me, ho dovuto tagliare
    corto...

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Ultima modifica: 29 Giugno 2008, 17:19:16 di SunBeam
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#10
Posto questa tecnica che ritengo fondamentale sotto la mia esclusiva responsabilità, nel senso che in alcun modo si dovrà collegare eventuali insuccessi ai gestori di ItalianLair, o sostenere che sul forum si trovano cagate: sono l'unico   (forse al mondo ) a sostenere che i feromoni possano essere emessi volontariamente.
Se non riuscite a farla funzionare, prendetevela con me e con nessun altro.

Fase 1: Concentrazione e respirazione.
La prima cosa da fare per emettere feromoni, è l' ottenere uno stato emozionale "plastico", ovvero uno stato emozionale neutro e libero da pensieri, onde poter agevolmente portare la propria mente dove si desidera.
Questa è la fase più difficile, che richiede un ottimo coordinamento fra funzioni fisiche e funzioni mentali.
Durante le prime sedute (potrebbero occorrere settimane di esercizio), ponetevi in una posizione comoda, seduti, con le spalle dritte, e con il ventre leggermente proteso verso l' avanti. Ottima la posizione che alcuni usano per lo zazen, ovvero la posizione del loto con un leggero rialzo sotto i glutei per facilitare l' estroflessione dell'addome, e le braccia poggiate sulle gambe.
Trovata la posizione, non dovete sentire il peso del corpo concentrato in un punto, ne dolori alle ginocchia o altrove. Durante le prime fasi, può essere utile uno specchio per controllare se le spalle sono parallele: una posizione asimmetrica può generare dolori ai fianchi, che distoglierebbero lo "studente".
Fatto questo, dovete fare un piccolo esercizio: respirando normalmente, cominciate a pensare a qualcosa di piacevole. Quando vi sentirete rilassati, inspirate, ed espirate, ma quando sentirete che dovete inspirare di nuovo, portate il ventre in dentro e continuate ad espirare.
Vi accorgerete che dentro ai vostri polmoni, c'è ancora una notevole quantità di aria, ovvero che in realtà non espirate mai completamente.
E' fondamentale, ripeto fondamentale (perché pericoloso) che non abbiate nulla in bocca durante questi esercizi. L' aria che non espirate è una difesa evolutiva tesa ad impedire che un qualsiasi oggetto (lingua compresa) ostruisca la faringe quando i polmoni sono vuoti. La minima riserva serve ad espellere il corpo estraneo senza che questo (re inspirando) si "incolli" ostruendo la faringe e soffocando il soggetto.
Quindi occhio...
Scoperta quindi la soglia dell'inspirazione, continuate a respirare normalmente, ma ogni quattro o cinque respiri, fate una espirazione completa.
Vi accorgerete che state svuotando la mente da qualsiasi pensiero, e che il senso del tempo cambia.
In realtà, state abbandonando i ritmi imposti, per sentire i vostri.
Questo esercizio, andrà praticato finché non raggiungerete la tranquillità (quantificabile in brevi stati nei quali non date più peso agli stimoli esterni, non avete pensieri dominanti, o vi accorgete che per un breve periodo non avete pensato affatto.).
Questa fase è necessaria solo se non avete mai provato la "tranquillità".
Se siete in grado di controllarvi in modo da raggiungerla arbitrariamente, potete tranquillamente usare il vostro metodo abituale (che può essere anche sedersi su una sedia ea pensare)

Fase 2: Pompaggio emozionale
Dovete intraprendere questa fase solo se siete già molto rapidi nel raggiungere la "tranquillità", altrimenti vi perderete in mille pensieri, perdendo la coscienza di quello che dovete fare.
La respirazione sarà normale, e non avrete più bisogno di controllarla ne di assumere posizioni particolari.
Per affrontare e superare questa fase, dovrete praticare un altro esercizio.
Una volta trovata la tranquillità, modificate il vostro respiro in modo da compiere brevi e rapidissime inspirazione ed espirazioni poco sopra la "soglia" che avete trovato nella fase 1.
Concentrate la vostra attenzione sulle vostre narici, e sentite l' aria che fluisce e defluisce attraverso di esse. Forzate leggermente le espirazioni, usando il ventre piuttosto che il torace.
socchiudete gli occhi, e sentite sempre l' aria che passa nel vostro petto.
A questo punto, cominciate a carezzare leggermente una mano con l' altra, una gamba, o qualsiasi altra parte del corpo, possiate carezzare senza alzare la braccia.
I vostri respiri saranno sempre più brevi, magari anche un pochino accelerati.
A questo punto, riportate la vostra mente a quanto siete stati colpiti da una donna,a quando siete stati profondamente coinvolti emotivamente, e respirando come detto (al limite producendo delle brevi "raffiche" di inspirazioni-espirazioni" con ritmo accelerato), sentirete che dentro di voi, sale la soglia emozionale.
Talvolta può aiutare il "guardarsi poco oltre la punta del naso" con gli occhi chiusi mentre si espira.
Continuando a carezzarvi dolcemente, pensate a quando siete stati innamorati, cercate di rivivere quella sensazione.
Arriverete a provare un leggero senso di ebrezza, in qualche caso potreste sentire una sorta di "pressione" alla testa, stimolazione di muscoli orripilatori (pelle d' oca).
Quando sarete pienamente in questo stato comincerete ad emettere.
Più andrete avanti in questa fase, più rapidamente riuscirete ad emettere, finché l' emissione non sarà quasi immediata.
Quando sarete maestri e certi di poter entrare nella fase 2, (e solo allora), potrete sperimentare la fase 3. Non abbiate fretta, perché buttereste al vento tutto quello che avete fatto.

Fase 3: Emissione controllata.

Quello che avete imparato a fare, va portato al di fuori della vostra sfera personale. Si inizia, emettendo in postura eretta, indipendentemente da quello che state facendo.
Il primo passo per controllare l' emissione volontaria, è emettere in presenza di estranee.
Ad esempio guardando una vetrina mentre fate shopping.
Questo vi darà la padronanza totale del riuscire ad emettere istantaneamente.
L' allenamento è fondamentale. Io personalmente, che sono lo scopritore di questa tecnica, se non mi alleno, non riesco ad entrare in emissione in tempi rapidi.

Fase 4: Comunicazione chimica.

Quando riuscirete ad emettere in ogni luogo, fate il primo esperimento. Affrontate una situazione nuova, conoscete una persona nuova, e cominciate ad emettere fin dai primi sguardi. Sconsiglio vivamente di usare questa pratica in presenza di terzi, sarebbe inutile.
Noterete che la persona, manifesterà molto presto una disponibilità accentuata, che il vostro fluff talking (sempre che non spariate st*onzate galattiche o che siate del tutto ridicoli) porterà al contatto molto prima, ma la cosa più sensazionale, la scoprirete proprio facendo kino.
Il contatto vi sembrerà amplificato, avrete l' impressione che la sensazione di ebrezza diventi una sorta di sbornia:
è lei che sta rispondendo ai vostri feromoni, facendovi produrre endorfine.
Spero di essere stato chiaro.

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Ultima modifica: 29 Giugno 2008, 17:20:00 di SunBeam
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#11
L'avvistamento è la prima fase di un rimorchio riuscito. Può durare due minuti come due giorni,
ma è dall'insieme delle percezioni che si ottengono in questa fase che "scriveremo" il copione"
dell'approccio. E' in questa fase che si progetta l'opener, che si studiano i cambi di
location,ed è in questa fase che si distingue un Vero Uomo da un banale facchino della figa.

Prima ancora di poter desiderare una donna, occorre averla vista.
Sembra una banalità, ma averla vista non significa aver capito cosa
si è visto.
Spesso, una donna che sembra piacerci a bestia, in corso d'opera non ci
piace più, altrettanto spesso ci si butta a capofitto su un soggetto, solo perchè si è
dimostrato più consenziente di altri in quel momento.
Questi sono errori da non commettere: infatti il marpione ci prova per
abitudine, senza quella spinta interiore che porta alla conquista.
In questi casi, il più delle volte, ci si trova di fronte ad una femina
che diventa immediatamente reticente, con risultati devastanti sul
nostro morale.
Quindi, prima ancora di provarci, la femina va avvistata e studiata,
per capire se effettivamente ci piace e se vale la pena di mettersi in gioco.

Ci calmeremo un attimo, faremo in modo di poter osservare senza essere
osservati, e soprattutto dimenticare il lemma "ogni lasciata è persa":
spesso abbiamo tutto il tempo che vogliamo, ma non lo sfruttiamo per
stupide frenesie.

Osservare una femina, significa mettere in moto la nostra
immaginazione: infatti non andremo da lei
con ricette magiche che la ipnotizzeranno, ma andremo ad *interagire*,
ovvero comunicare le nostre emozioni, creando un crescendo con le emozioni che *lei* fornirà in
risposta. Le emozioni che forniremo, dobbiamo prima crearle,
immaginando come ci sentiremmo se la femina fosse la nostra donna.
Quello che ne deve uscire, è la sensazione di conoscere quella persona
da molto tempo, ma far finta che lei si è dimenticata chi siamo.
Entrare in questo stato d'animo è importantissimo:
significa creare confidenza e prendere confidenza senza che la persona se ne accorga.
In questo processo mentale di adattamento, la osserveremo cercando di
estrarre il massimo delle informazioni dalla sua gestualità.
Possiamo capire se è una sportiva, al limite che sport fa. Possiamo
capire se è una persona aggressiva,
se è una persona con un determinato credo ideologico, se è una
persona piena di se, o piuttosto una persona timida ed introversa.
POssiamo capire se è una persona che si sta annoiando, divertendo, o
semplicemente aspettando qualcosa. Dobbiamo entrare nella sua testa.
L'osservazione è anche la fase che ci rivela i presupposti del "coup de teatre", ovvero
dell'azione plateale, dell'opener perfetto.
Più dettagli si percepiscono, più elementi avremo a disposizione per la messa in scena.

Una volta che ci saremo fatti un quadro della persona, e la sentiremo
meno estranea, dobbiamo cercare di capire cosa può piacerle.
Il senso di questa prassi, non è quello di
impostare un atteggiamento fisso, ma di capire cosa è meglio evitare di fare:
un atteggiamento che non colpisce, può essere modificato senza che la
preda scappi, mentre un atteggiamento sgradito termina l'incontro sul nascere.

Terminato il quadro generale, passeremo in rassegna tutti gli elementi
che abbiamo elaborato, ed osserveremo l'ambiente che ci circonda.
L'ambiente influenza sia il modo di reagire, sia il modo di porsi.
Una persona osservata in due ambienti diversi, spesso ha comportamenti
diversi.
Ancor più spesso ha mimica diversa.

Infinite volte ho letto di ragazzi che in presenza di segnali di consenso hanno pensato
erroneamente che la ragazza fosse disponibile, sbagliando completamente l'approccio.
Questo perchè non avevano osservato.
Tanto per fare un esempio banale, ci sono donne che si toccano i capelli in continuazione, per le
doppie punte, per aver cambiato balsamo, o perchè sono nervose o si annoiano.
Se osservando notiamo che una ragazza fornisce *abitualmente* segnali che  fanno pensare a
consenso, saremo in grado di "filtrare" questi segnali fasulli, considerando solo quelli
"veri".
Se ci buttiamo a pesce, invece, rischiamo di non capirci più nulla.

l'osservazione con cui le persone tengono le spalle è fondamentale
in questa osservazione.
Se una persona si tiene in moderata difensiva, con le spalle chiuse in
avanti dovremo capire se ci troviamo in presenza di una Marchesona affetta da complessi fisici,
o piuttosto in presenza di una persona genericamente insicura.
Questo semplice discernere, genera due comportamenti diversi, e due opener diversi.
Nel primo caso, non faremo mai un approccio che metta in evidenza la fisicità, mentre nel
secondo non esaspereremo l'alphaness.
Questo perchè durante il primissimo contatto, la femina si farà un quadro di voi.
Se questa immagine è sgradevole, ci vorrà molto tempo per convincere la femina che sbagliava.
Se invece l'immagine è neutra, ogni cosa buona che mostrerete farà crescere la stima della
femina per voi. Questa "crescita", la porterà a pensare che in voi ci sono infinite cose
piacevoli che ancora non conosce, e la spingerà a protrarre l'interazione indipendentemente dal
fatto che sia attratta o meno fisicamente.
Cercherà di mettervi a vostro agio...

L'osservazione di come varierà la posizione delle spalle tra quando ci
siete e quando siete fuori
visuale, vi darà un indizio immediato della recettività nei vostri
confronti.
Non dimenticate mai che una persona che appare chiusa, per aprirsi
vuole delle garanzie, ovvero un uomo protettivo, affidabile, che non le faccia paura.
L'atteggiamento va calibrato in funzione delle conclusioni fatte con l'osservazione.
Una donna che cammina a spalle aperte, con la testa dritta, invece, si
sente molto sicura di se, e tenterà di misurarsi con voi, di capire se siete all'altezza.
Avrà un atteggiamento molto più attivo ed incalzante.
In questo caso, meglio cercare un atteggiamento complice che eviti il
confronto diretto: è opportuno quindi cercare affinità, punti di contatto che generino
in lei la sensazione di "similitudine". Chi conosce la PNL in questo è maestro.
Questo processo identificativo, la riporterà a comportarsi da femina
al cospetto di un uomo, eliminando l'aspetto aggressivo (che è una difesa).

Non fossilizzatevi sul mostrare a tutti i costi i muscoli e
l'atteggiamento "alpha": l'*essere* alpha
è un dato di fatto, dovete portarvelo addosso con disinvoltura e con
classe.

Con una donna introversa, dovrete dare l'impressione di "possedere"
l'ambiente circostante creando una"zona protetta" attorno a voi, mentre con una donna
aggressiva, dovrete cercare di condividere
lo spazio possedendolo in coppia.
Questo principio modificherà la vostra mimica ed il vostro interagire
con terze persone.
Se chiamate un cameriere davanti ad una donna in difesa, lo farete con
tranquillità e fermezza.
Difronte ad una donna aggressiva invece, e meglio dirle " scusa, chiami il
cameriere che da qui non mi vede?"
Per ora chiudo qui.

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Ultima modifica: 29 Giugno 2008, 17:20:27 di SunBeam
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#12
Nel post l'osservazione, ho descritto un processo mentale che porta ad
avvicinarsi alla femina con la mente, a sentirla come se fosse la
nostra donna, a pensare di essere conoscenti da molto tempo. Questo
processo, lo definisco "Confidenza in Vitro"

Qualcuno potrà chiedersi il perchè perdere tempo ad osservare, quando
con un bel frame si può tranquillamente partire in quarta.
Un bel frame risolve molti problemi, ma è un fatto personale, non ha
nulla a che vedere con la persona che abbiamo davanti.
Se non c'è attrazione fisica a priori, quando ci presenteremo non ci
sarà nulla in comune con la persona che abbiamo davanti. LA persona ci
osserverà, si farà una quadro rapidissimo in base a microsegnali che
trasmettiamo, e se non piaciamo comincerà a delimitare il proprio spazio.
LA Confidenza in Vitro agisce su questi microsegnali facendovi indossare
parte delle caratteristiche che si ottengono dopo una prolungata interazione.
Per gli amanti della pnl, è come se aveste fatto rapport senza averlo fatto:
il quadro che si farà nei tre secondi della presentazione sarà quello di
una persona più familiare, con la quale ci sono più affinità, più somiglianze
mimiche: una persona che non è poi così estranea.
L'effetto di chi ha attuato confidenza in Vitro su se stesso è quantificabile
come un aumento della quiete interiore, una mimica che trasmette più
sicurezza ed in definitiva, una maggiore attrattività sulla donna che avete osservato
(non su tutte).
A questo si aggiunga che per un cultore degli odori quale sono, il
presentarsi tesi equivale a secernere ingenti quantità di adrenalina,
che per me sono inevitabilmente percepite sentendo la persone che le
emette come "sgradevole".
Il primo punto è quindi essere rilassati nei confronti dell'obbiettivo,
e la Confidenza in Vitro è il sistema principe. (1)
Per una corretta apertura, oltre che tener conto dei dati forniti dalla
osservazione, tengo sempre il fattore Ambiente.

Il Fattore ambiente.
L'ambiente è il palcoscenico sul quale si attua il rimorchio. Come tutti
i palcoscenici va attentamente studiato onde conoscere tutto ciò che può
fornire come aiuto.
Quando entro in un locale ad esempio, compio sempre un giro d'ispezione
per individuare i luoghi più adatti alle varie fasi dell'interazione.
Non mi limito a catalogarli per colore (ogni fase del rimorchio predilige
una dominante cromatica) o per quantità di persone: "incollo" ai dettagli
salienti dell'ambiente dei racconti.
Faccio un esempio chiarificatore:
supponiamo di essere in una disco con un acquario, e di trovarci dentro
un oggetto che ci ricorda qualcosa di piacevole. Ci racconteremo la storia,
e ne rivedremo i dettagli in modo da renderla piacevole e divertente da
raccontare. Allenandosi in questa pratica ed utilizzando la tecnica delle
corrispondenze, avremo molte storie divertenti da raccontare, ed altrettante
aperture da usare nei vari ambienti: basterà vedere una femina che guarda
l'oggetto, e come se nulla fosse accostarla e partire con la storiella.
A tal fine considero i personaggi strani o ridicoli come parte dell'ambiente.
Aprire un set composto da donne che indicano un soggetto stravagante o
ridicolo inserendosi facendo una battuta sul soggetto stesso, è una apertura
tipica.

La dominante cromatica
La dominante cromatica dell'ambiente è importante al pari della quantità di
luce.
Uno dei segnali di consenso meno gestibili, ad esempio, è la diatazione
delle pupille, fenomeno che al buio, avviene anche se guardiamo una cacca.
Ma vedendo una persona con le pupille dilatate, siamo istintivamente portati
a pensare di essere attratti da lei perchè manifesta consenso.
Questo è il motivo che rende le persone "più affascinanti" nella
semioscurità.
Consci di questo, in condizioni di luce forte, avremo aperture più complesse,
mentre nella semioscurità potremo usare sistemi più diretti, basati sulle
regole base dell'attrazione.
I colori, possono influenzare la nostra dialettica,
o meglio darci una vaga idea di ciò che sarà più gradito, aiutandoci
nella scelta dell'opener più funzionale.
Per antonomasia, il rosso è il colore che eccita di più. Una persona
in un ambiente rosso, sarà tendenzialmente più reattiva, più portata
al materiale e meno al filosofico. Anche la mimica potrebbe cambiare.
Quindi, in un ambiente con dominante rossa, sarà più difficile
estraneare una preda, mentre sarà più facile fare sesso con una preda
già marchiata da un bacio.
Giallo. Tende a sollecitare la psiche razionale. Ottimo per discorsi
impegnati, ma a mio avviso pessimo per rimorchiare.
Ricordo ancora una lunga dissertazione al tavolo di un pub ocra
sul dimorfismo sessuale dei dinosauri, che volse positivamente solo
grazie alla maestria col quale operai con tutti e due i piedi sotto
al tavolo sui piedi di lei.
Verde. Rilassante al massimo, rallenta i processi percettivi. Da un
punto di vista rimorchiartorio lo considero positivo, essendo privo
dei difetti propri del giallo e del rosso.
Blu: il top. E' un colore nel quale possiamo far vedere qualsiasi cosa
con i nostri racconti,
lascia la mente libera di sognare e l'ammaliatore di sedurre.
I K-close in riva al mare non si contano per questo motivo.
Viola: deprimente per antonomasia, è bene evitare di essere associati
ad ambienti descritti da questo colore.
Nero. Desta timore, ma può essere vantaggiosamente utilizzato sfruttando
questa caratteristica per mostrarsi come scudo alle paure oscure del
nostro io nascosto.
Calibreremo quindi il nostro frasario ed il
nostro campionario di racconti in base al colore degli ambienti.
Questo è molto importante nel gestire le varie fasi del Territorio Virtuale.
Infatti, una dominante cromatica (e lo stato d'animo associato), non
necessariamente deve essere reale, può essere infatti evocata da un racconto.
Ed i nostri racconti evocheranno immagini con dominanti adatte al momento
della seduzione nel quale ci troviamo.
Un racconto capace di estraneare (portare la mente della femina "lontano da dove ci si trova"),
partirà sempre dall'evocazione di
dominanti luminose, per arrivare al blu, e poi al rosso, che può essere
evocato anche con il concetto di amore.
In posti che offrono diverse soluzioni cromatiche, sfrutteremo le
caratteristiche dell'ambiente per operare la fase giusta nel posto con
l'atmosfera giusta, ovvero gestiremo le location a seconda di quello che
vogliamo ottenere.

Per quanto riguarda il rumore, vale la regola che più l'ambiente è
rumoroso, meno dovrà essere impegnativa la conversazione: nel casino,
frasi semplici e divertenti,nel silenzio frasi che colpiscono modulando
il tono della voce.
Per discorsi di medio spessore, come quelli che seguono di poco l'approccio,
sono proficui gli ambienti all'aperto, ma se non siete gia degli artisti,
capaci di concentrare il mondo su di voi, evitate le interazioni alla luce
del sole.

TermYnator


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Ultima modifica: 29 Giugno 2008, 17:20:59 di SunBeam
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#13
Prima di descrivere le varie fasi di un'interazione alla TermYnator, è utile soffermarsi su qualche considerazione
di carattere generale.

a) Quando siete attratti da una donna, cercate di capire il perchè vi piace.
Osservatela, catalogatene le mosse, immaginatevi con lei al fianco mentre fate qualcosa, cercando di immaginare il suo comportamento in reazione al vostro.

b) L'interazione non comincia copn l'apertura: comincia dal momento che lei vi vede.
Quindi, prima ancora che voi abbiate deciso la strategia da seguire, lei avrà iniziato il processo che la porta ad
inserirvi nella sua scala di valori.
Questo "dettaglio" è fondamentale: se cazzeggiate allegramente con gli amici manifestando atteggiamenti infantili, vi scaccolate impunemente o mostrate atteggiamenti beta o da allupato, quando andrete ad aprire, se vi ha visto, vi valuterà per quello che ha visto in precedenza.
Se andate quindi facendo il maschione è ha visto un Morto di Pippe, vi tratterà da morto di pippe che recita una parte.
Quindi, da quando si entra in azione (overo avvicinandosi al luogo del rimorchio in poi) a quando si cessa di rimorchiare, si mantiene sempre un atteggiamento omogeneo, anche se non pensate di essere visti.
A tal proposito ripeto che la vista delle donne non è come la nostra: anche se siete in quello che ritenete essere il suo cono d'ombra visivo laterale, percepirà comunque il vostro Bl.
Quindi occhio...

c) Quando andate da una donna è cominciate a parlarle, nel 100% dei casi penserà che ci state provando, ovvero che volete sesso. Inutile mascherare questa realtà: è evidente.
Quindi, si sentirà autorizzata a vedere quanto siete disposti a pagare e quanto potete offrire per il suo sesso.
A meno che non riusciate a far passare il contatto per una casualità, quindi, ogni volta che andate diretti da una donna che non vi ha mandato EC forti, aspettatevi un gioco molto più difficile rispetto a quello che potreste ottenere con un incontro casuale.
Sa che state giocando, e gioca pure lei: ma lei gioca in casa perchè siete voi a cercare lei...
Questo è il motivo per cui consiglio sempre di farsi vedere all'ultimo momento e di praticare un gioco discreto.

d) L'apertura deve essere coerente con quello che avete sentito nella fase di osservazione, ovvero nella Confidenza in Vitro. SE la ritenete una persona sensibile, aprite con una frase che accentui la vostra sensibilità, se la ritenete una stravolta, apritela da stravolti.
L'importante è che ci sia coerenza tale da entrare subito in empatia.
Avrete modo dopo, quando il dialogo comincerà a prendere piede di tirare fuori il vostro voi stessi.

e) Non usate schemi fissi di apertura: così attuate una selezione in partenza. PIacerete solo alle donne recettive a quel tipo di apertura, precludendovi tutte le altre.

F) La prima cosa che una donna (qualunque donna) cerca in un uomo è la personalità.
In tutte le aperture dimostreremo quindi personalità, e disinteresse: un uomo di personalità, non si butta sulla prima che vede.
Personalità significa sicurezza di quello che si afferma, padronanza delle proprie azioni, assenza di paura.
Non significa aggressività, competizione, fretta.
UNa persona dotata di personalità ama la vita e comunica questa positività. E' sicura di quello che dice, e non teme quindi il giudizio degli altri.
UNa persona dotata di personalità non teme di esporsi, e non ha argomenti tabù.
Espone le proprie idee con entusiasmo trasmettendo emozioni: non fa finta di non provarne.
LO spessore di una persona è proprio questa capacità di vivere le emozioni e trasmetterle: una persona carismatica e coinvolgente, non teme di parlare della parte più profonda di se stessa.
Parlarne (che no significa svendersi raccontando i cazzi propri al primo venuto dopo 2 minuti) con sicurezza conferisce l'idea di avere davanti una persona profonda, solida e quindi affidabile.

g) Macho=gay.
Attenzione a non apparire machi: il macho è una persona che non ha saputo affrontare la fase del superamento dell'immagine paterna. E' un morto di pippe che si copre di un'armatura fatta dall'esaltazione delle componenti maschili, per dissuadere gli altri maschi dal mettersi in competizione con lui.
E' quindi un immaturo, e lo dimostra in modo evidente.
Le donne, passata la fase del MOntone genetico (17/19 anni), individuano immediatamente i machi e li scherniscono.
Meglio apparire bambini che machi: un bambino attrae perchè suscita istinto materno, un macho repelle perchè dimostra insicurezza e scarsa personalità.

Finite le "pillole", inizierò la descrizione della dinamica dell'interazione
con la descrizione del Territorio Virtuale .

TermYnator


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Ultima modifica: 29 Giugno 2008, 17:21:34 di SunBeam
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#14
Ho più volte citato il Territorio Virtuale (acronimo TV), indicandolo come l'unico modo per
mostrare l'alpha nascosto in ognuno di noi.
Prima di decrivere in soldoni come si crea, riprendo due concetti citati.

l'Immagine Virtuale e l'Immagine Reale.
Se vi guardate allo specchio, difficilmente vi vedrete brutti, anche se non siete visti come belli.
Se invece vedete un vostro video, spesso troverete delle differenze rispetto alla visione di voi
che avevate allo specchio.
Queste differenze sono spesso percepite come peggiorative, ovvero ci si vede molto più brutti
in video rispetto che allo specchio.
La differenza fra le due immagini (che in realtà sono originate dallo stesso oggetto) è dovuta al
vostro cervello.
Quando vi specchiate, ricostruite inconsciamente l'immagine riflessa con la mente, rendendo belli
con il vostro vissuto, dettagli che non necessariamente sono belli. Se una espressione non vi piace,
reagite sostituendola con una piacevole. Con lo specchio, interagite, e con l'interazione riflettete
un'immagine bella.
Quello che vedete è l'Immagine Virtuale (Acronimo IV) che è il come vedete voi stessi,
indipendentemente da quello che avete ottenuto dalla vita e dalla natura.

In un video, non avete modo di interagire con la vostra immagine: si vede quindi l'Immagine Reale.
L'Immagine Reale (Acronimo IR), è quello che una persona vede di voi in base alla
vostra estetica, ed al modo di rapportarvi, al vostro Bl soggetto a condizionamenti.

Se una persona non è bella, non necessariamente non piace: se riesce a mostrare la propria IV,
piacerà comunque, ma ha bisogno di tempo per poter esprimere L'IV.

UNa donna può essere attratta dalla vostra IR, considerandovi "bello", o dalla vostra IV,
considerandovi dapprima "interessante", e poi "Bello", anche se non lo siete affatto.

Diventa evidente quindi, che l'attrazione in una donna non interessata dall'IR, possa essere generata
solo dopo una fase di interazione profonda. (1)
La fase nella quale "usiamo" la donna come uno specchio, è la creazione del Territorio Virtuale
((Acronimo TV)

Il Territorio virtuale, è il terreno dove L'IV diventa evidente e visibile, e rappresenta l'Alpha
assoluto(2).
La creazione del TV non serve solo a sostituire l'IR con l'IV.
Per poter riprogrammare i valori di una donna ed essere riconosciuti come "Il Montone"
(ovvero il suo "uomo ideale")(3), occorre farle "rivivere" il suo percorso di crescita, quindi
agire sui suoi ricordi in modo da farle ricordare l'infanzia collegandola alla contemporaneità.
Questo processo di totalizzazione del ricordo avviene in un tempo soggettivo che tocca a voi gestire.
Il terzo fattore, è la relativizzazione del tempo: la donna non deve rimanere legata al suo concetto
di tempo, ma ad uno nuovo, che gestite voi. Questo serve per non farvi sentire come "effimero",
ma stabile nel tempo.
La stabilità nel tempo é uno dei massimi fattori di sicurezza che potete conferire, ed è il miglior
sistema per prevenire ripensamenti dell'ultimo minuto.
Se riuscite in questa opera d'arte, diventerete il suo modello, "Il Montone", e si innamorerà di voi.

Creazione del Territorio Virtuale.
La creazione del TV si articola in 3 momenti ed una fase.

1) Momento dell'Apertura (M1)
Durante la prima, si deve rilassare la donna con discorsi poco seri, che hanno per scopo il farla
ridere ed il creare curiosità attorno alla vostra persona.
IN questa fase ci si gioca parte dei contrasti attuati durante l'apertura, e si costruiscono ciambelle
dialettiche se serve (4).
Si possono anche introdurre elementi di moderata drammaticità, ma sempre in chiave semicomica.
Il nostro atteggiamento, pur conservando caratteristiche prettamente maschili (spalle aperte etc),
sarà addolcito da movomento lenti, aggraziati, sarà *elegante*, talvolta leggermente effeminato.
La gestualità non deve essere marcatamente da adulto, ma piuttosto da "cucciolo".
Mai fare movimenti diretti verso di lei, come ad esempio offrirle una segaretta tendendo il braccio.
Ella percepisce animalescamente il territorio che la attornia, e sentirebbe questo gesto come una
invasione. Fate quindi in modo, che qualsiasi movimento verso di lei, sia completo *solo* se lei
compie l'altra metà.
Non statele quindi appiccicato, non mostrate mai il petto frontalmente, ma sempre di tre quarti.
quando muovette le mani, fatelo usando l'accortezza di tenere il polso *sempre* leggermente piegato.
Nessun contatto fisico.

2) Momento del Disorientamento Spazio-Temporale (M2)
Il secondo momento, ha per obbiettivo il disorientamento temporale.
Tramite la Tecnica delle Corrispondenze (5) si passa di pala in frasca tramite racconti che vadano
a toccare ricordi che tocchino la sfera delle cose amate dai bambini, o comunque indirettamente
la sfera infantile (6).
Gli argomenti principe sono gli animali e tutto ciò che gli gira attorno, i giochi infantili, i giochi di
ruolo e le storie fantastiche costruite li per li.
Il bl è quello della fase due.

3) Momento della Sfera Personale (M3)
In questo momento si possono toccare fatti relativi a problematiche legate alla sofferenza infantile,
all'ego, o comunque a cio che abbiamo di profondo e nascosto (comprese le sofferenze per amore).
Le donne cominciano a rispondere spontaneamente esibendo racconti della propria sfera emotiva.
Le donne parlano per il piacere di parlare, e se vi parlano è perchè vi ritengono all'altezza di capirle.
Quando le donne cominciano a parlare molto (spontaneamente, ovvero senza essere interrogate),
vi stanno in realtà gratificando (7).
Le tematiche della donna non devono essere libere, perchè la loro attenzione si riconcentrerebbe
sul reale, ricostruendo un corretto equilibrio spazio temporale.
Se parlano troppo, non devono essere interrotte verbalmente, ma indirettamente:
io uso due routines molto semplici.
La prima è seguire qualsiasi cosa con lo sguardo ed indicarla improvvisamente facendo un commento
stupito. La seconda è... sbadigliare.
Poi ridate interesse alla donna cambiando posizione, ovvero avvicinandovi o cambiando addirittura
location.
Il Bl comincia ad assumere una valenza più marcatamente maschile.
Il motivo di questa variazione nelle fasi, è legato alla percezione del fisico maschile come un potenziale
pericolo. Se si ostenta il potenziale nelle prime fasi, non si predispone la donna alla fase della sfera
Personale, mentre se si posticipa in questa fase, esso verrà apprezzato come un attributo del Montone
svincolato dal timore. Il bl comprende il tono della voce, che deve progressivamente abbassarsi.
Usando le mani come strumento descrittivo, cominceremo ad aprire i polsi gradualmente, mostrando il
palmo della mano che sinora abbiamo celato.
Non appena abbiamo i primi segnali di gradimento (ne parlerò diffusamente in seguito), cominceremo
a girarci onde mostrare le spalle per intero, ponendoci frontalmente alla donna.
In questa fase, potremo consentirci dei movimenti che a tratti diventano più rapidi, e che portano le
nostre mani più vicino alla donna. La mimica quindi evidenzia dei contrasti.
La mimica generale rallenta e descrive ampi gesti per sottolineare le fasi del racconto o dell'interazione.
Possono esserci contatti, ma è bene non cercarli. Se avvengono, e si mantiene il contatto per qualche
attimo, un buon sistema per percepire se si sta varcando la soglia dell'attrazione è lo scusarsi ed il
ritrarre la mano. La mimica della donna darà delle conferme inequivocabili di dove si trova.
IN questa frazione di tempo la donna è a suo agio, si è generato un clima di estrema confidenzache la fa sentire
affine.
Non teme più la vostra fisicità, si sente mentalmente protetta e comincia a pensare come potrebbe
essere una storia con voi. Ma non siete voi a parlarle di questo...
Quello che sta succedendo è che lei prova le stesse sensazioni che ha vissuto con uomini ai quali è
stata legata in modo forte.
Questo suo stato interiore la porta a comportarsi esattamente come farebbe con il suo Montone.
E in questa fase che viene generata l'attrazione, nel senso che la donna che si interroga, comincia
a valutarvi da un punto di vista sessuale.
Se i segnali di gradimento continuano ad arrivare (in genere in questa fase si è seduti), cominceremo
*lentamente* a prendere possesso del territorio reale.
E' quindi consentito avvicinarsi, e portare il proprio busto in posizione eretta.
La vostra mimica arriverà quindi a perdere le caratteristiche di iniziale effeminatezza per diventare
completamente maschile: in questa fase si inizia a cercare il contatto fisico.
Il contatto fisico deve avvenire in modo naturale, ovvero non deve essere richiesto.
La donna deve pensare di agire spontaneamente, mentre in realtà, siete voi che la pilotate.
La conferma di questo avviene con giochini come la taglia delle scarpe, o la routine degli anelli ( 8 )
che devono essere introdotti repentinamente.
IL segreto, come al solito è non chiedere ma indurre. In questa fase si può cominciare a fare kino.
Notare che per un kino efficace, occorre avere ben presente la sessualità delle donne, e quello che
effettivamente piace a queste ultime.

4) Fase di Riprogrammazione dei Valori (M4)
A questo punto il territorio virtuale è ultimato, la donna riprogramata vi vede come il suo Montone ed
è predisposta al contatto sessuale.
IL contatto con le labbra, che sarà oggetto di un ulteriore post, è il contratto che suggella la totale
accettazione della vostra persona al ruolo di Montone.

TermYnator   


(1) Questo dimostra inequivocabilmente che le fasi del MM descrivano solo le interazioni basate
su attrazione pregressa. L'attrazione, volendo usare la cronologia ed i termini del famoso metodo,
dovrebbe infatti essere collocata dopo la fase di comfort, e non prima. A meno che non si rimorchi
naturalmente, ed in tal caso l'autore ha ottenuto dei risultati senza in realtà capire perchè...
Certo è che se si aprono solo set "recettivi" non ci si trovarà mai ad aprire donne non interessate a priori.
Ma è facile fare un metodo con questi presupposti!!

(2) Leggere il TermYpensiero "Introduzione", ed il TermYpensiero 3:"L'uomo"

(3) Leggere il TermYpensiero 2:"Le donne", ed il TermYpensiero 7:"Tipi "psicologici" feminili".

(4) Leggere il TermYpensiero 6:"Tarli e Teoria del Contrasto"

(5) Leggere il TermYpensiero 5:"La Tecnica delle Corrispondenze"

(6) La routine dei salmoni ed il grande mare nel post "L'attrice" o racconti come quello della zebra
nel post "Direct con sorpresa"

(7) Allan e Barbara Pease: "Perchèle donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano
mai a chiedere?" Sonzogno 2001

(8 ) Leggere il TermYpensiero 8:"Esempio di Tecniche old Shool applicate"
Routine degli anelli:
Fatele notare la particolarità di un suo anello o di un suo bracciale, senza avvicinarvi, o allungare la mano,
e fate un'osservazione su un dettaglio(piccolo) dell'oggetto.
Lei, istintivamente, porterà l'oggetto nel campo visivo, in genere all'altezza del suo petto.
Lo guarderà, e subito dopo rivolgerà lo sguardo a voi.
Non appena si ristabilisce il contatto visivo,  abbassate leggermente il capo nella sua direzione,
mantenendo il busto immobile, con l'atteggiamento di chi sforza l'occhio per vedere meglio, un po'
come fanno i miopi.
Nel 99% dei casi, porgerà la mano, e solo allora, prima che abbia completato il movimento, avvicinerete
la vostra ode porla sotto la sua.
Il contatto deve essere effettuato con i soli polpastrelli, e preferibilmente non con tutte le dita.
A seconda dell'espressione e della rapidità con cui fornisce la mano, calibrerete la vostra risposta:
se non esita e sorride, c'è predisposizione fisica, e potete passare a qualcosa di più "pesante",
continuando ad "invadere" il territorio.
Se invece offre la mano con riluttanza, prima che abbia finito il gesto, ritirate la testa indietro,
riportate il busto indietro e dite "Mi sembrava più bello"...
Riprendete quindi una mimica meno maschile, perchè qualcosa ancora non funziona a dovere.

© 2006 TermYnator


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Ultima modifica: 23 Ottobre 2019, 17:48:03 di TermYnator
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